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In Italia, madri appassionate - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:15

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In Italia, madri appassionate

Impressioni di viaggio. Sullo sfondo delle bellezze monumentali si staglia l’immagine delle madri italiane, della loro forza, del loro coraggio, del loro cuore

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Impressioni di viaggio. Sullo sfondo delle bellezze monumentali si staglia l’immagine delle madri italiane, della loro forza, del loro coraggio, del loro cuore

Una persona che conosce bene l’Italia disse una volta: «Perché gli italiani sono estroversi? Perché sono avvolti dall’amore delle mamme». Per esprimere sorpresa o preoccupazione dicono: «Mamma mia!», come per chiamare la madre. Il legame è così forte che l’immagine delle appassionate madri italiane è diventata famosa in tutto il mondo.
La piazza di Pisa brulicava di gente, con le file di bancarelle che vendevano modellini della torre pendente e altri souvenir, mentre i gelatai dietro ai carretti variopinti facevano ottimi affari. Gli italiani in piazza parlavano tutti veloci e a voce alta e sul più bello della conversazione cominciavano a gesticolare: esprimevano con tutto il corpo sentimenti animati, quasi che questi, incontenibili, uscissero fuori dal viso, dalle dita e dalle braccia. Sembravano tutti eccellenti attori dell’opera, con un repertorio infinito di pose espressive.
Era il maggio 1994 e la Torre di Pisa era chiusa per i lavori di restauro, con la base tutta circondata di impalcature. Di solito i turisti si affollano intorno alla Torre e scattano fotografie buffe in cui fingono di tenerla in piedi o di spingerla giù.
La costruzione fu iniziata nel 1173, più di otto secoli fa. Alta otto piani, la torre cominciò a pendere non appena fu completato il terzo piano poiché il sottosuolo melmoso non era in grado di sostenere i grandi blocchi di marmo bianco, che in totale pesano ben quindicimila tonnellate. I lavori furono interrotti più volte e vennero ultimati solo duecento anni più tardi, ma la torre era ormai già inclinata. Più e più volte da allora si sono eseguiti lavori di rinforzo delle fondamenta nel tentativo di compensare l’inclinazione.
Per quanto gli italiani non amino regole e regolamenti troppo stretti, chi altri avrebbe portato a termine un’opera come quella della torre pendente! Nel guardare il monumento, mi ricordai della reputazione degli italiani come “maestri nell’arte di arrangiarsi”.
Firenze dista un’ora di auto da Pisa, lungo una strada fiancheggiata di campi di girasole che si estendono a perdita d’occhio. I fiori, simili a infiniti soli dorati, si stagliano contro il cielo blu.
Nel 1981 visitai Firenze e Milano e parlai con diversi giovani. Passeggiando lungo le strade pavimentate di pietra, seduti all’ombra dei cipressi, per nove giorni parlai con quanti più giovani italiani possibile, da mattina a sera. A volte con uno soltanto, altre volte con dieci o venti di loro. E ogni volta dicevo loro: «Abbiate cura dei vostri genitori».
Nessuno è solo, ognuno è parte di una famiglia; abbiamo tutti numerosi legami umani. Parlando con quei giovani, mi sembrava di poter vedere in particolare le madri alle loro spalle.
Nei secoli, le mamme italiane sono diventate famose per saggezza, forza, duro lavoro e devozione per la famiglia.
Quando il figlio è malato, una madre siede vicino al letto e ripete: «Se potessi ammalarmi io al posto tuo…». In ogni lettera scrive puntualmente: «Abbi cura di te». Conosce così bene i figli che riesce a capire come stanno dal modo in cui aprono la porta quando tornano a casa. Anche se a volte brontola tra sé per aver messo al mondo un figlio così, quando i figli sono tristi li abbraccia e li conforta. Quando tutti gli altri non hanno più fiducia in suo figlio, lei continua a dire: «Io credo in te». Lei apprezza sempre gli sforzi dei figli e alimenta la loro fiducia in se stessi. È felice per ogni più piccolo regalo che riceve da loro e li ringrazia a lungo. Se il marito muore, evita di piangere davanti ai figli per mostrarsi coraggiosa e forte, e solo quando tutti dormono dà sfogo al dolore.
Non scordate mai i giorni di sacrifici che vostra madre ha dedicato per prendersi cura di voi, dissi ai giovani membri della SGI italiana. Vivete una vita di cui vostra madre possa essere fiera! Non fate niente per cui vostra madre debba vergognarsi di voi! Alcuni genitori di quei giovani erano preoccupati perché i figli si erano convertiti al Buddismo, una religione strana e poco familiare. Ma quegli stessi genitori furono i primi a riconoscere i cambiamenti positivi nei figli e la loro comprensione e accettazione del Buddismo aumentarono enormemente di fronte alla trasformazione dei figli.
Quando tornai in Italia undici anni dopo, nel 1992, il numero dei membri era aumentato di cinquanta volte.
Insieme a quei giovani, avevo visitato il Ponte Vecchio a Firenze, costruito nel quattordicesimo secolo. Più che un semplice ponte ha una funzione di spazio pubblico o di piazza con molti negozi di gioiellieri e orafi costruiti sul ponte stesso. Nell’agosto del 1944, incalzati dalle forze alleate, i nazisti, fuggendo da Firenze, dopo aver fatto saltare cinque dei sei antichi ponti della città, risparmiarono solo il Ponte Vecchio.
Molte donne italiane, e alcune di esse fanno parte della SGI italiana, combatterono il fascismo durante la Seconda guerra mondiale. Alcune hanno detto che quando vedevano i giovani soldati tedeschi non potevano fare a meno di pensare che, a eccezione delle uniformi, non erano diversi dai loro figli. Una donna anziana che pregava per il figlio al fronte, pregava anche per i ragazzi tedeschi che erano stati richiamati per la guerra. Dopo tutto avranno delle madri, pensava. Quanto devono stare in pena! Ricorda che c’era un senso universale ed eterno di solidarietà che legava tutte le madri. [cfr. Ada Gobetti, Diario Partigiano, Giulio Einaudi editore, Torino 1956, pag. 112]. Anche mia madre durante la guerra diceva lo stesso dei soldati americani.
Se solo questo spirito materno potesse brillare e diffondersi in tutto il mondo! Ma finora l’uomo e i suoi leader hanno disprezzato questo nobile spirito.
In un classico della letteratura italiana, Cuore di De Amicis, il protagonista viene severamente rimproverato dal padre quando si comporta sgarbatamente con la mamma. L’amore di tua madre, gli dice, è il più sacro degli affetti. E aggiunge: «…Infelice è colui che lo calpesta… il più glorioso degli uomini che la ferisce e la offende è solo un vigliacco».
Per questo anche io voglio che le madri nel mondo diventino vincitrici e siano felici: questa è la chiave per la pace.
Insieme ai giovani membri italiani, visitai la casa di Dante Alighieri. Il grande poeta compose la Divina Commedia mentre era in esilio, perseguitato dai propri concittadini. Cosa distingue la commedia e la tragedia? Per quanti problemi e sofferenze si dispieghino nel corso della storia, se il sipario cala su un lieto fine quella è una commedia. Se incontriamo numerosi fallimenti e ogni sorta di ingiustizia o iniquità sociale, ma siamo decisi a trionfare, se determiniamo di vincere, saremo protagonisti della nostra vita.
Dopo tutto, anche la Torre di Pisa fu completata e si continuò a lottare fino alla fine per costruirla. Ed è diventata famosa e ammirata in tutto il mondo, proprio perché la sua costruzione è stata una tale sfida.
La vostra felicità è decisa dalla vostra stessa determinazione, non dal vostro coniuge, dal vostro compagno, dai vostri figli né da nessun altro. Per questo, quando qualche guaio si manifesta, il vero eroe dello spettacolo della vita si erge fiero e solido per dichiarare: «Benissimo! Ora la mia vita diventa eccitante! Adesso non mi resta che vincere!».

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Le visite di Daisaku Ikeda in Italia

19-22 ottobre 1961 Prima storica visita in Europa. A Roma, visita al Vaticano, alle catacombe sull’Appia Antica e al Foro Romano dove Daisaku Ikeda compose questi versi: In piedi/tra le rovine di Roma/sento la certezza che il regno della mistica Legge non perirà mai
19-22 gennaio 1963 Ikeda si reca a Roma, a Napoli e a Pompei prima di proseguire per Beirut.
6-8 ottobre 1964 Visita Roma.
24-25 ottobre 1965 Visita Milano.
23-25 maggio 1967 Visita Roma.
28 maggio-5 giugno 1981 Prima visita alla Torre di Pisa. Visita la casa di Dante Alighieri a Firenze e il Teatro alla Scala a Milano. Incontra Aurelio Peccei, il fondatore del Club di Roma.
25 giugno-4 luglio 1992 Prima visita al Centro culturale di Firenze. A Palazzo Vecchio, il municipio di Firenze, gli viene conferito il Fiorino d’Oro e un attestato di riconoscimento dalla Fondazione Longhi, un istituto di ricerca della storia dell’arte di fama mondiale. Partecipa alla riunione generale della Divisione giovani della SGI italiana e al festival della musica.
25 maggio-6 giugno 1994 Visita alla Torre di Pisa. Inaugura la mostra Il mondo dei Samurai, promossa dal Museo Fuji di Tokyo, tenutasi al palazzo Medici Riccardi a Firenze. Gli viene conferito l’Anello dottorale dall’Università di Bologna, l’università più antica d’Europa. Tiene un discorso commemorativo all’Aula Magna della stessa università. Partecipa al dodicesimo festival mondiale dei giovani per la pace e la cultura a Milano.

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