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Dieci paure, dieci sogni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:06

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Dieci paure, dieci sogni

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«Sii preparato: non esitare a rinunciare al tuo feudo, non pensare a tua moglie e ai tuoi bambini, non mettere in pericolo il Dharma facendo affidamento su altri. Devi semplicemente decidere. Quest’anno guarda il mondo come se fosse uno specchio. Dal momento che molti sono morti, il fatto che tu sia sopravvissuto fino ad ora è perché tu possa affrontare questa prova. È qui che attraverserai il fiume Uji. È qui che attraverserai il Seta. Questo evento deciderà se farai onore o recherai disgrazia al tuo nome. Si dice che la forma umana è difficile da ottenere e che il Sutra del Loto è difficile da credere. Sii fermamente convinto che Shakyamuni, Taho e tutti i Budda delle dieci direzioni si aduneranno nel tuo corpo per aiutarti» (Risposta a Yasaburo, SND, 8, 174).

L’anno scorso stavo preparando un esame assieme a un mio collega che non pratica il Buddismo. Io stavo malissimo perché ero appena stato lasciato dopo sei anni di fidanzamento e lo assillavo col mio malessere. Lui restava sempre zitto. Ma c’è stato un giorno in particolare in cui sono stato un po’ meglio e allora gli ho chiesto: «Matteo ma tu come stai?» e a momenti scoppiava a piangere. Si sentiva un fallito, aveva paura di vivere una vita monotona e mediocre senza riuscire ad ottenere nulla di buono. Era molto triste perché non riusciva a rendere nello studio e si vergognava nei confronti dei genitori. Allora ho messo da parte il mio egoismo e gli ho detto «Adesso facciamo così! Su questi fogli io e te scriviamo dieci cose che ci fanno male o paura». All’inizio non voleva farlo, ma dopo ci ha preso gusto e si è sentito sollevato, forse si è sentito ascoltato. Poi ho girato i fogli e gli ho detto: «Adesso scriviamo dieci aspetti che vogliamo vedere nella nostra vita e non ti preoccupare se non sono l’esatto contrario delle cose che abbiamo scritto prima!». Alla fine mi ha fatto un sorriso gigantesco e abbiamo studiato tantissimo.
Il 7 dicembre del 2004 mi sono laureato, (eheheheh!) 110 e lode, e lui mi ha regalato un libretto con scritta sopra questa dedica: «Di getto le prime righe, righe di un libello, libello per i tuoi pensieri, pensieri frammenti di vita, di una vita che sempre, sempre ti ha messo alla prova. Ammiro il tuo coraggio, coraggio che spesso mi hai dato. Alle volte mi hai aiutato a procedere anche senza certezze, certezze che poi sono arrivate. Ora è il tuo momento, è il momento di vincere, vincere contro tutto e tutti, e spezzare le catene, catene che non vuoi più. Ricordi i tuoi sogni? Tienili stretti! Realizzali! Tu sei come me! So che ci riuscirai! Sono tanto orgoglioso di te! Con tutto il cuore! Matteo».
All’università ho costruito tanti di questi legami, nessuno dei miei colleghi ha cominciato a praticare con costanza, con alcuni recitavamo un po’ prima degli esami. Mi guardo indietro e il legame creato con questi ragazzi è il tesoro.

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