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Il matrimonio di Shin'ichi - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:35

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    Il matrimonio di Shin’ichi

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    Lettera d’amore

    Il 3 maggio 1952, nel tempio Kankiryo, si celebrò il matrimonio tra l’allora ventiquattrenne Daisaku Ikeda [che nel romanzo è Shin’ichi Yamamoto] e Kaneko Shiraki [che compare come Mineko], che aveva da poco compiuto vent’anni. Il loro amore era nato da qualche tempo ma i due ragazzi, non avendo ancora comunicato le loro intenzioni alle rispettive famiglie, si erano rassegnati ad aspettare qualche tempo.
    Toda, accortosi dei sentimenti dei due, decise di occuparsi personalmente della questione. Parlò con i genitori di Kaneko e il fatto che la proposta di matrimonio venisse da Toda in persona, fece in modo che il padre si dichiarasse subito favorevole.
    La madre, invece, era titubante: la figlia maggiore si era già sposata ed era andata a vivere lontano da casa; ora stava per separarsi anche dall’altra figlia e non nascose la sua tristezza. In quell’occasione Toda le disse: «Lei è una donna sincera. Forse il pensiero di separarsi dalla sua seconda figlia la renderà triste, ma provi a pensare al fatto che così guadagnerà un genero. Prima o poi avranno dei figli e se li colmerete di attenzioni, i bambini e tutta la nuova famiglia si affezioneranno a voi. Anche sotto questo punto di vista bisogna pensare prima di tutto al fatto che un nuovo membro sta per entrare nella vostra famiglia».
    Dopo aver parlato anche con il padre dello sposo, propose di celebrare le nozze il 3 maggio, giorno per lui molto significativo visto che era la data in cui, un anno prima, aveva assunto la carica di presidente della Soka Gakkai. Nei confronti dei giovani sposi, Toda fu prodigo di incoraggiamenti e guide sul significato del matrimonio.
    Nella prefazione al Diario Giovanile il presidente Ikeda ha scritto che la sua meravigliosa vita familiare gli ha permesso di portare avanti la lotta per kosen-rufu senza dubbi o distrazioni.
    Nel periodo che precedette il loro matrimonio, i due giovani si scrissero con frequenza e il brano che segue, racconta della sera d’estate in cui ebbe inizio la loro corrispondenza.

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    La rivoluzione umana, vol. 6, pagg. 107-110
    di Daisaku Ikeda

    Dopo la nomina di Toda alla carica di presidente, le attività della Gakkai si erano intensificate. Dato che Shin’ichi e Mineko erano membri dello stesso capitolo, avevano diverse occasioni per incontrarsi. Talvolta percorrevano un pezzo di strada assieme, altre volte discutevano i programmi delle attività.
    Shin’ichi stava cercando disperatamente di rimettere in sesto l’attività di Toda e non appena gli riusciva, si gettava a capofitto nelle attività della Gakkai che si stavano facendo frenetiche.
    Shin’ichi sentiva dentro di sé una grande energia vitale e parlava animatamente con tutte le persone che incontrava del futuro della Gakkai e delle sue aspettative personali. Ogni volta che affrontava una discussione di questo genere, manifestava tutto il suo impeto giovanile e il suo carattere socievole. Il suo modo di fare estremamente emotivo colpì ben presto il giovane cuore di Mineko, che inconsciamente cominciò a provare un sentimento di amore nei suoi confronti. Due giovani cuori stavano per unirsi in una fioritura di nuova giovinezza. Il contatto fra due cuori può essere paragonato alle risonanze di due melodie che echeggiano nella sfera più intima della vita umana.
    […] Una sera di luglio imperversava un temporale. Mineko era arrivata nella casa dove si sarebbe tenuta la riunione con un certo anticipo. Poco dopo arrivò anche Shin’ichi e i due giovani si ritrovarono da soli nella stanza.
    Non era arrivato nessun altro, probabilmente ognuno aveva cercato in qualche modo riparo dalla pioggia. I due ragazzi un po’ imbarazzati, rimasero in silenzio e guardarono la pioggia che cadeva copiosamente. Sopra di loro i tuoni rombavano di continuo.
    Nessuno dei due riusciva a spiccicare parola. Ma il loro silenzio in realtà celava un profondo tumulto dei cuori. I minuti passavano uno dopo l’altro; sembrava quasi che il temporale, invece di turbare la quiete della stanza, la favorisse.
    Un orecchio attento avrebbe potuto sentire i due cuori battere all’impazzata. A un certo punto Shin’ichi si sforzò di radunare le energie e sentì nascere dentro di sé una nuova determinazione. Prese in mano un foglio di carta che era appoggiato lì vicino, lo distese sul tavolino e scribacchiò alcune parole. Quando ebbe finito di scrivere, ripiegò il foglio e lo consegnò a Mineko, che si accinse a leggerlo.
    «No, non adesso» disse Shin’ichi.
    Proprio in quel momento sentirono il rumore dei passi di alcune persone che stavano entrando in casa; la pioggia stava per cessare.
    Mineko mise il foglietto nella sua borsa. Quando fu tornata a casa, finalmente poté prendere il foglio che Shin’ichi le aveva consegnato e leggere ciò che il giovane aveva scritto.

    Il temporale infuria
    e colpisce il mio cuore.
    Teme forse il rumore del tuono?
    No, batte all’impazzata, ma di nascosto.
    Il mio cuore ha trovato in te
    una fresca sorgente,
    in te spera di trovare un bocciolo in fiore.

    Mineko lesse le frasi rapidamente e fu presa da una forte emozione. Era una poesia d’amore! Dentro di sé cominciò a domandarsi come avrebbe risposto. Ciò che aveva soltanto immaginato si stava avverando, e molto in fretta. Si chiese se non fosse una cosa troppo affrettata.
    La determinazione di Shin’ichi, espressa in versi, l’aveva sorpresa, ma in verità era una cosa che attendeva da tempo. Era stato comunque uno choc improvviso, che l’aveva turbata profondamente.
    Da quel giorno i due giovani cominciarono a scriversi con frequenza. Toda non impiegò molto tempo per notare il loro diverso atteggiamento. Seguiva ogni loro movimento con serenità, come se Shin’ichi e Mineko fossero i suoi figli.
    Venne l’autunno e un giorno Toda convocò Shin’ichi. Ascoltò il suo racconto e decise di trovare una soluzione alla vicenda. «Credo proprio che tu debba sposarla: prima è, meglio è».

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