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Donne senza pari - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:08

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Donne senza pari

Un’appassionata espressione di lode e di affetto per gli sforzi tenaci e invisibili delle donne della SGI e di tutte le anonime donne e madri del mondo nella cui dedizione Daisaku Ikeda confida per la realizzazione di un mondo più umano

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Un’appassionata espressione di lode e di affetto per gli sforzi tenaci e invisibili delle donne della SGI e di tutte le anonime donne e madri del mondo nella cui dedizione Daisaku Ikeda confida per la realizzazione di un mondo più umano

«Nella vita, perfezionare se stessi è più importante di ogni altro scopo». Amo molto queste parole dello scrittore russo Lev Tolstoj. Le donne della SGI sono fulgidi esempi di questo sviluppo personale; conducono esistenze ricche di significato e sono l’esempio concreto di come si possa manifestare il Buddismo nella vita di tutti i giorni.
Alcuni giorni fa una splendida luna piena adornava il cielo, mentre calava solenne il manto della notte. La luce viva della luna mi ha ricordato i visi sorridenti dei membri della Divisione donne, le madri di Soka. È stato un attimo di bellezza inesprimibile.
Kosen-rufu è un viaggio epico per realizzare la pace nel mondo. Ci sono persone ignoranti che ci criticano, inconsapevoli dei nostri nobili sforzi, mentre chi è consumato dal risentimento, dall’astio e dalla gelosia, schernisce le lotte in cui ci sfidiamo per amore della Legge e che determineranno il futuro dell’umanità. Però questa gente non muove un dito per il bene degli altri, non costruisce un mondo migliore e proprio per questo non rischia mai di incorrere nell’inevitabile critica o nello scherno che insegue chi sostiene il bene.
La vera immagine di kosen-rufu è quella di un grande movimento intento a costruire un’epoca in cui tutta la gente vince, dove tutte le persone, dalla prima all’ultima, possono godere appieno di pace e felicità. Questo è il significato di kosen-rufu.

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Nobili madri di kosen-rufu, d’inverno percorrete le strade al freddo per incoraggiare gli amici e per diffondere gli insegnamenti del Buddismo. Formidabili madri di kosen-rufu, d’estate vi avviate sotto il sole cocente che prosciuga le energie, preoccupate solo della felicità e del benessere degli altri. Voi siete la quintessenza dell’umanità, voi che vi dedicate ad aiutare la gente a conseguire una felicità più vera e stabile di quella che si possa trovare leggendo un’infinità di libri sull’argomento. Le quiete emissarie del Budda che, esauste, alla fine della giornata tornano a casa in silenzio e senza dar nell’occhio, hanno diritto a riconoscimenti e ammirazione ben superiori a quelli di famosi uomini politici o di altre celebrità.

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Com’è bello vedere una mamma che cammina con la sua bambina per mano, mentre procede serena sul sentiero che ha scelto; oppure vedere una madre che, madida di sudore, continua ad andare avanti, portandosi sulle spalle il bimbo stanco che piange.
Tutti i vostri sforzi sono per la felicità degli altri, per la Legge, per la pace e per la vostra vittoria. Madri di kosen-rufu, il vostro impegno nella società è ammirevole. Proprio lì dove regnano oscurità e incertezza voi riuscite a far luce con la vostra compassione.
Madri magnifiche! Il vostro cuore è d’oro. Senza cercare riconoscimenti personali, vi dedicate senza risparmiarvi, tutto il giorno e di nuovo il giorno dopo, a incoraggiare chi piange disperato, ad aiutarlo a raggiungere una condizione di felicità e a sentirsi il cuore più libero e leggero. Il vostro spirito di devozione per gli altri darà vita a meravigliosi e inequivocabili benefici che dureranno mille anni, diecimila anni e per tutta l’eternità.

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Il poeta statunitense Joaquin Miller (1837-1913) ha scritto una poesia dal titolo Maternità, da cui ho tratto questi versi che ho sempre voluto conservare: «La battaglia più coraggiosa che si sia mai combattuta! / Devo dire io, dove e quando? / Non la troverai sulle mappe del mondo; / L’hanno combattuta le madri degli uomini».
Anche se il vostro aspetto è semplice e modesto, nel cuore avete un tesoro che supera quelli del più ricco milionario, e la vostra vita irradia una luce vibrante, dorata, impossibile da esprimere. Quando c’è da parlare di Buddismo, siete pronte per ogni interlocutore, anche se si tratta di un personaggio di spicco o di un famoso uomo di cultura. Con gentile fermezza respingete le critiche superficiali offrendo in cambio argomenti convincenti. Questo è il potere del Buddismo, il potere della fede, il potere della passione che state dimostrando. Voi non siete mai sconfitte né vi fate vincere dal dileggio o da velenosi attacchi. Il non essere mai sconfitti è di per sé vincere, significa aver già vinto. Chi vive la propria vita con questa forza è un vincitore.
La saggezza e la compassione che posseggono le madri sono più profonde del semplice sapere o delle teorie. Il sapere è la pompa idraulica, mentre la saggezza è l’acqua. Allo stesso modo chi possiede saggezza ha una formidabile comprensione degli esseri umani e della vita umana. Non sono i cumuli di teoria, ma la profonda compassione, che vi rende vincitrici spirituali. I vostri occhi, volti costantemente verso l’orizzonte di kosen-rufu, brillano dell’immutata passione della gioventù. I membri della Divisione donne, le madri di kosen-rufu, considerano le loro sfide quotidiane per far progredire la nostra causa come un compito nobilissimo e bello. La compassione che è nel cuore di una madre è veramente più grande e più profonda di tutto il sapere che esiste.

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Durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, sono state le donne quelle che hanno sofferto di più e che sono state costrette alle maggiori sofferenze: i mariti morivano nelle azioni belliche e i figli venivano mandati al fronte. Ogni giorno, gli attacchi aerei sganciavano una grandine di bombe incendiarie che provocavano terribili distruzioni e orribili morti. Poi, dopo la guerra, ci fu un periodo in cui imperava la miseria e anche la fame. La guerra era finita ma si apriva una nuova aspra battaglia, la lotta della gente per sopravvivere e per vivere con dignità. Molte furono le madri che ricevettero le spoglie del marito o del figlio ucciso in guerra. La loro vita, come le loro esperienze, erano intrise di lacrime. La loro esistenza era un inferno senza fine. Il mio maestro, Josei Toda, ha dedicato la sua vita alla lotta per aprire il sentiero della sicurezza, della pienezza, della felicità per tutte le donne come loro. «Voglio liberare il mondo dalla sofferenza!», questo ardente desiderio era il nucleo centrale della filosofia del presidente Toda.

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Dovremmo forse accettare le dure prove che la vita ci para dinanzi come un ineluttabile destino? No. Il nostro obiettivo, come esseri umani, dovrebbe essere quello di trasformare il nostro destino, sradicare la miseria dalla nostra vita, fare la nostra rivoluzione umana e così poter godere di gioia duratura, di felicità e di tanta fortuna. Non è questo il motivo per cui avete volontariamente scelto di partecipare a questa lotta che, pur richiedendo un grande impegno, è fonte di un altrettanto grande entusiasmo?
La nostra vita non si limita all’esistenza attuale, è eterna attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Fintanto che ci sfidiamo a forgiare in noi stessi una condizione di totale felicità e libertà, non c’è niente di cui aver paura, qualsiasi cosa accada e ovunque si possa essere. Il filosofo del rinascimento degli Stati Uniti, Henry David Thoreau una volta ha detto: «Viviamo per poco tempo in questo mondo, però lo viviamo in accordo con le leggi della vita eterna». I membri della Divisione donne stanno vivendo proprio questo genere di vita.
«Perché io…? Perché devo avere un così brutto destino?», a volte si potrebbe esser tentati di chiedersi. Non arrendetevi mai alla lamentela. Non datevi mai per vinte. Anche se le nostre circostanze personali possono variare, la cosa essenziale è che siamo tutti esseri umani. Il Daishonin insegna: «È il cuore che è importante» [La strategia del Sutra del Loto, WND, 1000. Ne Gli scritti di Nichiren Daishonin questa frase è stata tradotta: «Solo la fede è realmente importante» (SND, 4, 194)]. Com’è vero! Dovremmo essere capaci di vincere nella vita, in qualsiasi cosa: tutto dipende dalla nostra determinazione, dalla disposizione del nostro cuore e della nostra mente. Dovremmo essere capaci di diventare felici. Questo ci insegna la storia.
Molte di voi forse soffrono perché altri vi chiamano “povere”. Ma che cosa importa se siete povere? La grande maggioranza dei mitici eroi che ci hanno lasciato imponenti realizzazioni erano poveri, tanto poveri che erano presi in giro e umiliati dagli altri. Però, hanno preso con decisione il loro posto sul palcoscenico della vita e hanno vinto.
Non diventate arrendevoli. Non rimuginate su ogni piccolo contrattempo che incontrate lungo il cammino che avete scelto. Sarebbe stupido. La vittoria e la sconfitta sono determinate da tutta la nostra vita e gli ultimi anni sono i più importanti. Chi è nato in una famiglia povera, lo dovrebbe considerare come un altissimo onore. Ha ereditato lo scettro della vittoria essenziale, come essere umano. Che cosa c’è da invidiare ai ricchi pieni di pretese? Che cosa c’è di veramente grande nelle celebrità piene di sé? Che cosa c’è da ammirare nei dirigenti politici che hanno conquistato le loro posizioni di potere trattando gli altri con disprezzo?
Scavate dove siete! Ricordate che lì troverete una copiosa sorgente. Se non potete competere per ricchezza, vincete col cuore! Se non potete competere per posizione sociale, vincete con la vostra profonda filosofia. La felicità non è determinata dalla ricchezza, dal bell’aspetto o dalla nascita. C’è un abisso che separa lo splendore esteriore dalla grandezza interiore. La corona della vittoria splende solo nel cuore fiducioso di chi ha raggiunto un profondo e incrollabile risveglio alle verità della vita.
Amiche mie! Non date retta alle calunnie dettate dalla gelosia! Vivete invece con gioia e ottimismo. Ci sono quelli che insistono a calpestare ed emarginare gli altri, pur sapendo che, con un simile comportamento, il male maggiore lo fanno a se stessi. Che follia! Le persone malvagie torneranno all’inferno dal quale sono venute e i vincitori continueranno a marciare sul sentiero dei vincitori.

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Anche oggi, le madri di kosen-rufu si sfidano con altruistica dedizione, dando il massimo anche quando sono esauste. Sono ammirevoli! Le donne della SGI si impegnano con tutto il loro cuore, pregando perché sparisca ogni traccia di infelicità e sofferenza dalla vita dei loro amici. È commovente la devozione di queste donne che avanzano intrepide sul sentiero della vita. Sfidano i peggiori temporali, sfondano strade bloccate dagli alberi caduti, dai rami e da ogni altro possibile ostacolo, un giorno dopo l’altro, un anno dopo l’altro, alacri, cantando allegre la propria canzone.

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Madri, come vi amo e come vi ammiro!
Quando i soldi sono esauriti e nuovamente a cena si mangiano gli avanzi, voi riuscite a riderci sopra, vivaci e allegre come l’indomita eroina di un’opera. Che genio siete nel far quadrare il bilancio!
Madri sincere. Madri coraggiose. Regine dotate di terrena maestà! Perfino quando muore il vostro caro marito, trattenete le lacrime e per amore dei figli, rimanete salde con la dignità di un Budda, un bodhisattva, impegnandovi al massimo e sfidando ogni ostacolo. Scacciando le lacrime di dolore, vi rimettete in piedi con ferma determinazione. Che sorriso abbagliante! Siete il ritratto della vera vittoria umana.
Madri forti. Madri buone. Madri bellissime. Madri adorate!
Con dignità e decisione, ricominciate a lottare per la sicurezza e il benessere della vostra famiglia e dei vostri cari. Siete le coraggiose eroine della vita.
Giorno dopo giorno, rafforzando i legami con gli amici e i compagni di fede, ripartite con consapevole entusiasmo per realizzare kosen-rufu, visitando una persona dopo l’altra. Vivete con ottimismo e gioia, lo sguardo volto verso un futuro di speranza e di trionfo. Siete veramente forti! Non conoscete il significato delle parole “sconfitta” o “arrendersi”.
Madri ordinarie, però assolutamente straordinarie! Che lavoratrici oneste e instancabili siete! Giovani mamme! Mamme anziane! Un filosofo una volta ha detto che le madri meritano i più grandi onori del cielo. E così voi, madri di kosen-rufu. Anche le care madri del nostro movimento che non ci sono più, sono tutte nel mio cuore, avvolte da un affettuoso e imperituro ricordo.

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Madri più regali dei re. Madri più nobili degli aristocratici. Madri più sagge ed esemplari di eminenti studiosi. Madri più illustri di qualsiasi eroe nazionale.
Voi non bramate fama o posizione sociale. Non è mai balenato in mente ai capi delle nazioni di onorare le anonime madri, della società. Però, per se stessi, accumulano riconoscimenti e onorificenze. Le madri sono veramente altruiste, non cercano niente per se stesse, non chiedono niente per sé.
Il vostro amore e la vostra compassione sono così grandi che al bisogno siete pronte a dare tutto, a sacrificare tutto, mentre percorrete il sentiero della vera e sincera devozione, ardendo di speranza e di gioia. Le parole di filosofi e pensatori spesso ricordano che infliggere sofferenza alle madri è l’offesa più grave, degna di bestie disumane, di mostri. Il sorriso delle madri, le loro lacrime di gioia, il loro rallegrarsi della gioia degli altri, questi sono i veri simboli della felicità, della pace, della vittoria.
Voi, le mamme comuni che nessuno ha mai celebrato, vi siete messe all’opera. Siete partite dall’umile castello di casa vostra, per immergervi coraggiosamente nel tempestoso mare della società e dare il via alla vostra risoluta battaglia. Avete cominciato ad avanzare intrepide, la vostra vita fusa con il ritmo dinamico della legge dell’universo, per la pace, per la felicità, per kosen-rufu.

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Madri! Siete il sole della vostra famiglia, anzi, il sole del mondo intero. Anche nelle peggiori situazioni, se ci siete voi si può star certi che ci sarà sempre un sorriso. Dove ci siete voi non ci sono parole violente di odio o di sofferenza. Ogni centimetro della vostra casa si trasforma in un castello caldo e vibrante di speranza e di sole. Come siete mirabilmente capaci di avvolgere qualsiasi cosa in un’atmosfera di gioia. La vostra vita è priva di discorsi ipocriti e vuoti, fatti di vanità e presunzione.
Un noto pensatore ha affermato: «Le mamme sono delle grandi guide. Sono loro, non gli uomini della famiglia, che tranquille, veloci e imparziali, riconciliano le speranze e i desideri più disparati di ciascuno». Com’è bello il sorriso di una mamma umile, comune! Nemmeno la più famosa attrice, può reggerne il confronto. Che paura fa, la collera di una madre! Nemmeno il più inflessibile pubblico ministero del mondo può tenerle testa.
Queste sono le madri di kosen-rufu, prime in tutto il mondo, che ardono di passione come acciaio temperato. Assolutamente nessuno, per quanto grande o famoso, può reggere il confronto con loro. Le mamme sono come bussole morali, che indicano sempre il vero nord. Modelli di rettitudine che disapprovano ciò che è disonesto e sbagliato.

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Madri di kosen-rufu!
Quanto siete preziose mentre studiate gli scritti immortali di Nichiren Daishonin. Quanto siete belle mentre pregate profondamente per la felicità e la pace di tutto il genere umano. Quanta maestà c’è in voi, mentre lottate per lo sviluppo di kosen-rufu e le vostre sfide brillano di sincerità e di coraggio. Quanto vi ammiro mentre date guida nella fede o fate lezione di Gosho: le vostre parole, mille volte più incoraggianti e comprensibili di quelle di qualsiasi patriarca, infondono coraggio e convinzione a tutti. Uno studioso ha affermato che il clero dovrebbe venire a imparare da voi, dal vostro esempio.

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Quando in Giappone torna il tempo delle elezioni, voi difendete la vostra partecipazione politica affermando: «Questo è un nostro diritto civile. Dobbiamo usarlo, se vogliamo cambiare la società per il meglio. Nessuno ha il diritto di criticare le nostre attività» e dimostrate un profondo senso di giustizia, mantenendo una posizione assolutamente corretta.
La vostra valutazione dei candidati è altrettanto mirata e veloce. Siete rapidissime nel capire chi è un “posa-piano”, chi un arrogante, un egocentrico, uno poco convincente o eccessivamente emotivo. «Mi piacerebbe che quel candidato lavorasse di più alla sua rivoluzione umana!». Le vostre sonore critiche risuonano giorno e notte. La vostra percezione della società e della politica è stupefacente. E le vostre idee sull’educazione, la pace, e molti altri temi importanti, sono molto più persuasive di quelle di un qualunque politico. Siete davvero delle superbe teoriche e scienziate della politica.

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Non c’è peggior lavata di testa di quella di una mamma infuriata. I suoi rimproveri passano da parte a parte tanto il cuore del marito che quello dei figli. Un giudice che emette una sentenza contro un imputato non può sperare di suscitare lo stesso rimorso e pentimento che invece suscita una madre con i suoi rimproveri compassionevoli, la sua voce carica di profonda collera, tagliente ma dolce, severa ma calda. Immagino già più di un marito che implora pietà.
Le madri sono delle esperte che posseggono una saggezza infinitamente più solida e profonda dei più capaci insegnanti.

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Ci sono persone che dopo averci deriso fino allo spasimo per la nostra fede, ora praticano felicemente il Buddismo del Daishonin. Ci sono persone che dopo averci dipinto come mascalzoni e aver parlato male di noi ad amici e vicini, adesso stanno felicemente impegnandosi nella fede al nostro fianco.
Anche tra i nostri critici più accaniti che giuravano che mai si sarebbero uniti alla Soka Gakkai, oggi ci sono quelli che rimpiangono le loro precedenti parole e che, con profondo rispetto per le madri di kosen-rufu, si stanno energicamente sfidando nella fede alla ricerca dei più alti valori della vita. Centinaia, migliaia, centinaia di migliaia, in effetti milioni di persone così sono qui oggi. Le nostre madri hanno vinto. Hanno riportato una vittoria fantastica. Il nostro movimento continuerà a svilupparsi in questo modo nel futuro, su questo non c’è dubbio.
Una madre, la madre della Rivoluzione cinese, Soong Ching-ling ha gridato: «Se il popolo si unisce, può trasformare qualsiasi cosa e muoversi nella direzione della pace».

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Ho incontrato di recente una donna e mamma bellissima, la signora Laureana San Pedro Rosales, fondatrice della Università Capitol nelle Filippine. La signora Rosales è una sopravvissuta alla “marcia della morte di Bataan”, un’atrocità perpetrata dall’esercito giapponese, quando nella Seconda guerra mondiale invase le Filippine. Essendo riuscita a sopravvivere a quell’esperienza infernale, oltre che alle barbarie della guerra, la signora Rosales ha fatto un voto. Ha deciso che l’educazione è la chiave, è la sola causa di una pace autentica.
Questa grande donna ha dedicato la vita a far crescere persone dedite alla pace, un impegno che ha portato avanti per molti decenni fino all’attuale età di 79 anni. L’ho incontrata il 6 giugno scorso, giorno in cui ricorre la nascita del primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi.
«La parola “arrendersi” non è nel mio dizionario» e «Non rimandare mai a domani quello che puoi fare oggi». La signora Rosales ha basato la sua vita su massime come queste. Le madri sono forti, non sono mai sconfitte, mai scoraggiate e sempre decise a vivere appieno ogni giornata. La sua indomita volontà di vivere ha trionfato ed ella ha superato ogni ostacolo.
Quando ha visitato il Centro internazionale delle donne Soka a Shinanomachi, Tokyo, la signora Rosales ha detto che sicuramente il mondo sarebbe diventato un luogo migliore se il numero delle donne della SGI fosse cresciuto: il massimo della lode per un movimento di donne per la pace.

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In una delle sue opere, il drammaturgo norvegese Henrik Ibsen (1828-1906) fa dire al protagonista maschile: «Siete voi donne i pilastri della società». Immediatamente dopo un personaggio femminile risponde: «Lo spirito della verità e lo spirito della libertà, sono questi i pilastri della società».
Più l’oscurità della gelosia e dell’invidia dilaga più i tempi si fanno caotici. Mille pericoli minacciano da ogni parte una vita semplice e onesta. La verità viene distorta. C’è invidia e risentimento per chiunque dimostri un po’ di carattere e d’integrità. Si è completamente perso il senso di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato.
Shakespeare metteva in guardia: «Il tempo rivelerà ciò che le astuzie adesso celano. Chi nasconde i suoi difetti rimane infine svergognato» [Re Lear, atto I].
Adesso, in accordo con l’affermazione di Nichiren Daishonin che «quando accade un grande male, seguirà un grande bene» (SND, 7, 213), è arrivato il momento che l’umanità cominci a splendere ancora una volta. L’unica strada che possiamo intraprendere in quest’epoca è quella di proseguire, con fiducia e speranza incrollabili, nei nostri sforzi per trasformare una società dove i rapporti umani sono spesso basati su sentimenti di vendetta e ostilità. Servono persone buone e forti, che decidano di diventare i nuovi pilastri di speranza e coraggio della società. I veri e duraturi vincitori sono coloro che vincono alla fine.

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Il Daishonin afferma: «Il Budda Shakyamuni disse che chi osserva la pietà filiale merita di esser chiamato un Onorato dal mondo» (SND, 9, 98). Le persone che hanno a cuore la propria madre e che cercano di ripagare il proprio debito di gratitudine verso di lei, sono i veri Onorati dal mondo, i veri Budda.
Quando le madri andavano da Shakyamuni in cerca degli insegnamenti buddisti, lui stesso le salutava col massimo rispetto e calore. Aveva un’immensa compassione e attenzione per le madri e le donne ed è proprio per questo che i suoi nemici, gelosi del suo nobile carattere, cercavano di usare le donne nei vili complotti dei quali volevano farlo cadere vittima.
In due delle nove grandi prove del Budda, erano implicate delle donne: la calunnia di Sundari e quella di Chincha. In entrambe i casi, un gruppo di brahmani, invidiosi dell’assoluta rettitudine di Shakyamuni e timorosi di perdere le offerte di cui vivevano, convinsero una donna corrotta ad avanzare false accuse nei suoi confronti, diffondendole poi in lungo e in largo come un fatto assodato. Alla fine la verità emerse e l’innocenza di Shakyamuni fu dimostrata senza ombra di dubbio. Coloro che lo avevano calunniato vennero puniti severamente; avendo posto le cause della loro rovina, soffrirono nelle fiamme infernali del proprio karma. Al contrario, una praticante che aveva vissuto tante vicissitudini al fianco del Budda dichiarò orgogliosa che Shakyamuni aveva trionfato su tutto, aveva allontanato le influenze demoniache ed era invincibile. E aggiunse che questa persona di grande valore era il suo maestro e che ella si dedicava con gioia al Dharma che lui predicava.

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In una lettera a Sennichi-ama, il Daishonin scrive: «E poiché considerano un mortale nemico Nichiren, che sta cercando di salvarle, queste donne si sono coalizzate per calunniarlo presso le autorità governative così che, dopo avermi fatto esiliare nella provincia di Izu, mi hanno esiliato ancora una volta nella provincia di Sado» (SND, 8, 112-113). Il Daishonin desiderava più profondamente di chiunque altro la felicità delle donne. Forse se non avesse lottato tanto per guidarle all’Illuminazione, non sarebbe stato tacciato di essere un prete immorale o condannato a subire la repressione delle autorità. Ma il Daishonin sopportò senza esitazioni enormi persecuzioni, dedicandosi con altruismo a propagare il Sutra del Loto che apre «la strada della Buddità a tutte le donne delle età future» (SND, 1, 171) e che «è l’unico che permette di ripagare il debito di gratitudine per la bontà di una madre» (SND, 8, 110). Egli rivelò così il sentiero grazie al quale le persone possono ripagare il proprio debito di gratitudine verso le loro madri, fino all’eterno futuro.
A loro volta, le seguaci del Daishonin pregavano sinceramente per la sua sicurezza e benessere, desiderose di assicurare la sua protezione anche a costo della loro stessa vita. Il Daishonin le lodò, giungendo a dire che la loro determinazione era più grande della sua. Inoltre dette il titolo di “santa” [in giapponese Shonin, appellativo che indica il “saggio dei saggi” e che viene spesso usato per significare Budda, n.d.r.] a una donna che era andata con la sua bambina a trovarlo a Sado e aggiunse il titolo di “venerabile” al nome di una donna che continuava a sfidarsi coraggiosamente nella fede anche dopo la morte di suo figlio. Il Daishonin lodava le sue discepole, che perseveravano fra tante persecuzioni, affermando che possedevano «un cuore puro come una luna senza nuvole» e che erano «un Budda nella […] forma presente» (GZ, 394).

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Il Sutra del Declino della Legge predice un tempo in cui preti malvagi corromperanno gli insegnamenti buddisti e semineranno confusione. Il Daishonin cita spesso brani da questo sutra come prova documentaria dell’epoca impura dell’Ultimo giorno della Legge. Un brano di questo sutra afferma: «Quando la Legge sarà sull’orlo del declino, le donne saranno diligenti nella loro pratica e otterranno benefici, gli uomini invece saranno pigri e arroganti e non daranno ascolto alla Legge». In altre parole, quando il corretto insegnamento del Buddismo è sul punto di andare perduto, le donne si fanno avanti e praticano con fervore, compiono azioni caritatevoli e ottengono tanti benefici. Gli uomini, d’altra parte, saranno pigri, arroganti e ignoreranno il vero insegnamento.
In un’epoca malvagia, piena di gente che trama per distruggere il Buddismo, l’acuto senso di giustizia delle donne, la loro integrità morale, la loro sincerità e le altre loro meravigliose qualità brilleranno. Le donne svolgono il ruolo di guida nel proteggere il corretto insegnamento e le dottrine del Buddismo.
Voi, donne della SGI, siete maestose regine della vita, esperte di suprema saggezza che lavorate senza posa per il benessere e la sicurezza di tutta l’umanità! La forza e il potere delle donne sono immensi, sono illimitati. Nel nostro grande viaggio di kosen-rufu siamo stati spesso tempestati dalle persecuzioni. Tre generazioni di maestro e discepolo sono state bersagliate di calunnie che distorcevano il vero e infangavano la giustizia. In quei momenti, chi recitava un Daimoku forte e determinato, come l’invincibile ruggito di leone, per la verità? Chi, opponendosi al dilagare di falsità, diceva chiaramente e con coraggio le cose come stavano e incuteva paura nel cuore dei tre potenti nemici? Eravate voi, le nobili donne della SGI.
L’integrità, la dignità e la verità dei maestri e dei discepoli di Soka, eredi della volontà e del mandato del Budda, sono stati sempre confermati e protetti dalla Divisione donne!

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Il Daishonin scrive: «I santi e i saggi sono provati dalle calunnie» (SND, 4, 78). Molte calunnie infondate sono circolate anche sul premier cinese Zhou Enlai che è stato una guida al servizio del popolo e un uomo dal carattere senza macchia. Qualcuno per esempio, insinuava che avesse figli illegittimi nascosti e la signora Deng Yingchao, moglie del presidente Zhou e sua compagna di lotta, testimoniò l’integrità morale della sua personalità e delle sue azioni.
Ricordo alcune parole d’incoraggiamento che la signora Deng disse a una sua compagna: «Il loto emerge immacolato dal fango per fiorire poi con un’eleganza nobile e raffinata» e «Quando ci trovavamo in difficoltà [ai tempi della rivoluzione], non lottavamo con tutte le nostre forze? […] Quando partivamo da casa, non sapevamo mai se saremmo tornati. […] Nei tempi duri, si deve continuare a guardare avanti, dobbiamo trovare speranza, dobbiamo trovare una luce». Queste parole si accordano perfettamente con le lotte delle donne della SGI. In particolare, la vita delle nostre pioniere è un brillante esempio del principio del “fiore di loto che sboccia nell’acqua fangosa”.

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Oggi la SGI si è diffusa in 188 paesi e territori del mondo e la Divisione donne avanza alla testa del fronte per la pace e la cultura. In ogni paese, i responsabili della SGI concordano nell’attestare la forza e il dinamismo della Divisione donne. Kosen-rufu sta sicuramente avanzando grazie al potere delle donne.
Il 5 maggio scorso ho dato il benvenuto a un gruppo di dodici donne della SGI Bolivia. Delicate lacrime d’emozione brillavano sui loro nobili visi che esprimevano la vittoria sulle difficoltà. I loro genitori avevano percorso chilometri e chilometri in bicicletta o a cavallo, attraversando una natura non sempre ospitale, per diffondere il Buddismo di Nichiren Daishonin. A volte, mentre cercavano di comunicare il loro messaggio ad altri agricoltori di frontiera nella giungla boliviana, venivano scacciati col machete! Queste donne, continuando la missione dei loro genitori sin da ragazzine, hanno proseguito sullo stesso difficile sentiero dei pionieri.
Kosen-rufu non può essere realizzato se ci lamentiamo delle difficoltà che abbiamo davanti. Dobbiamo vincere dove siamo in questo momento, nella nostra vita di tutti i giorni. Quando cambiamo, anche il nostro ambiente cambia. Questo è il principio della rivoluzione umana. «Non mi lascerò sconfiggere! Sarò io a vincere!». Quando facciamo di questa decisione il nostro principio ispiratore, ogni difficoltà che incontriamo diventa una molla per la nostra rivoluzione umana, un tesoro per la nostra vita.
La SGI Bolivia è cresciuta in maniera considerevole. Dalla fondazione del loro primo capitolo [nel 1962], il numero dei membri si è moltiplicato per venti e le loro attività per la pace e la cultura stanno ricevendo sempre più consensi nella società boliviana.
«La tenacia è il contrassegno della grandezza». Queste parole del­lo scrittore boliviano Franz Tamayo (1879-1956) sono un tributo appropriato alla Divisione donne.

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Nichiren Daishonin scrive che nostra madre può essere paragonata alla terra (vedi SND, 8, 109). La forza delle madri è la forza della terra. Proprio come la terra abbraccia le montagne e i fiumi, l’abbraccio accogliente di una madre è infinito e onnicomprensivo. Proprio come la terra fa sì che le piante crescano, che i fiori sboccino e i frutti maturino, così una madre è la terra che elargisce a tutti il nutrimento della creatività e dell’educazione. Quando una madre si mette all’opera, tutto cambia. Le madri possono trasformare la loro famiglia, la loro comunità, la loro società e l’epoca in cui vivono. Saranno loro che trasformeranno il nostro mondo in un regno di pace.
Una grande madre delle Filippine, la signora Rosales, ha detto che se ci si dedica con sincerità e devozione, si riesce in qualsiasi cosa si faccia. Questo è assolutamente vero. I sinceri sforzi delle donne di Soka diventeranno sicuramente vittorie. Senza ombra di dubbio, condurranno al trionfo.

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