Al Centro culturale di Roma si è tenuta, il 26 marzo scorso, la terza consegna dei Gohonzon dell’anno. Per concludere la cerimonia Francesco Geracitano, vice direttore generale dell’Istituto, ha ricordato l’importanza di rispettare in particolar modo i familiari che non praticano il Buddismo. La nostra non è una scelta scontata, ha detto, bisogna spiegare bene che cosa facciamo. «Siamo degli idealisti – ha concluso – perché crediamo in un mondo migliore e pratichiamo il Buddismo proprio perché pensiamo che attraverso la trasformazione personale si arrivi a cambiare il mondo. Questo è il vero motivo della nostra pratica»
Stefano Maisto – Roma
Pratico il Buddismo da gennaio di quest’anno, ci tengo a dirlo. Ero in una situazione difficile quando la mia amica Teresa mi ha parlato della pratica. Ho cominciato subito seriamente e ho voglia di progredire anche se non ne so ancora molto. Mi hanno conquistato i modi delle persone e la teoria del Buddismo.
Germana Nastasi – Roma
Sono emozionata. Avevo iniziato a praticare dieci anni fa, poi ho seguito altri percorsi, ma l’importante è che ho cominciato con Nam-myoho-renge-kyo e ho concluso con Nam-myoho-renge-kyo. Ora la mia vita sta cambiando e anche la mia famiglia. A dicembre mia sorella ha ricevuto il Gohonzon e ieri mia madre ha recitato Daimoku con me. Il Buddismo dà più gioia, più felicità, più slancio nelle cose.
Massimo de Palma – Cisterna (LT)
Pratico il Buddismo da sei mesi e la mia vita è completamente cambiata. Ho visto la realtà in un altro modo, prima ero molto più condizionato dall’esterno, ora sono più indipendente dalle cose che succedono intorno a me. Ho iniziato in un momento particolare in cui volevo capire il perché della vita. Oggi ricevere il Gohonzon è un’emozione grandissima, sono felice.
Aurora Barba – Roma
Pratico da tre anni e non mi sentivo mai pronta, ma oggi è un grandissimo traguardo. In questo periodo ho trasformato tante cose e in futuro vorrei rispettarmi sempre di più. Oggi c’è qui mia madre e spero che anche per lei sia l’inizio di qualcosa di nuovo.
Teresa Oliva – Roma
Pratico da quattro anni e oggi è come se mi sposassi, come se facessi un matrimonio interiore, con me stessa, con la vita e con le cose belle che ho fatto, con le persone belle che ho incontrato e con quelle sofferenti a cui mi sono legata. In questi anni ho seguito anche altre scuole, ma oggi sono qui a ricevere il Gohonzon e riceverlo con questo spirito mi rende molto felice.
Angela Berardo – Roma
Conosco la pratica buddista dal 1998, ma sono sempre stata incostante. Da qualche tempo invece ho cominciato un percorso più vero perché ho avuto delle prove tangibili della protezione del Daimoku. Da alcuni piccoli fatti e circostanze assai particolari sento che mi è stata salvata la vita. Ho deciso di ricevere il Gohonzon non solo perché so che sarò più protetta, ma anche perché voglio sbloccare tanti nodi che da sempre mi impediscono di realizzarmi. Sento che oggi inizio una nuova vita.
Anna Carruba – Roma
Ho un nodo alla gola. Sono stralusingata di ricevere il Gohonzon dopo un anno di pratica assidua. Una grande sofferenza che non riuscivo a risolvere con niente mi ha spinta a praticare, così ho imparato ad accettarmi, con tutti i pregi e i difetti, così come sono, con tutto il mio valore. Un’altra cosa bellissima che è successa, forse la più bella, è che anche mio marito ha iniziato a praticare.
Massimiliano Toscano – Viareggio
Pratico da due anni e ho sentito subito che questa pratica funzionava. Sono felice perché ho raggiunto tutti i miei obiettivi soprattutto in campo lavorativo. Ho sempre trovato la situazione giusta al momento giusto. Quando pratico col cuore sincero il Gohonzon sembra quasi una bacchetta magica. Non si può descrivere ciò che provo.
Simona Borromeo – Roma
Sono molto emozionata, ma anche serena, non ho ancora capito cosa mi sia successo! Pratico costantemente da sei mesi, prima ero discontinua e ho anche smesso per un periodo perché non avevo realizzato i miei obiettivi. Adesso ho capito che non devo solo praticare per avere benefici e anzi che a volte è un bene che alcuni desideri non si realizzino.