Domenica 20 giugno l’Istituto ha partecipato al Cerchio della Pace, incontro tra le varie religioni presenti a Firenze, organizzato dal Tempio per la Pace di Firenze, un’associazione che promuove dal 1996 incontri fra culture e religioni diverse e che ha come scopo l’erezione di un luogo che sia il loro teatro di incontro. Come contributo ai due giorni di lavoro, l’Istituto Buddista ha portato la mostra “The Human Revolution”, ideata e creata dai giovani membri di Torino che riporta il pensiero di pace di Daisaku Ikeda (confrontare Il Nuovo Rinascimento, n. 305, pag. 13). L’idea della mostra è stata ben illustrata dai giovani ciceroni torinesi, giunti apposta per l’iniziativa toscana. Per sottolineare ancora di più il pensiero di pace di Ikeda, e come contributo all’effettivo Cerchio della Pace, che si è formato poi domenica pomeriggio sul prato davanti a Villa Demidoff, Godelieve Cooymans ha letto alcuni passaggi dell’ultima proposta di pace. Sono intervenuti poi Massimo Toschi, consigliere per la pace del presidente della Regione Toscana Martini; Vittoria Franco, senatrice di Firenze e altri otto rappresentanti delle varie religioni di Firenze, tra cui l’Islam, il Buddismo nepalese, Bahai, Goi Peace Foundation, il Cristianesimo e l’Ebraismo. Una giornata piena di sole, di musica, di danza e di parole di pace, che è finita con il lancio di tantissimi palloncini, ciascuno con un messaggio di pace legato al filo.
• • •
Un libro per riflettere sulle donne
Presso il Centro culturale di Milano il 20 giugno si è tenuta la presentazione del libro Il dio delle donne di Luisa Muraro, docente di Filosofia teoretica all’università di Verona, la cui intervista è apparsa su Buddismo e Società n. 91. L’occasione ha permesso di riflettere sul ruolo delle donne, anche sulla base della convinzione del presidente Ikeda che quello che stiamo vivendo è il secolo delle donne. «Cosa significa? Che forse io in quanto uomo sono escluso?», si chiede Gianni Castoldi che ha partecipato all’organizzazione dell’evento.
«In realtà ho capito – aggiunge – che per secolo delle donne s’intende un modo di agire e pensare non legato strettamente al sesso». La riflessione non d’essere quindi di parte, con il rischio di cadere nello stereotipo femminista, ma stimolarci a sviluppare un modo di pensare più efficace. Il dio delle donne, tratta della ricerca tutta femminile di sperimentare una potenzialità più ampia (che in alcuni casi viene chiamato Dio), anche quando le condizioni esterne non lasciano speranza. In questa ricerca è fondamentale l’atteggiamento di accettazione dell’altro così com’è, senza avere già un’idea preconcetta.
Monica Piccini
• • •
Amici di Nevè Shalom ospiti di Milano
Il Centro culturale di Milano, sabato 19 giugno, ha ospitato la riunione annuale dell’associazione Amici di Nevè Shalom. Il villaggio Nevé Shalom / Wahat al-Salam (Oasi di pace) è una cooperativa nella quale convivono ebrei e palestinesi di cittadinanza israeliana. La comunità, fondata nel 1972, dimostra in modo tangibile che i due popoli possono coesistere nel rispetto reciproco e nella cooperazione, così come s’insegna nella Scuola per la pace, fondata nel 1979. Tra gli argomenti di studio c’è la consapevolezza della complessità del conflitto e il conseguente miglioramento della comprensione reciproca con l’esclusivo ricorso a metodi educativi.
Irene Feroci
• • •
SYDNEY – 2 MAGGIO
Oltre quattrocento membri provenienti da undici diverse nazioni e regioni si sono incontrati a Sydney per la prima conferenza sulla pace organizzata dalla SGI-Oceania. L’evento ha avuto luogo per commemorare la visita del presidente Ikeda nel continente oceanico, avvenuta nel 1964, e il relativo quarantesimo anniversario dell’organizzazione australiana. Fra gli ospiti della conferenza Stuart Rees, direttore del Centro per gli studi sulla pace e sui conflitti dell’università di Sydney.
LOS ANGELES – 12 MAGGIO
Presso la famosa università della UCLA si è tenuto il simposio intitolato “La forza della pace. Cosa posso fare io, adesso?”, organizzato da un gruppo di studenti della SGI-USA. L’evento ha avuto luogo per celebrare il trentesimo anniversario della conferenza tenuta da Daisaku Ikeda presso la stessa università. In concomitanza con il simposio, l’ateneo californiano ha ospitato anche la mostra Gandhi, King, Ikeda: tre maestri per la pace.
U.S.A. – 12 MAGGIO
Charlie Luken, sindaco della città di Cincinnati, Ohio, ha conferito a Daisaku e Kaneko Ikeda le chiavi della città. Nel corso della cerimonia, in cui il riconoscimento è stato ritirato da un rappresentante della SGI-USA, il primo cittadino ha sottolineato fra le altre cose l’importanza della campagna “Vittoria sulla violenza”, concepita e supportata dall’organizzazione statunitense.
BELGRADO – 14 MAGGIO
La SGI-Serbia Montenegro, che nell’ottobre dello scorso anno ha ricevuto dal governo il riconoscimento ufficiale, ha organizzato a Belgrado una conferenza sulla pace alla quale hanno preso parte centosettanta membri provenienti da paesi come Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Bosnia-Erzegovina, Macedonia, Slovenia e Russia. Scandita dallo slogan “Il tempo di stabilire la pace nel paese è ora” la conferenza ha visto la partecipazione di responsabili europei come Peter Kuhn e Yoshio Nakamura. Al centro delle discussioni la proposta di pace 2004 del presidente Ikeda.
U.S.A. – 22 MAGGIO
L’Istituto Toda per la pace globale e la ricerca politica ha dato il via l’anno scorso a un progetto di ricerca intitolato “Globalizzazione, regionalizzazione e democratizzazione”, basato sulla premessa che i problemi di portata globale debbano essere studiati in maniera complessiva e dialettica all’interno di culture e civiltà differenti. All’interno di questo progetto l’università californiana di Santa Barbara ha sostenuto e ospitato una conferenza internazionale dal titolo “Fatti, diritti e rimedi: il perfezionamento del diritto internazionale nel conflitto israeliano-palestinese”. Dopo l’introduzione di Majid Tehranian, direttore dell’Istituto Toda, che ha spiegato le finalità della fondazione la parola è stata data a docenti di diritto provenienti da prestigiose università come quella statunitense di Princeton o quella di Londra. Oltre all’aspetto puramente legislativo, gli interventi hanno toccato le conseguenze socio-umanitarie della questione relativa al conflitto mediorientale.