In questo lungo discorso indirizzato ai responsabili, Ikeda spiega che responsabilità non significa detenere formalmente una carica, ma impegnarsi al massimo nella propria vita personale e al servizio degli altri
I responsabili di kosen-rufu dovrebbero risplendere di vitalità. Spero che tutti voi facciate emergere una forza vitale vibrante, basata su una forte fede, e che sappiate incoraggiare molte persone. Vorrei che foste leader capaci di guidare i nostri preziosi membri verso la felicità e la vittoria. È anche fondamentale che riusciate a percepire acutamente le forze negative che cercano di ostacolare kosen-rufu e a sconfiggerle, difendendo coraggiosamente la verità. La nostra massima priorità come leader è quella di affermare con coraggio ciò che deve essere detto al fine di proteggere la Soka Gakkai, i compagni di fede e kosen-rufu.
Spero inoltre che operiate uno sforzo congiunto per formare i giovani, da cui dipende il futuro. I giovani hanno bisogno di ali che permettano loro di spiccare liberamente il volo. Le ali che ci fanno volare con fiducia verso il futuro non sono altro che la fede nella mistica Legge. Il Buddismo del Daishonin è un insegnamento per un illimitato automiglioramento. È inoltre essenziale che i giovani possiedano la “spada della parola”, vale a dire la capacità di parlar chiaro in nome della verità e della giustizia, in modo da recidere le radici di tutte le calunnie e le offese che procurano dolore e sofferenza alle persone. Mirando a tale scopo, mi auguro che i responsabili più anziani della nostra organizzazione prestino la massima attenzione a come i giovani possano portare avanti le loro attività nel modo più agevole e far sì che diano piena espressione ai loro talenti e potenzialità. Ripongo grandi aspettative su di voi.
Il secondo presidente della Soka Gakkai, Josei Toda, diceva: «Il discepolo deve seguire la strada del discepolo. Sia nelle parole che nelle azioni, dobbiamo mettere in pratica gli insegnamenti del nostro mentore nelle nostre vite». Lo spirito di maestro e discepolo è l’essenza della Soka Gakkai. Siamo sempre avanzati con questo spirito; abbiamo sempre vinto per mezzo della non dualità di maestro e discepolo. Vi prego di non dimenticare mai questo punto fondamentale.
Un edificio crollerà se la colonna portante vacilla. Allo stesso modo, se la Soka Gakkai perde lo spirito di maestro e discepolo, che è la sua colonna portante, è destinata anch’essa alla rovina.
La compassione di un maestro
I modi di Josei Toda erano sempre estremamente solenni quando ricordava il suo maestro, il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi. Quando parlava della sua morte in particolare, i suoi occhi si riempivano di lacrime e si turbava. Makiguchi venne arrestato dalle autorità militari durante la Seconda guerra mondiale a causa del suo impegno nel proteggere l’integrità del Buddismo di Nichiren Daishonin. Uno dopo l’altro, gli altri suoi discepoli lo abbandonarono per salvarsi, manifestando una vergognosa ingratitudine; alcuni di loro arrivarono a maledirlo nell’andarsene. Solo Toda rimase fedele al suo maestro e ben saldo nella fede. In seguito, egli espresse la sua gratitudine a Makiguchi, dicendo: «Nella sua vasta e illimitata compassione, mi ha consentito di accompagnarla perfino in prigione». Questo è lo spirito di maestro e discepolo nel Buddismo. Makiguchi e Toda avevano un legame radicato nelle massime profondità della vita. Makiguchi rimase fedele alle sue convinzioni e morì eroicamente in prigione. Toda, che ne uscì vivo, con un’indomita determinazione paragonabile a quella del Conte di Montecristo, decise di riabilitare completamente la reputazione del suo maestro. Intraprese la sua lotta per riformare dalle fondamenta una società che aveva perseguitato una persona così buona e onesta.
Nel 1949, alla cerimonia per il quinto anniversario della morte di Makiguchi, Toda ricordò: «Dopo essere uscito di prigione, venni a sapere che il funerale del presidente Makiguchi si era svolto alla presenza di pochi parenti e delle altre due o tre persone che non erano state spaventate dagli occhi vigili delle autorità. Sentendo che tipo di funerale fosse stato tenuto per il grande uomo che aveva elaborato la teoria del valore, il mio sangue ribollì dall’indignazione e promisi a me stesso con appassionata determinazione: “Farò conoscere il nome del mio maestro a tutto il mondo”».
Io ho vissuto con lo stesso spirito, facendo conoscere il più possibile le grandi realizzazioni dei presidenti Makiguchi e Toda.
Toda disse anche: «Sono pronto a dedicare il resto della mia vita a dimostrare la correttezza delle azioni del mio maestro». In un’altra occasione, dichiarò: «Rimane assolutamente invariata la mia determinazione a proseguire sulle orme del mio maestro e a lottare finché non sarò sicuro che la missione della Gakkai nel mondo sarà realizzata».
A mia volta, ho servito il mio maestro Toda con totale devozione. Quando i suoi affari dopo la guerra entrarono in grave crisi e molti dei suoi impiegati lo abbandonarono, rimasi da solo ad aiutarlo. Il mio voto, come discepolo il cui spirito era tutt’uno col suo, era di proteggerlo in ogni caso, anche a costo della mia vita. Non ricevetti salario per diversi mesi consecutivi, e non avevo neanche un cappotto per affrontare l’inverno. Alla sera ero così stanco che qualche volta non avevo la forza di togliermi le scarpe prima di crollare sul letto. Quanto ho lottato! Quante difficoltà ho sperimentato e sopportato!
Ma attraverso questa lotta al fianco del mio maestro, la situazione iniziò a migliorare e un debole raggio di luce cominciò a brillare all’uscita del tunnel. Il 3 maggio 1951, dopo aver superato tutti gli ostacoli, Toda venne finalmente proclamato secondo presidente della Soka Gakkai. Fu un’alba trionfante conseguita attraverso la vittoria di maestro e discepolo. Da allora in poi, la Soka Gakkai iniziò la sua grande crescita, fino a diventare l’organizzazione mondiale che è oggi.
La rivoluzione della responsabilità
«Il pesce comincia a puzzare dalla testa», dice un vecchio proverbio. Quando i responsabili di un’organizzazione diventano corrotti, l’intera struttura incomincia a marcire e alla fine crolla. Questa è una verità universale. Inoltre, quando i leader diventano arroganti e cessano di ascoltare le opinioni degli altri, le influenze demoniache prendono il sopravvento. Questo è il motivo per cui il presidente Toda diceva severamente ai leader: «Più alta è la posizione, maggiore è la responsabilità. Dovete essere un esempio per gli altri». E ammoniva: «Potete manifestare grandi sentimenti in pubblico, ma se non li mettete veramente in pratica nella vostra vita, siete il peggior genere di responsabili».
In un’altra occasione, disse: «Quando il dirigente di un’azienda arriva tardi al lavoro, anche gli impiegati cedono alla pigrizia e cominciano ad arrivare regolarmente in ritardo, sorgono problemi e gli affari calano». Toda era molto severo su come si deve iniziare la giornata.
Toda diceva anche: «Nessuno vi accetterà come guida se non mostrerete il coraggio di lottare per ciò che è giusto». I responsabili devono applicarsi sinceramente in prima linea. Non dovete diventare leader che si tirano indietro adagiandosi sulla forza dell’organizzazione, senza fare sforzi in prima persona.
Tutti pensavano che la Campagna di Osaka del 1956 fosse una causa persa, ma mi misi in prima linea nella lotta rifiutando che fosse l’esiguità dei nostri numeri a sconfiggerci, realizzando infine una vittoria memorabile. Insieme ai miei amati membri del Kansai resi possibile l’impossibile.
Quando i leader stanno all’avanguardia e intraprendono azioni in prima persona, tutti gli altri possono avanzare con fiducia. È importante che i responsabili stimolino un nuovo slancio. Devono prendere l’iniziativa di parlare ad altri del Buddismo, facendo conoscere alle persone la nostra pratica, devono studiare gli scritti di Nichiren Daishonin e incoraggiare caldamente gli altri membri in modo che prendano l’iniziativa e agiscano a loro volta in prima persona. Lavoriamo tutti insieme per portare avanti una tale “rivoluzione della responsabilità”.
Tre tipi di persone
Toda diceva anche: «Nella Gakkai ci sono tre tipi di persone. I primi sono coloro che apprezzano e sostengono la Gakkai, lottando per realizzare kosen-rufu. I secondi sono quelli che si limitano a seguire l’organizzazione senza causare problemi né contribuire a qualcosa di positivo. Infine c’è chi, in malafede, cerca un qualche tipo di tornaconto dalla Gakkai, pensando che l’organizzazione deve loro qualcosa per ciò che fanno. Quest’ultimo gruppo è quello che causa i maggiori problemi».
Tutto è determinato dal nostro cuore, dal nostro spirito o atteggiamento interiore. Come dice il Daishonin: «È il cuore che è importante» (WND, 1000) [la versione italiana traduce: «Solo la fede è realmente importante»]. Se vogliamo praticare il Buddismo del Daishonin, dobbiamo farlo con spirito e cuore puri, in modo da ispirare la gente attorno a noi e dar loro forza con la nostra presenza. Analogamente, mi auguro che i giovani diano uno splendido esempio di fede che susciti l’ammirazione e la lode degli altri.
Questa è l’epoca dei giovani. Mi appello a loro affinché facciano un passo avanti assumendosi la piena responsabilità del nostro movimento. Ma è tradizione, nella Soka Gakkai, che anche i membri delle Divisioni uomini e donne avanzino col dinamismo dei giovani. Rimanete giovani nel cuore finché vivete! Andate sempre avanti con lo splendore negli occhi! Questo è il regno della fede e questo è il modo di vivere di chi compie la propria rivoluzione umana.
Il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda riponeva profonde speranze nell’attività dei membri della Divisione giovani donne. Condivido completamente questi sentimenti. Il potenziale delle giovani donne è davvero immenso. Quando una giovane donna che sostiene la Legge mistica si impegna seriamente in qualcosa, riesce a determinare una grande trasformazione nel destino della sua famiglia, riuscendo a migliorare anche la sua comunità. Come un sole che risplende di speranza, è capace di infondere coraggio a chiunque.
I modi allegri e cortesi e l’impegno sincero dei membri della nostra Divisione giovani donne toccano molti cuori. Hanno la capacità di coinvolgere i più svariati tipi di persone. Se la Divisione giovani donne risplende, il futuro della Gakkai è luminoso; d’altra parte, se questa non si sviluppa, il futuro della Gakkai sarà oscuro. Per costruire fondamenta solide per i prossimi cinquant’anni, è tempo di concentrarci a far crescere i membri della Divisione giovani donne. Facciamo tutto quello che ci è possibile per rivoluzionare la Divisione giovani donne.
Alle riunioni di Kayo-kai, un gruppo della Divisione giovani donne, Toda si espresse su varie questioni citando brani del Daishonin e dei classici della letteratura mondiale. In un’occasione, citò il romanzo Il Piccolo Lord di Frances Hodgson Burnett.
Il Piccolo Lord racconta la storia di Cedric, un bambino americano che, dopo la morte del padre, viene mandato a vivere in Inghilterra dal nonno, membro dell’aristocrazia. Il duro cuore del nonno si apre gradualmente grazie all’influenza dell’innata bontà e sincerità di Cedric. Toda commentò: «La fiducia totale di Cedric nel nonno guarisce il cuore del vecchio burbero e trasforma l’intera situazione. Un’incrollabile convinzione può avere un profondo influsso su qualsiasi cosa. I membri della Divisione giovani donne dovrebbero essere così». E disse anche: «Le donne devono studiare e coltivare se stesse. Vi prego di vivere la vita con un cuore ricco. Avanzate piene di buon umore con grazia, energia e freschezza».
Parlando coi membri Kayo-kai in un’altra occasione, Toda citò un brano degli scritti del Daishonin I quattro stadi della fede e i cinque stadi della pratica: «Essi [i miei discepoli] sono come un imperatore neonato in fasce, o un grande drago appena nato. Non disprezzateli! Non guardateli con superiorità!» (WND, 789). Toda aggiunse: «Noi che sosteniamo il Gohonzon incarniamo le proprietà del Budda della mistica Legge. In quanto tali, siamo fondamentalmente diversi da coloro che nutrono e diffondono insegnamenti erronei. Siamo onorati di condividere lo stesso stato vitale del Daishonin. Dovremmo essere orgogliosi di ciò e condurre vite vittoriose con spirito nobile ed elevato. Non dobbiamo mai svilirci».
Voi possedete la più grande filosofia del mondo. Tutti voi avete una missione importante. Ecco perché non dovete scoraggiarvi o sminuirvi. Per favore non cedete ad atteggiamenti superficiali che vadano contro il vostro valore intrinseco. Toda voleva che tutti i membri della Divisione giovani donne ricercassero la vera felicità e io penso esattamente la stessa cosa.
Uno spirito aperto
Chiedo a tutti i nostri responsabili di saper sempre riconoscere e valorizzare coloro che lavorano dietro le quinte. Per favore diventate ottimi leader dal carattere splendido, ammirati perché infondono fiducia e tranquillità in chi li circonda.
Certamente non è sufficiente avere un buon carattere. È necessario essere severi riguardo alle questioni di fede. Dobbiamo lottare risolutamente contro chiunque o qualsiasi cosa possa minacciare la Gakkai. Ricordate: «La voce compie il lavoro del Budda» (Raccolta degli insegnamenti orali in “Buddismo e Società”, n. 109, pag. 41). Per proteggere la Gakkai bisogna avere il coraggio di dire apertamente la verità. Mi auguro che i membri della Divisione giovani in particolare si comportino così. Da giovane io ho lottato con tutto me stesso al fianco di Toda e non posso tollerare che gli arroganti la facciano franca diffamando la Gakkai o disprezzando la gente comune.
Non si tratta solo di apparenze. Coloro che si preoccupano solo di impressionare gli altri o farsi belli non possono intraprendere una lotta sincera. Sia nel far crescere il nostro movimento, nell’introdurre qualcuno al Buddismo o nel formare persone capaci, dobbiamo ottenere risultati chiari e tangibili. Questa è una sfida adatta ai giovani, la lotta di un vero discepolo. È particolarmente importante che coloro che hanno ricevuto nuovi incarichi nella nostra organizzazione stabiliscano nuovi obiettivi di crescita e avanzino verso di essi. Questi obiettivi dovrebbero dar loro speranza e motivazione; non dovrebbero mai opprimere i membri. Vi prego di avanzare con spirito aperto.
Nichiren Daishonin scrive: «Il mio desiderio è che tutti i miei discepoli formulino un grande voto» (WND, 1003) [la versione italiana traduce: «Tutti i miei discepoli devono serbare in cuore il grande desiderio di raggiungere l’Illuminazione» (SND, 4, 277)] e ancora: «Il grande voto si riferisce alla propagazione del Sutra del Loto» (Raccolta degli insegnamenti orali, OTT, 82). Kosen-rufu mondiale è la strada diretta per la pace. Viviamo pienamente, impegnandoci per questo grande ideale.
Tutto dipende da noi
Crescita ed espansione sono la tradizione della Divisione giovani della Soka Gakkai. Anch’io sono stato un membro della Divisione giovani e, nei primi tempi del nostro movimento, sono stato responsabile nella Divisione giovani uomini. Tutti noi abbiamo lottato con passione, facendo a gara per aumentare il numero dei membri nei rispettivi gruppi e far crescere nuove persone. I nostri giovani cuori erano pieni del sogno di kosen-rufu, della visione di un futuro glorioso e ricco di speranza; eravamo carichi di spirito combattivo. L’energia e l’esuberanza dei giovani contagiavano tutta la Gakkai. Le Divisioni uomini, donne e giovani erano unite in un meraviglioso spirito di solidarietà. La storia della Soka Gakkai è una storia di giovani che con le loro azioni decise a conseguire la vittoria, hanno aperto nuove porte nel movimento per kosen-rufu.
Il presidente Toda ribadiva spesso il concetto che gli uomini dovrebbero impegnarsi nel coltivare varie capacità. Desidero che voi responsabili della Divisione giovani uomini decidiate di affrontare grandi imprese e che le perseguiate con dinamismo e libertà.
Se qualcuno riceve un’importante responsabilità ma manca di coraggio e di grandi sogni per il futuro non potrà realizzare niente di notevole. È un peccato vivere passivamente, facendo solo il minimo per tirare avanti, senza mai prendere nessuna iniziativa personale. Dal momento che prendiamo parte alla grande battaglia per kosen-rufu, impegniamoci a raggiungere risultati di cui possiamo andare orgogliosi! Realizziamo una prova concreta che tutti possano vedere! Questo è lo spirito della Divisione giovani uomini della Soka Gakkai.
Kosen-rufu è una lotta per allenare persone capaci, plasmare un futuro luminoso e creare la pace mondiale. Coloro che si sono dedicati con passione a questa nobile causa godranno di benefici immensi e illimitati vita dopo vita. Non possiamo assaporare «la più grande delle gioie» (OTT, 212) se il nostro impegno è superficiale, apparente o finto. Tutto dipende da noi. Siamo noi stessi a determinare ogni cosa.
Nichiren Daishonin scrive: «La Legge non si diffonde da sola: poiché sono le persone la propagano, sia le persone che la Legge sono degne di rispetto» (GZ, 856). Conduciamo insieme vite di autentico valore propagando la Legge suprema. Tutto ciò che facciamo per kosen-rufu porta benefici a noi e alla nostra famiglia e ai nostri compagni di fede. Questo è inconfutabile alla luce delle scritture del Daishonin e dei sutra.
Com’è riuscita la Gakkai a realizzare le vittorie che ha conseguito fino a oggi? Solamente grazie alle battaglie appassionate condotte dalle Divisioni donne e giovani donne. Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a tutte le donne Soka, che sono come i soli splendenti dell’umanità.
Come ho sottolineato più volte, è vitale che la nostra organizzazione tenga in grande considerazione le donne e presti ascolto alle loro idee e opinioni. I responsabili uomini devono rispettare, apprezzare ed elogiare i membri delle Divisioni donne e giovani donne, che stanno lottando con grande dedizione. Finché lo faranno, il futuro di kosen-rufu sarà luminoso e vasto.
Per far sì che la Divisione giovani donne, che ha una missione così impegnativa, rafforzi la propria unità e avanzi con uno slancio ancora maggiore, chiedo a tutti i membri, specialmente alle donne, di sostenerle e incoraggiarle. Se qualche responsabile uomo dovesse discriminare le donne o avere un atteggiamento arrogante, vi chiedo di riprenderli severamente, perché un comportamento del genere non può essere tollerato all’interno della nostra organizzazione.
Lo scopo della Soka Gakkai è di realizzare kosen-rufu. Stabilito questo, chi si impegna con tutte le sue forze per questo obiettivo è assolutamente nobile e ammirevole. La nostra organizzazione ha anzitutto il dovere di tenere tali persone nella massima considerazione.
I membri non esistono in funzione dell’organizzazione, è l’organizzazione che esiste per loro. Certamente la nostra organizzazione è importante, ma un responsabile che se ne approfitti e si comporti in modo arrogante a causa della posizione che occupa all’interno di essa ha capovolto del tutto le priorità. Chiunque si renda colpevole di una condotta di questo tipo va severamente rimproverato.
Il ruolo di un responsabile è di proteggere e sostenere i membri che lottano per kosen-rufu.
Uguaglianza tra uomini e donne
Occupare una posizione d’autorità non rende una persona importante, e non esiste giustificazione per guardare gli altri dall’alto in basso. Siamo tutti uguali. Questo vale naturalmente anche per uomini e donne. In una esplicita dichiarazione di parità tra i sessi, il Daishonin scrive: «Non devono esserci discriminazioni fra coloro che propagano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo nell’Ultimo giorno della Legge, siano essi uomini o donne: se non fossero Bodhisattva della Terra, non potrebbero recitare il Daimoku» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, “Il Nuovo Rinascimento”, n. 336, pag. 19, vedi anche SND, 4, 233). Questo è lo spirito fondamentale del Buddismo.
Vorrei brevemente richiamare la vostra attenzione su alcuni esempi di umanesimo nella comunità dei seguaci di Shakyamuni. Shakyamuni lodava i discepoli più esemplari indipendentemente dal sesso. In un testo buddista noto come Anguttara-Nikaya elenca i nomi di molte eccellenti discepole e ne descrive le qualità, lodandole per l’ineguagliata saggezza, o per l’osservanza dei precetti, per l’abilità nell’insegnare il Dharma (Legge), o per le facoltà meditative e così via. Shakyamuni elogiava molto le donne che si dedicavano in modo disinteressato alla Legge e alla felicità altrui.
Nella comunità di credenti di Shakyamuni, esistevano anche regole molto dettagliate riguardo agli spostamenti delle discepole, cioè le monache dell’Ordine buddista. Ad esempio, un sutra cita i pericoli in cui potevano imbattersi a quei tempi le donne che viaggiavano sole. Preoccupato per la loro sicurezza, Shakyamuni stabilì regole che vietavano di recarsi in villaggi, traversare fiumi o rimanere fuori di notte, senza la compagnia di un’altra monaca, per evitare che accadesse loro qualcosa di male.
È importante anche per noi rammentarci a vicenda di prestare attenzione e prudenza. Una parola al momento giusto può contrastare le funzioni demoniache. E prego voi responsabili delle Divisioni donne e giovani donne di fare della sicurezza la massima priorità in tutte le vostre attività.
Il canone buddista riporta anche espressioni di gratitudine delle discepole di Shakyamuni. Una di loro dichiara: «In verità, riverendo l’Illuminato [il Budda], il migliore degli uomini, io sono completamente libera da ogni sofferenza, seguendo gli insegnamenti del maestro». Questo brano fa comprendere chiaramente la gioia di praticare il Buddismo sotto la guida di Shakyamuni, di superare il proprio karma, di affrontare la vita con spirito fresco e rivitalizzato.
Spirito di ricerca e pratica risoluta sono le chiavi per la crescita e la vittoria; sono fonte di ispirazione, pace della mente e sviluppo.
In una delle sue poesie, Emily Dickinson scrisse che perdere la fede è peggio di perdere una proprietà. Com’è vero! La Dickinson viene ricordata con Walt Whitman come una delle figure principali nella poesia del diciannovesimo secolo.
Nei miei saggi e discorsi amo spesso citare le parole di grandi letterati e pensatori del passato. imparare da loro mi dà l’opportunità di acquisire una comprensione ancor più profonda del Buddismo. Mi piace citarli anche perché credo che sia utile per comunicare il nostro messaggio a coloro che non praticano la nostra fede. Per esprimere l’essenza del Buddismo, anche il Daishonin cita molte opere diverse, fra cui scritture buddiste, classici cinesi e giapponesi, leggende e fiabe. Il Daishonin era di ampie vedute ed era aperto al mondo, e altrettanto è la Gakkai.
Come operano le funzioni demoniache
Ne La funzione di Bonten e Taishaku il Daishonin osservò: «Coloro che sono posseduti da un grande demone, se con i loro consigli riescono a far cadere una persona, la usano come esca per catturarne molte altre» (SND, 5, 207). Questo è il modo in cui operano solitamente le funzioni demoniache: cercano di persuadere una persona ad abbandonare la fede, usandola poi per sviare molte altre persone dalla strada corretta.
Il Daishonin scrive anche: «Le persone che hanno ancora una conoscenza superficiale ma fanno mostra di credere, parlando con arroganza possono distruggere anche la fede degli altri» (SND, 5, 208). Dobbiamo condannare severamente la grave offesa di infrangere l’armonia dei credenti. Denunciare le malefatte e insegnare la strada corretta è anche nell’interesse di coloro che commettono questo tipo di offese. È vitale rimproverare a fondo e trattare con severità chi commette azioni illecite all’interno dell’organizzazione, in modo che i più giovani nella fede non ripetano gli stessi errori. Questa è la vera compassione. In passato, abbiamo visto responsabili e figure influenti che, sviati dall’ambizione e da interessi egoistici, hanno abbandonato la loro fede, tradito i compagni e cercato di distruggere la Soka Gakkai. Come sapete, tutti hanno fatto una fine ignomignosa. La legge buddista di causa ed effetto è davvero molto severa.
In uno dei suoi scritti, il Daishonin cita un brano riguardante i “cattivi amici” [giap. akuchishiki: un cattivo amico è chi fa cadere qualcuno nei cattivi sentieri inducendolo in errore riguardo il Buddismo e ostacolandone la pratica corretta, n.d.r.] tratto da un commentario del Gran Maestro Chang-an e spiega: «Cattivo amico è colui che, parlando in modo gentile, ingannevole, adulatorio, e facendo un abile uso delle parole, conquista il cuore di persone ignare e distrugge la bontà della loro mente» (GZ, 7).
Tenete alla larga i cattivi amici. Con forte fede, svelate il loro gioco e respingete le loro azioni. Membri della Divisione giovani, conto su di voi. Mi auguro che continuerete a espandere e rafforzare il nostro sodalizio di buoni amici.
(continua)