Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
La persecuzione di Atsuhara - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:35

330

Stampa

La persecuzione di Atsuhara

35. Negli ultimi anni di vita del Daishonin, le persecuzioni colpirono l’intera comunità dei fedeli. Nikko fu un modello per tutti i seguaci per mantenere la fede con gioia

Dimensione del testo AA

35. Negli ultimi anni di vita del Daishonin, le persecuzioni colpirono l’intera comunità dei fedeli. Nikko fu un modello per tutti i seguaci per mantenere la fede con gioia

IKEDA: Dice Nichiren Daishonin: «Il “grande voto” riguarda la propagazione del Sutra del Loto» (GZ, 736). E anche: «Quando sarete così uniti, anche il grande desiderio di kosen-rufu potrà realizzarsi» (WND, 217)[ref]La versione italiana è «Se è così, anche il grande desiderio di kosen-rufu potrà realizzarsi» (SND, 4, 224).[/ref]. Il grande voto o desiderio di kosen-rufu è il nucleo essenziale del Buddismo di Nichiren. E la Soka Gakkai è sorta, in accordo con la volontà del Budda, per realizzare questo grande desiderio. Tutte le attività della Soka Gakkai sono attività per kosen-rufu. Anche lo studio degli insegnamenti buddisti ci serve ad approfondire il voto per kosen-rufu e a diventare paladini di questa causa. Uno studio mirato alla semplice memorizzazione di teorie astratte non avrebbe alcun significato.

MORINAKA: Abbiamo visto come all’epoca del trasferimento del Daishonin a Minobu, i suoi seguaci in ogni zona dimostrarono di essere veri discepoli che abbracciavano lo scopo del maestro con la sua stessa determinazione[ref]Nella Vera entità della vita il Daishonin scrive: «Qualunque cosa accada, mantieni sempre la tua fede come devoto del Sutra del Loto e come discepolo di Nichiren. Se hai la stessa mente di Nichiren, devi essere un Bodhisattva della Terra, e se sei un Bodhisattva della Terra, senza dubbio sei stato un discepolo del Budda dal più remoto passato» (SND, 4, 233).[/ref]. Abbiamo accennato anche alle persecuzioni che insorsero in risposta ai loro coraggiosi sforzi nella fede.

IKEDA: La fase finale della vita del Daishonin, tutta dedita alla diffusione della Legge, vide l’apparizione di un flusso incessante di discepoli che si unirono a lui nel dedicare la vita al grande desiderio di kosen-rufu. In quel periodo la comunità dei discepoli, da poche persone, crebbe sino a raggiungere un numero consistente.

SAITO: Kosen-rufu essenzialmente significa recitare Nam-myoho-renge-kyo e insegnare agli altri a fare lo stesso, trasmettendolo da una persona all’altra. Nella Scelta del tempo, in cui Nichiren spiega che l’Ultimo giorno della Legge è il “tempo” in cui Nam-myoho-renge-kyo si diffonderà ampiamente, egli scrive: «I ruscelli si riuniscono per formare il grande oceano e i granelli di polvere si accumulano per formare il monte Sumeru[ref]Il monte Sumeru, nell’antica cosmologia indiana è la montagna che si erge al centro del mondo.[/ref]. Quando all’inizio io, Nichiren, presi fede nel Sutra del Loto, ero come un’unica goccia d’acqua o un singolo granello di polvere in tutto il Giappone. Ma poi, quando due, tre, dieci e alla fine diecimila miliardi di persone reciteranno il Sutra del Loto e lo insegneranno ad altri, formeranno un monte Sumeru di meravigliosa Illuminazione, un grande oceano di nirvana! Non cercare nessun’altra via per ottenere la Buddità!» (SND, 2, 98).

IKEDA: La via corretta per realizzare kosen-rufu consiste nel recitare e trasmettere il Sutra del Loto. Prima una sola persona inizia a recitare il Daimoku del Sutra del Loto, decisa a continuare qualunque cosa accada, e poi lo trasmette a un’altra. Questo è il cammino per ottenere la Buddità per se stessi e per gli altri.

MORINAKA: Il Daishonin afferma che questo processo di propagazione da una persona all’altra rappresenta il principio di “emergere dalla terra”[ref]Vedi SND, 4, 233. Nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto, Emergere dalla terra, Shakyamuni evoca i Bodhisattva della Terra, suoi discepoli dal remoto passato, e affida loro la missione di propagare la Legge mistica dopo la sua morte. Nel capitolo ventunesimo, Poteri sovrannaturali, il loro capo, il bodhisattva Pratiche Superiori, fa voto di realizzare questa missione.[/ref].

IKEDA: Esatto, kosen-rufu avanza grazie all’apparizione di coraggiosi Bodhisattva della Terra che si dedicano alla diffusione della Legge mistica. La sincera lotta di queste persone estremamente determinate risveglia e ispira coloro che li circondano, che a loro volta ne risvegliano molti altri. I Bodhisattva della Terra non appaiono dal nulla. Quando le persone che incontriamo iniziano a praticare il Buddismo e lo insegnano agli altri, profondamente convinte che ognuno possa ottenere la Buddità, rivelano la propria natura di Bodhisattva della Terra. Kosen-rufu è la battaglia per ingrossare le file di quei paladini di umanesimo che sono i Bodhisattva della Terra. Il principio di «emergere dalla terra» indica lo sforzo di trasmettere questo spirito da una persona a quella successiva. Kosen-rufu significa che sempre più persone gioiscono pensando: «Io sono un Budda! E anche tu lo sei!». È l’estensione di un movimento di risveglio interiore in cui non si può fare a meno di lodare questa splendida via di felicità e bontà e allo stesso tempo non si può fare a meno di denunciare l’arroganza e il male.

SAITO: Potremmo affermare che la persecuzione di Atsuhara simboleggia la dinamica di kosen-rufu, in cui si diffonde il bene e si elimina il male.

IKEDA: Come nel caso delle persecuzioni che colpirono il Daishonin, anche i suoi discepoli furono attaccati durante la persecuzione di Atsuhara proprio perché non si dimostrarono passivi e disposti a cedere. Per comprendere i motivi fondamentali di questa persecuzione bisogna anzitutto tenere presente che fu il risultato della decisione del sincero discepolo del Daishonin, Nikko Shonin, di assumere la guida delle attività di propagazione. Il suo sforzo di trasformare la realtà, animato dall’entusiasmo giovanile, preparò il terreno per il risveglio di tante altre persone comuni, prima due, poi tre, poi cento, alla fede nel Buddismo del Daishonin.
Le autorità, sbigottite, tentarono in ogni modo di reprimere le loro attività. Ma i mezzi oppressivi e autoritari che impiegarono non valsero a sviare la fede nemmeno di uno dei contadini che credevano nel Daishonin. Questo è il nucleo essenziale della persecuzione di Atsuhara. La vergognosa esecuzione di tre di quegli umili credenti simboleggia la rovina spirituale dei detentori del potere. Per contro, la fede forte e luminosa dei discepoli di Atsuhara, che rimasero impavidi nella ferma difesa delle proprie convinzioni di fronte ai più atroci abusi da parte delle autorità, costituisce un evento senza precedenti nella storia religiosa e popolare del Giappone. Questi credenti che brillano di eterna luce spirituale si potrebbero definire senza esagerazioni i precursori della battaglia per i diritti umani.

SAITO: La persecuzione di Atsuhara segnò una vittoria dello spirito umano, in cui quei comuni credenti, grazie alla loro solidarietà di Bodhisattva della Terra, trionfarono sulle forze demoniache dell’autorità.

IKEDA: Il Daishonin realizzò «lo scopo della sua apparizione in questo mondo»[ref]Lo scopo per il quale tutti i Budda appaiono nel mondo è di esporre e diffondere l’insegnamento che permette a tutte le persone di ottenere l’Illuminazione.[/ref] perché era totalmente convinto che fra la gente comune sarebbero apparsi coraggiosi discepoli come quelli, che sarebbe apparsa una grande comunità di credenti dediti a kosen-rufu. Perché kosen-rufu – la pace e la felicità dell’umanità – potrà realizzarsi soltanto se ci saranno persone decise a portare avanti la battaglia del Budda dell’Ultimo giorno della Legge.
L’apparizione di queste persone comuni di importanza vitale che si dedicano a diffondere la Legge mistica si può far risalire alle coraggiose lotte del giovane Nikko Shonin contro l’errore e l’ingiustizia. Tutto ha inizio dagli sforzi dei giovani per combattere il male.

MORINAKA: Nel 1268 Nikko Shonin inviò una lettera alle autorità, La vergognosa situazione del tempio Jisso-ji, in cui denunciava i costumi corrotti e l’autoritarismo del priore del Jisso-ji e chiedeva che fosse rimosso dalla carica. A quell’epoca, Nikko aveva ventitré anni.

IKEDA: In quella lettera di denuncia, egli elenca cinquantuno esempi di condotta scorretta.

MORINAKA: Fra questi cita:

  • Organizzare libagioni in concomitanza con le cerimonie buddiste;
  • Abbattere i ciliegi sui terreni del tempio;
  • Tenere cortigiane negli alloggi del tempio e mangiare pesce e cacciagione;
  • Privare i preti residenti dei propri alloggi e sfrattarli;
  • Trattare aspramente il personale di servizio del tempio che in alcuni casi era stato anche picchiato a morte;
  • Non occuparsi delle riparazioni della sala principale della preghiera;
  • Far pagare ai credenti l’olio per le lampade senza poi fornire l’illuminazione.

Questi sono soltanto alcuni dei punti che elenca. In ogni epoca sono sempre i preti malvagi che distruggono il Buddismo. In ognuna di queste accuse possiamo percepire la giusta indignazione di Nikko Shonin.

IKEDA: Il grande poeta Dante Alighieri (1265-1321) afferma che una condotta deplorevole da parte di chi ricopre una posizione di autorità è la causa degli attuali mali del mondo.
Permettere a un clero corrotto e decadente di proseguire impunemente le proprie attività distruggerà la spiritualità delle persone causando infine la rovina della società. Solo combattendo ciò che è sbagliato e sconfiggendolo si può far prevalere la verità e la giustizia. Una religione autentica si riconosce per l’impegno attivo verso un continuo rinnovamento religioso.

SAITO: La zona di Suruga dove Nikko Shonin svolgeva le proprie attività di propagazione era un luogo di importanza militare strategica. Comprendeva molti possedimenti controllati direttamente dal ramo principale della famiglia Hojo, come la tenuta della figlia di Hojo Shigetoki del tempio Gokuraku (moglie dell’ex reggente Hojo Tokiyori e madre del reggente Hojo Tokimune). Inoltre i templi della zona, come il Jisso-ji e il Ryusen-ji, erano amministrati da priori strettamente legati a influenti personaggi governativi. Questi preti corrotti commettevano le peggiori infamie sotto la protezione dei potenti e delle autorità, creando notevoli problemi ai preti comuni e ai laici.

IKEDA: In una situazione simile, Nikko Shonin si appellò arditamente all’autorità per avere giustizia e di certo i suoi sforzi per confutare gli errori e rivelare la verità gli avranno guadagnato il sostegno di molte persone di Suruga. Così, dopo il trasferimento del Daishonin sul monte Minobu, Nikko Shonin diede inizio a un’attività di propagazione su vasta scala.

MORINAKA: Il suo successo è evidente dal fatto che nel 1275 Nisshu, Nichiben, Nichizen e altri preti del Ryusen-ji divennero seguaci del Daishonin.

IKEDA: È nell’impegno dei discepoli che si vede la grandezza del maestro. Sentendo parlare con rispetto e ammirazione di Nikko Shonin, le persone di certo si chiesero chi fosse il suo maestro e quale fosse il suo insegnamento. Così si accese un graduale interesse verso il Buddismo del Daishonin che vide laici e religiosi, uno dopo l’altro, diventare suoi seguaci. Senza dubbio le autorità governative e i supponenti religiosi delle altre scuole osservavano questa manifestazione visibile della relazione maestro-discepolo con odio e gelosia.

SAITO: In risposta al successo di questi sforzi di propagazione, ostacoli e demoni cominciarono a emergere con forza. Anche la persecuzione dei seguaci del Daishonin nel villaggio di Kajima, distretto di Fuji, provincia di Suruga, ebbe inizio in quel periodo. Il Daishonin spiega al prete laico Takahashi Rokuro Hyoe, che viveva a Kajima, di aver evitato di fermarsi a visitare i suoi seguaci perché temeva che ciò potesse arrecare loro ulteriori persecuzioni (vedi SND, 8, 186). E da altri suoi scritti dello stesso periodo apprendiamo che i seguaci Nembutsu molestavano i suoi discepoli.

MORINAKA: Nel 1276, a Nisshu e agli altri discepoli del Daishonin al Ryusen-ji fu ingiunto da Gyochi, vicepriore del tempio, di scrivere una pubblica dichiarazione in cui abiuravano il Sutra del Loto e giuravano di recitare invece il Nembutsu. Essi rifiutarono e per questo vennero privati della loro carica e scacciati dagli alloggi del tempio[ref]Nella Petizione del Ryusen-ji, sottoposta al governo nell’ottobre 1279 a nome di Nichiben e Nisshu, ma scritta da Nichiren e Nikko, si afferma: «Nisshu, Nichiben e gli altri, in quanto appartenenti alla lunga discendenza dei preti del tempio Ryusen si sono impegnati nella pratica buddista, pregando per il mantenimento della pace in cielo e sulla terra. Ma Gyochi, pur ricoprendo la carica di vicepriore dei sacri recinti del tempio, ha emanato un ordine indirizzato al prete del tempio Mikawa-bo Raien e a Nichizen, Nisshu, Nichiben e altri in cui afferma: “Il Sutra del Loto è un insegnamento sul quale non ci si può basare. Se farete voto di smettere immediatamente di recitare il Sutra del Loto e dedicarvi invece unicamente alla recitazione del Sutra Amida e del Nembutsu vi lascerò vivere in pace”. Raien obbedì all’ordine, compose il suo giuramento e fu lasciato in pace. Ma Nichizen e gli altri, che si rifiutarono di scrivere un simile giuramento furono privati dei templi in cui alloggiavano. Nichizen lasciò il Ryusen-ji [e fece ritorno alla casa della sua famiglia a Kawai nel distretto di Fuji]. Nisshu e Nichiben, che non avevano parenti a cui rivolgersi, rimasero nel tempio dipendendo dagli altri [per ottenere rifugio]. Negli ultimi quattro anni [dal 1276 sino a quest’anno, il 1279] Gyochi ha continuato a privare Nisshu e gli altri dei templi in cui alloggiavano e ha proibito severamente qualsiasi preghiera basata sul Sutra del Loto. Non contento delle malefatte che ha compiuto sino a questo momento, ordisce intrighi e diffonde menzogne allo scopo di eliminare gli ultimi praticanti del Sutra del Loto rimasti» (GZ, 852-853).[/ref].

IKEDA: Da una lettera che il giovane discepolo Nanjo Tokimitsu[ref]Nanjo Tokimitsu: giovane seguace laico e signore di una tenuta nel villaggio di Ueno, distretto di Fuji. Rischiò la sua sicurezza per proteggere i credenti all’epoca della persecuzione di Atsuhara.[/ref] inviò al Daishonin nello stesso periodo pare che, man mano che la situazione si aggravava, anche traditori e apostati cominciassero a creare problemi (vedi SND, 5, 203-210).

MORINAKA: Sembra che alcuni ex discepoli del Daishonin come Sho-bo, Noto-bo e la monaca laica Nagoe fossero implicati in qualche complotto[ref]«Shofu-bo, Noto-bo e Nagoe-no Ama, discepoli di Nichiren, si proclamavano saggi pur essendo avidi, codardi e stupidi. Quando fui colpito dalle persecuzioni, questa gentaglia ne approfittò per far cadere un gran numero di credenti» (SND, 5, 207).[/ref].

IKEDA: Nella sua lettera, il Daishonin scrive che, se Tokimitsu avesse abbandonato la fede, gli altri credenti di Suruga, come pure coloro che stavano per convertirsi, si sarebbero allontanati dalla Legge mistica (vedi SND, 5, 207-208).
Il Daishonin sapeva che le azioni di quest’unico giovane avrebbero influito in maniera determinante sullo sviluppo di kosen-rufu nella zona. Perciò, con immensa compassione, gli comunicò le grandi aspettative che riponeva in lui, dicendo che era giunto il momento che si mettesse alla guida degli altri seguaci.

SAITO: Gli scritti del Daishonin in quel periodo ci danno indicazioni chiare sull’entità dei demoni che si erano abbattuti sui suoi discepoli. In Lettera a Misawa, scritto nel febbraio 1278, il Daishonin esorta uno dei suoi seguaci influenti nel distretto di Fuji, il signore di Misawa, a stare in guardia rispetto alle macchinazioni del Demone del sesto cielo (vedi SND, 5, 186).

IKEDA: Era un periodo in cui i rapporti erano particolarmente tesi anche fra il Daishonin, che si trovava a Minobu, e le autorità governative di Kamakura.

MORINAKA: Infatti alla fine di marzo un messaggero inviato da una persona di Kamakura, di cui non si conosce l’esatta identità, recò una missiva in cui si parlava dei preparativi per un dibattito pubblico fra il Daishonin e i preti delle altre scuole, per determinare quale fosse l’insegnamento corretto (vedi SND, 9, 149). Poi in aprile circolò la voce che il Daishonin sarebbe stato inviato in esilio per la terza volta. Pare anche che, attorno al 1278, si fosse verificato un episodio relativo a un decreto governativo falsificato che mirava alla soppressione della fede nel Sutra del Loto[ref]«Per quanto riguarda la situazione ad Atsuhara, puoi renderti conto di ciò che sta accadendo da questo ultimo episodio [l’esibizione di un falso decreto]; anche il fatto precedente era basato su accuse inventate. Il signore di Sagami [il reggente Hojo Tokimune] credette alle calunnie delle persone ed esiliò Nichiren a Sado senza indagare minimamente sui fatti. Quando si rese conto del suo errore rimpianse ciò che aveva fatto ed emanò un condono. Di conseguenza sarebbe difficile per loro punirmi ancora senza le prove di qualche colpa manifesta. I personaggi al seguito del signore, nei loro cuori, sono nemici del Sutra del Loto; tuttavia, poiché hanno paura di ciò che potrebbe accadere se mi perseguitassero apertamente, hanno sfruttato l’incidente di Atsuhara per danneggiarmi ma l’effetto è stato soltanto che le loro stesse bugie sono venute a galla. Immaginavo che si trattasse di un ordine falso ancor prima di averlo visto. Mentre ero a Sado in tre occasioni erano stati prodotti decreti ufficiali falsificati» (GZ, 1478).[/ref]. C’è sempre gente meschina che complotta contro gli altri.

IKEDA: Sempre nello stesso periodo, i tre fratelli Jinshiro, Yagoro e Yarokuro, noti come i tre martiri di Atsuhara, si convertirono al Buddismo del Daishonin.

MORINAKA: Via via che cresceva il numero di persone che prendevano coscienza del proprio potere, aumentavano le vessazioni da parte delle autorità corrotte e di altre forze ostili per arrestarne il progresso.

SAITO: Tutto faceva presagire una persecuzione importante e la compagine di manigoldi che l’avrebbe messa in atto era ormai al completo. C’era l’ostilità di chi era legato al ramo principale Hojo; il comportamento arrogante e interessato dei preti ipocriti; le manovre segrete di Ryokan del tempio Gokuraku e la tirannia di Hei no Saemon, sempre alla ricerca di un’occasione per accrescere il suo potere.

IKEDA: Fino ad allora il Daishonin aveva combattuto e vinto da solo i tre potenti nemici – laici arroganti, preti arroganti e falsi santi arroganti. Ma adesso questi si stavano manifestando a Suruga e iniziavano ad attaccare la comunità dei suoi discepoli. Nel 1279, al culmine della persecuzione di Atsuhara, quei potenti nemici si rivelarono completamente.
Alla fine della Scelta del tempo il Daishonin scrive: «Perciò vi dico, miei discepoli, cercate di praticare come insegna il Sutra del Loto, sforzandovi senza lesinare la vostra vita! Mettete alla prova la verità del Buddismo!» (SND, 2, 107). Nikko Shonin fu uno dei primi a rispondere al suo appello, come dimostrarono i suoi generosi sforzi per propagare l’insegnamento del Daishonin. E la sua lotta, che incarnava l’essenza dell’inseparabilità di maestro e discepolo, portò alla conversione di molti soldati, contadini e donne. Anche molti preti di altre scuole si convertirono e si schierarono con Nikko Shonin a favore della riforma religiosa. Il vigore e il dinamismo con cui queste persone di diverse categorie apparvero sulla scena ricorda l’apparizione dei Bodhisattva della Terra nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto.
I discepoli di Atsuhara, che rimasero saldi nella bufera di autoritarismo e arroganza che infuriava intorno a loro, trassero una grande forza da Nikko Shonin. Senza dubbio il suo coraggioso esempio li colmò di supremo orgoglio per la religione che avevano scelto, ispirandoli a impegnarsi con gioia nella pratica buddista.

SAITO: Immagino che più Gyochi e gli altri complottavano, più i discepoli di Atsu­hara avranno gioito di aver abbandonato simili preti decadenti, che avevano perso il vero spirito della fede, e si saranno sentiti immensamente onorati di appartenere a una comunità di credenti che abbracciava una fede autentica.

IKEDA: In ultima analisi tutto dipende dalla nostra determinazione. Se non abbiamo la determinazione di far avanzare kosen-rufu a ogni costo non saremo in grado di bandire il male. La Soka Gakkai è un sodalizio di dinamici e attivi Bodhisattva della Terra emersi dalle fila della gente comune. Il Daishonin afferma: «Quando il bodhisattva Jogyo emerse dalla terra, ne saltò fuori gioiosamente» (SND, 7, 213).
Quando prendiamo coscienza del nostro potere innato di Bodhisattva della Terra, sgorgano in noi forza e capacità. Ora è il tempo di sorgere per adempiere la nostra missione di nobili bodhisattva ed esprimere pienamente il nostro immenso potenziale.

(continua)

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata