L’assemblea generale dell’Onu ha approvato la creazione di un Decennio dell’educazione per uno sviluppo sostenibile, a partire dall’anno 2005, su proposta di Daisaku Ikeda. L’UNESCO prenderà parte come agenzia incaricata di promuovere e gestire tale iniziativa che può essere sintetizzata nella frase: «L’educazione è qualcosa di più di un insieme di nozioni. Alle persone deve essere trasmesso il coraggio e la speranza per intraprendere azioni concrete». È questo il principio illustrato in un pannello della mostra documentaria e fotografica «I Semi del Cambiamento e il potenziale umano», promossa dalla Soka Gakkai Internazionale insieme al Concilio della Carta della Terra.
Per la prima volta in lingua italiana, l’esposizione è stata presentata a Barberino del Mugello (Firenze) con la collaborazione dell’Istituto comprensivo delle Scuole Elementari e Medie e con il patrocinio del Comune. In particolare il sindaco e l’assessore all’ambiente hanno voluto dare un segnale concreto ai loro concittadini partecipando all’inaugurazione di sabato 27 marzo, presso la scuola media Lorenzo de’ Medici. Le classi hanno aderito alla proposta di lavorare insieme, riflettendo sui temi della mostra e partecipando al Forum sulla Carta della Terra attraverso il metodo nonviolento del confronto dialettico. L’esposizione fotografica – realizzata per il Summit sullo sviluppo sostenibile del 2002 a Johannesburg – è strutturata in tredici pannelli colorati che presentano la Carta della Terra e le azioni concrete della gente comune in difesa del nostro pianeta. Per sviluppo sostenibile s’intende «un processo equilibrato in cui tutti gli aspetti della nostra vita, come individui e come collettività, si sviluppano in armonia. È affrontare i bisogni presenti senza minare la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri».
La terra che noi abitiamo è infatti viva e ospita una ricchissima varietà d’individui. Ma lo sfruttamento indiscriminato delle risorse e l’inquinamento stanno danneggiando la salute del pianeta e il benessere dei suoi abitanti. L’ingiustizia, la povertà e la guerra sono fenomeni diffusi e causano profonde sofferenze. Il messaggio che vuol comunicare la mostra è sintetizzato nel pannello finale: «Tu puoi», in cui si esprime la speranza di effettuare significativi cambiamenti attraverso singole azioni quotidiane a livello locale. Per i 500 giovani, dagli otto anni ai tredici anni, e per i 300 visitatori adulti della mostra non possiamo che augurarci una splendida vittoria nella propria vita quotidiana, poiché come ci incoraggia Ikeda: «le azioni di una sola persona risvegliata sono in grado di cambiare il mondo».
Sandra Gualtieri
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Due novità editoriali presentate a Milano
Inaugurate nell’estate del 2002, proseguono le conferenze di presentazione dei libri presso il Centro culturale di Milano. Il 4 aprile è stata la volta del Vocabolario minimo di dialogo interreligioso di Brunetto Salvarani, edito da EDB. Sia Salvarani, d’impostazione cattolica, che l’altro ospite presente all’incontro, Gioachino Pistone (presidente del concistoro della Chiesa Valdese di Milano). hanno evidenziato l’errore di chi ritiene che, nell’ambito del dialogo alla pari, la propria fede possa uscirne sminuita. Al contrario, un sincero confronto interreligioso nasce solo da profonde convinzioni di fede e dalla ferma volontà di “capire l’altro”. Pistone ha definito la ricerca della verità come un gioco di relazioni reciproche, in cui nessuno dei protagonisti può presumere di possedere la completa verità. Salvarani ha posto l’accento sulla necessità di costruire forme di religiosità accoglienti e non esclusiviste. Entrambi hanno poi messo in luce i contenuti fondamentali e le modalità di sviluppo di un dialogo interreligioso, che ruota attorno a parole-chiave: identità, differenza, empatia, passione, ascolto, conoscenza, decentramento, accoglienza, mitezza.
Nel secondo incontro, il 18 aprile, è stato presentato il libro scritto dal giornalista del Washington Post, Colman McCarthy, intitolato Preferirei insegnare la pace. Nel 1982 McCarthy fu invitato a tenere un corso di scrittura presso una scuola pubblica dei quartieri poveri di Washington. «Preferirei insegnare la pace» fu la sua risposta. Da allora ha insegnato i temi del pacifismo, della nonviolenza e della mutua comprensione fra le persone in scuole di ogni ordine e grado. Scritto in forma di diario, il libro offre la possibilità di conoscere i temi affrontati dall’autore nel corso delle lezioni e di incontrare i suoi allievi. Essi vengono incoraggiati a sviluppare uno spirito di ricerca della verità e della giustizia che dovrà accompagnarli per tutta la loro esistenza.
Il libro è stato presentato da Bruno Segre (presidente dell’Associazione italiana degli “Amici di Nevè Shalom-Waahat as-Salaam”) e da Adriano Poletti (ACLI Milano).
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La Toscana promuove il dialogo fra religioni
Già dal 1999 la Regione Toscana ha intrapreso iniziative per affrontare le nuove sfide proposte da una società sempre più multiculturale dando vita al progetto “Porto Franco. Toscana. Terra dei popoli e delle culture”.
Nel 2000 è stato realizzato, tra gli altri, un “Campus sulle culture della religione”, dove i partecipanti, “toscani” e “stranieri”, hanno attraversato la regione per visitare comunità e confessioni religiose, facendo tappa anche al Centro culturale di Firenze, in via di Bellagio, dove hanno incontrato alcuni rappresentanti dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Da questo tipo di ricerca è nato, nel 2002, il “Forum per il dialogo interreligioso” di Siena, uno spazio permanente che permette ai rappresentanti delle religioni maggiori e minori, dei movimenti spirituali, delle diverse culture laiche e religiose, di dialogare e di cooperare con la società.
Il primo aprile scorso, presso il Centro Culturale Islamico di Colle Val d’Elsa (SI), si è svolta una giornata di preghiera interreligiosa per l’uomo e la pace organizzata dal Forum di Siena, a cui si sono affiancati nella promozione dell’evento il Comune di Colle Val D’Elsa, il “Progetto porto franco” della regione Toscana, il Centro di documentazione e solidarietà con i popoli del mediterraneo, l’Arci Siena e il Centro di culture contemporanee “Corte dei miracoli”. Hanno partecipato la Comunità islamica, la Comunità ebraica, la Parrocchia S. Agostino di Colle Val d’Elsa, la Fondazione Ernesto Balducci, la Chiesa evangelica valdese, la Chiesa dei mormoni e l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. Ciascuno dei gruppi partecipanti ha espresso attraverso la sua preghiera il grande desiderio di pace nel nome del quale si sono uniti soggetti tanto diversi e dalle radici così eterogenee. I membri dell’Istituto Buddista hanno contribuito alla preghiera recitando Gongyo e Daimoku e, alla fine, un libretto di Gongyo donato a un rappresentante della comunità islamica è stato ricambiato con una copia del Corano in lingua italiana.
Questa iniziativa non rimarrà isolata: per giugno è già programmato un incontro presso la Sinagoga di Siena, ospiti della Comunità ebraica, mentre in ottobre un’analoga iniziativa verrà ospitata dalla “Corte dei miracoli”.
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A Nuoro anche i bambini parlano di diritti umani
Deriso dai coetanei “continentali” perché il suo nuorese stretto “suona strano”.
Davide, 7 anni, ha già la sua piccola storia di discriminazioni quotidiane. La racconta mentre sosta davanti a uno dei pannelli della mostra Nuoro, città dei diritti umani, allestita dal 20 marzo al 3 aprile nei locali adiacenti ai parcheggi di piazza Vittorio Emanuele e organizzata dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e dal Comune di Nuoro. Assieme ai suoi compagni, Davide parte da un’immaginaria frontiera fumosa, la oltrepassa come rifugiato senza passaporto e senza identità fino ad arrivare alla città dei diritti umani. Dove tutti hanno diritto alla cittadinanza a prescindere dalle diversità. Di opinioni, colore, status, religione, lingua, inflessione dialettale.
Ma quella di Davide è solo una delle numerose situazioni raccontate per immagini e parole nell’esposizione multimediale che fa tappa per la terza volta in Sardegna, dopo Cagliari e Sassari. La mostra, visitata da 8095 persone, è stata accolta con favore nel territorio, che da tempo lotta per far prevalere la cultura della legalità e della nonviolenza e dire no alla serie di attentati e intimidazioni contro politici, amministratori e cittadini. Ma soprattutto ha rafforzato i legami costruiti nel tempo, attraverso semplici gesti di amicizia o iniziative, tra la comunità buddista nuorese, le istituzioni e i cittadini. Tanto che la Giunta comunale ha proposto la cittadinanza onoraria per Daisaku Ikeda.
Toccante il discorso di inaugurazione della mostra di Monsignor Pietro Meloni, vescovo della Curia nuorese: «Salam dicono gli arabi, Shalom dicono gli ebrei, in tutte le lingue esiste la parola pace. Questa mostra deve segnare una rinascita, per il nuorese, la Sardegna, l’Italia e il mondo intero».
«Voglio parlare poco, parole brevi perché invece sia lunga la pace – ha ripreso Monsignor Meloni, che ha rivolto un messaggio speciale ai giovani – l’esperienza della pace è affidata al nostro impegno, alla nostra fiducia, tutti siamo chiamati a costruire la pace. La guerra non si fa solo con le armi, ma calpestando i diritti delle persone».
Daniela Siddu e Maria Grazia Marilotti