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Il sole sorge a est - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:33

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Il sole sorge a est

31. L’attuale diffusione in tutto il mondo della Sgi è la realizzazione della profezia del Daishonin sulla “trasmissione del Buddismo verso occidente”

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31. L’attuale diffusione in tutto il mondo della Sgi è la realizzazione della profezia del Daishonin sulla “trasmissione del Buddismo verso occidente”

SAITO: Luglio per la Soka Gakkai è il mese dedicato alla gioventù. Nella speranza che possa essere utile ai giovani che assumeranno su di sé il futuro di kosen-rufu vorrei discutere in questa occasione della profezia del Daishonin sulla trasmissione del Buddismo verso occidente[ref]Con “occidente” in questo contesto si intende il mondo intero, in quanto al tempo di Nichiren Daishonin tutto il resto del mondo conosciuto era situato a ovest del Giappone.[/ref].

MORINAKA: Nel Primo e Medio giorno della Legge il Buddismo di Shakyamuni si trasmise dall’India, situata a ovest, al Giappone, che si trova a est. Questa si chiama «trasmissione del Buddismo verso oriente». Nell’Ultimo giorno della Legge, invece, il Buddismo del Daishonin «ritorna» dal Giappone, che è a oriente, all’India che è a occidente e questa è chiamata «trasmissione del Buddismo verso occidente».

IKEDA: Nel Sutra del Loto Shakyamuni profetizzò un’ampia propagazione nell’ultimo periodo di cinquecento anni e «un’ampia propagazione in tutto Jambudvipa»[ref]Nel capitolo ventitreesimo del Sutra del Loto Precedenti vicende del Bodhisattva Re della Medicina si legge: «Dopo la mia estinzione, nell’ultimo periodo di cinquecento anni, dovrai diffonderlo in tutto Jambudvipa» (SDL, 23, 385-386).[/ref]. Nichiren Daishonin si sforzò incessantemente di realizzarla.
La profezia che a sua volta il Daishonin enunciò non è altro che la «trasmissione del Buddismo verso occidente» che la Soka Gakkai sta oggi trasformando in realtà. Se la Soka Gakkai non fosse apparsa a propagare la Legge mistica in tutto il globo le parole del Daishonin sarebbero state considerate menzogne.
Josei Toda, il secondo presidente della Soka Gakkai, soleva dire: «Questo Buddismo si diffonderà di certo nelle altre parti dell’Asia. Se così non fosse, Nichiren Daishonin sarebbe stato un gran bugiardo. Per favore nutrite la convinzione che esso si diffonderà senza alcun dubbio»[ref]Toda Josei Zenshu, Seikyo Shimbunsha, Tokyo, 1983, vol. III, pag. 441.[/ref].

SAITO: È stato lei presidente Ikeda a realizzare questo ardente desiderio di Toda.

IKEDA: Poco prima della sua morte il mio maestro mi disse: «Il mondo è il tuo vero palcoscenico. Vai, esci nel mondo!» Io mi sono impegnato con tutte le mie forze per essere all’altezza delle sue aspettative. Il presidente Toda non aveva mai messo piede fuori del Giappone, eppure aveva lo sguardo sempre rivolto al resto dell’Asia e al mondo intero. Specialmente negli incontri con i giovani parlava con instancabile passione di questo spirito buddista di condividere ovunque la Legge con persone, cioè di realizzare kosen-rufu in Asia e in tutto il mondo. Uno di questi incontri fu la riunione inaugurale della Divisione giovani uomini.

MORINAKA: Toda fondò la Divisione giovani uomini l’11 luglio 1951, poco dopo esser diventato presidente della Soka Gakkai. So che anche lei, presidente Ikeda, partecipò a quell’evento in qualità di responsabile di gruppo dei giovani uomini.

IKEDA: Sfidando una pioggia torrenziale, circa centottanta giovani si riunirono presso la vecchia sede della Soka Gakkai a Tokyo, nel quartiere di Nishi-Kanda e in quell’occasione Toda spiegò quale fosse la missione dei giovani: «Kosen-rufu è la missione che io devo assolutamente realizzare. Miei giovani amici della Divisione giovani, spero che ognuno di voi giungerà a comprendere l’importante e nobile ruolo che ricopre… Sono sempre i giovani che fanno cambiare i tempi e creano una nuova epoca. Il mio unico desiderio è che voi realizziate assolutamente questa grande e nobile missione [di kosen-rufu]»[ref]Ibidem, pagg. 434-435.[/ref].
E proseguì parlando della trasmissione del Buddismo verso occidente: «Il nostro obiettivo non è tanto ristretto da limitarsi a un unico paese, il Giappone. Nichiren Daishonin ci chiese di propagare la grande e pura Legge non solo in Corea, in Cina o nella lontana India ma fino alle più estreme propaggini della terra. Perché i cinque o sette caratteri [della mistica Legge] che il Daishonin rivelò rappresentano la grande filosofia di vita che realmente pervade e muove l’universo stesso».
Toda chiese accoratamente ai giovani di divenire i leader di una religione mondiale di portata universale dotata di un immenso potere di recare beneficio all’umanità.
Penso che le sue osservazioni in quell’occasione rivelino pienamente il significato della predizione del Daishonin riguardo alla trasmissione del Buddismo verso occidente. Questo desiderio di comunicare la Legge mistica alle persone in tutto il globo è il cuore del Buddismo di Nichiren e l’essenza dello spirito della Soka Gakkai.

MORINAKA: Alla stessa riunione Toda disse anche: «Sicuramente il prossimo presidente della Soka Gakkai sarà uno di voi, che siete riuniti qui oggi. Sono assolutamente certo che egli sia qui con noi adesso. Voglio congratularmi con quella persona inchinandomi a lui con il più profondo rispetto e venerazione…
«Voglio cogliere questa opportunità per fare i miei migliori auguri alla persona che diventerà il prossimo presidente della Soka Gakkai e anche per congratularmi di cuore con tutti voi per la costituzione della Divisione giovani uomini».

IKEDA: Quando divenni terzo presidente della Soka Gakkai volli rispondere senza perder tempo alla direttiva di Toda e così mi avventurai all’estero per la prima volta. Oggi, allo stesso modo, io affido alla gioventù la missione di portare a compimento la prossima tappa dello sviluppo mondiale del movimento di kosen-rufu. Perché kosen-rufu in tutto il mondo è un altro nome per definire la pace mondiale.

SAITO: Lei ci ha insegnato che nella Soka Gakkai vive lo spirito della trasmissione del Buddismo verso occidente.
Il 4 febbraio 1961, l’anno in cui divenne presidente della Soka Gakkai, lei visitò Bodhgaya in India, il luogo in cui Shakyamuni ottenne l’Illuminazione, e vi seppellì una targa che recava l’iscrizione «Kosen-rufu in Asia», insieme a una copia del trattato di Nichiren Daishonin Sulle tre grandi Leggi segrete. Mi sembra che quel gesto riassuma in sé la sua profonda decisione di realizzare l’ideale del Daishonin: la trasmissione del Buddismo verso occidente.

MORINAKA: Lokesh Chandra, uno dei maggiori studiosi indiani del Sutra del Loto, direttore dell’Accademia internazionale di cultura indiana, affermò a proposito della sua dedizione nel far conoscere al mondo gli insegnamenti del Buddismo: «Nel corso dei secoli il Buddismo, che nacque in India, si è trasmesso in Cina, Corea e Giappone. E adesso grazie a lei, presidente Ikeda, si sta diffondendo in tutto il globo e ispira l’umanità. Grazie ai suoi sforzi il Sutra del Loto ha viaggiato dal Giappone al mondo! Niente potrebbe rendermi più felice. Così come il sole si muove da est verso ovest, il Sutra del Loto è “in viaggio” da est verso ovest, visitando ogni paese del mondo. Questo è meraviglioso»[ref]Lokesh Chandra e Daisaku Ikeda, Toyo no Tetsugaku wo Kataru (Dialogo sulle filosofie orientali), Daisan Bunmeisha, Tokyo, 2002, pagg. 30-31.[/ref].

SAITO: Chandra ha detto anche: «Grazie ai suoi sforzi, presidente Ikeda, lo spirito vitale del Sutra del Loto si sta trasmettendo dal Giappone al mondo. Lei personifica veramente il nuovo secolo».

IKEDA: Sono confuso dalle sue parole. Nel dialogo con Chandra, abbiamo parlato anche di come il Mahatma Gandhi avesse incluso Nam-myoho-renge-kyo fra le preghiere che venivano recitate nel suo ashram.
Secondo Chandra, Nam-myoho-renge-kyo era per Gandhi l’espressione fondamentale del potere cosmico che esiste negli esseri umani e nella vita stessa, legato al ritmo supremo dell’universo. Fu proprio il padre di Chandra, l’eminente studioso di Buddismo Raghu Vira (1902-63) che spiegò dettagliatamente a Gandhi il significato di Nam-myoho-renge-kyo. Ed era convinto che Gandhi fosse rimasto profondamente influenzato dal pensiero di Nichiren Daishonin[ref]Ibidem, pagg. 66-69.[/ref].
Anche il presidente Toda nel suo intervento alla riunione inaugurale della Divisione giovani uomini aveva affermato quanto fosse indispensabile che Nam-myoho-renge-kyo, in quanto Legge fondamentale dell’universo, si diffondesse in tutto il mondo.
Possiamo ipotizzare che la stessa profonda convinzione del Daishonin riguardo all’universalità della Legge che aveva rivelato abbia dato origine a quella prospettiva globale rappresentata dal principio di trasmissione del Buddismo verso occidente.

MORINAKA: Nichiren Daishonin fa un esplicito riferimento alla trasmissione verso occidente in due dei suoi scritti: Sulla profezia del Budda (SND, 4, 21-32) e Rimostranza al bodhisattva Hachiman (GZ, 576-589).
Sulla profezia del Budda fu composto nel mese intercalare di maggio 1273 sull’isola di Sado, poco dopo la stesura dell’importante trattato Il vero oggetto di culto.
Rimostranza al bodhisattva Hachiman fu composto nel dicembre 1280 sul monte Minobu, circa due anni prima della sua morte.

IKEDA: Anche prima di Sulla profezia del Budda il Daishonin aveva alluso alla futura diffusione dei suoi insegnamenti in una lettera a Toki Jonin [Aspirare alla terra del Budda], scritta nel novembre 1271, subito dopo l’arrivo a Sado. In essa parla esplicitamente della diffusione della «Legge segreta, l’unica grande ragione dell’avvento di tutti i Budda» (SND, 7, 142) e allude alla sua trasmissione verso occidente.

SAITO: Per citare il brano per intero: «Ora questa legge segreta, l’unica grande ragione dell’avvento di tutti i Budda, si diffonderà per la prima volta in questo paese. E non è forse Nichiren la persona che la propaga?». Poi prosegue spiegando che questa grande Legge rappresenta il Sutra del Loto, l’insegnamento che Shakyamuni affidò al bodhisattva Pratiche Superiori, guida dei Bodhisattva della Terra.
Cita quindi le parole del Gran Maestro Dengyo «quando sorge il sole, le stelle scompaiono» e quelle di Tsun-shih, un monaco cinese della scuola T’ien-t’ai «all’inizio dell’Ultimo giorno della Legge [il Buddismo sorge a oriente e] illumina l’occidente»Scrive il Daishonin: «Una volta che sarà diffusa questa grande legge, gli insegnamenti precedenti e gli insegnamenti shakumon del Sutra del Loto non procureranno più il minimo beneficio. Il Gran Maestro Dengyo afferma: “Quando sorge il sole, le stelle scompaiono”. E nella prefazione scritta dal prete Tsun-shih si legge: “All’inizio dell’Ultimo giorno della Legge [il Buddismo sorge a oriente] e illumina l’occidente”»[ref](SND, 7, 143).[/ref], spiegando così che il Buddismo avrebbe viaggiato verso ovest.

IKEDA: Si trattava di una lettera scritta subito dopo l’abbandono da parte del Daishonin della propria identità transitoria e la rivelazione di quella vera[ref]Si riferisce all’abbandono da parte di Nichiren Daishonin della sua identità di persona comune allo stadio di udire il nome e le parole della verità e alla rivelazione della sua «vera identità» di Budda di gioia senza limiti illuminato sin dal tempo senza inizio, pur rimanendo una persona comune.[/ref], all’epoca della persecuzione di Tatsunokuchi (1271).
Sebbene la società lo considerasse un criminale condannato all’esilio a Sado, il Daishonin nutriva la profonda convinzione che il suo insegnamento si sarebbe diffuso non solo in tutto il Giappone ma anche a ovest, oltre le sue coste fino a raggiungere il mondo intero.
Era pieno di fiducia incrollabile perché nel profondo del suo essere brillava la grande Legge dell’Illuminazione universale dell’Ultimo giorno. E scrive: «Questa grande Legge è già apparsa. I segni che annunciano il suo avvento sorpassano di gran lunga quelli delle epoche precedenti. Riflettendo sul loro significato, ho capito che il tempo è giunto» (SND, 7, 143).

MORINAKA: Egli afferma che la grande Legge è apparsa, annunciata da presagi senza precedenti come il terremoto devastante che colpì Kamakura nell’era Shoka (agosto 1257)[ref]«Il grande terremoto della passata era Shoka fu un presagio di grandezza senza precedenti, mai verificatosi […] nei più di duemiladuecento anni dalla scomparsa del Budda» (SND, 7, 142).[/ref]. È la proclamazione, in altre parole, che il supremo insegnamento per l’Illuminazione di tutte le persone nell’Ultimo giorno è stato rivelato.

IKEDA: Solo la Legge mistica ha il potere di condurre tutte le persone dell’epoca impura dell’Ultimo giorno all’Illuminazione. E questo perché è la Legge universale che esiste nella vita di ogni essere umano. L’infinito potere della Legge mistica ci permette di trionfare su tutte le illusioni e le sofferenze che sorgono dalla nostra oscurità fondamentale innata. La Legge mistica è una via sicura per rivitalizzare le persone nell’epoca dell’Ultimo giorno e condurle a un’autentica felicità e realizzazione.

SAITO: Il Daishonin rivelò il Gohonzon per far sì che questo beneficio fosse accessibile a tutte le persone.

IKEDA: Per questo, subito dopo aver completato Il vero oggetto di culto, in cui spiega l’oggetto di culto nei termini della Legge, il Daishonin si azzarda a predire in Sulla profezia del Budda che il suo Buddismo avrebbe viaggiato verso occidente.
La dottrina della trasmissione verso occidente sembrerebbe riflettere l’illimitata fiducia del Daishonin nel potere insito nel suo insegnamento di dissolvere l’oscurità presente nella vita delle persone, sia nell’Ultimo giorno sia per tutto l’infinito futuro.

SAITO: Come indica il titolo, in questo Gosho il Daishonin sta realizzando concretamente la profezia di Shakyamuni nel Sutra del Loto di «un’ampia propagazione nell’ultimo periodo di cinquecento anni» e «un’ampia propagazione in tutto Jambudvipa».

MORINAKA: L’ultimo periodo di cinquecento anni significa l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge e Jambudvipa è il mondo intero.

IKEDA: Nello stesso scritto il Daishonin spiega che l’ampia propagazione dell’insegnamento corretto nell’Ultimo giorno, predetta da Shakyamuni, sarà realizzata dal devoto del Sutra del Loto di quell’epoca che si batte per questa causa in mezzo a grandi persecuzioni. Nichiren Daishonin spiega di essere quel devoto, il protagonista di kosen-rufu nell’Ultimo giorno e dichiara che il Buddismo dell’Ultimo giorno si diffonderà senza dubbio a partire dal Giappone, un paese posto a est.

SAITO: «Io dico – scrive – che certamente il Buddismo sorgerà e scorrerà da est, dalla terra del Giappone» e «Sappi [dal verificarsi di questi enormi presagi] che è nato un santo come il Budda» (SND, 4, 29).

IKEDA: Con queste parole il Daishonin dichiara di essere il Budda dell’Ultimo giorno della legge e che il suo Buddismo del sole è il grande insegnamento che illuminerà l’oscurità dell’ignoranza e dell’illusione non solo in Giappone ma in tutto il mondo.

MORINAKA: Permettetemi di citare il brano di Sulla profezia del Budda in cui si parla della trasmissione verso ovest del Buddismo: «La luna appare a ovest e gradualmente risplende verso est[ref]Questo passo si riferisce al fatto che la luna nuova si vede prima a ovest, subito dopo il tramonto. Nelle notti successive, mano a mano che la luna si fa piena, sembra che si muova verso est. Ovviamente la direzione del movimento della luna è la stessa di quello del sole e delle stelle, da est a ovest, ma a causa del suo movimento orbitale sembra muoversi leggermente in senso contrario.[/ref], mentre il sole sorge a est e proietta i suoi raggi verso ovest. Lo stesso è vero per il Buddismo. Nel Primo e nel Medio giorno della Legge si diffuse verso est, ma nell’Ultimo giorno si propagherà da est verso ovest».

IKEDA: Queste parole esprimono la profonda convinzione del Daishonin che il suo Buddismo si sarebbe diffuso in tutto il mondo come grande insegnamento pieno di speranza per le persone dell’Ultimo giorno.
In quell’epoca buia e caratterizzata dalla diffusa tendenza a offendere la Legge, solo il Daishonin espose risolutamente la grande Legge in grado di trasformare ogni forma di ignoranza e illusione in Illuminazione. Era spinto da un profondo amore e compassione per i propri simili di cui condivideva le sofferenze, come se fossero proprie; per questo desiderava alleviare il loro dolore e dare a tutti la felicità.
In Sulla profezia del Budda l’accento è sulla «persona» [piuttosto che sulla «Legge»] di Nichiren Daishonin che rivelò e propagò il corretto insegnamento destinato a scorrere verso occidente e verso tutto il mondo.
SAITO: Alla fine di questo scritto il Daishonin introduce il concetto dei «quattro maestri dei tre paesi»[ref]Quattro maestri dei tre paesi: i quattro maestri apparsi in India, Cina e Giappone che diffusero il Sutra del Loto, rispettivamente: Shakyamuni in India, T’ien-t’ai in Cina; Dengyo e Nichiren Daishonin in Giappone.[/ref] e dichiara che, fra i molti praticanti di quei paesi, egli è il maestro che sta portando avanti l’eredità del Buddismo: «Nichiren, della provincia di Awa, raccolse l’eredità del Buddismo da questi tre maestri e propagò il Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge. Insieme essi dovrebbero essere chiamati «i quattro maestri del Buddismo nei tre paesi» (SND, 4, 31).

IKEDA: Quest’affermazione è il frutto della sua Illuminazione alla grande Legge che permette a tutte le persone di ottenere la Buddità e del suo impegno a propagarla nell’Ultimo giorno della Legge, un’epoca malvagia contaminata dalle cinque impurità[ref]Cinque impurità: dell’epoca, del desiderio, degli esseri viventi, delle concezioni, e della durata della vita. Sono citate nel secondo capitolo del Sutra del Loto, Espedienti (vedi SDL, 2, 41).[/ref], anche di fronte a gravi persecuzioni.
Il Daishonin aveva indubbiamente tracciato la grande strada sulla quale le persone potevano emergere dall’ignoranza dell’oscurità fondamentale e manifestare la propria illuminata natura del Dharma per vivere così un’esistenza ricca e vibrante in accordo con essa. Per questo poteva esprimere questa coraggiosa dichiarazione al mondo intero e a tutta l’umanità dalla minuscola e appartata isola di Sado.
Sono parole d’immensa compassione che esprimono la decisione del Daishonin di diventare una fonte di luce splendente come il sole per illuminare l’oscurità dell’Ultimo giorno fino all’infinito futuro.
Sulla profezia del Budda sottolinea dunque la fondazione da parte del Daishonin del Buddismo del sole che permette a tutte le persone di ottenere l’Illuminazione nell’Ultimo giorno.
Rimostranza al bodhisattva Hachiman invece mette in evidenza la «Legge» o «insegnamento» [contrapposto alla «persona»] spiegando che il Buddismo del sole del Daishonin è un insegnamento supremo dotato del potere di liberare le persone dall’oscurità che pervade l’epoca a causa dell’offesa alla Legge.

MORINAKA: Il Daishonin fu ispirato a scrivere Rimostranza al bodhisattva Hachiman, datato dicembre 1280, dall’incendio che distrusse il tempio Tsurugaoka Hachiman di Kamakura[ref]Scrive il Daishonin: «Se le persone hanno sofferto nell’apprendere che il mausoleo del grande generale della destra [Minamoto no Yoritomo] e la tomba di Gon no Tayu [Hojo Yoshitoki, secondo reggente dello shogunato] sono stati distrutti, quanto più si saranno addolorate venendo a sapere che il grande bodhisattva Hachiman e Wakamiya [il tempio Tsurugaoka Hachiman] sono andati perduti nelle fiamme» (GZ, 1286).[/ref]. Il 14 novembre vari incendi erano scoppiati nella capitale e le fiamme avevano avvolto l’importante santuario. Hachiman era la divinità protettrice dei guerrieri e la perdita del santuario a lui dedicato aveva causato grande panico e preoccupazione.

SAITO: Al tempo stesso in tutto il Giappone si temeva un altro imminente attacco dei mongoli. Dalla prima invasione del 1274 erano trascorsi ormai sei anni ma nel giugno del 1279, cioè l’anno precedente, un’altra delegazione mongola era giunta sull’isola di Tsushima (nel mare fra la Corea e il Giappone).
Il governo giapponese aveva risposto trasportando gli inviati all’avamposto più vicino a Hakata, nel Kyushu, dove erano stati giustiziati sommariamente come era accaduto alla delegazione precedente[ref]I membri di una delegazione mongola, guidata da Tu Shih-chung, giunta in Giappone nel 1275, erano stati decapitati a Tatsunokuchi, mentre alla delegazione che arrivò nel 1279 toccò la stessa sorte a Hakata. Venuto a conoscenza dell’esecuzione del 1275 il Daishonin aveva scritto: «Com’è pietoso che siano stati decapitati gli innocenti inviati mongoli…» (SND, 7, 239).[/ref]. Dopo di che le autorità iniziarono a prepararsi al previsto attacco mongolo.

IKEDA: L’atmosfera era estremamente tesa e il governo aveva ordinato a tutti i templi e santuari del paese di pregare per la sconfitta degli invasori. Vedere il santuario di Hachiman raso al suolo da un incendio di certo creò un’impressione non indifferente in un simile momento.
In Cina la dinastia Sung meridionale (1127-1279), incapace di fronteggiare l’avanzata mongola da sud, era crollata e i molti preti cinesi che avevano cercato rifugio dai tumulti sul continente riuscendo a raggiungere il Giappone dovevano aver riportato notizie dettagliate. Questo accresceva ulteriormente la sensazione di catastrofe imminente nel popolo giapponese.
Il Daishonin si rendeva chiaramente conto che l’intera società giapponese era precipitata in una sofferenza senza speranza. Perciò in Rimostranza al bodhisattva Hachiman egli si concentra sull’«offesa», la causa fondamentale di questa tragica situazione.

MORINAKA: «Offesa» qui sta per «offesa alla Legge» che in essenza non significa calunniare a parole la Legge bensì nutrire una totale mancanza di fede e quindi di rispetto verso di essa.

IKEDA: Offesa significa non credere in ciò che insegna il Sutra del Loto, cioè che tutte le persone posseggono la natura di Budda e possono ottenere la Buddità. Significa anche non credere nel Gohonzon, nel quale il Daishonin manifestò lo stato di Buddità che esisteva nella sua vita stessa.
Quando aumentano le schiere di coloro che non credono nella natura di Budda presente in loro e negli altri e la offendono, la società nel suo complesso precipita in una spirale discendente che la conduce a cadere da un sentiero malvagio all’altro. Per condurre le persone all’Illuminazione il Daishonin dichiarò quale fosse l’insegnamento corretto per l’Ultimo giorno della Legge, il Buddismo del sole.
Il Buddismo del Daishonin è una religione di trasformazione, capace di illuminare anche l’oscurità più profonda con la luce della Legge mistica. Esso può cambiare le persone e la società che, a causa dei veleni di offesa e ignoranza, scivolano anche senza volerlo verso il male, permettendo loro invece di accedere a una potente corrente ascensionale in grado di condurli sempre in una direzione positiva e rivolta verso il bene.

SAITO: Riguardo al problema della sofferenza in Rimostranza al bodhisattva Hachiman il Daishonin cita il brano del Sutra del Nirvana: «Il Tathagata considera tutte le diverse sofferenze di ogni essere vivente come se fossero le proprie» e poi dichiara: «Nichiren ha assunto su di sé la sofferenza condivisa da tutti gli esseri viventi come se fosse tutta la sua sofferenza» (GZ, 587).

IKEDA: È un’affermazione di grande importanza. Le «diverse sofferenze» cui si riferisce il Sutra del Nirvana sono le varie sofferenze che vivono le persone, come per esempio le quattro o le otto sofferenze[ref]Le quattro sofferenze sono le sofferenze universali di nascita, invecchiamento, malattia e morte. Le otto sofferenze sono le prime quattro più la sofferenza di doversi separare da chi si ama, di dover incontrare chi si odia, di non riuscire a ottenere ciò che si desidera e la sofferenza che ha origine dalle cinque componenti che costituiscono corpo e mente.[/ref]. Shakyamuni sentiva profondamente, come se fosse suo, il dolore che queste varie sofferenze individuali arrecano alle persone e si risvegliò alla Legge che permetteva di superarle.
Invece la «sofferenza condivisa» di cui parla il Daishonin è la sofferenza che la società sperimenta nel suo complesso, la cui causa fondamentale è l’offesa alla Legge che un gran numero di persone commette inconsapevolmente.
In sintesi l’espressione «sofferenza condivisa» si riferisce alla relazione causale in virtù della quale il male fondamentale dell’offesa alla Legge conduce all’inferno di incessante sofferenza.
Nell’Ultimo giorno, oltre alle quattro o otto sofferenze, che sono le sofferenze umane fondamentali, si intensificano anche «le sofferenze causate dall’epoca». Avevamo già accennato in precedenza che questo periodo è noto come «un’epoca di conflitto» ma potremmo anche chiamarlo «un’epoca che necessita di uno sforzo attivo per la pace».
Il XIII secolo, in cui visse il Daishonin, vide una crescita degli scambi fra i popoli e le nazioni e parallelamente l’intensificarsi dei conflitti su vasta scala. I mongoli imperversavano su un’ampia regione che andava dall’Asia orientale alle propaggini dell’Europa. Nel frattempo in Europa erano state indette sette crociate nel tentativo di riconquistare la Terra santa e il declino del Sacro romano impero era già avanzato. In Asia minore i turchi ottomani erano saliti al potere e infine avevano conquistato l’Impero romano d’oriente costruendo il loro vasto impero.
Mentre venivano scritte queste tumultuose pagine della storia il Giappone si trovava per la prima volta coinvolto nelle correnti storiche globali. Non era più il tempo in cui il popolo giapponese potesse preoccuparsi unicamente della propria sicurezza o della pace limitata ai propri confini nazionali.
Infatti in Adottare la dottrina corretta per la pace nel paese il Daishonin scrive: «Se vi preoccupate anche solo un po’ della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l’ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quartieri del paese» (SND, 1, 43). Questo significa che la sicurezza personale e la pace della mente si possono ottenere soltanto realizzando la pace nel mondo che ci circonda.

MORINAKA: Nei suoi scritti il Daishonin descrive la sofferenza e il timore di tutto il popolo giapponese nei confronti dell’invasione mongola. Per esempio dice: «Essi sperimentarono la dura realtà del mondo di Collera»[ref]Letteralmente: «Pur essendo ancora vivi, sembrava loro di essere nel mondo degli asura» (WND, 498). La frase del Daishonin si basa sulla credenza popolare che gli esseri non illuminati continuassero a trasmigrare nei sei sentieri: Inferno, Avidità, Animalità, asura (Collera), Umanità ed esseri celesti (Cielo). Gli asura sono demoni della mitologia indiana dal carattere litigioso e aggressivo che si battono continuamente con il dio Shakra (o Indra).[/ref] (SND, 4, 113).

IKEDA: Era un’epoca in cui le sofferenze dei guerrieri e dei comuni cittadini del Giappone erano strettamente legate a ciò che facevano i mongoli.

SAITO: Una delle caratteristiche di quest’epoca dell’Ultimo giorno è che la sicurezza personale e la pace della nazione non si possono ricercare isolatamente e la nostra era globalizzata ne è la dimostrazione lampante.

IKEDA: Il Daishonin diede inizio a una rivoluzione religiosa per liberare l’umanità fino all’infinito futuro, e dunque anche la nostra epoca, dall’oscurità dell’illusione fondamentale causata dall’offesa alla Legge.
L’obiettivo essenziale del Buddismo nel Primo e nel Medio giorno della Legge era la pace individuale della mente. Di per sé non c’è niente di sbagliato in questo; effettivamente potremmo affermare che uno dei punti che distinguono il Buddismo da altri insegnamenti è l’enfasi posta sul risveglio dei singoli alla Legge che esiste nelle profondità della vita individuale e che genera un’autentica pace della mente.
Ma giunti all’Ultimo giorno della Legge, il Buddismo diffuso nel Primo e nel Medio giorno era degenerato in una pratica individualista, con cui le persone si limitavano a ricercare la propria pace mentale. Una tendenza che era rimasta nonostante la preoccupazione che alcuni perspicaci studiosi buddisti avevano dimostrato in proposito. Quel tipo di Buddismo era totalmente inefficace per contrastare la corrente dominante nell’Ultimo giorno che sospinge le persone verso il male.
Per contro il Daishonin si sforzò di istituire una religione in grado di recare sicurezza e pace della mente a tutte le persone e di realizzare la pace mondiale, basandosi sulla trasformazione interiore individuale.
Alla fine di Rimostranza al Bodhisattva Hachiman il Daishonin paragona il Buddismo che si era diffuso da ovest verso est durante il Primo e il Medio giorno della Legge alla luna e il suo Buddismo destinato a diffondersi da est verso ovest nell’Ultimo giorno al sole. Perciò potremmo affermare che il Daishonin realizzò la transizione dal Buddismo della luna al Buddismo del sole.

MORINAKA: Quali sono le differenze fondamentali fra il Buddismo della luna, che si diffuse verso est e il Buddismo del sole, destinato a diffondersi verso ovest?

IKEDA: Sono quelle chiaramente esposte nel brano di Rimostranza al Bodhisattva Hachiman, in cui il Daishonin discute della trasmissione futura del suo insegnamento a occidente.

MORINAKA: Il brano recita: «La terra della Luna è un altro nome per l’India, il luogo in cui il Budda fece la sua comparsa in questo mondo. La terra del Sole è un altro nome per il Giappone. C’è forse una ragione per cui un saggio non dovrebbe apparire qui?
«La luna appare a ovest e si muove verso est, un segno di come gli insegnamenti buddisti dall’India si diffondono verso oriente. Il sole sorge a est, un segno fausto di come gli insegnamenti buddisti del Giappone sono destinati a fare ritorno alla terra dell’India.
«La luce della luna non è molto vivida perché illuminò le persone soltanto durante gli ottant’anni della sua vita [di Shakyamuni]. Ma lo splendore del sole supera quello della luna, un segno fausto di come sia destinato a illuminare la lunga oscurità dell'[Ultimo giorno della Legge] che inizia nel quinto periodo di cinquecento anni.
«Il Budda non prese alcuna misura per correggere coloro che offendevano il Sutra del Loto perché mentre egli era al mondo non esistevano simili persone. Ma nell’Ultimo giorno della Legge, ovunque si vedono terribili nemici dell’unico veicolo [del Sutra del Loto]. Perciò occorre far del bene al mondo seguendo l’esempio del bodhisattva Mai Sprezzante. Ognuno di voi che siete i miei discepoli dovrebbe impegnarsi con diligenza in questo compito» (GZ, 588-9).

SAITO: Dunque fra il Buddismo del sole e quello della luna anzitutto c’è una differenza di «luminosità». Poi abbiamo la «lunghezza del tempo dell’Illuminazione» e infine «le dimensioni dell’oscurità che occorre dissolvere» cioè la profondità dell’illusione delle persone e la misura in cui le loro vite sono corrotte dalle impurità. Sono tre punti strettamente legati.
Poiché il Buddismo del sole possiede l’impareggiabile splendore in grado di dissipare l’oscurità fondamentale intrinseca alla vita stessa, esso ha il potere di illuminare senza limiti il futuro, ben oltre i primi cinquecento anni dell’Ultimo giorno.

IKEDA: Cos’è esattamente «questa oscurità che il Buddismo del sole illuminerà?» In Lettera a Jakunichi-bo, scritto nel 1279, l’anno precedente a Rimostranza al bodhisattva Hachiman, il Daishonin la chiama «l’oscurità dell’ignoranza umana e dei desideri terreni»[ref]«Considera esattamente ciò che questo brano rivela. “Questa persona, mentre passa nel mondo” significa che i primi cinquecento anni dell’Ultimo giorno della Legge saranno testimoni dell’avvento del bodhisattva Jogyo, che illuminerà l’oscurità dell’ignoranza umana e dei desideri terreni con la torcia dei cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo» (SND, 4, 36).[/ref].

MORINAKA: In Rimostranza al bodhisattva Hachiman la definisce anche l’«offesa al Sutra del Loto» (GZ, 589).

IKEDA: L’oscurità che avvolge la vita delle persone è quella dell’illusione o ignoranza fondamentale. È a causa di questa ignoranza che le persone offendono la Legge; essa le rende ostili o contrarie alla Legge mistica che rivela la verità fondamentale della nobiltà e della sacralità della vita di ognuno.
L’illusione fondamentale e l’offesa alla Legge consistono nel dubitare che tutte le persone posseggono la natura di Budda; rappresentano la pulsione a negare la dignità intrinseca della propria vita e di quella degli altri. Quando le persone sono incapaci di credere nella propria natura di Budda e nella propria dignità innata perdono la fiducia fondamentale in se stesse; sono preda di un’ansietà senza fine, dominate dalla paura e dalla viltà e quando si sentono minacciate reagiscono scalciando alla cieca come animali presi in trappola. Inoltre, tormentate da un senso di sfiducia, diventano invidiose e gelose degli altri.
Come osservavo prima in Rimostranza al bodhisattva Hachiman le «diverse sofferenze di tutti gli esseri viventi« che Shakyamuni cerca di alleviare vengono contrapposte alla «sofferenza condivisa da tutti gli esseri viventi» che il Daishonin cerca di alleviare.
Shakyamuni assunse su di sé le varie sofferenze che provavano le persone e si adoperò per risolverle. Quella battaglia incessante può essere considerata una prova della sua identità di Tathagata, una persona di indomita compassione.
Il Daishonin, d’altro canto, chiarì che l’origine fondamentale di queste diverse sofferenze è l’illusione innata e l’offesa alla Legge e affermò che il dubbio o la mancanza di fede nel fatto che le nostre vite sono dotate del potere illimitato di vincere queste sofferenze rappresenta la sofferenza fondamentale comune a tutti gli esseri umani. Egli affrontò personalmente la questione principale di questa sofferenza fondamentale cercando un modo per risolverla, perciò lo consideriamo il Budda dell’Ultimo giorno della Legge che aprì la strada dell’Illuminazione a tutta l’umanità.

SAITO: Come già discusso in precedenza, i tre potenti nemici o tre tipi di persone arroganti descritti nel capitolo Esortazione alla devozione del Sutra del Loto sono individui le cui vite sono immerse nella sofferenza fondamentale causata dall’offesa alla Legge. Potremmo dire che l’arroganza sia il rovescio della medaglia di una fondamentale mancanza di fiducia e di stima in se stessi.
Le persone dell’Ultimo giorno non sono capaci di credere nella nobiltà intrinseca della propria vita che è contaminata dalle cinque impurità. Per questo reagiscono negativamente di fronte ai praticanti del Sutra del Loto che sono consapevoli della nobiltà della loro vita e di quella degli altri e si comportano nei loro confronti secondo il modello dei tre potenti nemici.

IKEDA: Ma i praticanti del Sutra del Loto riveleranno la dignità della vita propria e degli altri attraverso il coraggioso sforzo di condurre le persone alla felicità e diverranno luminosi soli di speranza in grado di aprire una breccia nell’oscurità che avvolge il cuore delle persone.

MORINAKA: Il capitolo Poteri sovrannaturali del Sutra del Loto afferma che i Bodhisattva della Terra insegneranno e propagheranno la Legge mistica per disperdere l’oscurità che avvolge la vita delle persone nell’epoca malvagia successiva alla morte del Budda. Però in questo capitolo sia la luce del sole sia quella della luna hanno il potere di farlo[ref]«Come la luce del sole e della luna può fugare oscurità e tenebre, così questa persona, mentre passa nel mondo, può liberare gli esseri viventi dall’oscurità e condurre numeri sconfinati di bodhisattva a dimorare finalmente nell’unico veicolo» (SDL, 21, 368).[/ref].

SAITO: In uno dei suoi scritti [Parto facile di un figlio fortunato], facendo notare che la purezza del fiore di loto non viene contaminata dal fango in cui cresce il Daishonin scrive: «Il Sutra del Loto è il sole e la luna, è il fiore di loto; perciò si intitola Myoho-renge-kyo [Sutra della mistica Legge del fiore di loto]. Anche Nichiren è come il sole e la luna, come il fiore di loto»[ref]«Già da tempo [i Bodhisattva della Terra] hanno praticato la via del Budda e dimorano nei poteri sovrannaturali e nel potere della saggezza; hanno abilmente appreso la via del bodhisattva e come il fiore di loto nell’acqua non sono contaminati da questioni mondane» (SDL, 15, 291-292).[/ref] (SND, 6, 98).
Il Daishonin attesta così la sua fiducia di essere un Bodhisattva della Terra con la missione di condurre tutte le persone dell’Ultimo giorno all’Illuminazione. Sembra anche che distingua nettamente tra sole e luna e, dandosi il nome di Nichiren (Sole-Loto) si identifichi con il sole.

IKEDA: La luna illumina l’oscurità della notte ma non la rischiara completamente come accade all’alba quando il sole sorge. Questa differenza di luminosità è decisiva. Il Buddismo di Nichiren che dissolve persino l’oscurità fondamentale che sorge dall’illusione e dall’offesa alla Legge ha senza alcun dubbio la luminosità del sole.
Il Sutra del Loto [di Shakyamuni] pur affermando di illuminare l’oscurità dell’ignoranza fondamentale, di fatto non illumina l’oscurità dell’Ultimo giorno. Leggendo il Sutra del Loto con la sua vita e diffondendo la Legge mistica [l’insegnamento nascosto nelle profondità del Sutra del Loto], mentre affrontava le persecuzioni con generosa devozione, il Daishonin confermò la sua missione come bodhisattva Pratiche Superiori, guida dei Bodhisattva della Terra che disperde l’oscurità dell’illusione fondamentale.
Il Daishonin afferma inoltre [nell’Unica frase essenziale]: «È possibile comprendere ciò quando ci ricordiamo che si può produrre il fuoco da una pietra raccolta dal fondo di un fiume e che una candela può rischiarare un luogo che è rimasto buio per un miliardo di anni. Se persino le cose più comuni di questo mondo sono così stupefacenti, quanto è dunque più mirabile il potere della Legge mistica!» (SND, 4, 240).
Quando si accende un lume in una stanza questa ne sarà rischiarata, indipendentemente dal tempo in cui è rimasta avvolta nell’oscurità. E quando il sole sorge il buio rapidamente svanisce.
Il Daishonin prosegue affermando che anche se siamo incatenati dal karma negativo, dai desideri terreni e dalle sofferenze di nascita e morte, poiché dentro di noi esiste la natura di Budda, siamo in grado di attingere a essa e manifestarla nella nostra vita ottenendo così la Buddità nella forma presente[ref]«La vita degli esseri umani è incatenata dal karma negativo, dai desideri terreni e dalle sofferenze innate di vita e morte. Ma grazie alle tre cause della Buddità – l’innata natura di Budda, la saggezza per divenirne consapevoli e l’azione per manifestarla – la nostra vita può arrivare senza dubbio a rivelare i tre corpi del Budda. Il Gran Maestro Dengyo dichiarò che il potere del Sutra del Loto permette a ogni persona di manifestare la Buddità [nella forma presente]» (SND, 4, 240 – vedi anche WND, 923).[/ref].
Anche se ci sentiamo schiacciati dal peso del nostro karma negativo possiamo senza alcun dubbio cambiare il nostro destino e ottenere la Buddità con una forte fede nella Legge mistica.

MORINAKA: Capisco molto bene che il Buddismo del sole è necessario per sconfiggere la mancanza di fede e di rispetto per la Legge diffusa nell’Ultimo giorno. Ma perché il Buddismo della luna era sufficiente durante il Primo e Medio giorno della Legge?

IKEDA: È difficile affermare con certezza che il Buddismo della luna, cioè quello di Shakyamuni, fosse sufficiente nei tempi antichi anche se è chiaro che allora aveva una qualche efficacia.
Se consideriamo il processo di propagazione degli insegnamenti buddisti che si svolse dopo la morte di Shakyamuni, vediamo che inizialmente gli insegnamenti tenuti maggiormente in considerazione erano quelli precedenti al Sutra del Loto. Solo in seguito si cominciò a riverire il Sutra del Loto, cioè il vero insegnamento Mahayana.

(continua)

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