Le riunioni di discussione, incontri che la Soka Gakkai promuove in ogni parte del mondo, si svolgono nelle case private. Mettere a disposizione la propria abitazione è un’offerta preziosa che merita rispetto da parte di tutti i partecipanti, ricordando che niente deve essere dato per scontato
Il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, anche quando era molto occupato salutava sempre calorosamente i giovani uomini e le giovani donne che venivano a trovarlo. «Benvenuti! – diceva loro – Il futuro vi appartiene e io nutro grandi speranze e aspettative nei vostri confronti». Toda amava sinceramente i giovani e, specialmente negli ultimi anni, esprimeva spesso i suoi sentimenti nei loro confronti. «I giovani sono la mia unica speranza, gli unici di cui posso fidarmi. Sono i miei eredi. Se i giovani crescono qualitativamente e quantitativamente, crescerà anche la Gakkai e kosen-rufu progredirà a un ritmo più rapido». La penso esattamente come lui: la Gakkai deve sforzarsi ancor di più per sostenere la crescita dei giovani.
Toda diceva anche: «Kosen-rufu è una battaglia fatta di pensieri e di parole. È un’impresa, un grande movimento che ci richiede di scrivere e di parlare in maniera esauriente, facendo tutto il possibile per far circolare il nostro messaggio». Continuate a scrivere e parlare senza stancarvi, non restate in silenzio, dite senza esitazione tutto ciò che va detto – è così che kosen-rufu si diffonderà, affermava Toda.
Uno spiccato talento nel denunciare pubblicamente falsità e ingiustizie è il tratto distintivo di un giovane coraggioso anche se, ovviamente, è necessario anche saper ascoltare ciò che gli altri hanno da dire. Vi prego di sviluppare questa capacità di refutare le affermazioni errate in modo da poter rispondere con un vigore dieci volte più grande a qualsiasi attacco calunnioso. Non siate dei pusillanimi che abbassano gli occhi e tacciono vedendo il nostro movimento bombardato di critiche infondate. Dovete ribattere energicamente alle false accuse e comunicare il vostro messaggio con determinazione e vigore. La cosa importante è non restare in silenzio, ma dire le cose come stanno. Le nostre voci vibranti sono le munizioni nella battaglia di kosen-rufu, i “cannoni della verità” che fanno cadere i muri del pregiudizio e dell’incomprensione.
Spero che vi aprirete ampiamente agli altri, parlando loro del nostro movimento, della nostra fede e delle nostre convinzioni. Il ritmo di kosen-rufu cresce a dismisura quando le nostre vite sono colme del desiderio di condividere con gli altri questa grande filosofia.
Una vita grande
Come possiamo definire una vita grande e ammirevole? Toda diceva con assoluta convinzione: «Una vita veramente grande non è quella in cui si diventa un potente o una celebrità, ma quella in cui ci si dedica a kosen-rufu come responsabile della Soka Gakkai. È questo il nostro supremo ed eterno onore».
«È meglio vivere un solo giorno con onore piuttosto che morire a centoventi anni in disgrazia» (SND, 4, 177) scriveva Nichiren. Sostanzialmente dedicarsi a kosen-rufu significa vivere ogni giorno con onore. Anche il Daishonin era convinto che non ci fosse esistenza più grande e vorrei che i giovani lo tenessero sempre a mente.
«La grandezza di una persona – diceva Toda – non si determina dalla sua posizione o dal suo titolo ma dal fatto che possegga o meno delle reali capacità». La posizione sociale o il prestigio non è affatto ciò che qualifica una persona a diventare responsabile della Soka Gakkai. I criteri fondamentali sono la fede unita alle qualità e capacità umane individuali, in altre parole la serietà, la dedizione e la perseveranza.
Ancora adesso sento dentro di me la voce del mio maestro. Ho preso appunti di tutte le sue guide importanti e fino a oggi le ho sempre portate con me. Ricordo con immenso affetto ognuna delle sue preziose parole.
Toda soleva dire: «Le circostanze favorevoli non producono necessariamente bravura. È nelle avversità che si sviluppa la vera grandezza umana e il vero genio». Una vita comune e monotona produce persone comuni e monotone. Spero che i giovani di Soka affronteranno con coraggio le avversità e si impegneranno in difficili imprese.
Anche gli sforzi di condividere il Buddismo del Daishonin con gli altri sono opportunità di crescita. È un’azione impegnativa, ma ci permette di purificare il nostro carattere, di crescere, di diventare paladini di kosen-rufu veramente brillanti e capaci. Spero che voi giovani avanzerete con questa determinazione.
L’orgoglio della mia giovinezza
Anch’io da giovane ho fatto ogni sforzo possibile per far conoscere il Buddismo del Daishonin. La sera dopo le riunioni di studio con Toda prendevo il treno per Kamata da Suidobashi (poco distante dalla vecchia sede della Gakkai a Nishi-kanda) e di solito durante il viaggio iniziavo a conversare con qualcuno e gli parlavo del Buddismo. Spesso arrivavamo alla stazione di Kamata prima di essere entrati davvero nel vivo dell’argomento e così continuavamo a parlare su una panchina oppure accompagnavo la persona mentre si recava a prendere un altro treno. Di solito non smettevamo di parlare prima di sentirci entrambi completamente soddisfatti. Certo… doveva essere tutt’altro che facile anche per l’altra persona! Adesso i tempi sono cambiati e non è necessario che voi imitiate quel mio modo di praticare.
Agli albori del nostro movimento il nostro impegno era totale, ognuno desiderava rispondere a tutti i costi alle aspettative di Toda.
Sebbene io facessi attività nel limitato tempo libero che mi rimaneva dopo il lavoro, decisi che con il mio operato come responsabile dei giovani avrei dato agli altri un esempio di totale dedizione a kosen-rufu.
Non dimenticherò mai ciò che Toda disse una volta a un membro: «Per il tuo futuro e per la prosperità della tua famiglia dovresti davvero decidere di praticare questo Buddismo tutta la vita. Ti posso garantire che verrà un giorno in cui sarai profondamente felice di averlo fatto». Toda era convinto che coloro che praticano correttamente questo Buddismo un giorno potranno dire dal profondo del cuore: «Sono così contento di aver cominciato a praticare! Sono così contento di essere un membro della Soka Gakkai». Con la sua stessa convinzione, parliamo coraggiosamente alle altre persone di questa grande filosofia!
Maggiore è la sfida, maggiore è la gioia
Il filosofo tedesco G. W. F. Hegel (1770-1831) scriveva: «Ancor maggior sarà il nostro trionfo e il nostro onore, più grandi e aspre saranno le nostre difficoltà». Superare avversità e ostacoli è ciò che dà una gioia di vivere ancor più profonda.
Nelle Vite parallele Plutarco, biografo dell’antica Grecia, paragona due personaggi, Sertorio ed Eumene: «Sertorio cessava di essere in pericolo ogni volta che vinceva sul campo di battaglia, mentre per Eumene le vittorie erano solo l’inizio del pericolo poiché suscitavano la malevolenza di coloro che lo invidiavano». Ci sono momenti in cui, pur avendo vinto, si viene attaccati da individui mossi dall’invidia. Si tratta di una realtà immutabile.
Chuko K’ung-ming (noto anche come Zhuge Liang, 181-234) fu un brillante primo ministro cinese nel periodo dei “tre regni”. Il famoso storico Chen Sou (233-297) scrive nelle Cronache dei tre regni che K’ung-ming perseguiva severamente le malefatte e al tempo stesso non mancava mai di riconoscere e ricompensare la virtù. Così sotto il suo regno il crimine e il vizio diminuirono e furono poste le basi per una società giusta e buona.
Toda faceva studiare a noi membri della Divisione giovani il romanzo di Yoshikawa, Sangokushi, versione giapponese dell’antico classico cinese Il romanzo dei tre regni. Toda era altrettanto severo nel denunciare il male e sempre prodigo di lodi per coloro che si impegnavano con dedizione per kosen-rufu. È questo spirito, immutato negli anni, che ha permesso alla nostra organizzazione di conseguire la crescita odierna; continuiamo ad avanzare ispirandoci a esso.
Facciamo risplendere la nostra umanità
Ricordo che Toda disse, rivolgendosi a un legislatore: «Spero che diventerai un politico rispettato che gode della fiducia di molte persone e non solo di coloro che ti votano, un politico che mette da parte l’interesse personale e qualsiasi considerazione legata al proprio guadagno. Per far questo è necessario che tu acquisisca una profonda integrità coltivando il tuo carattere». Toda era convinto che per migliorare il governo fosse necessario che i politici anzitutto migliorassero se stessi e diventassero esseri umani esemplari.
Pratichiamo il Buddismo del Daishonin per far brillare al massimo la nostra umanità, per realizzare la nostra rivoluzione umana, per cambiare in meglio.
Toda faceva notare che «nessuna organizzazione è pura o ha membri così sinceri e di buon cuore come la Gakkai. Non c’è organizzazione più preziosa e meravigliosa. Questo la rende un bersaglio allettante per le persone corrotte e senza scrupoli. È come un pesce appena pescato che penzola davanti a un gatto selvatico a caccia di preda. È inevitabile che ci siano persone che cercano di approfittare della Soka Gakkai per ingrassare le proprie tasche». Non dobbiamo mai scordare il suo ammonimento. Ho sempre in corso un costante dialogo interiore con il mio maestro e, mentre continuo a impegnarmi per kosen-rufu basandomi sulla fede, tengo sempre a mente le sue parole.
Apprezzare le persone che offrono la propria casa per le riunioni
Abbiamo un profondo debito nei confronti di coloro che offrono la propria casa per l’attività buddista, in particolare coloro che mettono a disposizione un luogo per le riunioni. Quasi ogni giorno mia moglie e io riceviamo lettere in cui si esprime apprezzamento per queste persone.
Anche Toda e Makiguchi aprivano la loro casa per propagare gli insegnamenti di Nichiren Daishonin e altrettanto, sin dai primi giorni del nostro movimento, faceva la famiglia di mia moglie, che ebbe occasione di accogliere per le riunioni sia il primo che il secondo presidente. E anch’io ho messo a disposizione la mia casa per kosen-rufu.
Nei suoi scritti il Daishonin dimostrava la massima considerazione per coloro che offrivano la casa come luogo di riunione. In un’occasione sembra che una riunione che doveva aver luogo presso l’abitazione di uno dei suoi seguaci, per qualche ragione non potesse più svolgersi lì. Udendo questo, il Daishonin aveva scritto con immenso rispetto e gentilezza al suo discepolo Toki Jonin: «[L’ospite originale] afferma che sarebbe grato se potessimo trovare un’altra persona per ospitare la riunione di questo mese. Mi potresti cortesemente far sapere se eventualmente sarebbe possibile tenerla a casa tua? Se comunque i tuoi impegni non lo permettessero chiederò a qualcun altro» (GZ, 949). Nelle sue parole possiamo avvertire premura e gentilezza. Imprimiamo il suo spirito dentro di noi e dimostriamo sempre rispetto e apprezzamento per coloro che ci permettono di usare le loro case per le riunioni.
Al tempo stesso dovremmo sincerarci di non causare alcun problema a quei membri. So per esperienza che dare la propria casa richiede un lavoro extra e crea sempre piccoli disagi e inconvenienti. Spero che sarà per tutti un punto d’impegno comportarvi in queste case private con la massima attenzione e considerazione, ricordandovi anche di lasciare pulito il bagno. Per favore non date per scontata la generosità di coloro che offrono i luoghi di riunione. Spero che dimostrerete il vostro apprezzamento sia con le parole che con le azioni.
L’altro giorno ho ricevuto una lettera deliziosa da una persona che offre uno di questi centri di attività e che era rimasta colpita della premura di una giovane donna che si era preoccupata di pulire dopo la riunione lasciando tutto lindo e perfetto.
Lo scopo delle nostre riunioni dovrebbe essere quello di trovarsi insieme per creare valore e diffondere gioia da un cuore all’altro. È compito dei responsabili chiudere le riunioni con puntualità e avere considerazione per la famiglia ospitante. I responsabili devono tener presente anche che i partecipanti, dopo, hanno altre cose da fare e quindi la regola dovrebbe essere: finire puntuali e mettere a posto prima di andar via. Naturalmente nel caso in cui i padroni di casa insistano a voler rassettare personalmente è meglio rispettare i loro desideri e andar via appena la riunione è finita. In ogni caso, la cosa importante è fare tutto il possibile perché chi ospita una riunione o un’attività buddista nella propria casa sia lieto di averlo fatto.
Dobbiamo dimostrare rispetto anche per i vicini non dimenticando di salutarli calorosamente quando li incontriamo e di scusarci per qualsiasi rumore o disturbo che le riunioni possano causare. Per favore state attenti anche a dove parcheggiate macchine e biciclette. Ribadisco che la nostra regola fondamentale è non creare disturbo e inconvenienti agli altri. Queste non sono altro che buone maniere. L’essenza del Buddismo risiede nel nostro comportamento come esseri umani. Lo spirito del Buddismo risplende quando agiamo con saggezza e buon senso.
Centri di felicità e prosperità
Anche all’epoca del Budda Shakyamuni la comunità dei credenti si sviluppava intorni ai centri donati da laici facoltosi, come per esempio il monastero di Jetavana. Fu a partire da queste basi che si diffuse il Buddismo.
Nel Buddismo un monastero (sanscrito vihara) era un luogo di riunione per praticanti assidui. In termini moderni corrisponde ai Centri della Gakkai, ai Centri privati o ai luoghi in cui si tengono le riunioni di discussione.
Shakyamuni dimostrava un supremo rispetto per coloro che donavano un monastero per la comunità dei credenti. Al ricco Sudatta (detto anche Anathapindika o “Colui che provvede ai bisognosi”) che donò il monastero di Jetavana, Shakyamuni disse: «Possa ogni influenza malvagia essere vinta; possa l’offerta [di questo dono del monastero Jetavana] promuovere il regno della giustizia e recare beneficio permanente all’umanità e in particolare al donatore».
Da una singola base per le attività ha inizio una grande storia di vittorie; le famiglie che aprono la loro casa per le attività locali del nostro movimento godranno di illimitata fortuna e benefici e anche coloro che le apprezzeranno e ne faranno buon uso arricchiranno la loro vita di splendore e dignità. Alla luce degli insegnamenti del Buddismo queste case e questi centri sono castelli di fortuna, prosperità e amicizia per la comunià. Sono anche baluardi per la crescita dei giovani e per la vittoria del movimento di kosen-rufu.
Le organizzazioni in cui le donne brillano
Oggi, 7 luglio, in Giappone è la Festa di Tanabata o Festa delle Stelle; ha origine da un’antica leggenda cinese che narra di una principessa tessitrice e di un bovaro, due amanti separati dal fiume celeste della Via Lattea che possono incontrarsi solo una volta l’anno, il 7 di luglio. La principessa è Vega della costellazione della Lira, la stella più luminosa del cielo settentrionale in estate e il bovaro è la stella Altair della costellazione dell’Aquila.
L’asse di rotazione della Terra traccia un piccolo cerchio simile all’asse di una trottola. Questo movimento è detto precessione e il completamento di un ciclo completo richiede 26.000 anni. Per via di questo movimento la Stella Polare, cioè la posizione stellare direttamente allineata con l’asse terrestre, sta gradualmente spostandosi dall’attuale Stella del Nord (Alpha nella costellazione dell’Orsa minore) a un’altra stella. Fra 12.000 anni o giù di lì la nostra Stella Polare sarà Vega. Vale a dire che tutte le stelle visibili dalla terra sembreranno girare intorno a Vega, la principessa tessitrice. La Terra e le stelle si muovono su una scala cosmica che stimola la nostra immaginazione.
In ogni ambito di attività umana le organizzazioni che valorizzano le donne e permettono loro di emergere ed esprimersi pienamente, crescono e prosperano. Dove le donne non sono apprezzate gli uomini diventano arroganti e le organizzazioni ristagnano. Nella Soka Gakkai ogni aspetto di kosen-rufu ruota intorno alle nostre vittoriose Stelle del Nord, i membri della Divisione donne e giovani donne.
Avere coraggio nel momento cruciale
In una lettera datata 7 luglio 1278, lodando uno dei suoi discepoli che gli aveva fatto pervenire offerte preziose in un momento di estremo bisogno, nonostante le strade bloccate dalle frane dovute alle forti pioggie, il Daishonin scrive: «La vera determinazione di una persona si rivela quando la pioggia, il vento e la gente cercano di sbarrargli il cammino» (GZ, 1548). Qui vediamo il Daishonin che sta proseguendo l’intrepida battaglia per diffondere la sua dottrina a Minobu, dopo essere sopravvissuto e aver vinto su numerose persecuzioni, e i suoi fedeli discepoli che si sforzano sinceramente di sostenerlo e proteggerlo. In questo brano avvertiamo la bellezza del loro reciproco apprezzamento e preoccupazione.
La persona che ha il coraggio di dire ciò che va detto, in qualsiasi circostanza, e di agire quando si richiede di agire, conseguirà senza alcun dubbio la Buddità. È importante non essere codardi quando giunge il momento cruciale. Dobbiamo avere il coraggio di parlare apertamente e agire senza esitazioni o dubbi per difendere ciò che sappiamo giusto e corretto. Allora il potere della nostra voce svolgerà l’opera del Budda, cioè realizzerà kosen-rufu.
Non capitolare mai
Questo mese cade il 150° anniversario della pubblicazione della raccolta di poesie di Walt Whitman (1819-92) Foglie d’erba, che il grande poeta americano fece uscire a New York a proprie spese.
Per commemorare questo evento quest’autunno presso il Centro ricerche per il XXI secolo di Boston si terrà il secondo Forum Ikeda sul dialogo interculturale.
Parlando del ruolo futuro della democrazia per la realizzazione della giustizia e della pace, Whitman scriveva: «Eppure c’è un immortale coraggio e uno spirito profetico in ogni anima ragionevole che non può e non deve in nessuna circostanza capitolare. Vive, l’attacco – l’assalto perenne!». È importante continuare a battersi, a perseverare. È proprio questo lo spirito del Buddismo, con cui dobbiamo continuare ad avanzare.
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I punti da ricordare
- Esprimere una sincera gratitudine per chi mette la propria casa a disposizione delle riunioni, offrire la propria casa non è un’azione scontata e crea sempre qualche disagio al padrone di casa.
- Rispettare al massimo i padroni di casa, lasciando la stanza in ordine.
- Chiudere le riunioni con puntualità preoccupandosi di non creare nessun fastidio agli altri familiari e ai vicini, evitando di far rumore per le scale, di fermarsi a parlare fuori del portone e parcheggiando con attenzione.