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I mattoni del karma per costruire la pace - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:10

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I mattoni del karma per costruire la pace

Al Corso nazionale della Divisione donne tante “costruttrici di pace” hanno riflettuto sulla chiave per trasformare completamente il proprio karma: decidere di usarlo per uno scopo più grande, la felicità degli altri

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Al Corso nazionale della Divisione donne tante “costruttrici di pace” hanno riflettuto sulla chiave per trasformare completamente il proprio karma: decidere di usarlo per uno scopo più grande, la felicità degli altri

Dopo che il coro di Milano aveva aperto il corso nazionale della Divisione donne, l’esibizione in tedesco, giapponese e italiano del coro di Roma ha salutato alla fine le 450 donne che da tutta Italia si erano riunite a Chianciano dal 26 al 28 marzo sotto un motto sintetico e quanto mai importante: “Costruttrici di pace”. Sottotitolo: Le donne possiedono la chiave per aprire un futuro pieno di speranza.
La situazione sociale in cui stiamo vivendo – è stato detto – attualmente offre poche soluzioni sicure per creare la pace, quindi questo è il momento giusto per fare proprio il desiderio della felicità di tutte le persone. Con quale mezzo? Attraverso la nostra vita stessa, valorizzando certe caratteristiche proprie della femminilità, come la tolleranza o il prendersi cura, caratteristiche che rimangono sottovalutate laddove una società vede gli esseri umani come semplici mezzi e non come fini.
Nel messaggio inviato per l’occasione, Daisaku Ikeda ha descritto l’organizzazione ideale scrivendo: «Ogni capitolo, settore e gruppo è come un porto dove si respirano speranza e serenità. La nostra organizzazione esiste affinché ciascuno possa continuare a impegnarsi per approfondire la fede con grande speranza, serenità e creando buoni rapporti. So che richiede molto impegno, ma come sostiene il Daishonin in un brano di Gosho: “Se accendi una lanterna per un altro, la sua luce illuminerà anche il tuo cammino”; tutti gli sforzi che fate adesso creeranno buona fortuna e la vostra vita risplenderà. Quanto è nobile l’azione di incoraggiamento che portate di persona ai compagni di fede, andando a recitare Daimoku insieme a loro!» (GZ, 1598).
Anche la responsabile delle Divisioni donne e giovani donne della SGI, Eiko Akiyama, ha voluto inviare un incoraggiamento alle partecipanti al corso, in cui ha scritto: «Il movimento di kosen-rufu in Italia sicuramente avanzerà tanto quanto ognuna di voi svilupperà una forte convinzione, un’alta condizione vitale e una grande crescita. Il presidente Ikeda ci loda per le nostre attività quotidiane, portate avanti con costanza e in modo quasi invisibile: “Quanto è prezioso l’atteggiamento di dedicarsi giorno dopo giorno alla realizzazione di kosen-rufu con la consapevolezza della propria missione! Questo è il modo più bello di vivere come esseri umani e fa risplendere nel cuore il sole della gioia. La condizione vitale di chi agisce così è come quella di una regina e la via che ella percorre porta al castello della felicità assoluta. I suoi sforzi e le sue sofferenze creano un’eterna fortuna e costruiscono una spiccata personalità che emana luci di mille colori tingendo d’oro la vita”».
La responsabile della Divisione donne SGI Europa, Sakae Takahashi, presente al corso, ha ricordato come il prossimo anno, 2005, segnerà la ricorrenza di molte date piene di significato per il movimento di kosen-rufu: 30° anniversario della fondazione della Soka Gakkai Internazionale (26 gennaio 1975) e della creazione del Centro europeo di Trets (sempre 1975), 45° anniversario dalla nomina a presidente di Daisaku Ikeda (3 maggio 1960), 75° anniversario della fondazione della Soka Gakkai (18 novembre 1930). Per questo, i rappresentanti di 29 paesi europei si sono riuniti all’inizio di questo anno decidendo che il modo migliore per celebrare queste ricorrenze fosse ovviamente quello di far crescere ancora il numero dei Bodhisattva della Terra. Sakae Takahashi ha poi aggiunto che tale crescita numerica non significa fare uno sforzo doppio rispetto al passato in termini di tempo o di impegno, ma piuttosto, come insegna Ikeda, di sfruttare al massimo le proprie potenzialità ricordando che tutti possediamo il cuore del re leone e che dobbiamo “solo” rendercene conto. Come? Incoraggiando gli altri con rispetto, sviluppando la propria umanità, recitando insieme davanti al Gohonzon, fino a far nascere la consapevolezza che stiamo vivendo in un momento particolare per la storia dell’umanità e a diventarne protagoniste fino in fondo.
La lezione che Sakae Takahashi ha tenuto al corso [che sarà pubblicata sul prossimo numero, n.d.r.] si basava sulla puntata del Mondo del Gosho in cui si parla del principio di trasformazione del karma. La dottrina di Nichiren è rivoluzionaria in quanto insegna a non subire il karma di cui siamo responsabili ma, invece che sentirsi impotenti o dominati da esso, a trasformarlo nella propria “missione”. Cambiare se stessi e la società è il vero cammino della fede, che richiede faticosi e continui sforzi in mezzo alla realtà, ma la nostra condizione vitale cresce soltanto nella misura in cui cerchiamo davvero di agire così. Affrontare a viso aperto il proprio karma o in altri termini, come fece Nichiren, esaminare l’interiorità della nostra vita permette di arrivare alla radice della sofferenza. Che in ultima analisi, anche se magari è difficile da capire, corrisponde all’offesa alla Legge. Offendere la Legge significa dubitare della propria natura di Budda, ma invece di combatterne gli effetti (sofferenze) dovremmo rompere il guscio dell’ignoranza innata e far emergere la Buddità. Come? Prima di tutto attraverso un atto di fede: il cuore che decide di credere e di trasformare il proprio destino (o karma) insieme a quello di tutta l’umanità manifesta il Budda. Si tratta di un processo di allenamento continuo, durante il quale il karma passato non scompare come per magia – bene e male sono infatti intrinseci e inseparabili nella vita stessa – ma piuttosto viene avvolto dal sole della Buddità. Come esempio, Ikeda nel Mondo del Gosho cita l’esempio della luce della luna e delle stelle, che al sorgere del sole non si vede più. La luna e le stelle non cessano di esistere, ma svaniscono alla vista. E Sakae Takahashi ha puntualizzato che è come se nella nostra vita esistessero due stanze, una rischiarata dalla luce lunare, l’altra dal sole. Bene, si tratta di lottare costantemente per entrare e rimanere il più a lungo possibile nella stanza illuminata dal sole, attraverso la fede, la recitazione del Daimoku, il curarsi degli altri, il creare armonia. Entrare e uscire è un allenamento, karma o estinzione del karma non è una forma di dualismo, bensì sta a noi decidere di usarlo o di “esserne usati”. Al momento che non ne siamo più influenzati, e siamo quindi “liberi dal karma” come promette il Daishonin, possiamo usare questa forza per gli altri ed ecco che il karma si trasforma esattamente in missione.
Altri argomenti di studio di due diverse riunioni sono state le cinque guide SGI e alcuni brani della proposta di pace presentata come ogni anno da Ikeda all’Onu il 26 gennaio 2004. Ancora una volta è stato ribadito che i desideri sono solo un mezzo per ottenere il vero beneficio, invisibile e profondo, di radicale trasformazione della propria vita fino a giungere al termine e, come insegna Nichiren, non avere rimpianti. In altre parole aver “usato” tutto il proprio karma, aver trasformato tutto, in primo luogo il modo di approcciarsi alla vita stessa e aver imparato il coraggio, la gioia e la forza a beneficio di sé e degli altri. Inoltre, avere prospettive a lungo termine e agire di conseguenza – è stato suggerito – è un “trucco” per non sentirsi impotenti, specie in una situazione mondiale in cui guardarsi attorno appare scoraggiante.
Anche durante la riunione conclusiva di domande e risposte con il direttore generale Tamotsu Nakajima è stato ribadito che la tendenza dei comuni mortali, in qualsiasi forma di aggregazione sociale, è di aumentare il conflitto. Che invece va fermato, a ogni costo e con grande forza. Per questo è vitale riuscire ad apprezzare chiunque stia facendo uno sforzo per migliorare, proprio come il bodhisattva Mai Sprezzante che era capace di rispettare tutti quanti. E magari diventarne capaci il più in fretta possibile, visto anche l’odio che dilaga tra le persone e tra i popoli, e visto anche che il 2004 è stato dichiarato anno della vittoria completa di Soka. Che significa vincere? Significa usare ogni occasione per migliorarsi e incoraggiare gli altri a fare altrettanto.
Asa Nakajima, responsabile Divisione donne dell’Italia, ha ricordato ancora una volta che il Buddismo parla di vincere o perdere ora, proprio adesso, e che vincere significa pregare, agire e cambiare la sofferenza fino ad arrivare a un vero umanesimo buddista, auspicando che ognuna riesca a sentire dentro di sé: io sono la Soka Gakkai.
Un ulteriore piccolo germoglio di speranza: a Tokyo, nel giardino Makiguchi, per iniziativa di Daisaku Ikeda è stato piantato in mezzo agli altri un albicocco dedicato alla Divisione donne e giovani donne dell’Italia. Che crescerà sicuramente rigoglioso e carico di fiori.

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9 giugno, giornata dellla Divisione donne italiana

Il 9 giugno del 2001, in occasione del cinquantenario della fondazione della Divisione donne, il presidente Ikeda ha dedicato alle donne italiane il poema Il giardino dei grandi fiori per il Rinascimento (NR n. 239, luglio 2001). Anche quest’anno, a partire da maggio, fino a metà giugno, si terranno in ogni zona delle riunioni per celebrare questa data e rinnovare il nostro impegno per la realizzazione di kosen-rufu. Organizzando a livello locale tante piccole riunioni le donne potranno avere una bella occasione per invitare anche familiari e amici, per far conoscere l’insegnamento di Nichiren Daishonin e trasmettere, in un’atmosfera gioiosa e accogliente, il cuore dell’umanesimo buddista.

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