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Il bodhisattva Suono Meraviglioso - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:12

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Il bodhisattva Suono Meraviglioso

Con l’uso delle armi non si otterrà mai una pace autentica. Di gran lunga più efficaci sono la cultura e la musica, come insegna il Sutra del Loto con l’esempio del bodhisattva Suono Meraviglioso che con le sue melodie trasmetteva speranza e coraggio

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Con l’uso delle armi non si otterrà mai una pace autentica. Di gran lunga più efficaci sono la cultura e la musica, come insegna il Sutra del Loto con l’esempio del bodhisattva Suono Meraviglioso che con le sue melodie trasmetteva speranza e coraggio

Qualcuno di voi conosce la canzone Dekansho? Il ritornello dice: «Per sei mesi abbiamo vissuto e respirato “Dekansho, Dekansho”, ma per gli altri sei possiamo divertirci». Era una canzone studentesca in voga in Giappone prima della seconda guerra mondiale. Le sue origini risalirebbero addirittura a una canzone tradizionale che si eseguiva a Sasayama, nella regione di Tamba, per la festa d’estate nel periodo Edo (1600-1868). Il testo fu modificato e la canzone divenne famosa fra gli studenti di tutto il Giappone alla fine del diciannovesimo secolo. “Dekansho” è un’abbreviazione dei nomi dei tre principali filosofi europei che venivano studiati all’università: “De” sta per Descartes, “Kan” per Kant e “Sho” per Schopenhauer.
Descartes, pensatore francese del diciassettesimo secolo, considerato il “padre della filosofia moderna”, è l’autore della famosa osservazione: «Penso, dunque sono». Acuto conoscitore dell’animo umano, Descartes aveva un’opinione assai scarsa delle persone arroganti, ingrate e vili.
Kant è uno dei più grandi filosofi del diciottesimo secolo e quest’anno cade il duecentesimo anniversario della sua morte, nel 1804. Tsu-nesaburo Makiguchi, fondatore della Soka Gakkai, fu un appassionato lettore delle opere di Kant fino al momento della sua morte in carcere durante la guerra e, ispirandosi alla triade kantiana di “verità, bene e bellezza”, sviluppò una sua originale teoria del valore basata sui principi di “bellezza, guadagno e bene”.
Kant è considerato uno dei primi filosofi europei che si interessò al Sutra del Loto. Gli obiettivi della sua ricerca spirituale erano la libertà e la dignità umana; egli aspirava alla creazione di una pace eterna ed era convinto che gli uomini buoni dovessero unirsi per trionfare sul male. [Nella sua Geografia fisica, in una sezione riguardante gli appunti delle sue lezioni dal 1781, Kant parla del popolo giapponese e menziona il Sutra del Loto: «Il loro testo religioso è chiamato Libro dei fiori», n.d.t.]
Schopenhauer è un grande filosofo tedesco del diciannovesimo secolo, noto per aver lodato la grandezza della religione buddista.
Anche lo storico britannico del ventesimo secolo Arnold J. Toynbee condivideva quest’interesse dei pensatori europei per il Buddismo e lo approfondì ulteriormente, indagando sull’essenza del Buddismo mahayana. Toynbee s’interessò a me, che ero molto più giovane di lui, perché praticavo il Buddismo mahayana e mi scrisse che voleva incontrarmi a tutti i costi ma, poiché soffriva di cuore, non poteva fare sforzi eccessivi e quindi venire in Giappone era fuori questione. Tuttavia desiderava che potessimo parlare di persona e fu per soddisfare questo suo desiderio che [mi recai in Gran Bretagna e] realizzammo il nostro dialogo. A quell’epoca Toynbee e io c’incontravamo quasi tutti i giorni nella sua casa di Londra e a volte ci intrattenevamo a discutere dalla mattina presto sino alla sera. In quelle occasioni capitava di fare una passeggiata nel parco vicino e anche mia moglie ci accompagnava. Toynbee si impegnava nella discussione con la sincera intensità che veniva dalla sua profonda preoccupazione per il futuro dell’umanità. Ancora oggi sono onorato di aver condiviso un dialogo così serio e profondo con uno dei principali studiosi del mondo.
Schopenhauer sferrò un attacco diretto agli scritti diffamatori dicendo che gli articoli disonesti e fuorvianti, scritti soltanto per ingrassare le tasche dei loro autori, andavano stroncati senza pietà. Diceva anche che «i libri di cattiva qualità sono […] non soltanto inutili, ma potenzialmente pericolosi» e che «una delle condizioni per fare buone letture è non farne di cattive». Questo filosofo di fama mondiale, che denunciava gli articoli falsi e scandalistici, scritti da autori affamati di denaro, e i libri volgari e scadenti, ci esorta esplicitamente a non permettere che essi proliferino.
Vari secoli fa, Nichiren Daishonin denunciò aspramente i libri nocivi da una prospettiva ancor più profonda. [«Poiché nel paese abbondano libri maledetti (come L’assoluta superiorità del Nembutsu di Honen) nessuno presta ascolto agli insegnamenti del Sutra del Loto […] Se non sradichiamo le convinzioni errate esposte in questo libro, il paese sarà destinato a cadere nei tre cattivi sentieri, come insegna il Budda» (GZ, 61)].
Il pensatore svizzero Carl Hilty affermava: «Cercare di nutrire sempre pensieri elevati e disdegnare la superficialità. Questa, in generale, è la maniera più facile per superare tutti i problemi e le preoccupazioni della vita». Quando si vive per grandi ideali si riesce a godere di una condizione interiore elevata che ci permette di osservare con compostezza tutti i problemi e le preoccupazioni, le difficoltà e i dolori. Questo è il sentiero per la felicità che ha insegnato Nichiren Daishonin. Kosen-rufu è la strada più nobile che possiamo percorrere nella vita perché consiste nel diffondere il supremo fra tutti gli ideali.
Trent’anni fa ebbi un indimenticabile incontro con il premier cinese Zhou Enlai. A proposito dell’unità del popolo disse: «Nessun potere è in grado di arrestare lo sviluppo dell’amicizia e della solidarietà fra la gente». Il legame che esiste fra compagni che lottano insieme per una causa comune, fedeli alle proprie convinzioni è incrollabile di fronte a qualsiasi ostacolo; dobbiamo fare in modo che sia veramente così. Come membri convinti della Soka Gakkai, come Bodhisattva della Terra, formiamo una solida rete di persone legate da profonde relazioni spirituali che avanzano insieme, con un sol cuore e una sola mente.
Il mio maestro Josei Toda era molto severo con gli arroganti, in particolare con i responsabili che finivano col trasgredire gli insegnamenti buddisti, tradire i loro compagni di fede e giungere a compromessi con le loro stesse convinzioni. Una volta disse esplicitamente di queste persone che avevano abbandonato la fede e lasciato l’organizzazione: «Se vogliono andare che vadano! Non c’è bisogno che rimangano. Lo loro presenza è solo d’intralcio. Alla fine si riveleranno per quei perdenti che sono e finiranno nella più miserabile sfortuna. Il sentiero della Soka Gakkai è assolutamente corretto. Niente è superiore al mondo della fede, a un’esistenza dedita a kosen-rufu. Come osano disprezzare la Soka Gakkai e denigrare i sublimi legami di maestro e discepolo!».
Tutti voi siete persone di notevole valore e personalità. Mentre rafforziamo l’unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente), continuiamo ad avanzare con uno spirito allegro e vittorioso.
Nella riunione di oggi si è unito a noi un grande re del jazz, Wayne Shorter, vincitore di otto premi Grammy, il massimo riconoscimento dell’industria musicale americana. È uno dei più grandi esecutori mondiali e oggi un gruppo di “campioni di cultura” della Divisione artisti della SGI-USA, da lui guidato, strappando il tempo ai loro numerosi impegni, è venuto fino in Giappone e suonare per noi. Grazie, grazie mille, per questa esibizione commovente che ha toccato e rallegrato il cuore di dieci milioni di amici! La vittoria della cultura è una vittoria della pace. La vera pace non si ottiene mai con le armi. Le nostre armi sono la cultura e la musica. La vittoria della cultura è l’unico mezzo col quale si può raggiungere un’indistruttibile vittoria della pace. L’unico vero mezzo. Il governo si preoccupa del potere, l’economia del profitto e della perdita. Ma la cultura tocca profondamente la vita umana. La musica parla al cuore delle persone e le fa sentire più vicine. Il mondo del Buddismo è pieno di musica. Il bodhisattva Suono Meraviglioso fa la sua comparsa nell’assemblea in cui Shakyamuni predica il Sutra del Loto, scendendo dai cieli a passo di danza, e giunge in questo mondo di saha, devastato dai conflitti, per trasmettere infinita speranza e coraggio agli esseri viventi attraverso le sue canzoni e le sue melodie.
Nel prospero e pacifico regno del re Ashoka, basato sull’umanesimo buddista, si tenevano regolarmente parate musicali. La musica veniva eseguita con gioia e sontuosità come tributo al grande insegnamento buddista della santità della vita e per incoraggiare e rallegrare gli onesti sudditi del regno. La musica è un simbolo di pace. Una grande fioritura culturale porta alla creazione di una pace duratura. Ho messo personalmente in pratica questa formula. Nel regno della fede della Soka Gakkai tutto è in perfetto accordo con gli insegnamenti buddisti fin dal livello più fondamentale. Il bodhisattva Suono Meraviglioso era dotato di virtù e capacità straordinarie: aveva una saggezza infinitamente profonda, godeva di incommensurabili benefici, emanava dignità e virtù e possedeva uno spirito incrollabile e una forte convinzione. Anche il suo aspetto fisico e il portamento erano indescrivibilmente belli e tutto il suo essere emanava un luminoso splendore. Com’era riuscito ad acquisire queste qualità stupefacenti e questi poteri? Shakyamuni spiega all’assemblea che nelle epoche passate il bodhisattva Suono Meraviglioso aveva usato centomila tipi di strumenti musicali per fare offerte a un Budda e aveva anche donato a quest’ultimo «ottantaquattromila vasi votivi ornati con i sette tesori» (SDL, 24, 394). Negli Insegnamenti orali Nichiren Daishonin afferma che il numero “ottantaquattromila” in questo brano rappresenta «le ottantaquattromila difficoltà terrene» (GZ, 775). [“ottantaquattromila” sta a rappresentare un numero incommensurabilmente grande e “difficoltà terrene” è un altro nome per i desideri terreni, le sofferenze che derivano dall’ignoranza e dall’illusione, n.d.r.]
La vita è piena di innumerevoli difficoltà e di lotte ma, se continuiamo a recitare Nam-myoho-renge-kyo, a sforzarci per la felicità degli altri e a diffondere la dottrina del Daishonin, tutte queste difficoltà e lotte si illumineranno di saggezza e benefici sconfinati. Questa è la funzione della legge di causa ed effetto nel Buddismo. I Budda e i bodhisattva citati nel Sutra del Loto non esistono soltanto nelle sue pagine, non sono oggetti di culto da effigiare in immagini o statue davanti alle quali pregare. Sono esseri umani, siete voi tutti che vi sforzate con tutto il cuore per kosen-rufu.
Nelle nostre attività per diffondere i principi e gli ideali del Buddismo, in cui ci sforziamo ogni giorno per la Legge, i nostri amici e le nostre comunità, possiamo incontrare molte difficoltà ma queste si trasformeranno senz’altro in immensa fortuna e benefici. Nel Buddismo niente accade invano. Ci saranno occasioni nelle quali saremo oggetto di fraintendimenti o pregiudizi; per esempio, agli albori del nostro movimento spesso i vicini si lamentavano del rumore che facevamo recitando Gongyo, cantando le canzoni della Gakkai o eseguendo le prove della banda musicale. Ma oggi anche quelle stesse persone che si lamentavano, esprimono il loro entusiasmo per le nostre canzoni, alcuni addirittura si offrono di pagare la nostra banda perché vada a suonare per loro e altri aspettano con ansia le parate in cui si esibiscono i membri della banda di pifferi e tamburi. I tempi cambiano e il cuore delle persone muta ancor di più.
Le parole del Budda non sono false. Chi lavora più intensamente e si sforza di più per kosen-rufu sarà il più grande vincitore nella vita e brillerà di umano splendore. Anche io ho lavorato duramente al fianco del presidente Toda; nessuno potrebbe immaginare gli sforzi che ho compiuto e le battaglie che ho affrontato. Voi amici della Divisione artisti della SGI-USA avete lottato con coraggio instancabile di fronte alle prove della vita, trasformando eroicamente il vostro karma in missione. Vi considero i miei più preziosi compagni che meritano di essere chiamati i bodhisattva Suono Meraviglioso della nostra epoca.
La mostra Gandhi, King, Ikeda: un’eredità per costruire la pace sta visitando diverse città del mondo dove viene accolta favorevolmente. La mostra, patrocinata dalla SGI, è stata voluta dal Morehouse College, la prestigiosa istituzione accademica americana, alma mater di Martin Luther King jr., il leader dei diritti civili americani. L’indiano Ved Nanda, giurista e vice rettore dell’Università di Denver, USA, col quale sto conducendo un dialogo, ha detto che Gandhi con la sua vita «ha unito le persone, dando loro una causa e combattendo al loro fianco per quella causa». Ha sottolineato che il leader indiano, nonostante sia stato incarcerato infinite volte nel corso della sua battaglia, si mantenne fedele alle proprie convinzioni e mantenne sempre la disponibilità a dialogare con chi lo criticava, trasformando il conflitto in reciproca comprensione. Nanda loda i membri della SGI che emulano l’esempio di Gandhi nel cercare di diffondere la pace attraverso il dialogo basato su una ferma fede e convinzione. Il potere del dialogo consente di trasformare persino i nemici in alleati. Facciamo il massimo per essere all’altezza dell’enorme fiducia che le persone dotate di raziocinio e profonda saggezza di tutto il mondo ripongono in noi.
Il Mahatma Gandhi, una guida impareggiabile, un simbolo per tutto il mondo, ebbe a dire con grande intuizione: «Non concepisco una religione separata dall’attività umana. Essa costituisce la base morale per tutte le altre attività che altrimenti ne difetterebbero, riducendo la vita a un coacervo di suoni e furia che non significa niente» [In quest’affermazione Gandhi cita implicitamente il Macbeth di Shakespeare: «La vita non è che un’ombra che cammina […] un racconto narrato da un idiota pieno di suoni e furia, che non significa niente», n.d.t.]. Un’esistenza umana priva di una base religiosa non è che un “coacervo di suoni e furia che non significa niente”. Credo che queste parole rappresentino un monito non solo per il Giappone attuale ma per tutto il mondo. Sotto quest’aspetto, con i vostri sforzi instancabili di instaurare dialoghi per far conoscere il Buddismo del Daishonin, voi tutti state dando uno splendido contributo alla società basato su una fede profonda. Ripercorrendo la storia, possiamo osservare che furono i giovani a emergere in varie occasioni per seguire Gandhi e King. I giovani hanno un istintivo senso della giustizia e riconoscono subito una persona integra che si dedica alla verità e alla giustizia. Nel corso della storia sono sempre stati i giovani che, portando avanti i sogni dei grandi difensori della giustizia, si sono buttati a capofitto nel turbine della società e hanno conseguito vittorie determinanti per la trasformazione della loro epoca. Anche la vittoria di kosen-rufu dipende dai giovani che seguiranno le nostre orme.
Nichiren Daishonin nutriva un grande apprezzamento per il suo giovane discepolo Nanjo Tokimitsu che potremmo paragonare a un membro della Divisione giovani. Anche il padre era stato un devoto credente e, dopo la sua morte, il Daishonin aveva continuato a guidare e incoraggiare il figlio. Scrive a Tokimitsu: «Anche se la gente parla male di noi, Nichiren e i suoi seguaci non si lasciano turbare da abusi o calunnie» (vedi GZ, 1510) e gli spiega che, se qualche potente avesse cercato con varie argomentazioni di persuaderlo a rinunciare alla fede, doveva «rispondere con fermezza e decisione» (GZ, 1540). Non bisogna farsi sviare dalle calunnie. Se qualcuno vi attacca o cerca di reprimervi, contrattaccate subito. Questo era il messaggio del Daishonin. Spero che respingerete con energia gli attacchi delle persone arroganti, rispondendo loro per esempio: «Non sai di cosa stai parlando. Non hai mai studiato il Buddismo e non sai niente dei suoi insegnamenti. Perciò non sei qualificato a esprimere alcuna opinione sull’argomento».
Il Daishonin cercava di trasmettere questo atteggiamento forte e coraggioso al giovane Tokimitsu, lo stesso atteggiamento che ha permesso alla Soka Gakkai di vincere tutte le sue battaglie, che costituisce l’anima della Divisione giovani. Ragazzi, conto su di voi! Da giovani, essere pigri e passivi porta solo alla sconfitta; al contrario lo spirito d’iniziativa fa crescere la nostra vita e apre nuove opportunità. Questa è la realtà della vita. Per decollare e librarsi nel cielo, un aereo ha bisogno del vento contrario; per questo le piste sono costruite in modo da sfruttare la direzione dei venti. Per compiere il grande volo della gioventù, bisogna avanzare coraggiosamente in mezzo ai venti impetuosi. Quando ci apriamo la strada in mezzo alla tempesta possiamo crescere enormemente, e fare progressi impressionanti verso la vittoria. È anche questo che rende eccitante e divertente la vita!
Gioventù, che parola meravigliosa! Essere giovani significa possedere un gioiello prezioso. Ma non è la nostra età anagrafica a determinare la gioventù. Possiate voi tutti, come il nostro fondatore Makiguchi, mantenere un “cuore giovane” per tutta la vita! In una lettera d’incoraggiamento alla madre di Nanjo Tokimitsu, affranta per la perdita del marito, il Daishonin scrive: «Per chi abbraccia il Sutra del Loto, l’inferno diventa la terra illuminata» (SND, 5, 196). In questo preciso momento ci sono tante persone nelle stesse condizioni, che stanno soffrendo per la perdita di una persona cara.
Il Daishonin non poteva rimanere in silenzio quando vedeva i suoi discepoli in preda alle sofferenze karmiche. Simpatizzava col loro dolore, li incoraggiava e dava loro sostegno affettivo e spirituale. Chi abbraccia il Gohonzon e si sforza nella pratica buddista, cercando di insegnare anche agli altri, può trasformare l’inferno nella terra illuminata (letteralmente: “nella Terra della Luce tranquilla”, n.d.t.). Questa è la promessa del Daishonin perciò, qualsiasi traversia dobbiamo affrontare, continuando a recitare Nam-myoho-renge-kyo e a dedicarci a kosen-rufu possiamo trasformare ogni disgrazia in qualcosa di positivo – cambiare il veleno in medicina – e ottenere un’ampia condizione vitale pervasa di suprema felicità. Decidete di non farvi mai sconfiggere! Decidete di non giungere mai a un punto morto! Allora entrerete in possesso di una felicità senza limiti. Questa è l’essenza del Buddismo del Daishonin. In particolare le donne che abbracciano la Legge mistica, le “mamme di kosen-rufu” che vivono la loro esistenza insieme alla Gakkai, non devono temere o preoccuparsi di nulla.
Anche Shijo Kingo, un precursore della Divisione uomini, affrontò con coraggio potenti nemici. Nella persecuzione di Tatsunokuchi accompagnò il Daishonin, pronto a dare la vita al suo fianco. Il Daishonin esprime profonda gratitudine per la sua devozione dicendo che non avrebbe mai dimenticato la fede pura di Kingo e gli assicura che, così come il sole disperde l’oscurità, un maestro e un discepolo uniti nel cuore e nello spirito possono trasformare anche l’inferno in una terra illuminata (vedi SND, 4, 176-177). [Nel Gosho I tre tipi di tesori si legge: «Più e più volte ripenso a quel momento indimenticabile, quando stavo per essere decapitato e tu mi accompagnasti tenendo le redini del mio cavallo e piangendo. Né potrò mai dimenticarlo in ogni vita futura. Se tu dovessi cadere nell’inferno per qualche grave colpa, anche se Shakyamuni mi invitasse a diventare un Budda, io rifiuterei: preferirei venire all’inferno con te. Perché se cadiamo nell’inferno insieme, troveremo là il Budda Shakyamuni e il Sutra del Loto. Sarebbe come la luna che illumina l’oscurità, come l’acqua fredda versata sull’acqua bollente, come il fuoco che scioglie il ghiaccio o come il sole che disperde l’oscurità» (SND, 4, 176-177)].
Il Daishonin dice: «Poiché ha ascoltato il Sutra del Loto che conduce alla Buddità, ha ricevuto il seme e sicuramente diventerà un Budda» (SND, 8, 24). In un’epoca devastata dai conflitti, il coraggio e la saggezza del Daishonin spiccano con chiarezza. È solo sforzandoci di conoscere nuovi amici e parlare con loro che possiamo aumentare il numero delle persone che conoscono questo Buddismo e piantare il seme della felicità nella vita degli altri.
Tra le rappresentazioni di musica, canto e danza che la Divisione artisti statunitense ci ha offerto oggi c’era anche l’intensa interpretazione di una canzone tratta dal musical I miserabili, basato sull’omonimo romanzo di Victor Hugo. Da giovane ho letto avidamente I miserabili; direi quasi che è il primo libro che un giovane dovrebbe leggere. È piuttosto lungo, ma vorrei che tutti faceste prima o poi lo sforzo di leggerlo, se non lo avete già fatto. Per esperienza personale so che le vecchie traduzioni della letteratura europea a volte sono un po’ pesanti e inoltre alcuni romanzi classici hanno lunghe parti dedicate alle descrizioni della situazione sociale e storica dell’epoca che, oltre a essere piuttosto difficili da digerire sono anche un po’ noiose da leggere. Ma penso che non sia un problema se saltate quelle parti per leggere quello che vi interessa e vi ispira di più. Potete sempre tornarci sopra in un secondo momento. Occorre un po’ di flessibilità. In ogni caso ciò che conta è i che i giovani siano capaci di esprimere le proprie idee e questa capacità si forma leggendo.
Soffermiamoci un istante sulla rivoluzione di luglio del 1830 in cui i cittadini francesi insorsero contro la tirannia. Una delle canzoni che erano sulla bocca e nel cuore di tutti, in quei momenti, recitava: «Ci hanno detto: Sarete schiavi! E noi diciamo: “Saremo soldati!”».
“Sono un essere umano, sono un guerriero, non mi farò schiacciare o sconfiggere! “Era lo spirito di quella canzone. Un inno alla vittoria del popolo. Ed è anche lo spirito della Gakkai: continuiamo ad avanzare con gioia e fiducia, cantando le nostre canzoni, fermamente decisi a batterci per la nostra causa qualsiasi cosa accada, senza mai darci per vinti.

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