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La pratica di rispettare gli altri - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:35

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La pratica di rispettare gli altri

28. Credere fino in fondo nella propria natura di Budda e in quella degli altri e comportarsi di conseguenza è l’espressione dell’umanesimo buddista

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28. Credere fino in fondo nella propria natura di Budda e in quella degli altri e comportarsi di conseguenza è l’espressione dell’umanesimo buddista

SAITO: Lei ci ha insegnato che shakubuku è la manifestazione concreta della nostra fede nell’esistenza della natura di Budda, in noi e negli altri. In questo senso è un’azione umanistica che esprime il massimo rispetto per le altre persone. Ci ha spiegato inoltre che è l’azione fondamentale per trasformare radicalmente l’epoca dell’Ultimo giorno della Legge.

MORINAKA: Abbiamo ribadito anche che shakubuku è completamente diverso dal fanatismo o dal settarismo.

IKEDA: Shakubuku è rispetto degli altri, desiderio di condurli all’Illuminazione, basato sulla dottrina e sullo spirito di compassione del Sutra del Loto nel quale si spiega che tutti possono diventare Budda.
Rispetto a shoju, che era il metodo di propagazione principale nel Primo e Medio giorno della Legge, shakubuku enfatizza l’aspetto della confutazione, cioè l’importanza di lottare e sconfiggere la natura demoniaca in se stessi e negli altri.
Nichiren Daishonin spiega che rispettare gli altri, come faceva il bodhisattva Mai Sprezzante, è la base della pratica del Sutra del Loto e che shakubuku significa portare avanti la pratica di questo bodhisattva.
Dunque il significato fondamentale di shakubuku consiste proprio nel rispettare gli altri. Il Daishonin ci insegna che trattare le altre persone con rispetto in ogni circostanza, e non soltanto quando si pratica shakubuku, è il retto comportamento di un essere umano.

MORINAKA: Un lettore mi ha scritto che riesce a comprendere teoricamente l’importanza di mettere in pratica l’azione di “rispettare gli altri”, ma nella realtà ciò è piuttosto difficile. Mi chiedeva come fare.

IKEDA: È una domanda sincera.

SAITO: Quando si parla in generale di “rispettare gli altri” credo che tutti siano d’accordo. Ma quando pensiamo a qualche persona particolare che conosciamo, spesso le emozioni prendono il sopravvento e rendono assai difficile mettere in pratica questo principio.

IKEDA: È una delle questioni fondamentali di cui dovrebbero occuparsi la religione e l’etica. Il Buddismo ritiene che il nucleo di questo problema sia l’ignoranza o illusione. A tutti sarà capitato, prima o poi di pensare: «Sapevo che era una cosa sbagliata. Ma era più forte di me e ho fatto l’opposto di ciò che era bene».
Il Buddismo spiega che l’ignoranza o illusione fondamentale, che è la forza che dà origine al male, esiste nella vita umana. E allo stesso tempo insegna che le persone possono liberarsi da questa ignoranza e manifestare la natura del Dharma o Illuminazione intrinseca.

MORINAKA: Manifestare la natura del Dharma significa manifestare lo stato vitale del Budda che è una sola cosa con la Legge mistica. Il termine «natura di Budda» si riferisce al nostro potenziale di manifestare lo stato di Buddità.

IKEDA: Nella nostra vita esistono sia l’ignoranza (illusione) sia la natura del Dharma (Illuminazione).
Il Daishonin, nel Gosho L’entità della Legge mistica, spiega che quando comprendiamo che sia l’ignoranza sia la natura del Dharma esistono nella nostra vita, dovremmo abbandonare l’illusione caratterizzata dal male e basarci sulla natura del Dharma, caratterizzata dal bene[ref]«È come il caso di una persona che sogna di commettere buone e cattive azioni. Al risveglio, ripensandoci, capisce che era un sogno prodotto dalla sua mente. La sua mente corrisponde all’unico principio della realtà, mentre il bene e il male apparsi nel sogno corrispondono all’Illuminazione e all’oscurità o illusione. Quando uno si rende conto di ciò, è chiaro che deve abbandonare l’oscurità caratterizzata dal male e dall’Illusione e basarsi sul risveglio caratterizzato dal bene e dall’Illuminazione» (SND, 9, 4).[/ref].
Basarsi sulla natura del Dharma significa vivere basandosi sulla fede nel Sutra del Loto, un insegnamento nel quale il Budda spiega chiaramente la condizione vitale di Buddità. Una forte fede nella Legge mistica è il mezzo meraviglioso con cui le persone che vivono avvolte nell’illusione possono rivelare la propria Buddità innata che è una sola cosa con la natura del Dharma.

MORINAKA: La chiave per vivere basandosi sulla natura del Dharma è la fede nel Gohonzon in cui il Daishonin manifestò la sua condizione vitale illuminata.

IKEDA: Esatto. A proposito della trasformazione del male innato nella nostra vita in bene, il filosofo tedesco Immanuel Kant fa un’osservazione molto vicina al Buddismo. Egli descrive la propensione delle persone a commettere il male, pur sapendo di sbagliare, come un «male radicale», una sorta di male fondamentale che è l’origine di tutti i vari tipi di male. Ma sostiene che le persone posseggono anche un’innata predisposizione a fare il bene, che può dare loro la forza di vincere questa tendenza[ref]Immanuel Kant, Religion within the Limits of Reason Alone, trad. Theodore M. Green, Hoyt H. Hudson, e John R. Sliber, Harper & Row, New York, 1960.[/ref].

MORINAKA: I pensieri di coloro che ricercano le verità essenziali della vita si avvicinano al Buddismo.

IKEDA: Quando afferma che il potere del cuore può trasformare la malvagità innata in bontà perché la vita umana contiene sia le radici del bene sia quelle del male, Kant è molto vicino all’insegnamento del Daishonin.

SAITO: Potremmo affermare che è l’orientamento del proprio cuore a decidere della nostra caduta dal bene al male.

IKEDA: Esatto. Il motivo per cui il Daishonin riteneva che shakubuku fosse la pratica dell’Ultimo giorno della Legge era che il Giappone dell’epoca era immerso nell’ignoranza o illusione, l’origine fondamentale di ogni male, che si manifestava con la mancanza di fede e con l’offesa al Sutra del Loto.

SAITO: Praticare shakubuku per confutare questa offesa equivale a combattere contro il male fondamentale.

IKEDA: Nell’epoca malvagia dell’Ultimo giorno della Legge, se non abbiamo una fede determinata a lottare contro la natura demoniaca non possiamo liberarci dall’ignoranza né vivere basandoci sulla natura del Dharma. Ma se manteniamo una fede salda e pratichiamo assiduamente, ogni ambito della nostra vita diventerà naturalmente un luogo dove poter vivere basandoci sulla natura del Dharma.

MORINAKA: Questo è il significato di «fede è vita quotidiana» e «il Buddismo si manifesta nella società».

IKEDA: Esatto. La nostra vita quotidiana è la pratica buddista.

MORINAKA: Shakubuku è ovviamente un’a­zione che si basa su una fede incrollabile nella propria e nell’altrui Buddità ma anche le attività della SGI per far crescere persone di valore e creare legami di amicizia attraverso il dialogo contribuiscono a sviluppare la Buddità in sé e negli altri.

IKEDA: I membri della SGI hanno propagato il Buddismo dimostrando il massimo rispetto per ogni individuo, basandosi sulla convinzione che tutti posseggono la natura di Budda.
Nella società attuale, con le sue molte distorsioni, molti provano una sensazione di crescente alienazione; l’umanità è una virtù più che mai necessaria e la nostra pratica di rispettare gli altri diventerà sempre più importante. E brilleranno le azioni di coloro che credono nella propria Buddità e in quella degli altri.

MORINAKA: Quando si parla della necessità di affinare la propria umanità non s’intende che dobbiamo diventare modelli di perfezione.

IKEDA: Tutte le nostre attività cominciano dalla fede nella natura di Budda di tutte le persone. Ma questo non è niente di speciale. Possiamo essere noi stessi. La cosa importante è credere nel nostro potenziale, sforzarci di rivelare la nostra natura di Budda, crescere come esseri umani, diventare assolutamente felici e aiutare gli altri a fare lo stesso.

SAITO: Se qualcuno ci offende o ci tratta in maniera sgradevole tendiamo a nutrire risentimento nei suoi confronti. È una cosa naturale. E quando vediamo qualcuno il cui comportamento lascia molto a desiderare è normale pensare di non voler diventare una persona così.
Bisogna dire ciò che va detto e tuttavia non limitarci a tagliare i ponti con queste persone e abbandonarle. Continuando a recitare daimoku possiamo sviluppare la capacità di abbracciare qualsiasi tipo di persona. Questa è la saggezza del Buddismo.

IKEDA: La cosa importante è continuare a pregare credendo fino in fondo nella natura di Budda delle persone, qualunque cosa accada. Continuare a comportarsi in base a tale convinzione è la dimostrazione della nostra umanità come buddisti.
È questa la storia che i membri della SGI hanno creato, superando le differenze nazionali ed etniche. Siamo ormai giunti in un periodo in cui l’eccellente comportamento dei nostri membri, il loro «comportamento da esseri umani» viene apprezzato in tutto il mondo, sia dalle singole persone sia da parte della comunità.

SAITO: Il Buddismo si è diffuso in centottantasei paesi. Ciò si deve all’atteggiamento positivo dei membri che vivono guardando sempre avanti.

IKEDA: Per far sbocciare l’umanità di cui parla il Buddismo occorre credere fino in fondo nella bontà dell’uomo e coltivarla in se stessi e negli altri. Il Daishonin disse che questo era «un comportamento da essere umano».

MORINAKA: Il Daishonin insegnò a Shijo Kingo che lo scopo essenziale della nostra pratica buddista sta proprio nel comportamento da essere umano.
«La chiave di tutti gli insegnamenti di Shakyamuni e del Sutra del Loto è esposta nel capitolo Fukyo (Mai Sprezzante). Cosa significa il profondo rispetto del bodhisattva Fukyo per la gente? Il vero significato dell’apparizione del Budda Shakyamuni in questo mondo sta nel suo comportamento da essere umano. Come è profondo ciò! Il saggio si può definire umano, ma gli sconsiderati non sono nient’altro che animali» (SND, 4, 179)[ref]Letteralmente: «Il cuore di tutti gli insegnamenti della vita del Budda è il Sutra del Loto e il cuore della pratica del Sutra del Loto è il capitolo Fukyo» (WND, 851).[/ref].

IKEDA: Cominciamo dal discutere approfonditamente questa frase. Con le parole «Il cuore di tutti gli insegnamenti di Shakyamuni è il Sutra del Loto» Nichiren riafferma che il Sutra del Loto è l’essenza di tutti gli insegnamenti del Budda Shakya­muni.
Inutile ripetere che il Sutra del Loto è l’insegnamento che permette a ogni essere umano di ottenere la Buddità. Lo scopo fondamentale dell’apparizione del Budda Shakyamuni era di «aprire la porta della saggezza del Budda a tutti gli esseri viventi» (SDL, 2, 39), cioè permettere loro di manifestare la propria natura di Budda e far conseguire loro la sua stessa condizione illuminata.

MORINAKA: Il voto del Budda è «di rendere tutte le persone uguali a me, senza alcuna distinzione tra noi» (SDL, 2, 45).

IKEDA: Il Sutra del Loto espone la filosofia che «tutti sono Budda» ed esorta coloro che lo praticano a mettere in grado chiunque di rivelare la propria Buddità intrinseca. In senso più ampio insegna a vivere con un profondo rispetto per gli altri.

MORINAKA: Invece gli insegnamenti provvisori precedenti al Sutra del Loto, non spiegano fino in fondo l’importanza del rispetto per gli altri. Mantengono ancora alcune discriminazioni affermando che le persone dei due veicoli (cioè gli ascoltatori della voce e i pratyekabuddha), le persone malvagie e le donne non possono ottenere la Buddità.

IKEDA: Nella frase successiva, Nichiren spiegò quale fosse la sostanza della pratica del Sutra del Loto. Egli scrive: «Il cuore della pratica del Sutra del Loto è il capitolo Fukyo (Mai Sprezzante)». Senz’altro l’essenza dottrinale del sutra si trova nel capitolo Espedienti e nel capitolo Durata della vita del Tathagata, ma il Daishonin afferma che il cuore della pratica dei ventotto capitoli è il capitolo Fukyo. Ritengo che ciò abbia un profondo significato.

MORINAKA: In tutto il Sutra del Loto, viene sottolineata l’importanza di «abbracciare il sutra» e vengono esposti vari metodi per praticarlo, come le cinque pratiche e le quattro pratiche pacifiche[ref]Cinque pratiche: sono descritte nel capitolo Il maestro della Legge: abbracciare, leggere, recitare, diffondere e copiare il Sutra del Loto (SDL, 10, 208). Quattro pratiche pacifiche: descritte nel capitolo Pratiche pacifiche. T’ien-t’ai le riassume così: 1) la pratica pacifica del corpo, che significa evitare le tentazioni e meditare in un posto tranquillo e appartato; 2) la pratica pacifica della bocca, o insegnare il Sutra del Loto senza disprezzare o dichiarare gli errori di altre persone o scritture; 3) la pratica pacifica della mente, o abbandonare qualsiasi atteggiamento di gelosia o di polemica verso gli altri sutra o verso coloro che li abbracciano; 4) la pratica pacifica del voto, ossia far voto di salvare tutte le persone con grande compassione.[/ref].

IKEDA: Ma, fra tutte queste, il Daishonin afferma chiaramente che l’essenza della pratica del Sutra del Loto vive nelle azioni del bodhisattva Mai Sprezzante.

SAITO: Abbiamo già trattato in precedenza la relazione che sussiste tra la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante e quella di Nichiren Daishonin. Avevamo osservato che dopo il capitolo Durata della vita, in cui Shakyamuni rivela di aver ottenuto l’Illuminazione nel remoto passato, non vi sono accenni alle pratiche che egli svolse nelle esistenze precedenti, se non nel capitolo Il bodhisattva Mai Sprezzante. Ciò significa che la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante fu la causa originale, posta nel remoto passato, che permise a Shakyamuni di ottenere l’Illuminazione.

IKEDA: Nel brano citato, indirizzato a Shijo Kingo, il Daishonin identifica nella pratica del bodhisattva Mai Sprezzante il metodo per praticare nell’Ultimo giorno della Legge. Come in Lettera da Sado, il Daishonin spiega ai discepoli che portare fino in fondo la pratica del bodhisattva Mai Sprezzante non è mai facile in quanto è inevitabile incontrare persecuzioni. Su questa base, egli addita le azioni del bodhisattva Mai Sprezzante, che venerava tutte le persone recitando il Sutra del Loto di ventiquattro caratteri, come il modello della pratica buddista nell’Ultimo giorno e chiarisce che le sue azioni consistevano nella pratica di rispettare gli altri.

MORINAKA: Il Sutra del Loto di ventiquattro caratteri recita: «Nutro per voi un profondo rispetto; non oserei mai trattarvi con disprezzo o arroganza. Perché? Perché voi tutti state praticando la via del bodhisattva e conseguirete certamente la Buddità» (SDL, 20, 355).

IKEDA: Rispettare le persone è il pensiero centrale del Sutra del Loto e dev’essere l’asse principale della pratica buddista. Le parole del bodhisattva Mai Sprezzante sono in un certo senso la base documentaria dei nostri sforzi di praticare shakubuku e condividere la Legge mistica con gli altri.
Il rispetto assoluto di Mai Sprezzante per gli altri significa che non esiste una persona che non possa ottenere la Buddità e l’ignoranza opera per impedirci di comprenderlo. Quando si è preda di questa illusione, anche se ci viene detto che ogni persona possiede la natura di Budda, cioè il potenziale per ottenere la Buddità, noi non riusciamo a crederlo.

MORINAKA: Spesso, pur professando un generico rispetto per gli altri, si tende a sottovalutare o a disprezzare inconsciamente qualcuno.

IKEDA: È questa la natura temibile dell’ignoranza o illusione che alberga nelle profondità della vita umana. Perciò occorrono una profonda convinzione e un grande coraggio. Il coraggio è vitale nella battaglia per liberare un prezioso individuo dopo l’altro dal male e guidarlo verso il bene. I membri della Soka Gakkai si appellano ogni giorno a questo coraggio in tutte le situazioni, compresa l’attività di shakubuku. Per questo sono forti.
Come avevo accennato precedentemente, sia la supplica del Re Brahma[ref]Supplica del re Brahma: quando Shakyamuni ottenne l’illuminazione dapprima pensò che fosse inutile insegnare agli altri la verità alla quale si era risvegliato perché, non comprendendola, avrebbero reagito negativamente. Considerò la possibilità di rimanersene nel mondo dorato dell’illuminazione che aveva raggiunto. Ma esortato dal re Brahma decise di esporre la Legge per condurre le persone all’illuminazione.[/ref], quando Shakyamuni ottenne l’Illuminazione, sia il voto di Nichiren Daishonin[ref]«Se rimango in silenzio, posso evitare problemi in questa vita, ma nella prossima cadrò sicuramente nell’inferno della sofferenza incessante.Se parlo, sono pienamente consapevole che dovrò lottare contro i tre ostacoli e i quattro demoni.Ma di queste due strade, quella da scegliere è sicuramente la seconda. […] Tuttavia, io feci il voto di risvegliare in me un potente desiderio dell’Illuminazione e di non distogliermi mai dalla meta» (SND, 1, 108-109).[/ref] quando proclamò il proprio insegnamento sono basati sulla decisione di non retrocedere mai davanti a qualunque ostacolo o forza negativa. Possiamo dedurne che l’Illuminazione consiste essenzialmente proprio in questa decisione di non retrocedere mai nella fede.
Guidare le persone in un mondo avvolto dall’oscurità dell’ignoranza, affrontando e confutando attivamente il male senza esserne contaminati è un’enorme sfida. È come camminare su un sentiero pericoloso su un alto crinale, lottando per vincere le varie tentazioni e distrazioni mondane che ci farebbero precipitare nella valle dell’indifferenza e del disprezzo per gli altri esseri umani. È indispensabile avere la ferma convinzione di essere come un fiore di loto nell’acqua che fiorisce sereno senza farsi macchiare dal fango in cui cresce[ref]Quest’espressione del capitolo Emergere dalla terra spiega che i Bodhisattva della terra non vengono contaminati dai tre sentieri malvagi dei desideri terreni, karma e sofferenza (SDL, 15, 292).[/ref].
La ferma convinzione di eliminare ogni tentazione o distrazione che possa indurre a mancare di rispetto agli altri è il tratto distintivo dell’Illuminazione universale del Sutra del Loto.
Vorrei ribadire che niente è più profondamente radicato di questa insidiosa ignoranza. Per citare un esempio tratto dal Sutra del Loto, anche Shariputra, il discepolo più brillante per intelligenza, non ne fu immune[ref]«A quel tempo Shariputra disse alla fanciulla drago: “Tu presumi di aver raggiunto la via suprema in così breve tempo. Ma questo è davvero difficile da credere. Per quale motivo? Perché il corpo di una donna, impuro e corrotto, non può essere una vaso della Legge. Come hai potuto conseguire la suprema bodhi?» (SDL, 12, 244).[/ref]. Negli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto, Shariputra, che era una persona dei due veicoli, veniva considerato incapace di ottenere la Buddità [così come le donne e le persone malvagie]. Eppure anche dopo che nel Sutra del Loto gli viene predetto che nel futuro avrebbe ottenuto la Buddità, non riesce facilmente ad accettare che la figlia del Re Drago avesse ottenuto la Buddità nella sua presente forma, perché era una donna.

MORINAKA: Quest’esempio ci fa capire quanto sia difficile rispettare davvero le persone.

IKEDA: Voglio portare l’esempio di Kant, il filosofo che sin dalla gioventù fu un brillante ricercatore e che ogni volta che acquisiva una nuova conoscenza provava una grande soddisfazione. Ma dentro di sé tendeva a disprezzare la gente comune priva di conoscenze. Lo confessò egli stesso[ref]Immanuel Kant, Sammtliche Werke (Opere complete), Leopold Voss, Leipzig, 1868, pag. 624.[/ref]. Fu un libro del filosofo francese Jean-Jacques Rousseau in cui si trattava del rispetto degli altri che gli fece capire il suo errore. Vergognandosi del proprio comportamento Kant decise: «Ho imparato a rispettare gli uomini e mi considererei più inutile di un comune operaio se non credessi che tale considerazione possa conferire valore a tutte le altre persone e a stabilire i diritti dell’umanità». Comprese che se non si rispettano gli altri esseri umani, tutta la saggezza del mondo risulta inutile e in virtù di questo cambiamento interiore egli si trasformò da semplice studioso della conoscenza in autentico filosofo.
Negli esseri umani esiste sia l’ignoranza in grado di distruggere la loro vita sia la natura del Dharma che può rendere la loro esistenza meravigliosa. Essi possiedono sia il cuore debole che viene sviato dall’ignoranza sia il cuore forte e limpido capace di vivere vigorosamente seguendo la natura del Dharma. La capacità interiore di manifestare la natura del Dharma è la natura di Budda.
Nichiren Daishonin iscrisse il Gohonzon per far sì che noi, che viviamo nell’epoca malvagia dell’Ultimo Giorno, possiamo attivare la natura di Budda e far fiorire la nostra umanità, la nostra natura intrinsecamente illuminata. Egli ci ha lasciato il Gohonzon e ci ha insegnato che tutte le persone sono egualmente degne del massimo rispetto. Noi della SGI abbiamo messo in pratica questo insegnamento nella vita quotidiana, condividendo con il mondo questo atteggiamento di profondo rispetto per la vita di tutti gli esseri umani. Non dobbiamo mai dimenticare quanto sia prezioso l’immenso potere benefico del Gohonzon e quanto sia grande l’opera della Soka Gakkai!
Quando percorriamo la via del rispetto di tutte le persone, la nostra vita acquista un grande significato. Coltivare il rispetto per gli altri è lo scopo della nostra pratica buddista. Perseverando in quest’azione, come il bodhisattva Mai Sprezzante, possiamo apprezzare davvero il significato della vita e della felicità.

SAITO: La nostra pratica di shakubuku, le varie attività della SGI e tutti gli sforzi che compiamo per costruire legami d’amicizia nella società sono espressioni del nostro rispetto per gli altri.

IKEDA: Esatto, questa è la pratica buddista fondamentale. Dal punto di vista delle tre vie di fede, pratica e studio, credere fino in fondo nella natura di Budda di tutte le persone significa «fede» nel Sutra del Loto e nel Gohonzon. Lo stesso vale per la «pratica». Recitiamo Gongyo e Daimoku per manifestare la nostra natura di Budda e, cosa della massima importanza, propaghiamo la dottrina in modo che anche gli altri possano manifestare la propria.
E infine lo «studio» consiste nello studiare la filosofia del sincero rispetto per la vita di tutti gli esseri umani.

MORINAKA: Da ciò si comprende come il comportamento della setta Nikken contrasti totalmente con gli insegnamenti del Buddismo di Nichiren. La setta Nikken mantiene al suo interno un atteggiamento di totale discriminazione. Addirittura la data in cui una persona entra a far parte del clero determina per sempre la sua posizione all’interno della gerarchia; sussiste inoltre una tendenza generalizzata a considerare inferiori i credenti laici. Nikken non ha idea di cosa significhi «rispettare gli altri».

SAITO: Proprio perché nella Soka Gakkai coincidono «l’insegnamento» e «la pratica» di rispettare gli altri, abbiamo potuto dare una grande prova concreta di come le persone possano veramente raggiungere la Buddità in questa vita e di come si realizzi kosen-rufu.

IKEDA: Il Daishonin scrive: «Cosa significa il profondo rispetto del bodhisattva Fukyo (Mai Sprezzante) per la gente? Il vero significato dell’apparizione del Budda Shakyamuni in questo mondo sta nel suo comportamento da essere umano» (SND, 4, 179).
Perché il bodhisattva Fukyo (Mai Sprezzante) perseverò nella pratica del rispetto per tutte le persone? Secondo Nichiren Daishonin la risposta è legata al vero significato dell’apparizione del Budda Shakyamuni in questo mondo, ovvero al suo «comportamento da essere umano». In altre parole, il Buddismo esiste solo nel nostro comportamento come esseri umani. Questo è il significato della frase: «La vera entità è invariabilmente rivelata […] nei dieci mondi e i dieci mondi racchiudono invariabilmente “corpo e terra”» (SND, 4, 229). La Legge mistica rimarrebbe una mera teoria priva di valore se non si manifestasse concretamente tra gli esseri viventi e nella loro terra. Lo scopo fondamentale del Buddismo sta nell’attivare il mondo di Buddità nel comportamento, nelle relazioni e in ogni azione concreta degli esseri viventi.

SAITO: Il «comportamento da essere umano» consiste nel manifestare la nostra Buddità e nell’adoperarsi per coltivare la Buddità di tutte le persone.

IKEDA: Esatto. Il comportamento di un buddista è caratterizzato dalla fede nella propria e altrui natura di Budda e dagli sforzi per farla emergere. Questo è anche il fondamento dell’umanesimo che promuoviamo.

MORINAKA: Per noi membri il vero «comportamento da essere umano» consiste nel condividere la grandezza del Buddismo del Daishonin con gli altri, nello sviluppare legami di amicizia, nel partecipare alle varie attività della SGI, nel dedicarsi instancabilmente alla felicità di ogni singola persona, senza risparmiare gli sforzi per aiutare ognuno a rivelare la propria Buddità innata.

IKEDA: Le azioni per sviluppare la nostra natura di Budda e stimolare la bontà intrinseca nella vita degli altri equivalgono al «comportamento da essere umano» che insegna il Daishonin. Per i buddisti agire così è «il vero significato dell’apparizione del Budda Shakyamuni in questo mondo». Il nostro comportamento come esseri umani è lo scopo e il fine ultimo del Buddismo. Nichiren Daishonin, per spiegare questo concetto in un modo comprensibile a Shijo Kingo, dice alla fine del brano: «Il saggio si può definire umano, ma gli sconsiderati non sono nient’altro che animali» (SND, 4, 179).

(continua)

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