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Bunkyo, la mia palestra giovanile - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:16

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Bunkyo, la mia palestra giovanile

L’esperienza di Daisaku Ikeda come giovane responsabile del capitolo Bunkyo, un quartiere povero di Tokyo al quale erano profondamente legati anche i suoi due predecessori, è un esempio di come si trasforma radicalmente una situazione

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L’esperienza di Daisaku Ikeda come giovane responsabile del capitolo Bunkyo, un quartiere povero di Tokyo al quale erano profondamente legati anche i suoi due predecessori, è un esempio di come si trasforma radicalmente una situazione

Pearl S. Buck (1892–1973), scrittrice americana e vincitrice del Premio Nobel, scrisse: «Il segreto di una vita felice sta nel cominciare un nuovo giorno con coraggio e con la fiducia di farne il migliore di tutti quanti i giorni, qualunque siano i cambiamenti che potrà portare».
Era il 6 luglio del 1945. La salita lungo la strada che porta a Nichikata, nel quartiere di Bunkyo, era lunga e faticosa per il nostro maestro Josei Toda, uscito di prigione da tre soli giorni. Toda stava andando a parlare con un amico che viveva lì allo scopo di rimettere in piedi i propri affari. Toda stava infatti facendo il primo passo per costruire nuove fondamenta per la Soka Gakkai, dopo che questa, durante la guerra, era stata quasi totalmente smantellata dal governo militarista giapponese.
I due anni trascorsi in carcere avevano messo seriamente in pericolo la salute di Toda e avevano prosciugato tutte le sue energie. L’abito estivo che aveva indosso penzolava sulla sua figura allampanata. Eppure lo sguardo era fisso sul futuro e bruciava di orgogliosa determinazione.
Sarebbe giusto dire che Bunkyo fu il luogo da cui Toda lanciò la sua grande battaglia per kosen-rufu che durò tutta la vita.
E certamente non solo Josei Toda, ma anche Tsunesaburo Makiguchi, fondatore della Soka Gakkai, era legato al quartiere di Bunkyo, sia perché vi si recava regolarmente per fare visita al famoso scrittore e pedagogista Nitobe Inazo (1862–1933) e prendere parte agli incontri del Kyodo-kai, un gruppo di studio sulla cultura popolare e il folclore giapponese, sia perché esattamente un secolo fa (1903), quando aveva 32 anni e pubblicava il suo lavoro più importante, Geografia della vita umana, Makiguchi abitava nella zona di Komagome, sempre a Bunkyo. Il lavoro era stato portato a termine dopo molte sfide e con molti problemi, mentre Makiguchi viveva lì insieme alla famiglia in una povera abitazione in affitto.
Dunque Bunkyo può vantare profondi legami con entrambi i primi due presidenti della Soka Gakkai.

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Sono passati cinquant’anni da quando, nell’aprile del 1953, fui nominato responsabile del capitolo Bunkyo e mi gettai anima e corpo nella creazione di una nuova fresca sorgente per kosen-rufu in quella zona.
Bunkyo era uno dei 12 capitoli originali della Soka Gakkai, ma all’epoca la sua crescita ristagnava e si percepiva visibilmente una mancanza di gioia e di entusiasmo nella fede di coloro che ne facevano parte. La responsabile del capitolo, Tsugiko Tanaka, era preoccupatissima ed era in lacrime mentre spiegava la situazione di Bunkyo a Josei Toda. Questi fu sempre una persona che agiva con rapidità. «Ti manderò il mio braccio destro» le disse, e mi nominò immediatamente responsabile del capitolo.
Nessuno deve essere lasciato indietro nel lungo viaggio per kosen-rufu, dobbiamo scalare insieme la vetta della vittoria.
Anche per questo è di vitale importanza incoraggiare chi sta affrontando le lotte più dolorose, chi abita in zone dove la situazione è più difficile.
Durante quella indimenticabile serata dell’aprile 1953, svoltai dal viale Shinobazu in una strada laterale e percorrendo viuzze strette e tortuose mi recai a casa della signora Tanaka, una vecchia abitazione quasi in rovina, ma ricordo con nostalgia quanto fu difficile trovarla.
La mia “rivoluzione di Bunkyo” iniziò nel momento in cui entrai in quella stanza dove erano riuniti i responsabili del capitolo. Mentre li guidavo nella recitazione di tre Daimoku, le voci non erano all’unisono. Era il segno di una mancanza di unità che avevano anche nella loro battaglia per kosen-rufu. Ripetei la recitazione dei tre Daimoku più e più volte, finché non riuscirono a farlo tutti insieme.
Recitare non è semplicemente una vuota formalità. Daimoku è l’arma più importante dei campioni dello spirito, l’arma più potente in tutto l’universo. Quando si recita in unità con uno scopo comune si può creare un’alleanza invincibile per la causa del bene e della giustizia. Recitare distrattamente è come un obiettivo fotografico fuori fuoco. Quando le menti dei membri non sono unite, essi non riescono a raccogliere la loro piena forza o a produrre risultati positivi.
La vera unità non si raggiunge con il sacrificio di sé a costo di sopprimere o eliminare la nostra individualità, ma con l’espandersi del nostro stato interiore, rompendo il minuscolo guscio del nostro piccolo io. È una lotta in cui uniamo il nostro intento verso uno scopo più alto, mentre ognuno di noi si impegna al meglio delle proprie capacità uniche e del proprio talento. Per questo la fede che si basa sul principio di “molti corpi, una sola mente” porta allo sviluppo, alla vittoria e alla felicità.

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Più di ogni altra cosa volevo che i nostri membri di Bunkyo avessero fiducia in se stessi. Ricordai loro che ci stavamo sforzando di realizzare kosen-rufu, un impegno enorme che trascende le capacità dei più forti leader politici, dei più ricchi e potenti. Non ci può essere fonte di orgoglio o di gloria maggiore.
Solo perché non riuscivano a far conoscere il Buddismo a tante persone come avrebbero desiderato, non era una ragione per perdersi d’animo o per deprimersi. Erano tutti Bodhisattva della Terra. Erano valorosi paladini di kosen-rufu che si erano qui riuniti con una missione dal passato senza inizio.
Alzatevi, amici! Continuate a lottare senza rimpianti!
Alla nostra prima riunione proposi un obiettivo senza precedenti. «Possiamo farcela! Non avete ancora provato fino in fondo. Inoltre, avete il Gohonzon. Uniti nella lotta dietro la guida del presidente Toda non c’è niente che non possiamo realizzare!».
Non è che i membri fossero incapaci. Il problema stava nella negatività e nel non usare le capacità che possedevano.
Per esempio il cervello umano, nella sola corteccia cerebrale pare abbia circa 14 miliardi di cellule nervose, ovvero di neuroni. Il suo potenziale è illimitato, ma normalmente noi ne impieghiamo solo una minuscola parte, alcuni scienziati pensano addirittura meno del dieci per cento.
La vita stessa è un tesoro misterioso, intatto e disponibile.
Se ogni persona si fosse davvero risvegliata alla propria missione e si fosse levata con decisione, la gratitudine e la gioia sarebbero scaturite dalla sua vita insieme a uno spirito combattivo inesauribile.
Il mio ruolo nel far sì che questo avvenisse era di offrire un incoraggiamento sincero e una motivazione per i nostri membri di Bunkyo.

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Mi recai in ogni angolo del capitolo Bunkyo. Volevo fare tutto ciò che potevo per incoraggiare quei miei amici, con cui avevo profondi legami. Ognuno era un individuo prezioso per kosen-rufu. Ognuno aveva un’immensa missione. Volevo che tutti loro, senza eccezioni, si levassero come grandi paladini di kosen-rufu.
A volte prendevo per le spalle un giovane uomo e gli dicevo in modo da scuotere tutto il suo essere: «Lavoriamo insieme! Vinciamo nella vita e facciamo un brindisi al nostro successo!». Altre volte mi rivolgevo a una donna dicendo: «Per favore, diventa vincitrice per il bene della tua famiglia e aiutali tutti a vivere una vita felice».

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Anonime persone comuni che si aiutano: non c’è niente di più meraviglioso.
Molti hanno ceduto all’apatia e alla sfiducia in questi tempi bui in cui viviamo. Quanto è ammirevole la vista di eroi anonimi che si lanciano nella società e cercano di indirizzare il cuore della gente verso la felicità e la gioia, è assai più ammirevole delle ostentazioni essenzialmente vuote di molte celebrità.
La vittoria o la sconfitta nella vita è determinata dal momento finale. Nell’ultimo capitolo dell’esistenza il verdetto arriva rigorosamente. Le persone di fede che provano un orgoglio senza pari per la propria profonda missione sono certe di completare la vita con un brillante trionfo.
Amici miei, non diventate mai codardi cercando di sfuggire alla realtà, perché tutto quello che rimarrebbe sarebbe un eterno rimpianto. Lasciate invece che lo splendore della vostra esistenza, la luce delle vostre lotte, brilli con forza in mezzo alle onde tempestose della società.
Amici miei, non cadete preda della paura fino a farvi imprigionare dalla sfortuna. Diventate felici! Diventate vincitori! Diventate eroi anonimi che illuminano quanto hanno intorno con la luce della gioia!
Anche quando sorge un nuovo giorno, le dure realtà della società rimangono buie. La vita consiste nel trionfare in mezzo al grigiore raccapricciante e spietato.
Per quanto tenebroso vi possa apparire a volte il vostro karma profondo, usate il potere della fede per superare la debolezza dello spirito e chiamare a raccolta il coraggio. È vitale che vinciate, che combattiate coraggiosamente per superare tutti gli ostacoli continuando a nutrire una luminosa speranza nel cuore.
Lasciate perdere le critiche infondate. Ignorate le chiacchiere mosse dalla gelosia e andate avanti. Questa è la strada di un vero campione.

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Il capitolo Bunkyo rinacque come una bella famiglia e come un’alleanza per la verità e la giustizia, e arrivò a segnare un record di crescita tra i vari capitoli. Una realizzazione preziosa nella storia della Soka Gakkai che brilla oggi più che mai.
Una vita dedita a kosen-rufu è certo un’esistenza magnifica, uno spettacolo di vittoria coronato di incomparabile soddisfazione e gioia!
Miei amati membri di Bunkyo, il secondo capitolo della rivoluzione di Bunkyo è ora cominciato con immensa forza. Sorgete come grandi filosofi! Agite come magnifici pensatori! È di importanza cruciale che nessuno di voi sia sconfitto. Invece di inseguire il sogno di una vita di piaceri vuoti, trionfate come campioni spirituali che conquistano i più grandi onori dell’esistenza!

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