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Concessione del mandala della legge mistica - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:32

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Concessione del mandala della legge mistica

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Myoho Mandara Kuyo no Koto
Gosho Zenshu pag. 1305
Gli scritti di Nichiren Daishonin vol. 5 pag. 165

Ti ho concesso il gran mandala di Myoho-renge-kyo. Benché vi siano solo cinque o sette ideogrammi[ref]Spesso il Daishonin usa Myoho-renge-kyo come sinonimo di Nam-myoho-renge-kyo.[/ref], questo mandala è il maestro di tutti i Budda delle tre esistenze, è il sigillo che garantisce l’Illuminazione a tutte le donne. Sarà la lanterna per la strada dell’aldilà e il buon cavallo per superare la montagna della morte. È come il sole e la luna nel cielo, come il monte Sumeru sulla terra. È la barca per attraversare il mare delle sofferenze di nascita e morte, è il maestro che guida all’Illuminazione.
Questo gran mandala non è mai stato propagato nel mondo durante i più di 2200 anni dalla morte del Budda. La medicina varia secondo la malattia; una medicina ordinaria allevia i malanni lievi, ma per le malattie gravi occorre un elisir. Nel corso dei 2200 anni e più dalla morte del Budda a oggi, poiché le malattie degli uomini, cioè i bonno e i peccati, non erano gravi, apparvero uno dopo l’altro degli uomini saggi che, come dei medici, dispensarono le medicine adeguate alle malattie. Ciascuna delle loro sette, Kusha, Jojitsu, Ritsu, Hosso, Sanron, Shingon, Kegon, Tendai, Jodo e Zen, aveva la propria medicina: la setta Kegon le sei forme e i dieci misteri; la setta Sanron le otto negazioni della Via di mezzo; la setta Hosso la dottrina della coscienza; la setta Ritsu i duecentocinquanta precetti; la setta Jodo il nome di Amida; la setta Zen l’Illuminazione attraverso la percezione della propria natura; la setta Shingon la contemplazione dei cinque elementi e la setta Tendai ichinen sanzen.
Ora però siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge e le varie sette non sono più valide; per di più tutti i giapponesi sono diventati degli icchantika che commettono gravi offese alla Legge. La loro colpa è ancora più grave del delitto di uccidere il padre e la madre, di fomentare una rivolta o di far sanguinare un Budda. Il Giappone è pieno di individui le cui colpe superano persino quella di chi, da solo, cavasse gli occhi a tutti gli esseri umani di un’intera galassia o desse fuoco a tutti i templi e gli stupa dei mondi delle dieci direzioni. Pertanto il cielo guarda con risentimento il Giappone, giorno dopo giorno, e le divinità della terra fremono continuamente di rabbia. Non di meno tutte le persone della nostra epoca pensano di non avere alcuna colpa e credono che rinasceranno sicuramente nella Pura Terra e raggiungeranno la Buddità.
Il cieco non vede nemmeno lo splendente disco del sole e chi dorme profondamente non si accorge nemmeno di un terremoto che rintrona come un grande tamburo. Lo stesso accade a tutta la gente del Giappone. Le colpe degli uomini sono più gravi di quelle delle donne; le colpe delle monache sono più gravi di quelle degli uomini; le colpe dei preti sono più gravi di quelle delle monache; le colpe dei preti che osservano i precetti sono più gravi di quelle dei preti che violano i precetti e le colpe dei preti colti sono più gravi di quelle dei preti che violano i precetti. Costoro sono come persone affette da lebbra bianca in mezzo ai lebbrosi o affette da lebbra bianca maligna fra i malati di lebbra bianca.
Considerando quale grande medico, quale efficace medicina può curare tutta la gente dell’epoca di Mappo, né i mudra o i mantra[ref]Elementi rituali della setta Shingon. Mudra sono gesti delle mani e delle dita simboleggianti l’Illuminazione e i voti dei Budda e dei bodhisattva. Mantra sono parole o sillabe segrete aventi mistici poteri.[/ref] del Budda Dainichi, né i quarantotto voti del Budda Amida, né i dodici grandi voti del Budda Yakushi o il suo giuramento di “curare tutte malattie”, sono medicine efficaci. Non solo la malattia non scompare, ma si aggrava ancora di più.
Il Signore Shakyamuni convocò il Budda Taho e i Budda del corpo frazionato nelle dieci direzioni, e lasciò un elisir per questa epoca di Mappo: i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Non affidò tale frase a Hoe, a Kudokurin[ref]Hoe e Kudokurin: bodhisattva menzionati nel Sutra Kegon, che praticarono sotto il Budda Vairochana. Hoe predicava la dottrina dei dieci stadi di sicurezza, Kudokurin la dottrina dei dieci stadi della pratica.[/ref], a Kongosatta[ref]Kongosatta (sanscrito Vajrasattva): secondo dei primi otto patriarchi della setta Shingon. Si dice che avesse ricevuto l’insegnamento esoterico direttamente dal Budda Dainichi.[/ref], a Monju, a Yakuo o a Kannon, tantomeno a Mahakashyapa o a Shariputra o ad altri [discepoli dei due veicoli], ma agli altri quattro grandi bodhisattva, fra cui Jogyo, che erano discepoli del Budda Shakyamuni sin da gohyaku-jintengo e neanche per un momento avevano dimenticato il Budda. Convocò questi grandi bodhisattva e affidò loro [Myoho-renge-kyo].
Pertanto, le donne che prendono questa efficace medicina sono circondate da questi quattro bodhisattva: se la donna si alza in piedi, anche questi grandi bodhisattva si alzano; quando cammina lungo una strada, anche questi grandi bodhisattva camminano: sono come il corpo e l’ombra, come l’acqua e i pesci, come la voce e l’eco, come la luna e la luce. Se questi quattro grandi bodhisattva abbandonassero la donna che recita Nam-myoho-renge-kyo, incorrerebbero nell’ira di Shakyamuni, di Taho e di tutti Budda del corpo frazionato nelle dieci direzioni. Sappi che la loro colpa sarebbe più grave di quella di Devadatta, la loro falsità più grande di quella di Kokalika[ref]Kokalika: membro della tribù degli Shakya e nemico di Shakyamuni. Influenzato da Devadatta, offese Shariputra e Maudgalyayana. Si racconta che sia caduto vivo nell’inferno.[/ref]. Come è rassicurante!
Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
Nichiren

Cenni storici

Non si sa con certezza quando questo Gosho sia stato scritto e l’identità precisa della destinataria, sicuramente una donna, probabilmente Sennichi-ama, moglie di Abutsu-bo. La probabile data di stesura è il 1273. Abutsu-bo era un anziano e influente esponente Nembutsu sull’isola di Sado dove il Daishonin era stato esiliato dopo la persecuzione di Tatsunokuchi. Dopo aver conosciuto personalmente il Daishonin, Abu­tsu-bo e la moglie si erano convertiti e l’avevano protetto e sostenuto durante la sua difficile permanenza sull’isola, in condizioni ambientali proibitive e continuamente sotto la minaccia degli attacchi da parte dei seguaci Nembutsu che avevano mobilitato l’intera popolazione locale contro di lui. In seguito Abutsu-bo e Sennichi-ama mantennero una forte fede e divennero il punto di riferimento dei credenti della zona. La Legge mistica nel titolo indica i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo o i sette caratteri di Nam-myoho-renge-kyo. Il mandala della Legge mistica è il Gohonzon, l’oggetto di culto iscritto da Nichiren Dashonin che reca al centro Nam-myoho-renge-kyo. Il titolo del Gosho si riferisce all’ipotesi probabile che questa lettera fosse stata scritta in occasione del conferimento di un Gohonzon iscritto appositamente da Nichiren Daishonin per Abutsu-bo e la moglie. Ma poiché tale ipotesi non è verificata con certezza dagli studi più recenti, il titolo dell’ultima versione che compare in The Writings of Nichiren Daishonin è Offrire preghiere al mandala della Legge mistica (vedi WND, 414) e la frase iniziale diventa: «Ho offerto preghiere al Gohonzon di Myoho-renge-kyo…». Indipendentemente dalle circostanze specifiche della sua stesura, questa lettera costituisce una spiegazione del significato del Gohonzon di cui, dal 1271 il Daishonin aveva cominciato a iscrivere alcuni esemplari per i discepoli di forte fede.

Spiegazione

Questo gran mandala non è mai stato propagato nel mondo … e raggiungeranno la Buddità.

Ci sono varie criteri di datazione possibili riguardo alla morte del Budda. Qui il Daishonin, basandosi sulle fonti tradizionali cinesi, assume il 949 a.C. Poiché si suppone che questo Gosho sia stato scritto nel 1273, sono trascorsi 2222 anni dalla morte di Shakyamuni. Come lo stesso Daishonin afferma, quando scrisse questa lettera si era ormai entrati nell’Ultimo giorno della Legge. Il periodo di tempo successivo alla morte del Budda viene suddiviso in varie maniere, il Daishonin utilizza la datazione che compare nel Sutra Daijuku o Sutra della Grande Raccolta e cioè shoho, zoho e mappo, vale a dire il Primo e il Medio giorno della Legge, entrambi di mille anni suddivisi in due periodi di cinquecento anni, e l’Ultimo giorno della Legge che durerà «per diecimila anni e più, per tutta l’eternità» (SND, 2, 216).
Il nome del Primo giorno della Legge, shoho, significa Legge corretta, mentre zoho significa Legge simile (alla Legge corretta) e infine mappo significa ultimo.
Nel Primo e nel Medio giorno della Legge la vita e la mente delle persone non erano così profondamente inquinate e le loro colpe erano ancora leggere. Il Gosho afferma che «le malattie degli uomini, cioè i bonno o i peccati non erano gravi», dove i bonno sono i cosiddetti desideri terreni, cioè il complesso dei desideri e dei sentimenti illusori delle persone e i “peccati” rappresentano l’accumulo di cause negative. Quindi gli esseri umani potevano essere guidati dagli insegnamenti hinayana o mahayana provvisori o dall’insegnamento teorico del Sutra del Loto – costituito dai primi quattordici capitoli che si limitano «a spiegare letteralmente l’idea dell’Illuminazione in una vita futura» (MDG, 1, 4) – perché non nutrivano ancora un dubbio radicale sul potere salvifico della religione e, semplicemente osservando una serie di precetti, come per esempio leggere il sutra, copiarlo o lodare la grandezza del Budda, potevano conseguire la Buddità.
Nichiren Daishonin spiega in vari Gosho – per esempio L’insegnamento, la pratica e la prova (SND, 6, 201) e I quattro bodhisattva nell’oggetto di culto (SND, 5, 57) – la relazione che sussiste fra il Buddismo e la vita delle persone in queste tre epoche successive alla morte di Shakyamuni.
In sintesi, ne L’insegnamento, la pratica e la prova, Nichiren spiega che nel Primo e nel Medio giorno della Legge le persone potevano ancora ottenere l’Illuminazione con i sutra provvisori perchè «avevano già stabilito un legame con il Sutra del Loto durante la vita del Budda» mentre «Adesso, nell’Ultimo giorno della Legge […] non c’è più una singola persona che abbia formato una relazione con il Budda Shakyamuni e che abbia la capacità di raggiungere l’Illuminazione con i sutra mahayana provvisori […] In quest’epoca impura e corrotta, il seme della Buddità, Nam-myoho-renge-kyo del capitolo Juryo, l’essenza di Honmon [cioè l’insegnamento essenziale, seconda metà del Sutra del Loto, n.d.r.] deve essere piantato per la prima volta nel cuore delle persone che commettono i cinque peccati cardinali e offendono la Legge» (SND, 6, 201-202).
Ne I quattro bodhisattva nell’oggetto di culto si spiega perché il Gohonzon può essere rivelato soltanto nell’Ultimo giorno della Legge, nel quale gli altri insegnamenti buddisti hanno perso la loro efficacia: «Ora che siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge, bisogna venerare l’immagine del Budda originale insieme ai suoi aiutanti originali [cioè il Gohonzon in cui sono raffigurati i quattro Bodhisattva della terra, n.d.r.] poiché secondo le auree parole del Budda, questo è il tempo appropriato» (SND, 5, 60).
L’Ultimo giorno della Legge è «l’epoca di dispute e conflitti in cui la pura Legge è oscurata e perduta» (SND, 8, 14-15). Questo non significa che l’insegnamento sia sparito ma che è rimasto solo come scheletro formale in cui le persone ormai non hanno più fede autentica, intesa come una fede che permette di trasformare le loro sofferenze e di conseguenza migliorare concretamente la propria esistenza. Perciò, rispetto a questo tipo di persone, prima di tutto occorre spezzare il guscio del dubbio, un dubbio che sostanzialmente riguarda l’esistenza in loro della natura di Budda, della capacità di trasformare il loro destino ed essere felici, e per far questo è necessario indicare il modo radicale per poter risolvere in maniera concreta le sofferenze di nascita e morte. Nel 1253, Nichiren Daishonin proclamò Nam-myoho-renge-kyo come essenza del Sutra del Loto; poi, circa dal 1271, cominciò a iscrivere un mandala che chiunque potesse usare come oggetto di culto e, recitando Nam-myoho-renge-kyo di fronte a esso, giungere a fondersi con la propria natura di Budda. Poi dimostrò concretamente tutto questo con la propria vita. Per questo il Buddismo del Daishonin è un elisir, la suprema medicina per poter salvare tutte le persone dell’epoca di mappo.
«L’Ultimo giorno della Legge è un’epoca di conflitto. Come mossi da una forza inarrestabile, intere nazioni e singoli individui sono sospinti da un conflitto all’altro. La forza di rimanere saldi in mezzo a questa furiosa corrente dei tempi risiede in una fede incrollabile nella natura di Budda, nostra e degli altri, unita ad azioni per mettere concretamente in pratica questa convinzione e dimostrare rispetto per la vita di tutte le persone. […]
«Proprio per questo la filosofia e la pratica del Buddismo del Daishonin, che identifica la natura di Budda come nucleo essenziale della nostra umanità, è così importante. Solo il Buddismo del Daishonin può curare la profonda malattia dell’epoca attuale causata da un’assenza di umanità, dalla mancanza dell’impegno di porre al primo posto il benessere e la dignità delle persone» (MDG, 2, 106).
Quindi, il Daishonin descrive in tono severo la grave offesa che sta commettendo il popolo giapponese nell’Ultimo giorno della Legge, non rendendosi conto che la loro religione si è ridotta a mera formalità e credendo invece di praticare una fede autentica. L’aspetto più inquietante di questa pratica formale consiste nell’illusione delle persone di praticare una vera fede che li condurrà alla salvezza, «a rinascere nella Pura Terra e ottenere la Buddità».

Le colpe degli uomini sono più gravi di quelle delle donne … fra i malati di lebbra bianca.

All’epoca di Nichiren, in generale, gli uomini avevano, rispetto alle donne, una maggiore importanza e influenza sociale e i monaci avevano una influenza e un potere ancor maggiori perché, in quanto membri della classe “colta”, erano considerati coloro che avevano il compito di guidare le persone sul sentiero corretto; per questo godevano di una posizione sociale elevata e del rispetto generale. Nichiren li ammonisce severamente perché proprio in virtù del loro maggior potere e influenza la loro offesa è più grave perché conducono anche le altre persone verso gli insegnamenti errati e di conseguenza verso l’infelicità.
Anche oggi questo è parzialmente vero, ma qualche cambiamento c’è stato: le donne hanno acquisito un maggiore peso sociale e ricoprono molte più posizioni chiave nella società di quanto accadeva un tempo. Anche Ikeda incoraggia le donne a far sì che il ventunesimo secolo diventi il secolo delle donne. Ciò non accadrà automaticamente, ma solo se ogni donna che pratica nella SGI deciderà di rafforzare dentro di sé questa consapevolezza dell’importanza del suo ruolo e delle sue qualità specifiche e questo senso di responsabilità nei confronti del futuro dell’umanità. Per questo è importante comprendere a fondo il significato del brano successivo.

Pertanto, una donna che prende questa efficace medicina … Com’è rassicurante, com’è incoraggiante!

In questo brano il Daishonin spiega quanto sia grande il potere del Gohonzon come medicina suprema per l’Ultimo giorno della Legge attraverso l’esempio della protezione da parte delle quattro guide dei Bodhisattva della Terra. Cosa significa in realtà questa protezione? La persona che possiede la medicina suprema, cioè che ha abbracciato il Sutra del Loto, è un Bodhisattva della Terra. Ciò significa che questa donna, nel caso specifico, si è risvegliata a questa specifica missione. Il significato di protezione del Buddismo non significa che gli shoten zenjin (divinità buddiste) o i vari Budda e bodhisattva che rappresentano le funzioni protettrici dell’universo proteggono o sostengono le persone più deboli nella fede o particolarmente bisognose perché non hanno abbastanza forza vitale. La protezione degli shoten zenjin non è un atto di carità: essi, al contrario, proteggono le persone che decidono di svolgere con decisione e forza la loro missione di Bodhisattva della Terra con lo stesso cuore di Nichiren Daishonin. Spesso nell’opinione comune superficiale si pensa alla religione come a un sostegno per i deboli, a un rifugio per la fragilità umana, ma in questo caso non è affatto così. Gli shoten zenjin non sono entità caritatevoli che proteggono i bisognosi; è colui che mantiene una salda fede nella Legge mistica che riesce ad attivare il potere degli shoten zenjin e a farlo funzionare nella propria vita. Per ottenere la protezione delle divinità buddiste non bisogna “implorarla” nella prima preghiera di Gongyo, ma piuttosto offrire la propria forte decisione di abbracciare e diffondere la Legge mistica: allora questa protezione sarà naturalmente assicurata.
Nichiren Daishonin ha spiegato che i quattro bodhisattva, Jogyo, Muhengyo, Anryugyo e Jyogyo rappresentano le quattro virtù di vero io, eternità, felicità e purezza che esistono nella vita del Budda: la protezione dei quattro bodhisattva in realtà consiste nella manifestazione nella nostra vita delle quattro virtù.
Negli Insegnamenti orali il Daishonin afferma: «Quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo attraverso nascita, vecchiaia, malattia e morte, la fragranza delle quattro virtù sgorga [dalla nostra vita]. Nam rappresenta la paramita della felicità, myoho la paramita del vero io, renge la paramita della purezza, e kyo la paramita dell’eternità» (GZ, 740).
Quando una persona mantiene una forte fede nella Legge mistica senza farsi influenzare o sviare dall’impermanenza della vita, prova la gioia suprema di poter vivere con la consapevolezza dell’eternità della vita.
Questo è un grande incoraggiamento per le donne che si sforzano costantemente ogni giorno nelle loro incombenze quotidiane, magari pensando che kosen-rufu sia costituito da chissà quali grandi azioni, diverse dalla routine di tutti i giorni. Invece kosen-rufu vive e si realizza in ogni piccola comune azione quotidiana, quando questa è basata sulla Legge mistica, sulla consapevolezza dell’eternità della vita e sullo stesso desiderio di Nichiren Daishonin della felicità di ogni persona.
Nel suo discorso del 22 agosto ai rappresentanti delle quattro divisioni, Ikeda dice: «Nella Soka Gakkai ci sono numerose persone sconosciute ai più, che hanno lottato per il movimento di kosen-rufu. Io non dimenticherò mai ognuno di loro. Specialmente le lotte portate avanti dalla Divisione donne e giovani donne.
«Nichiren Daishonin afferma: “…pertanto, una donna che prende questa efficace medicina sarà circondata e protetta in ogni momento da questi quattro grandi bodhisattva. Se la donna si alza in piedi, anche questi grandi bodhisattva si alzano; quando cammina lungo la strada anche i grandi bodhisattva cammineranno insieme a lei”.
«Il Budda promette di proteggere fino alla fine le donne che hanno abbracciato la Legge mistica senza mai abbandonarla. Alla luce degli insegnamenti del Daishonin, non esiste essere umano degno di rispetto più dei membri della Soka Gakkai che lottano per la legge e per le persone. Dovremmo rispettarli come Budda, lodarli e incoraggiarli.
«L’epoca sta cambiando. Siamo entrati nell’epoca della gente comune, nell’epoca delle donne. Il protagonista non è chi detiene il potere: il sovrano è la gente e le protagoniste sono le donne».

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