L’amore per i libri e lo studio
Quando era giovane e si guadagnava qualcosa facendo consegne, Josei Toda cercava di finire velocemente il lavoro, così da poter avere il tempo per sedersi sul carretto con cui faceva le consegne e leggere qualche pagina del libro che aveva portato con sé.
Negli anni seguenti il suo amore per i libri restò vivo e si unì alla saggezza del Buddismo. Toda sottolineava spesso la differenza tra conoscenza e saggezza e spiegava che uno studio portato avanti alla luce del Buddismo, faceva in modo che tutte le nozioni diventassero utili per la vita.
Organizzava delle riunioni in cui affrontava lo studio dei grandi classici della letteratura orientale e occidentale e incoraggiava spesso i suoi discepoli a impegnarsi nella lettura. Con Daisaku Ikeda era particolarmente severo su questo aspetto: nonostante gli impegni frenetici che i due condividevano, si informava sempre sulle letture del giovane, facendogli domande improvvise quanto approfondite. Il presidente Ikeda racconta che Toda, quando lo interrogava a bruciapelo, dopo avergli chiesto cosa stesse leggendo, gli faceva una serie di domande in rapida successione e, solo dopo che il giovane aveva risposto a tutte, sorrideva soddisfatto.
Perfino nelle ultime settimane della sua vita, continuava a informarsi sulle letture del suo discepolo prediletto. Toda stesso, nell’ultimo mese di vita, quando era ormai quasi sempre costretto a letto, aveva cominciato a leggere un classico cinese di cui aveva completato la lettura dei primi tre volumi in due settimane.
Nel brano che segue Toda spiega in che modo la lettura possa favorire la crescita personale e lo sviluppo delle proprie capacità.
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La rivoluzione umana, vol. 7, pagg. 152-160 (estratti)
di Daisaku Ikeda
[Toda sta discutendo con i suoi discepoli di uno dei maggiori classici della letteratura cinese: il Racconto di Suiko, n.d.r.]
«Nel corso della narrazione si incontrano più di cento personaggi [ovviamente si riferisce al romanzo di cui stavano discutendo, n.d.r.], tutti fortemente caratterizzati. Questo fatto è molto importante. Nel corso della nostra vita ci imbattiamo in persone molto diverse, che dobbiamo sempre cercare di misurare; cosa più facile adirsi che a farsi. L’autore del Racconto di Suiko ci descrive i protagonisti uno a uno nel loro aspetto, come se ne avesse pienamente compreso l’intima natura. Ogni individuo ha pregi e difetti e talvolta i punti di forza diventano debolezze, o viceversa.
«Leggendo il romanzo fate attenzione a ogni personaggio e poi guardatevi attorno. Sicuramente troverete che somiglia a qualche persona che conoscete. Ogni essere umano ha la propria personalità, le sue virtù e i suoi difetti e vive secondo il proprio destino. Dare un giudizio sulle persone è cosa molto difficile, ma se voi non coltivate questa capacità vi dovrò considerare inadatti al ruolo di miei discepoli, con cui io intendo condividere la mia missione. Non voglio dire che bisogna giudicare una persona in base ai propri bisogni o stabilire se un certo individuo risponde a particolari caratteristiche».
Prima di proseguire Toda si accese una sigaretta.
«Ho l’impressione che la gente in qualche misura impari a giudicare le persone. Talvolta capita di essere ingannati, altre volte succede che i nostri progetti sfumino. Ma grazie a queste esperienze la nostra capacità di giudizio si fa sempre più acuta. Un altro metodo per apprendere il modo di giudicare le persone è proprio quello di leggere opere letterarie del tipo del Racconto di Suiko e di avvalersi delle descrizioni di tipi umani per accrescere la propria capacità. Si tratta di una cosa utile, perché il lettore trasferisce nella propria esperienza ciò che legge. Così, leggendo molte opere, il nostro bagaglio di esperienze può crescere senza limiti. Voi che siete giovani dovreste leggere il più possibile, cercando di avvicinare autori stranieri di ogni epoca. Sarete in grado di acquisire conoscenze che prima o poi vi torneranno utili. Ma ricordate quello che vi ho detto poco fa: non leggete i romanzi superficialmente; cercate invece di coglierne tutte le sfumature di significato, altrimenti non riuscirete ad apprezzarne il valore intrinseco».
Seguendo fedelmente questo metodo un giovane può arricchire notevolmente il proprio bagaglio di conoscenze e l’esperienza accumulata si trasformerà in una grande capacità di discernere le caratteristiche individuali delle persone intorno a lui. Questo è un requisito indispensabile per un grande leader. Non è possibile compiere la missione più importante della propria vita senza essere in grado di penetrare tutti gli aspetti della natura umana. Ci sono dei limiti alle esperienze che una persona può fare nel corso della sua vita, tuttavia la lettura può farci entrare in contatto con le esperienze altrui e ci permette di ampliare la nostra visione della vita e del mondo.
Toda consigliava ai giovani di leggere il maggior numero possibile di libri perché era profondamente convinto del suo metodo.
«Dovete assimilare il messaggio dell’autore e analizzare i personaggi come se si trattasse di persone a voi vicine: è questo che intendo quando dico di leggere approfonditamente un’opera. I riferimenti storici, dal canto loro, sono molto importanti, perché nessuno può evitare di subire l’influenza dell’epoca in cui vive. Colui che in un clima di grandi tensioni sociali emerge come un eroe sarebbe vissuto senza scopo in un’epoca di pace. Così un intellettuale che in un clima pacifico dà il meglio di sé, potrebbe trovarsi in gravissime difficoltà a causa di un mutamento dell’assetto sociale. Le diverse epoche storiche sono una specie di marea che nulla può arrestare. Se affrontate lo studio di un’opera o di un personaggio dimenticando questa realtà, il vostro sarà un lavoro inutile. Al contrario, sulla base di questa prospettiva, le azioni dei diversi protagonisti diverranno più chiare e di ognuno potrete comprendere al meglio il comportamento e le reazioni ai mutamenti sociali. Riuscirete a cogliere le tendenze tipiche di ogni epoca e potrete avvalervi di questa conoscenza per decidere il corso delle vostre azioni. Voi seguite l’insegnamento supremo ed è quindi naturale che siate destinati a svolgere un ruolo da protagonisti nell’epoca presente».
I giovani ascoltavano in silenzio e osservavano Toda che si era interrotto per un attimo; non osavano emettere il minimo rumore per non turbare il clima che si era creato. Poi Toda riprese la sua lezione.
«Il nostro scopo deve essere quello di assicurare il compimento della nobile missione della Soka Gakkai. Kosen-rufu è un’impresa che nessuno ha mai tentato in precedenza. La religione rappresenta il fondamento della vita umana e dei diversi sistemi sociali: è ovvio quindi che una riforma in ambito religioso avrà delle conseguenze notevoli nell’ambito di una società. Quello che voglio dire è che una riforma religiosa come quella che abbiamo intrapreso porterà a mutamenti radicali in campo politico, economico, educativo e culturale. Se limitiamo il nostro campo d’azione alla sfera religiosa il movimento di kosen-rufu non potrà progredire correttamente. Se è certo che il Buddismo di Nichiren Daishonin porterà alla prosperità del genere umano, questo dovrà avvenire tramite profondi cambiamenti in tutti i campi della società moderna.
«La fede rappresenta il miglior punto di riferimento per la nostra vita, ma io non voglio che abbiate di essa una visione ristretta, che vi impedisca di riconoscere le tendenze in atto nella realtà di ogni giorno. Non dovete assolutamente trasformarvi in professionisti della religione che vivono in un mondo tutto loro, avulso dalla vita quotidiana. Non cercate di percorrere quella strada. Il vostro compito è diventare dei validi membri della società in cui vivete, che contribuiscono alla sua prosperità sulla base dell’insegnamento filosofico di Nichiren Daishonin. Questa è l’unica via che salverà l’umanità dalle sofferenze dell’Ultimo giorno della Legge. Solo così potremo far conoscere alla gente di tutto il mondo l’illimitata compassione del Gohonzon.
Le riunioni del gruppo si tenevano due volte al mese e la lettura del Racconto di Suiko proseguiva a ritmo serrato. Di volta in volta venivano esaminati e discussi i diversi personaggi o particolari eventi narrati nell’opera. Toda offriva loro tutto il proprio bagaglio di esperienze e i giovani allievi si accorgevano di compiere dei notevoli progressi e di riuscire ad analizzare sempre meglio i diversi aspetti della narrazione, trovando delle corrispondenze con la realtà più vicina a loro.
I consigli di Toda erano tutti rivolti a sviluppare al massimo le qualità intellettuali e naturalmente nel corso delle riunioni si tenevano spesso delle discussioni filosofiche. Toda cercava sempre di indirizzare i suoi discepoli e di far sì che si sentissero pienamente soddisfatti delle risposte, in un clima di sincero dialogo fra maestro e allievi.
Senza farsi notare Shin’ichi programmava dettagliatamente ogni incontro, affidando a ciascuno dei compiti precisi rispetto allo studio dei temi che sarebbero stati affrontati di volta in volta e cercando di fare sì che da ogni riunione si potesse trarre il massimo profitto.
A un certo punto giunsero a leggere uno degli episodi più noti del romanzo, quello in cui Sung Chiang, il protagonista principale, giunge alla fortezza di Shui hu (Suiko in giapponese) e viene accolto dalla gente di Liang Shan Po come loro capo. […]
Quando ognuno ebbe detto la sua, Toda cominciò a descrivere la personalità di Sung Chiang da un punto di vista ancora più profondo.
«Sung Chiang era in tutto e per tutto una persona comune, dotata di tutte le caratteristiche tipiche dei funzionari suoi pari grado. Non era neanche molto rinomato come amatore, né possedeva grande talento letterario o nelle arti marziali. Era una persona onesta, devota ai suoi genitori e rispettosa del codice morale; erano queste le sue uniche doti. Credo che il mondo di oggi sia pieno di persone come lui. Sung Chiang in poche parole era una persona comune; come riuscì a diventare uno degli eroi del suo tempo? Chiunque troverebbe difficile rispondere a questa domanda, tuttavia non c’è dubbio che egli fosse rispettato e amato da tutti. Moltissime persone desideravano incontrarlo e, al suo cospetto, mostravano di riporre in lui tutta la loro fiducia. La situazione è curiosa, ma se non riusciamo a rispondere a questo interrogativo, la personalità di Sung Chiang resterà per noi un mistero.
«Apparentemente Sung Chiang era un individuo privo di qualità particolari, ma era abilissimo nel riconoscere immediatamente la personalità dei suoi interlocutori. Era sempre in grado di scoprire i talenti specifici di ognuno e mostrava di apprezzare le doti delle persone che vivevano intorno a lui. Riusciva veramente a penetrare nella vita altrui e, da questo punto di vista, era veramente un tipo eccezionale».
Le osservazioni di Toda destarono una profonda curiosità nei suoi giovani discepoli, che lo ascoltavano con grande attenzione.
«Sung Chiang individuava immediatamente i pregi e i difetti di tutti. Al cospetto di una persona che conosce i vostri punti deboli e la vostra forza nessuna strategia può funzionare. È per questo che esiste un proverbio secondo cui “un uomo virtuoso è pronto a morire per colui che ne apprezza le qualità”. Non fu certo un caso che portò Sung Chiang a diventare il capo di Liang Shan Po. Non c’è nulla che possa piacere a un soldato più del fatto di avere davanti a sé una persona che ne riconosce le doti. Egli si sente subito motivato a dare il meglio di se stesso.
«Non è una dote comune saper riconoscere i pregi e i difetti di un individuo e tuttavia apprezzarlo per come è: Sung Chiang in questo era bravissimo e per questo motivo ai suoi tempi era considerato un generale degno di comandare altri generali. Fintanto che voi vi baserete sulla forza, sul denaro, sull’autorità o sull’istruzione per guadagnarvi la fiducia altrui, sarete un semplice leader come ve ne sono tanti al mondo. Un generale che guida altri generali invece è una persona che è in grado di giudicare con acume e apprezzare di cuore le altre persone».
Senza rendersene conto coscientemente, i giovani stavano imparando un aspetto fondamentale che identifica i grandi leader. In Sung Chiang avevano visto delle caratteristiche che lo facevano apparire indeciso e avevano pensato che la cosa dipendesse dal fatto che dovesse avere a che fare con tante persone diverse. Tuttavia dentro di sé continuavano a domandarsi quali fossero le doti particolari del protagonista del romanzo. Ora finalmente intravedevano un risposta soddisfacente, che la loro analisi superficiale non aveva individuato.
«Possiamo dire che questa caratteristica di Sung Chiang sia una dote naturale. Accade spesso che delle persone apparentemente prive di doti particolari in realtà si rivelino molto abili nel guidare gli altri. Da un lato è tipico che le persone tendano a essere riservate e a tenere per sé le questioni personali; d’altro canto Sung Chiang mostra di desiderare che le persone in cui lui ripone la sua piena fiducia sappiano tutto di lui. Provate a riflettere sulla vostra situazione, forse capirete ciò che voglio dire.
«Io credo di conoscervi veramente a fondo, meglio di chiunque altro, ed è per questa ragione che potete continuare a sforzarvi nella vostra attività privi di preoccupazioni. Se io morissi all’improvviso, senza lasciare nessuno che si prenda cura di voi, vi trovereste in una situazione difficile, non credete?»