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L'essere umano “completo” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:46

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L’essere umano “completo”

È quello che ha l’obiettivo di formare l’Università Capitol nelle Filippine, fondata da Laureana Rosales, una donna in cui gli orrori della guerra di cui è stata vittima hanno prodotto la convinzione e l’impegno a formare un nuovo tipo di esseri umani, per costruire un mondo di pace

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È quello che ha l’obiettivo di formare l’Università Capitol nelle Filippine, fondata da Laureana Rosales, una donna in cui gli orrori della guerra di cui è stata vittima hanno prodotto la convinzione e l’impegno a formare un nuovo tipo di esseri umani, per costruire un mondo di pace

«Senza conoscenza, non si può costruire il mondo delle nostre speranze» affermava il filosofo inglese Bertrand Russell (1872-1970). Vorrei che i membri della Divisione studenti acquisissero conoscenza per costruire un mondo pieno di speranza.
Al termine del diciannovesimo secolo ci fu una battaglia nella città di Malolos, non lontano da Manila, per fondare una scuola. Un prete arrogante cercò di ostacolare questa nobile impresa per motivi meschini e per il proprio tornaconto, ma un gruppo di donne forti e decise insorse per affermare la giustizia. E a quelle coraggiose donne l’eroe dell’indipendenza delle Filippine, José Rizal, scrisse un caloroso incoraggiamento: «Nuove speranze si risvegliano in noi e ora osiamo perfino fronteggiare le avversità, perché abbiamo voi come alleate e abbiamo fiducia di vincere».
Le donne coraggiose che lavorano insieme in unità sono il sole della speranza e della vittoria e anche nella Soka Gakkai gli sforzi della Divisione donne brillano in modo speciale.
Le Filippine, dette la Perla d’Oriente, sono famose per la bellezza dei loro tramonti. Ma c’è un altro sole altrettanto bello e ammirato nelle Filippine, un sole di educazione umanistica. Sto parlando di una grande donna che è con noi oggi, Laureana San Pedro Rosales, fondatrice dell’Università Capitol che mi ha conferito una laurea in Scienze Umanistiche!
Fondare una nuova università è un’impresa enorme. Solo qualcuno che lo ha fatto può capire appieno la sfida che comporta.
Quest’oggi, 6 giugno, ricorre il centotrentatreesimo anniversario della nascita del fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, che morì in carcere a seguito della sua opposizione al governo militarista giapponese durante la Seconda guerra mondiale. Vorrei dedicare questo grande onore che ho ricevuto dall’Università Capitol al mio illustre predecessore, che diede la sua vita per la pace.
Nel 1942, circa sessantadue anni fa, i militari giapponesi che avevano invaso le Filippine perpetrarono una delle peggiori atrocità della guerra nel Pacifico: la “marcia della morte” di Bataan. I soldati giapponesi costrinsero i prigionieri di guerra e i civili esausti a marciare per quasi cento chilometri sotto il sole tropicale, senza acqua né soste. Quelli che crollavano per la stanchezza o la malattia venivano uccisi sul posto senza pietà. In quest’azione criminale contro l’umanità, di una barbarie incredibile, morirono circa ventimila persone.
Tra coloro che subirono questa marcia c’era una giovane donna saggia, che aiutò e protesse la madre e i suoi sette fratellini. Aveva la stessa età degli studenti delle medie superiori che sono qui con noi oggi. Quella ragazza che riuscì a sopravvivere non solo all’inferno di quella terribile marcia ma anche a quel periodo oscuro e sanguinoso di occupazione del suo paese da parte dei militari giapponesi, fece un voto saldo e convinto: «L’educazione è cruciale. Dedicherò la mia vita a promuovere lo sviluppo e la crescita di persone che possano contribuire alla pace nel mondo!».
Studiò con impegno, malgrado grandi difficoltà, compiendo sforzi incredibili, e divenne una grande ed esemplare educatrice. Superando tutti gli impedimenti e tutti gli ostacoli, fondò un’università dedicata alla felicità e alla pace di tutto il genere umano. Quella donna dotata di nobile dedizione e convinzione che ci onora della sua presenza oggi è Laureana San Pedro Rosales.
Il racconto della sua esperienza al tempo della guerra mi ha riempito il cuore di rabbia e di dolore e oggi mia moglie e io, come buddisti, abbiamo nuovamente offerto sincere preghiere in memoria di quei filippini che persero la vita durante la guerra. Il Buddismo insegna che un solo giorno di vita vale più di tutti i tesori dell’universo. Uccidere è sempre sbagliato, senza eccezioni. Ed è altrettanto sbagliato infliggere ferite agli altri.
Il presidente Makiguchi, che morì difendendo la sacralità della vita, sosteneva che si possono individuare tre tipi di persone. Quelle codarde che maltrattano i deboli ma temono i forti. Poi vi sono gli osservatori passivi che non si battono mai contro i malvagi e non prendono posizione a favore del bene. E questo, temo, descrive molte persone del mondo odierno. Il terzo tipo, sempre secondo Makiguchi, sono i coraggiosi che si fanno paladini della verità e della giustizia e sono sempre pronti a combattere per ciò che è buono e giusto. Queste sono le persone veramente grandi.
«Giovani, siate forti e giusti, e create valore facendo sorgere l’infinito potenziale della vita per il bene della pace, della giustizia e della felicità di tutti!». Questo era il desiderio del presidente Makiguchi e io credo che abbia molto in comune con il nobile ideale promosso dall’Università Capitol: educare l’essere umano “completo”, cioè far crescere individui solidi e pienamente realizzati intellettualmente, spiritualmente, moralmente e fisicamente.
Il presidente dell’Università Capitol, Casimiro Juarez Jr. che è con noi oggi, è un esempio eccellente di essere umano completo. Come avvocato costantemente impegnato a favore della giustizia si è dedicato ad aiutare gli oppressi e i bisognosi, guadagnandosi la gratitudine e il rispetto dei suoi concittadini. Conosco bene i risultati meravigliosi che ha ottenuto in questo campo.
Coloro che dedicano la propria vita al cammino della verità e della giustizia sono destinati in maggior o minore misura a diventare bersagli d’invidie e di attacchi. Non attraversare simili prove è indice di un impegno non autentico.
José Rizal affrontò maltrattamenti e calunnie, ma credeva fermamente che anche se avesse perso la vita in quella battaglia, i giovani avrebbero seguito le sue orme e un giorno avrebbero realizzato i suo ideali. Questo è quello in cui credo anch’io e comprendo fin troppo bene i sentimenti di Rizal. Con lo stesso spirito affido ogni cosa a voi, miei successori. Quando avevo circa trentacinque anni, quasi la stessa età in cui Rizal diede la vita per i suoi ideali, fondai la Divisione medie superiori, nel 1964, sperando di affidare ai suoi membri il futuro del nostro movimento. [José Rizal, accusato di fomentare la ribellione, fu giustiziato a trentacinque anni].
Dalla prima gioventù Rizal seguì le sue convinzioni con totale e completa dedizione. Anch’io mi sono battuto per la verità e la giustizia; quando avevo vent’anni mi hanno arrestato dietro false accuse e, anche se ero malato, ho lottato senza pensare a me stesso, pronto a dare la vita se ce ne fosse stato bisogno. E ho vinto. C’è stato chi ha disertato la nostra lotta tenace, ha tradito la nostra causa e ha cercato di minarla. Uno studioso perspicace ha sostenuto che queste persone non meritano nemmeno il disprezzo, un’affermazione che mi trova completamente d’accordo.
Coloro che hanno avanzato insieme alla Soka Gakkai, sfidandosi sinceramente per la felicità e il benessere degli esseri umani, stanno ora ottenendo la vittoria nella vita, senza eccezioni. Coloro che hanno lasciato la Soka Gakkai e l’hanno tradita stanno conducendo vite miserevoli piene di sfortuna. La legge di causa ed effetto è rigorosa e inflessibile.
In tutto il mondo i diplomati e laureati delle scuole e dell’Università Soka hanno ruoli importanti nella società e conseguono grandi realizzazioni. Nel romanzo Noli me tangere (Non mi toccare) José Rizal fa dire a uno dei suoi personaggi: «Il cucciolo di leone era anch’esso un leone». Quando Rizal era ragazzo, sua madre fu imprigionata sulla base di accuse false, ma non fu l’unica vittima dell’ingiustizia. Furono molte gli onesti cittadini duramente perseguitati dal governo coloniale delle Filippine. Nel giovane Rizal questo fece sorgere la forte decisione di impegnarsi a studiare, di acquisire la forza del sapere e di un carattere forte per poter combattere a sua volta i nemici della giustizia, le forze dell’oppressione e della corruzione. Spero che anche voi, i successori di Soka, diventiate leoni di verità e di giustizia. Vi auguro di lottare duramente e di vincere tutte le vostre sfide, studiando con entusiasmo da giovani, avanzando verso il futuro con ottimismo e gioia, esprimendo appieno le vostre potenzialità. Io prego per la vostra crescita, perché diventiate individui forti e capaci, supremi difensori del bene.
Fe Rosales Juarez, figlia di Laureana Rosales, ha detto con orgoglio che sua madre non mai ha conosciuto il significato della parola “sconfitta”. La vittoria è semplicemente non accettare mai la sconfitta, a nessun costo. Non essere mai sconfitti è vittoria. Non mollare mai, non perdere mai la speranza: questa è la chiave per vincere ed è anche in sintesi la filosofia di tutti gli esperti nell’arte della felicità.
Per concludere vorrei citare le parole del terzo presidente della Repubblica delle Filippine, Ramon Magsaysay (1907-57), il quale disse: «Se l’essenza della democrazia è la partecipazione del governato al governo, allora la democrazia dovrebbe senz’altro fiorire al meglio laddove l’amore per la cultura e il desiderio del sapere trovano piena espressione e realizzazione». Sono completamente d’accordo. Non ci può essere democrazia senza educazione. Questo è un punto molto importante e spero che lo teniate sempre a mente.
Lasciatemi anche ricordare insieme a voi queste parole di Rizal: «Quanto più solidi e compatti sono i membri di un organismo, tanto più unito diviene l’organismo». E anche: «Stiamo vincendo su tutta la linea… Oh sì, il futuro è nostro!».

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La curiosità

L’albero di Toda

Sono stati raccolti i primi frutti degli alberi di albicocco nati da una piantina che veniva dal giardino della casa in cui nacque Toda, a Ishikawa. Diversi anni fa, al presidente Ikeda vennero regalate alcune piantine, eredi dirette di quell’albero, che vennero piantate nel Giardino Makiguchi di Hachioji, nel parco del Makiguchi Memorial Hall alla periferia di Tokyo.
Oggi sono cinquecento gli albicocchi che fioriscono in questo giardino, insieme a cinquemila ciliegi. Dedicati da Ikeda alla Divisione donne e giovani donne, a ogni albero è stato assegnato un nome.
Ikeda ama raccontare la storia di un medico generoso che non voleva essere pagato per le sue prestazioni ma chiedeva ai suoi pazienti di piantare un albicocco per lui, con il risultato che sorse un ampio frutteto le cui albicocche recavano beneficio a tanti. «Nel linguaggio dei fiori, in Francia, i fiori di albicocco significano “spirito invincibile” – ha detto Ikeda alla riunione generale del 5 febbraio – e in tutto il mondo le albicocche sono apprezzate come frutti che allungano la vita. Le albicocche hanno il colore della saggezza, della compassione, della salute, della longevità, del coraggio e della perseveranza. Possa la vita di ognuno di voi essere come quella dell’albicocco. Il frutteto nel Giardino Makiguchi è un simbolo di speranza nel secolo delle donne».

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