Compito dei responsabili è anzitutto lodare i membri per i loro onesti sforzi. È attraverso l’infinito rispetto, l’apprezzamento e la lode che si fanno crescere sempre più persone di valore e si espande il movimento di kosen-rufu
Cominciamo a rivoluzionare le nostre riunioni. Il nostro obiettivo dovrebbe essere dare gioia ai membri e farli sentire rilassati e rinfrescati. Se si tengono le riunioni la mattina, dovremmo accogliere le persone con parole di affettuoso apprezzamento, ringraziandole per essersi alzate presto. Questi piccoli gesti di cortesia si sommano e contribuiscono in modo esponenziale a estendere il cerchio di kosen-rufu. Ci sono responsabili che sembra leggano un libro di scuola, quando parlano; ci sono responsabili boriosi e arroganti; persone del genere non sono qualificate per essere responsabili perché la Soka Gakkai è un mondo fatto di reciproche attenzioni e di riguardo per gli altri. I responsabili non devono darsi arie: l’egoismo e la prepotenza distruggono l’unità.
Il Sutra del Loto afferma che dovremmo alzarci e salutare da lontano coloro che sostengono la Legge e dimostrare loro lo stesso rispetto che mostreremmo al Budda. Una persona non è degna di rispetto perché ha una carica nell’organizzazione. Coloro che veramente meritano il più alto encomio sono le persone che si sfidano per far conoscere il Buddismo agli altri, che fanno attività per kosen-rufu. Proprio loro dovremmo considerare come il nostro tesoro e proprio a loro esprimere il più grande rispetto. Prima di tutto, siamo noi che dobbiamo continuare a imparare e a crescere. Spero che diventiate dei leader che brillano di coraggio, sincerità e gratitudine.
Se il presidente Toda avesse sorpreso dei giovani a leggere giornaletti scandalistici o altra simile spazzatura acefala, li avrebbe rimprovererati aspramente. È importante leggere buoni libri. La luce della saggezza e dell’intelletto si trova nel leggere. C’è un detto in Europa: «Una casa senza libri è come una persona senz’anima».
I responsabili devono prendere l’iniziativa in tutto. Coloro che si impegnano per il bene di kosen-rufu saranno protetti e lodati dalle divinità celesti. “Per il bene di kosen-rufu“: se di questo facciamo il centro della nostra vita e continuiamo a recitare Daimoku decisi a realizzare questo desiderio riusciremo senz’altro; la cosa importante è che ognuno di noi diventi una persona di enormi capacità, dotata della forza e del talento di mille persone.
Il presidente Toda mi ha sempre mandato nelle zone in cui c’erano più problemi e io, facendo del mio meglio, ho sempre vinto. La vittoria è esaltante, specialmente quando corona una lotta difficile e penosa. Una vittoria senza sforzo non dà gioia profonda né porta con sé enormi benefici o soddisfazione. La fede nella Legge mistica abbraccia le tre esistenze di passato, presente e futuro. Spero che rimarrete fra la gente fino all’ultimo istante di vita, spero anche che farete crescere nuove persone di valore. Per favore, seguite con calore i più giovani nella fede e lodateli. È la forza dell’incoraggiamento che fa crescere persone capaci.
Il Buddismo del Daishonin è il Buddismo della vera causa, basato sul principio di andare sempre avanti, da ora in poi. Da questo momento in poi scegliamo consapevolmente di praticare con costanza la via del bodhisattva. Il Daishonin scrive: «Rafforza la tua fede più che mai» (SND, 4, 158); «Ma ora devi avere una fede ancora più forte di prima» (SND, 5, 156) e «Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese» (SND, 4, 188).
La cosa importante è che nel cuore di ognuno di voi, riuniti qui oggi, arda lo spirito della gioventù e il desiderio di espanderci, perché l’avanzata vittoriosa dell’Anno dei giovani e dell’espansione comincia dalla vostra profonda convinzione e determinazione.
In Lettera a Myomitsu Shonin il Daishonin scrive: «Più l’oro viene scaldato tra le fiamme e più vivo sarà il suo colore; più una spada viene affilata, più tagliente diventerà. Più una persona loda le virtù del Sutra del Loto, più benefici accumulerà» (SND, 7, 192). Più lodiamo i benefici del Sutra del Loto (il Gohonzon), più essi aumentano e arricchiscono la nostra vita. Il Daishonin dice anche: «È scritto che i benefici che si ottengono [dal fare offerte al devoto del Sutra del Loto in questa ultima epoca] sono cento, mille, diecimila, centomila volte maggiori di quelli derivanti dalle tre azioni compiute con fede [con il corpo, la bocca e la mente], e dalle offerte fatte al corpo vivente del Budda per un intero kalpa» (SND, 9, 58). In un senso più ampio questo significa lodare senza riserve i membri, i Bodhisattva della Terra come noi, che stanno lavorando sodo per kosen-rufu. Un cuore sincero che loda gli altri dischiude i veri benefici del Gohonzon e li fa manifestare nella vita personale con ancor più luminosa evidenza. Vorrei che tutti foste responsabili che lodano e apprezzano i membri che si impegnano con coraggio per condividere il Buddismo con altre persone, contribuendo così alla crescita del nostro movimento.
In Lettera da Sado il Daishonin dice: «I non buddisti e gli uomini malvagi non possono distruggere la vera Legge del Budda, solo i discepoli del Budda possono distruggerla. Come dice un sutra: “Un parassita nelle viscere di un leone, lo divora”» (SND, 4, 76). [Lett.: «Solo i vermi nati nel corpo del leone possono cibarsene» (WND, 302)]. L’insegnamento corretto non può essere distrutto dall’esterno ma solo dall’interno. Come nel caso di Devadatta ai tempi di Shakyamuni o Sammi-bo ai tempi del Daishonin, sono stati i discepoli rinnegati a rivoltarsi contro i loro maestri e a cercare di distruggere l’armoniosa unità dei credenti, dediti alla propagazione della Legge. Come sapete, anche nella Soka Gakkai ci sono state persone, che pur ricoprendo posizioni di massima responsabilità hanno perduto la fede, hanno tradito i loro compagni e hanno cominciato ad attaccare l’organizzazione. La descrizione dei “vermi nati nel corpo del leone” sembra fatta su misura per loro. È fondamentale lottare con decisione contro forze come queste che cercano di distruggere gli insegnamenti buddisti.
In Lettera a Niike il Daishonin scrive: «[Dengyo] si chiede: se umili animali si comportano con tale decoro, come possono gli esseri umani non riconoscere le regole dell’etichetta? È naturale che i preti della setta Zen siano confusi riguardo al Buddismo se ignorano queste regole di condotta. Essi agiscono come demoni» (SND, 4, 252). Qui il Daishonin denuncia i preti Zen dei suoi giorni, la loro presunzione nel pensare che le loro vesti li rendano superiori agli altri e nello sminuire le persone di vera saggezza e virtù. Al giorno d’oggi, abusare dell’autorità talare e disprezzare gli altri fa pensare alla setta Nikken. Il Daishonin dice che questo è il comportamento del demone del sesto cielo.
Oggi, 8 ottobre, è l’anniversario di quando per la prima volta, nel 1956, giunsi nella regione di Chugoku, inviato dal presidente Toda ad aprire la strada del movimento di kosen-rufu nella prefettura di Yamaguchi. [Il presidente Ikeda arrivò l’8 nella prefettura di Okynawa, che è nella regione di Chugoku e il 9 passò alla prefettura di Yamaguchi, n.d.t.]. In circa quattro mesi, dall’8 ottobre del 1956 al 25 gennaio 1957, sono tornato tre volte nella prefettura di Yamaguchi, soggiornandovi a lungo. È stata una lotta impegnativa. All’inizio della campagna condivisi con i membri locali questo brano del Gosho: «Di cento, mille, diecimila, di milioni di volte, essi [i miei discepoli che recitano le parole di Nam-myoho-renge-kyo] superano i fondatori delle […] diverse altre scuole di Buddismo […] Per questo io imploro la gente di questo paese: non disprezzate i miei discepoli! Se andate a guardare nel loro passato, scoprirete che sono dei grandi bodhisattva che hanno fatto offerte al Budda per più di ottocentomila milioni di kalpa […] e se si parla di futuro, essi saranno dotati di [incomparabili] benefici […] Non li disprezzate! Non guardateli con disprezzo!» (Sui quattro stadi della fede e i cinque stadi della pratica, WND, 788)
Recitando Daimoku giorno e notte, ho pregato di potermi lasciare alle spalle una crescita meravigliosa in questa regione. Senza risparmiarmi, ho incoraggiato i membri rispettandoli come tanti Budda. Ho raggiunto di persona le zone che stavano affrontando le maggiori difficoltà e ovunque sono andato ho messo in moto una grande ondata di propagazione. In quell’unica campagna aumentammo di quasi dieci volte il numero di membri, da 459 famiglie a 4.073. Il presidente Toda era veramente felice. La campagna di Yamaguchi ci diede un nuovo impulso verso la realizzazione del suo obiettivo di raggiungere 750.000 famiglie di membri e fece sì che potessimo coronare l’ultimo capitolo della vita del nostro maestro realizzando quel sogno tanto agognato. Tutto dipende dalla nostra determinazione interiore. Quando dentro di noi c’è una forte decisione, la vittoria seguirà. E quando i membri vedono i loro responsabili che si impegnano con tutte le forze per il benessere e la felicità degli altri, li seguiranno.
Siamo in un epoca in cui il mondo diventa sempre più globalizzato. Un mondo dove si possa vivere felici tutti insieme: ovunque la gente desidera ardentemente una filosofia che glielo permetta. Albert Einstein, uno dei maggiori scienziati del ventesimo secolo, disse che «un essere umano è parte di un tutto che noi chiamiamo universo. Il nostro compito dev’essere liberarci dalla prigione dell’illusione di essere separati dal resto, accrescendo la nostra compassione fino ad abbracciare tutte le creature viventi e tutta la natura nella sua bellezza. Avremo bisogno di un modo sostanzialmente nuovo di pensare, se il genere umano vuole sopravvivere». Il Buddismo insegna il principio dell’inseparabilità della vita e del suo ambiente. La vita di una persona e l’ambiente in cui vive non sono separati, sono una sola cosa, due parti integranti di un’unica realtà.
In una lettera indirizzata a un bambino, Einstein ha scritto: «Niente che abbia veramente valore può nascere dall’ambizione o dal semplice senso del dovere; al contrario germoglia dall’amore e dalla devozione per gli esseri umani e per le cose concrete». Proprio come dice Einstein, una vita che crea un’immenso valore è una vita dedicata a kosen-rufu, a lavorare per il Buddismo e la felicità degli esseri umani come noi.
Attualmente sto proseguendo il dialogo con Ricardo Díez-Hochleitner, il presidente onorario del Club di Roma. Nel nostro dialogo egli afferma: «Così come la Germania nel periodo che ha seguito la Seconda guerra mondiale, anche il Giappone ha dato al mondo uno splendido esempio nel ricostruire le proprie tradizioni di raffinata cultura e di amore per la pace. Io credo che gli insegnamenti e la pratica della Soka Gakkai, in Giappone, abbiano giocato un ruolo molto importante in questo processo». I maggiori pensatori a livello mondiale hanno una percezione acuta della vera natura delle cose. La Soka Gakkai è un’organizzazione dedita al più alto bene, che sostiene la profonda filosofia del supremo rispetto per la dignità della vita e contribuisce attivamente al progredire della pace, della cultura e dell’istruzione.
Nei suoi scritti il Daishonin cita spesso un brano delle scritture buddiste dove si avverte che un paese va incontro alla rovina se i suoi governanti favoriscono e rispettano i malvagi e puniscono la gente buona. [«Il Sutra Saishoo afferma: “Poiché i malvagi sono rispettati e i giusti sono puniti, le stelle e le costellazioni, i venti e le piogge non si presentano al tempo giusto”» (SND, 2, 90)]. La Soka Gakkai è l’organizzazione di kosen-rufu erede del volere e del mandato del Budda che si adopera per creare un sodalizio sempre più vasto di persone volte al bene. Se i leader della società apprezzano questo nobile gruppo anche la società prospererà. Se disprezzano e attaccano la Soka Gakkai, il declino della società stessa sarà inevitabile. Questo è un rigoroso e immutabile principio buddista.
La sola chiave per aprire un futuro luminoso all’umanità è la rivoluzione interiore degli esseri umani. La filosofia della rivoluzione umana della Soka Gakkai eleva le persone e le unisce; è una filosofia di dialogo e unità. La solidarietà, o meglio l’alleanza attiva tra persone illuminate e di buon senso è la strada per creare vera pace e prosperità nel ventunesimo secolo. Anche Díez-Hochleitner ritorna spesso sull’importanza delle alleanze.
Attualmente l’unificazione europea si sta realizzando a grandi passi. Siamo entrati in un’epoca di alleanze e di partecipazione. Laddove le persone o le organizzazioni si aprono e ricercano attivamente scambi e relazioni con gli altri, unendosi in alleanze di collaborazione, allora prosperano e si sviluppano. Anche il famoso eroe dell’indipendenza coreana, An Ch’angho (1878-1938) ha affermato che il creare alleanze avrebbe portato alla prosperità, mentre la divisione avrebbe condotto alla rovina. L’unità è indubbiamente la forza più grande.
La Soka Gakkai si sta sviluppando con crescente energia e vigore mentre le nostre organizzazioni nelle aree e nelle regioni di tutto il Giappone stanno sviluppando delle alleanze a livello interregionale approfondendo le relazioni e intensificando gli scambi. Ricordo ancora quando, nel febbraio del 1952, alla testa del capitolo Kamata di Ota attraversai il fiume Tama per andare a Kawasaki e sollevare una fresca ondata di propagazione alimentata dagli sforzi congiunti dei membri di Ota e di Kawasaki.
In Il comportamento del Budda Nichiren Daishonin scrive: «Devadatta provò più di ogni altro la validità degli insegnamenti di Shakyamuni. Anche in quest’epoca non sono gli amici, bensì i nemici coloro che aiutano una persona a progredire» (SND, 4, 54). Proprio grazie a formidabili oppositori e difficoltà possiamo crescere e diventare forti.
Il premier cinese Zhou Enlai ha detto: «La cosa più importante è sviluppare costantemente nuovi responsabili dai livelli inferiori». Facciamo in modo che, per un costante sviluppo della Gakkai nei prossimi cinquant’anni, dalle nostre aree si levi una grande ondata di persone capaci. E poiché «la voce svolge il lavoro del Budda» (GZ, 708) e il Daishonin ci ha chiesto di «proclamare ad alta voce [l’insegnamento]» (SND, 4, 16) [Lett.: «Proclamare incessantamente» (WND, 394)] cerchiamo di impegnarci al massimo nel far conoscere il Buddismo agli altri, nell’incoraggiare i nostri amici e compagni di fede, nel parlare apertamente e senza paura per difendere la verità e la giustizia.