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In occasione del 75° anniversario - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 19:12

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In occasione del 75° anniversario

Chi ha deciso di assumersi una responsabilità nel movimento per kosen-rufu non può prescindere dal tenere presenti alcuni punti fondamentali che il presidente Ikeda ha riconfermato in questa riunione

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Chi ha deciso di assumersi una responsabilità nel movimento per kosen-rufu non può prescindere dal tenere presenti alcuni punti fondamentali che il presidente Ikeda ha riconfermato in questa riunione

In occasione del settantacinquesimo anniversario della Soka Gakkai vorrei riconfermare vari punti fondamentali che riguardano le attività della SGI. Il primo riguarda la pratica di shakubuku, cioè condividere con gli altri il Buddismo di Nichiren Daishonin. Nei suoi scritti il Daishonin chiede esplicitamente ai suoi seguaci di impegnarsi in questo compito: «di confutare i maestri e le dottrine di tutte le altre sette [buddiste che offendono il corretto insegnamento]» (SND, 4, 16) e «In tale epoca, bisogna mettere da parte tutto il resto e impegnarsi e correggere coloro che offendono la Legge: questa è la pratica di shakubuku» (SND, 7, 91). E ancora «ma nell’epoca in cui ci sono persone dalle vedute perverse che offendono la Legge, allora si deve principalmente fare shakubuku» (SND, 1, 203) e «Nichiren ritiene che la pratica essenziale sia shakubuku. […] Come afferma T’ien-t’ai: “Il Sutra del Loto è la dottrina di shakubuku, la refutazione degli insegnamenti provvisori”» (GZ, 867).
Impegnarsi nel far conoscere alle altre persone il corretto insegnamento buddista è la pratica di base per l’Ultimo giorno della Legge. È un compito arduo ma che porta altrettante soddisfazioni. Il punto fondamentale è pregare sinceramente al Gohonzon per la felicità dell’altra persona. Poi dovremmo raccontare con convinzione e sincerità la nostra personale esperienza di fede e far conoscere la Soka Gakkai. Non occorre aver fretta di produrre risultati. Quando abbiamo il coraggio di parlare apertamente facciamo crescere il numero di persone che hanno un legame con il Buddismo. Spero che voi tutti affrontiate quest’impresa con coraggio e perseveranza nella maniera che è più naturale per il vostro modo di essere.
Inoltre vorrei che i responsabili decidessero di impegnarsi in prima persona per la crescita del numero di lettori del Seikyo Shimbun (per estensione tutte le pubblicazioni della SGI nei vari paesi, n.d.t.). Oggigiorno l’espansione del Seikyo Shimbun equivale all’espansione di kosen-rufu e del nostro movimento umanista. Questo è il vero significato dei nostri sforzi per aumentare il numero di lettori del giornale.
A proposito degli esami di ammissione al Dipartimento di studio vorrei dire che è tradizione della Soka Gakkai migliorare se stessi con la fede, la pratica e lo studio. Lo studio è la spina dorsale della fede. Se gli attribuiamo scarsa importanza le basi della nostra fede si indeboliscono ed è facile rilassarsi anche nella pratica giornaliera. Per questo è tanto importante leggere anche solo una riga o un brano degli scritti del Daishonin ogni giorno.
Ai vari esami di ammmissione al Dipartimento di studio partecipano membri di ogni età, pieni di spirito di ricerca. In tal senso l’esame rappresenta di per sé un grande movimento di rivoluzione spirituale in quest’epoca tanto spesso caratterizzata da un vuoto sul piano filosofico. Preghiamo per il successo di tutti coloro che partecipano all’esame e insieme a coloro che insegnano e li aiutano a studiare diamo loro il nostro più caloroso sostegno. È proprio grazie alla dedizione e alla diligenza nello studio dei suoi membri che la Gakkai è riuscita a vincere su ogni avversità.

Una crescita basata sul Gosho
Quando Toda annunciò l’intenzione di riunire in un volume la raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, l’ex patriarca Nichiko Hori (1867-1957) che allora viveva a Hatake, sulla penisola di Izu, si assunse la responsabilità della compilazione e della revisione del testo. Nichiko Hori Shonin aveva studiato approfonditamente gli scritti, la vita e il pensiero del Daishonin per oltre sessant’anni ed era uno dei più importanti studiosi buddisti dei suoi tempi. Una volta disse a Jisai Watanabe, che negli ultimi anni fu suo assistente e segretario e oggi fa parte dell’Associazione per la riforma della Nichiren Shoshu: «Il Gohonzon ha visto la luce del giorno grazie alla comparsa della Soka Gakkai. È davvero meraviglioso che grazie alla Soka Gakkai il Gohonzon possa adesso manifestare il suo reale potere».
L’enorme compito di preparare e rivedere il manoscritto finale per la pubblicazione vide Toda e i membri del Dipartimento di studio della Soka Gakkai lavorare fino a tarda notte per vari giorni consecutivi. Ogni volta che sorgeva una questione andavano fino a Hatake per conferire con Nichiko Hori Shonin. Il 10 aprile 1952, dieci mesi dopo l’annuncio di Toda, il progetto fu ultimato celebrando così il settecentesimo anniversario della fondazione dell’insegnamento del Daishonin. Nello stesso anno la Soka Gakkai segnò un nuovo inizio diventando un ente religioso indipendente. Anche questa fu una mossa decisiva voluta da Toda.
Riguardo al clero, una volta Toda ci mise in guardia: «Appena avranno accumulato abbastanza denaro, diventeranno arroganti e indulgeranno nel lusso. O peggio ancora cercheranno di liberarsi della Soka Gakkai, l’organizzazione che sta perseguendo con determinazione kosen-rufu». È andata proprio come Toda aveva predetto e, senza il pilastro di verità e bontà che l’aveva sostenuto per tanto tempo, il clero è caduto in un pietoso e irreversibile declino. D’altro canto la Soka Gakkai che si basa saldamente sugli insegnamenti del Daishonin ha conseguito una crescita senza precedenti nella storia del Buddismo e i suoi membri sono attualmente presenti e attivamente impegnati in centonovanta paesi del mondo.

I responsabili devono possedere forza d’animo e dedizione
I leader di kosen-rufu dovrebbero essere sempre splendenti e pieni di energia per incoraggiare i compagni di fede e infondere loro speranza, non devono mai essere freddi o scostanti.
Durante l’intenso bombardamento aereo tedesco della Gran Bretagna nella Seconda guerra mondiale, il primo ministro britannico Winston Churchill (1874-1965) fu una guida coraggiosa per il suo popolo. Visitando le macerie di una Londra semidistrutta incoraggiava i superstititi offrendo loro tempestivo soccorso e assistenza. Pur nel timore che le forze d’invasione tedesche potessero approdare sulle coste britanniche da un momento all’altro, Churchill continuò a rivolgersi agli inglesi con il suo coraggio da leone e con quel gesto delle dita che era la caratteristica “V”, che stava per vittoria.
«La perseveranza è la chiave della vittoria, la battaglia non è finita e alla fine vinceremo». Questa era la convinzione di Churchill e il suo spirito indomito e le sue azioni coraggiose riuscirono a risollevare il morale del popolo britannico nelle più atroci circostanze. La gente percepiva che finché ci fosse stato Churchill a guidarli sarebbero stati salvi e la Gran Bretagna avrebbe vinto. I responsabili devono possedere forza d’animo e dedizione. Non dimenticate mai che sono queste le chiavi per la vittoria.

Essere stimati dagli altri
Spero anche che, come responsabili, siate amati dai membri con cui siete a stretto contatto. Niente è più penoso per un responsabile che essere antipatico ai propri membri e perdere il loro sostegno. Ovviamente siamo tutti esseri umani e abbiamo le nostre simpatie e antipatie ma è molto importante essere uniti nello sforzo di realizzare kosen-rufu. A tal fine i responsabili devono impegnarsi anima e corpo per il bene dei membri e per la nostra nobile causa. Riflettere seriamente e recitare su ciò che può far piacere ai membri e su ciò che li preoccupa e poi agire in tal senso farà sì che le persone sviluppino fiducia in voi come responsabili e al tempo stesso sarà la chiave della vostra crescita personale. È un vero onore per un responsabile quando i membri pensano: «Quel responsabile è veramente una bella persona, mi farebbe piacere parlare con lui». Coloro che assumono una responsabiltà nella Soka Gakkai d’ora in avanti devono essere persone stimate dagli altri per la fede, il carattere e le azioni. È inaccettabile che un responsabile sia arrogante o dominatore. I responsabili dovrebbero trattare i membri col massimo rispetto e gentilezza. Le persone veramente eccellenti sono quelle che sanno abbracciare con calore i più giovani nella fede, lodando i loro punti di forza e mettendoli in grado di esprimere al massimo le proprie potenzialità.

Se cessiamo di lottare saremo sconfitti
L’antico imperatore romano Marco Aurelio (regno 161-180) regnò in un periodo tumultuoso caratterizzato da tremende calamità naturali e da conflitti in termini sia di minacce d’invasioni straniere che di lotte intestine. Per sua natura Marco Aurelio era un pensatore che amava leggere e aborriva la guerra ma i tempi richiedevano che intraprendesse continue battaglie per proteggere Roma. La vita è difficile, è una lotta continua. Se smettiamo di lottare saremo sconfitti. Nessun individuo o organizzazione può sfuggire a questa severa realtà e ancor più nel caso del Buddismo.
Marco Aurelio si batté risolutamente nelle difficili circostanze di quel periodo e riuscì a tutelare la sicurezza e la prosperità di Roma. Qual era il suo segreto? Negli anni sono state elaborate varie teorie fra cui la disponibilità dell’imperatore a utilizzare i servigi di molte persone capaci. Egli rispettava la tradizione ma non si faceva limitare da costumi o modi di pensare antiquati nel delegare responsabilità cruciali a leader capaci in ogni campo. Vinse impiegando le persone migliori e più intelligenti. Una persona che aveva nominato a un’alta carica in seguito lo difese con coraggio in una difficilissima circostanza, battendosi eroicamente al suo fianco. Un altro che aveva inviato ai confini dell’impero come suo rappresentante protesse Roma e ne assicurò il successo. Anche se erano fisicamente separati il loro spirito era unito. L’unità di “diversi corpi, stessa mente” è la forza trainante della crescita e del progresso.
Marco Aurelio nutriva profonda fiducia e apprezzamento per le persone di talento che nominava e queste a loro volta lavoravano duramente per essere all’altezza della sua fiducia. Quando le persone sanno che i loro responsabili si rendono conto degli sforzi che stanno facendo, quando sanno che tali sforzi saranno riconosciuti e ricompensati, sono grado di dare il massimo ed esprimere appieno le proprie capacità. Una delle fonti della forza di Roma sotto Marco Aurelio furono proprio questi legami di fiducia. Anche la Soka Gakkai ha vinto grazie a questi forti legami. Spero che tutti i responsabili della Soka Gakkai tratteranno ogni singolo membro con il più sincero rispetto e comprensione. Non basta limitarsi a dire che lo farete. Le persone hanno fiducia dei responsabili sinceri e desiderosi di impegnarsi con gioia e coraggio al loro fianco nella battaglia per kosen-rufu.

Non dimenticare i debiti di gratitudine
Anche nella sua alta posizione di imperatore di Roma Marco Aurelio continuò la sua ricerca filosofica. Questo è molto importante: senza una solida filosofia non c’è giustizia, moralità o distinzione tra bene e male. Una battaglia non supportata da una filosofia appartiene al mondo di Animalità. E Marco Aurelio, pur occupandosi completamente dei suoi doveri di imperatore, trovava il tempo per riflettere su di sé e scrivere i suoi pensieri. Alcuni frammenti dei suoi scritti sono giunti fino a noi con le Meditazioni, un’opera molto letta nelle varie epoche che si apre con un’espressione di gratitudine dell’autore nei confronti dei genitori e dei suoi maestri, di cui elenca i nomi. Le persone grandi non dimenticano mai ciò che gli altri hanno fatto per loro; nutrire un senso di gratitudine è ciò che rende una persona degna di rispetto.
Marco Aurelio era particolarmente grato al padre adottivo Antonino Pio (regno 138-161) precedente imperatore e artefice della pace e della prosperità di Roma. Egli lo considerava il suo mentore ed esprimeva la sua intenzione di «Essere in ogni cosa un discepolo di Antonino». Senza dubbio i suoi contemporanei saranno stati profondamente impressionati dal grande rispetto che il loro imperatore nutriva per il suo predecessore. È lo stesso spirito di maestro e discepolo che pervade le relazioni fra i primi tre presidenti della Soka Gakkai. Il presidente Toda agì sempre come discepolo di Makiguchi, per quanto infuriassero venti avversi e io ho sempre vissuto da fiero discepolo del presidente Toda. È così che la Soka Gakkai è diventata un’organizzazione di portata mondiale. Ciò che accadrà d’ora in avanti dipende da voi.
Il filosofo francese Michel de Montaigne (1533-92) affermò: «Chiunque agisce onorevolmente solo quando gli altri lo possono venire a sapere (e aver migliore opinione di lui sapendolo), chiunque non ha mai desiderio di agire bene nelle circostanze in cui gli uomini non possono venire a conoscenza della sua virtù, non è un uomo che può esservi molto utile». Si tratta di un’osservazione acuta. Io mi sono adoperato per sostenere lealmente Toda e la Soka Gakkai, che gli altri vedessero o meno i miei sforzi, e proprio perché mi sono sforzato così tanto dietro le quinte, nutro un immenso apprezzamento per coloro che agiscono così. Le persone maggiormente degne di fiducia sono quelle che si sforzano sinceramente lontano dalla luce dei riflettori.

Onore o disgrazia
In una lettera a un discepolo che stava per affrontare un dibattito religioso il Daishonin scrive: «Questo evento deciderà se farai onore o recherai disgrazia al tuo nome. […] Dovresti pregare intensamente che Shakyamuni, Molti Tesori e tutti i Budda delle dieci direzioni si riuniscano ed entrino nel tuo corpo per assisterti» (WND, 829, vedi anche SND, 8, 174). Questo è lo spirito col quale dovremmo sempre impegnarci nella lotta per kosen-rufu e affrontare il viaggio della vita.
Nel capitolo ventitreesimo del Sutra del Loto Precedenti vicende del bodhisattva Re della Medicina si legge: «Sei stato in grado di accettare, sostenere, leggere, recitare e meditare su questo sutra e di predicarlo agli altri. La fortuna che hai accumulato è incommensurabile e illimitata. Non potrà essere bruciata dal fuoco né spazzata via dall’acqua […] Ora sei riuscito a distruggere tutti i demoni e i ladri, ad annientare l’armata della nascita e della morte e a sconfiggere tutti gli altri nemici. Uomo devoto, cento, mille Budda con i loro poteri sovrannaturali si riuniranno per difenderti e proteggerti. Fra gli uomini e gli dèi di tutti i mondi, non ci sarà nessuno pari a te» (SDL, 23, 385). Coloro che abbracciano il Gohonzon e recitano Nam-myoho-renge-kyo dedicandosi a kosen-rufu percorrono il più nobile cammino di vita e finché perseverano nella loro pratica buddista accumuleranno incommensurabili benefici e saranno senza dubbio protetti da tutti i Budda e divinità celesti dell’universo. Con piena fiducia in questo vi prego di andare avanti con speranza e ottimismo.
Le guide di Toda erano molto severe ed è proprio questo che ci ha permesso di celebrare il settantacinquesimo anniversario con così grande successo. Una volta, rimproverando un giovane impiegato che era arrivato tardi in ufficio, gli disse: «Se arrivi tardi al lavoro significa che la tua fede è fuori strada». Toda collegava qualsiasi cosa alla fede e se poi le persone continuavano a comportarsi nello stesso modo diceva loro: «All’inizio si cercano delle scuse, in seguito si comincia a mentire e a ingannare gli altri, perdendo alla fine la fiducia di tutti; poi si diventa corrotti e alla fine si abbandona la fede».
Un giorno vittorioso inizia con un mattino vittorioso. Nella vita i dettagli sono importanti e la fede si manifesta nella vita quotidiana. Coloro che alla fine soccombono alle proprie ambizioni egoistiche e abbandonano la Gakkai sono persone che hanno cominciato col condurre una vita dissoluta e col perdere la fiducia degli altri. Una volta Toda rimproverò una persona che aveva fatto tardi alla partenza per un corso: «Il tuo ritardo fa preoccupare i tuoi compagni. Se fossimo in battaglia avresti già perso». Era un’autentica preoccupazione per il futuro di quella persona che spingeva Toda a rimproverarla così.

Migliorare ogni giorno
Toda disse cose assai importanti su come si dovrebbe esercitare la responsabilità per far progredire kosen-rufu. Per esempio: «Anche la persona più grande ha dei difetti, così come la persona più problematica ha dei punti di forza. Se aiutiamo ogni persona a sviluppare al massimo i propri punti di forza tutti potranno dare un proprio contributo attivo e valido al nostro movimento. È vitale saper capire di ogni singola persona dove può manifestare nella maniera migliore le proprie potenzialità». Date a ognuno l’opportunità di contribuire efficacemente! Questa è una cosa che i responsabili non devono mai dimenticare. Toda disse anche: «Fede in Nam-myoho-renge-kyo significa miglioramento personale, un illimitato miglioramento personale. Al mattino dovreste pensare alla crescita che realizzerete nella giornata che avete di fronte e poi sforzarvi con gioia di raggiungere i vostri obiettivi. Così continuerete illimitatamente a crescere. […] La Legge ci permette di migliorarci sempre di più, di andare sempre oltre». Così come un aeroplano decolla e poi si solleva sempre più in alto nel cielo, la Legge mistica ci dà il potere di continuare a svilupparci, migliorando ogni giorno sempre di più.
Cosa rende grande una persona? Toda disse: «Vera grandezza significa che possiamo dimenticare ciò che abbiamo fatto per gli altri, ma non dimentichiamo mai ciò che gli altri hanno fatto per noi e facciamo sempre il massimo per ripagare i nostri debiti di gratitudine. In ciò risplende la luce del Buddismo. Le persone che agiscono così irradiano integrità, profondità di carattere e fascino». Ci sarà senz’altro chi riterrà svantaggioso comportarsi così e in effetti molte persone fanno proprio l’opposto, ma io sono d’accordo con Toda. Avere senso di gratitudine è l’essenza stessa del Buddismo.
Kenzo Matsumura (1883-1971), un uomo politico che si impegnò notevolmente per migliorare le relazioni fra Cina e Giappone nel dopoguerra, disse una volta: «”Governo per il bene del popolo” sembrerebbe una frase banale ma, per riuscire a governare in una maniera pulita e che risponda autenticamente agli interessi del popolo, i politici non devono mai dimenticare nemmeno per un istante che il governo esiste per il bene del popolo». Per il bene della gente, insieme alla gente; a questo si è ispirata la vita e la carriera di Matsumura. Ricordo un nostro colloquio nel 1970 a Tokyo in cui mi comunicò la speranza che io potessi portare avanti la sua opera di forgiare relazioni amichevoli fra Cina e Giappone.
Come privato cittadino mi sono impegnato non solo nel miglioramento delle relazioni sino-giapponesi ma anche fra l’Unione Sovietica e la Cina, fra gli Stati Uniti e Cuba. Ho avuto diverse opportunità di dialogare con l’ex presidente sovietico Michail Gorbaciov, che svolse un importante ruolo nel porre fine alla Guerra Fredda, e con l’ex segretario di stato Henry Kissinger. Mi sono dedicato a instaurare dialoghi con numerosi leader mondiali, mosso dal desiderio di unire i cuori della gente attraverso la cultura e di suscitare una grande onda di pace. L’umanesimo è la chiave di un luminoso futuro per l’umanità. In tutto il mondo le persone ricercano la filosofia della SGI, ne apprezzano e sostengono gli ideali. E ciò è interamente dovuto allo straordinario impegno dei membri della SGI in tutto il mondo.

Grande coraggio, grandi risultati
Giuseppe Mazzini (1805-72), uno dei padri dell’indipendenza italiana, scrisse: «Molte anime si sono perse o allontanate dalla retta via più per impazienza o per umana superbia che per deliberata malvagità». È una lezione che ci insegna la storia: quando si pensa di essere grandi, si diventa arroganti e si comincia a concentrarsi unicamente sui propri interessi. E da quel punto in poi tutto inizia ad andare nella direzione sbagliata. In effetti l’arroganza è stata la caratteristica saliente di tutte le persone che hanno voltato le spalle alla Soka Gakkai.
Carl Hilty (1833-1909), filosofo e pedagogista svizzero diceva: «Le ingiurie fortificano l’anima e rafforzano le nostre convinzioni». Non prestate attenzione a insulti e critiche meschine, al contrario, siate consapevoli che sono proprio ciò che vi serve per diventare più forti. Il grande scrittore russo Leone Tolstoj (1828-1919) scriveva che: «Non vi può essere crescita spirituale senza sofferenza». Il Buddismo ci insegna che le illusioni e i desideri sono Illuminazione. La sofferenza porta alla crescita e ci permette di conseguire una vasta condizione vitale.
Il pedagogista cinese Tao Xingzhi (1891-1946) diceva a proposito dell’atteggiamento che dovremmo coltivare nei confronti del nostro lavoro: «Il primo passo è prendervi cura del vostro impiego. Ogni individuo ha le sue responsabilità e ognuno ha compiti assegnati. Prendervi cura del vostro lavoro e assolvere ai vostri doveri al meglio è il primo passo per diventare una persona responsabile».
Spero che diventiate persone che fanno il massimo nei ruoli che sono stati loro assegnati e che assolvono alle proprie responsabilità. Questo comportamento è la chiave per la vittoria in qualsiasi impresa.

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