Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Duecentesima onorificenza accademica a Daisaku Ikeda - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:51

362

Stampa

Duecentesima onorificenza accademica a Daisaku Ikeda

Un’occasione per il presidente della Sgi di esprimere proposte concrete in direzione di una maggiore cooperazione fra Cina e Giappone sui temi ambientali

Dimensione del testo AA

Un’occasione per il presidente della Sgi di esprimere proposte concrete in direzione di una maggiore cooperazione fra Cina e Giappone sui temi ambientali

Durante una cerimonia tenutasi all’Università Soka il 7 ottobre (foto sotto), è stata conferita a Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale una laurea honoris causa dall’Università Normale di Pechino, portando a duecento il numero di onorificenze accademiche ricevute come riconoscimento dei suoi sforzi per promuovere la pace attraverso il dialogo, le relazioni diplomatiche instaurate a livello privato e gli scambi culturali.
Fondata nel 1902, l’Università Normale di Pechino è la più antica università cinese per la formazione di insegnanti. Conferendogli il massimo riconoscimento della sua università, il vice rettore Ge Jianping (foto sopra) ha dichiarato: «Ikeda ha dato un profondo contributo alla causa dell’amicizia sino-giapponese. Ha viaggiato instancabilmente per diffondere un’educazione umanistica e si è impegnato moltissimo per promuovere la pace nel mondo». Il professor Ge ha anche rimarcato come le idee educative pionieristiche di Ikeda siano ora, in Cina, materia di ricerca accademica.
Nel suo discorso di ringraziamento Ikeda ha auspicato un’intensificazione dell’impegno congiunto di Cina e Giappone per la protezione dell’ambiente, come strumento per migliorarne le relazioni. Ha chiesto ai due governi di sviluppare il già esistente Centro per la Protezione Ambientale dell’Amicizia sino-giapponese a Pechino e avviare una collaborazione a vasto raggio sulle questioni ambientali a beneficio dell’intero continente asiatico per i prossimi cento anni, promuovendo la condivisione delle risorse umane e tecnologiche, per affrontare questioni quali la prevenzione dell’inquinamento, l’efficienza energetica e l’educazione ambientale.
Il presidente della SGI ha poi commentato: «Considero il riconoscimento odierno un simbolo della fiducia di cui godono i membri della SGI in tutto il mondo. Sono ancor più deciso a dedicarmi alla costruzione della pace mondiale e a continuare a promuovere la cultura e l’educazione».
Il ministro dell’Istruzione cinese Zhou Ji ha mandato un messaggio di congratulazioni in cui dichiara: «Il presidente Ikeda è un vecchio e caro amico di tutto il popolo cinese, avendo sempre contribuito all’amicizia sino-giapponese e agli scambi educativi». Tra le numerose altre personalità che hanno inviato messaggi di congratulazioni ricordiamo i premi Nobel Wangari Maathai e Mikhail Gorbaciov e l’ex primo ministro giapponese Junichiro Koizumi. Fino a oggi, un totale di sessantasette università cinesi hanno conferito lauree onorarie a Ikeda.
Egli ha più volte espresso l’opinione che il Giappone deve impegnarsi per guadagnare la fiducia dei paesi asiatici che hanno subito gli effetti brutali del militarismo giapponese durante la Seconda guerra mondiale, ed è stato tra i primi a sostenere la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Giappone, a partire dalla proposta fatta nel 1968. Ha poi avviato numerosi progetti di scambi culturali ed educativi come ponti di pace tra i due paesi.
Già nel 1975 l’Università Soka ha accolto i primi studenti cinesi che si recavano a studiare in Giappone dopo la normalizzazione delle relazioni tra i due paesi, e attualmente ha programmi di scambio con venticinque diverse università cinesi. Inoltre, l’Associazione Concertistica Min-On, anch’essa fondata da Ikeda, ha invitato ad esibirsi in Giappone trentasette gruppi culturali dalla Cina, e nel luglio di quest’anno una delegazione di ben duecento giovani della Soka Gakkai ha visitato la Cina, nel corso di un programma regolare di scambio che dura dal 1985.
Ikeda ricevette la prima onorificenza accademica nel 1975, dall’Università Statale di Mosca. Da allora ha poi ricevuto analoghi riconoscimenti da università e istituzioni accademiche di quarantadue paesi, tra cui l’Università di Pechino, quella di Glasgow, di Denver, di Ankara, l’Università Federale di Rio de Janeiro, l’Università di Delhi, di Sydney e del Ghana.

• • •

Se 20 anni vi sembran pochi

Sono trascorsi venti anni dalla nascita di DuemilaUno. Per l’occasione, sono state invitate al Centro culturale di Roma tutte le persone che hanno offerto negli anni il loro contributo prezioso.

di Monica Piccini

«Desidero che la vostra rivista mantenga la missione di infondere in ogni persona il coraggio che conduce alla vittoria, la passione per la pace e la filosofia della speranza»: con gli auguri (pubblicati sul n. 118 di Buddismo e Società) del presidente Ikeda nel cuore, il 22 ottobre, al Centro culturale di Roma, si sono festeggiati i venti anni del bimensile DuemilaUno, oggi Buddismo e Società. Il giorno prima, sabato 21, come di consueto, le redazioni delle riviste dell’Istituto Buddista Italiano al completo, insieme al Dipartimento di studio e al gruppo dei traduttori, si sono date appuntamento per un confronto che prosegue già da quasi due anni. L’incontro della domenica ha permesso di fare il punto sul ruolo di trasmissione e approfondimento che svolgono le pubblicazioni nell’ambito della Soka Gakkai. «Sensei ha trascritto senza sosta quello che ha imparato all’”università Toda”, come egli definisce gli insegnamenti ricevuti dal suo maestro – ha spiegato Asa Nakajima, responsabile nazionale Divisione donne presente all’incontro – In questo modo, stimolandoci a incoraggiare i compagni di fede tramite le pubblicazioni, ha aperto la strada di kosen-rufu per noi che veniamo dopo». «La Legge mistica non si propaga da sola – ha aggiunto Tamotsu Nakajima, direttore dell’Istituto Buddista Italiano -. Nonostante i problemi legati al karma dovremmo rinnovare ogni attimo la decisione di migliorare e di trasmettere il più possibile questo Buddismo alle persone che ci sono vicine. Ora è vero, sono passati venti anni da quando è nato Buddismo e Società, ma quale decisione formuliamo da ora in poi?». La mattina della domenica è proseguita con l’intervento dei tre direttori di Buddismo e Società, che ne hanno raccontato la storia e alcuni aneddoti. «Chiamare nel 1986 un giornale – ha ricordato Marco Magrini, primo direttore editoriale – con il nome di un anno (DuemilaUno, n.d.r.) di soli quindici anni più avanti era abbastanza curioso. Anche se l’intestazione faceva riferimento alle parole del presidente Ikeda “giovani scalate la montagna del ventunesimo secolo”». La prima copertina, realizzata da Mario Becagli, che per l’occasione ha raccontato la sua esperienza, era su sfondo nero. Bocciato in favore di un più amichevole azzurro. Il testimone è poi passato a Roberto Minganti che ha raccontato riflessioni personali, ponendo l’attenzione sull’importanza del rapporto maestro e discepolo al di là di ogni retorica. È stata poi la volta di Maria Lucia De Luca, attuale direttore, che ha raccontato di come in redazione, «non amando particolarmente le cerimonie, si siano “accesi” all’idea di questa celebrazione solo dopo aver fatto la lista di tutte le persone che in questi anni hanno collaborato con Buddismo e Società». Molti dei quali erano presenti in sala, orgogliosi e emozionati di ritrovarsi, a distanza di tempo e di esperienze di vita. «Non mi sarei aspettato/a così tante persone» è stata l’impressione a caldo più frequente raccolta tra i partecipanti, soddisfatti di dare – o di tornare a farlo – il proprio contributo».

• • •

Scambi di valore

In Danimarca, la collaborazione fra la Sgi e la Folk High School promuove l’educazione e la cultura come strada per la pace.

di Alberto Forni

L’Accademia Nord-Europea (NEA) – situata a Vejen, Danimarca – ha conferito a Daisaku Ikeda un’alta onorificenza come riconoscimento del suo ruolo di campione del dialogo per promuovere una visione legata al pacifismo e ai diritti umani. L’onorificenza è stata consegnata dal segretario generale della NEA, Hans Jørgen Vodsgaarda, a Masami Wakae, presidente della Soka University, nel corso di una cerimonia che si è tenuta presso l’ateneo di Tokyo lo scorso 28 settembre. La NEA – fondata nel 2005 come centro internazionale per il dialogo, l’educazione e la ricerca – è presieduta da Henning Dochweiler, già preside della Askov Folk High School. Questo sistema di scuole, fondato nella metà dell’ottocento, è parallelo e non alternativo al sistema scolastico statale danese e accoglie studenti per periodi che possono andare da una settimana a sei mesi. Lo scopo delle Folk High School è quello di formare i giovani attraverso un processo di apprendimento che sia allo stesso tempo umanistico e pratico. A fianco quindi di insegnamenti legati alla filosofia o alla storia, è possibile anche ricevere nozioni pratiche legate alla vita di tutti i giorni.
La SGI Danimarca ha iniziato a collaborare con la Askov Folk High School a partire dagli anni novanta, quando venne organizzata una mostra sulla figura di Tsunesaburo Makiguchi e sul sistema pedagogico incentrato sulla “teoria del valore”. Negli ultimi anni la collaborazione fra le due istituzioni è proseguita con l’organizzazione di ulteriori mostre e conferenze, con donazioni di libri e scambi di studenti, per finire con l’organizzazione dell’Ikeda Dam Festival, il cui fine è quello di promuovere l’educazione e la cultura come vera strada verso la pace. L’ultima edizione del festival – che a partire dall’agosto 2002 si tiene annualmente ad Askov – ha visto la partecipazione di oltre quattrocento persone, metà delle quali locali cittadini e studenti della scuola.
La SGI Danimarca è stata inoltre invitata a prendere parte al consiglio direttivo della NEA in veste di membro permanente.

• • •

A pochi giorni di distanza si sono tenuti due corsi presso il Centro culturale europeo di Trets. Di ritorno da quello dell’area Piemonte Ovest il racconto di un’esperienza personale e da quello ligure la cronaca di quattro giorni “bagnati ma intensi”.

La direzione del cuore

di Katiuscia Milano

Da quando ho iniziato a praticare questo Buddismo ho sempre avuto il desiderio di andare a Trets. Venni a sapere del corso in settembre e determinai di andarci, anche se c’erano un paio di difficoltà: il lavoro e il mio cane Mark. La situazione non si presentava bene: il mio capo doveva pensarci e la dog-sitter non era disponibile. Continuai a recitare Daimoku e organizzarmi come se fossi certa di andare. La settimana prima di partire il mio capo disse che era un dovere per lui lasciarmi partecipare e Mark fu ospitato a casa di amici.
Il giorno prima della partenza ero confusa: sarei dovuta tornare con una decisione importante per la mia vita sentimentale. L’unica cosa che riuscii a fare fu quella di trascinarmi davanti al Gohonzon. La domenica della partenza sentivo un’enorme sofferenza, e la sensazione che stavo lasciando a casa un pezzo di me. L’indomani, a Trets, parlammo dei pionieri, dei nostri presidenti e di quanto anche noi, centotredici membri partecipanti al corso, possiamo diventarlo.
Il secondo giorno ci spiegarono il Gosho Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza (BS, 119, 12) nel quale il Daishonin fa una vera e propria rivoluzione: per la prima volta viene dato un nome alla Legge mistica di causa ed effetto e si afferma che non c’è alcuna differenza fra noi e il Budda. Poi una precisazione sul karma, a cui non avevo mai pensato: chi ha incontrato la Legge mistica non ha un karma pesantemente negativo, anzi, ha un karma profondamente positivo. Il karma di per sé ha un valore neutro. Col Daimoku possiamo trasformarlo in positivo. Bisogna averne il coraggio, seguendo l’esempio di sensei, avere il coraggio di perseverare nella fede, qualunque cosa accada, andare davanti al Gohonzon con sincerità e purezza di cuore. Costruire la “direzione del cuore” significa sfidarsi, trasformare quello che ci sembra impossibile in possibile, imparare a riconoscere la nostra natura oscurata, non rifiutarla ma percepirla come causa della nostra Illuminazione. Dobbiamo risolvere la paura nel nostro cuore e recitare come mai si è fatto prima. Col Daimoku posso davvero tirare fuori il coraggio! Il Daishonin ci trasmette lo spirito di non lesinare la propria vita. Abbiamo scelto noi di vivere in quest’epoca e le difficoltà sono opportunità per raggiungere la Buddità. Non lamentiamoci dei nostri problemi: senza di essi non potremmo raggiungerla.
Partecipando a un “mini-zadankai“, dove l’argomento trattato erano i sentimenti, ho avuto la possibilità di riflettere sulla mia relazione con un uomo che, in realtà, non c’era e che nemmeno mi voleva. Chiesi un consiglio sulla fede: «Devi imparare ad amarti di più. Vivi questa sofferenza fino in fondo. Affidati al Gohonzon». Io pensavo di averlo già fatto! Che atteggiamento arrogante avevo nei confronti della pratica. Avevo sempre utilizzato la scusa di aver fede e di potermi risparmiare sulla recitazione. Mi sbagliavo! In quel momento ho deciso che avrei recitato molto di più. Non potevo lesinare la mia vita.
Rientrata a Torino decisi di ricominciare da me e dall’attività per gli altri. Ho iniziato a recitare un’ora di Daimoku al giorno e a farlo in ogni momento libero della giornata. Non c’è voluto molto per trovare il coraggio di uscire da quella relazione e vivere senza soffrire per un amore inesistente. Ora continuo il legame profondo che da più di un anno ho con il mio Gohonzon. Ho rideterminato, scrivendolo su un biglietto, che ho messo sotto al mio altare (butsudan), come desidero che sia il mio compagno per questa vita.

• • •

Trets: il sole dentro di noi

di Enrico Rossi

Una pioggia torrenziale ha accompagnato alla partenza gli oltre centoquaranta partecipanti liguri al corso che si è svolto a Trets dal 14 al 17 settembre. Quattro giornate intense, inaugurate dalla proiezione del video del presidente Ikeda relativo alla riunione del 15 giugno e scandite dal Daimoku, dallo studio e dalle numerose esperienze raccontate. Nelle riunioni di studio, Marita Bombardieri e Franco Malusardi hanno ripercorso gli argomenti già trattati al corso estivo tenutosi a Fiuggi dal 31 agosto al 3 settembre: l’atteggiamento corretto dei responsabili, l’importanza di saper incoraggiare e sostenere i membri, di condividere il cuore del maestro, di riconoscere e sconfiggere l’arroganza e l’eterna lotta tra l’oscurità fondamentale e la natura illuminata della vita. Una lotta riaffermata all’esterno da vigorosi scrosci di pioggia alternati a fulgidi sprazzi di sole. Un’occasione per l’area Liguria di ritrovarsi e dialogare in gruppi, condividere esperienze e confrontarsi sui problemi dell’attività a livello territoriale. Una nuova partenza già sancita dalla recente apertura del Centro culturale genovese. Ispirati dal recente saggio di Daisaku Ikeda sulla vita del dottor Yamazaki (vedi NR, 360, 16), pioniere del Buddismo in Europa, i membri hanno visitato la sua tomba presso il cimitero di Trets e hanno espresso la determinazione dell’area ligure di portare avanti lo spirito che lo animava. Il corso ha anche tenuto a battesimo il gruppo di redazione della Liguria che, proprio tra i vialetti del Centro europeo, ha deciso di sostenere le attività editoriali della rivista che state leggendo.

• • •

18 novembre, giorno della Soka Gakkai

Il mese di novembre è un mese significativo per la Soka Gakkai. In questo mese si festeggia la ricorrenza della fondazione, il giorno 18 novembre. Cerchiamo di vedere più da vicino perchè è stato scelto questo giorno e quale significato ha per noi oggi questa ricorrenza.
Tsunesaburo Makiguchi (secondo da sinistra a sedere) era un educatore giapponese vissuto a cavallo fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Il suo percorso di vita, professionale e di ricerca religiosa, lo portò in contatto con il Buddismo di Nichiren Daishonin che segnò la svolta nella sua vita. Nel giugno del 1928 quando aveva cinquantasette anni, Makiguchi si convertì al Buddismo del Daishonin. La famiglia di Makiguchi aveva attraversato una serie di gravi sfortune. Tsunesaburo era un uomo con un carattere di ferro, ma si trovò di fronte a questioni di vita e morte. Dopo dieci giorni di discussione con un credente della Nichiren Shoshu, egli si convertì: si rese conto di condividere gli insegnamenti di Nichiren Daishonin. Nel febbraio del 1929, Makiguchi approntò il testo Soka kyoikugaku taikei (L’educazione creativa).
Il 18 novembre 1930, il testo fu pubblicato da Josei Toda (terzo da sinistra in piedi). Il titolo ispirò anche il nome della casa di pubblicazione Soka Kyoiku Gakkai (Società educativa per la creazione di valore), così lo introdussero nella sezione del libro che riguardava i diritti d’autore. Nello stesso periodo decisero di formare un gruppo con lo stesso nome per compiere le loro attività religiose ed educative.
Successivamente, nel 1935, Makiguchi formalizzò uno statuto dell’associazione. L’articolo uno stabiliva ufficialmente il nome dell’associazione e l’articolo due ne affermava gli obiettivi: la ricerca nell’istruzione in accordo con la teoria educativa per la creazione di valore, lo sviluppo di insegnanti altamente capaci e la riforma del sistema educativo nazionale.
Oggi noi commemoriamo ogni anno la fondazione della Soka Gakkai (che ha nel frattempo cambiato il nome in Società per la creazione di valore, ampliando la sua sfera d’azione) dalla quale è nata nel 1975 la Soka Gakkai Internazionale. Ma questa, è un’altra storia.
Per approfondire:
La società per la creazione di valore, NR 339, 15 novembre 2005, pag. 22 e segg.

• • •

Divisione giovani

nome
Giulia

cognome
Savarese

età
26

da quanto pratichi
7 anni

grazie a chi
a una mia amica che poi ha smesso, quindi ho continuato grazie ai miei responsabili di gruppo

il tuo difetto maggiore
la pigrizia e l’insicurezza

il tuo punto di forza
forse la sensibilità e poi la “coccia dura”

il tuo shakubuku più originale/più difficile
direi la mia migliore amica, che mi ha fatto sudare sette camicie, “costringendomi” praticamente a superare i miei limiti

l’azione più coraggiosa nella fede
forse, presentarmi agli esami, comunque, qualunque cosa accada, senza pensare al fatto che magari non sono preparata. Oppure credere senza dubbi che una persona inizierà a praticare o riceverà il Gohonzon

quando alla tua famiglia hai detto che sei diventata buddista, come hanno reagito?
sono molto fortunata da questo punto di vista. Mia madre ha iniziato dopo un anno e mezzo e ora è responsabile di gruppo, mio fratello ha praticato e mio padre, nonostante le continue battutine, ogni tanto recita Daimoku con me

i tuoi amici sanno che sei buddista?
sì, tutti

hai incontrato ostacoli sul lavoro per la tua fede?
mai, solo, come sempre, battutine

nella tua famiglia praticano altre religioni?
mio fratello ora è ateo e mio padre dice che è “l’ultimo baluardo di cristianità rimasto in casa”

hai amici fra i compagni di fede?
molti. Prima di tutto la mia migliore amica, poi ci sono altre persone, che conoscevo prima, che hanno iniziato a praticare. Infine ho stretto tantissimi legami di amicizia attraverso l’attività

il giorno in cui hai deciso di praticare per sempre
in realtà da subito; comunque ho deciso di ricevere il Gohonzon il giorno in cui ho sostenuto un esame terrificante a seguito di due settimane con due ore di Daimoku al giorno e lettura incessante del Gosho Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza

che tipo di attività preferisci?
lo zadankai mi piace molto, poi a “pari merito” vanno l’attività byakuren e l’attività studenti

cosa non sopporti negli adulti
non ho problemi con gli adulti, anzi a volte ci vado più d’accordo che con quelli della mia età. Forse, a volte,la mancanza di speranza, di fiducia o passione cieca

la caratteristica più simpatica degli adulti
la solidità interiore… che mi piacerebbe molto avere!

essere vice responsabile nazionale degli studenti ha cambiato qualcosa nel tuo modo di vivere la pratica buddista?
la prima sensazione che ho provato è stata di dover andare fino in fondo nella mia rivoluzione umana, senza più perder tempo

e nella tua quotidianità?
in realtà quasi niente, giusto una determinazione diversa nei miei “soliti” problemi

in una frase esprimi il sogno che vorresti realizzare
come aspirante sociologa, vorrei lavorare all’Onu, nel campo delle relazioni internazionali per lo sviluppo umano

• • •

“Diversi e uniti”, primo meeting interstaff

di Cristina Mannini

Soka-han, Byakuren, Corallo, Gioia, Torre Preziosa, Audiovideo, Perla, Tenrin, Diamante, Vittoria e Prometeo. Questi i nomi degli staff, tutti impegnati nell’attività di protezione, che domenica 15 ottobre, hanno partecipato al primo meeting interstaff tenutosi al Centro culturale di Firenze. L’obiettivo dell’incontro, che si rifletteva nello slogan “Diversi e uniti”, è stato quello di lavorare sul senso di unità e integrazione dei vari gruppi, che pur essendo uniti nello scopo di protezione e accoglienza, tante volte si trovano a confrontarsi, e perché no, anche a scontrarsi.
Il programma ha visto il racconto di quattro esperienze, la spiegazione del Gosho I due tipi di fede e gli interventi dei vari responsabili degli staff che, con poche parole, hanno raccontato in cosa consiste l’attività del loro gruppo e invitato tutti a raccogliere la sfida di impegnarsi nell’attività. Il meeting si è concluso condividendo gli scopi per il prossimo anno, fra i quali: far funzionare al meglio il Centro culturale, stimolare i responsabili a fare attività di staff e naturalmente organizzare un altro incontro interstaff… questa volta però un vero e proprio corso di due giorni.
Questi alcuni dei commenti raccolti nel corso della giornata: «Quando vengo qui al Centro per fare attività sono sempre di corsa. Oggi voglio finalmente godere di questo meraviglioso giardino». «Mi ha colpito l’esperienza di Mario… fra l’altro abbiamo lavorato per mesi nello stesso ristorante, senza sapere che entrambi praticavamo. È curioso adesso ritrovarci qui». «Sono felice di questa giornata, a volte ho vissuto il rapporto fra i diversi staff in maniera competitiva. Questo incontro rappresenta un nuovo inizio, in unità, con più affiatamento».

• • •

Grazie Roma…
…e un bacione a Firenze

di Lucilla Tommasi e Adolfo Rinalduzzi

Due capitoli di Firenze (Ponte di Mezzo e Ponte alle Mosse) incontrano due capitoli di Roma (Boccea e Primavalle). A chi è venuta questa idea apparentemente un po’ bizzarra? Ad alcuni responsabili romani di gruppo e settore, i quali, avendo maturato l’idea di andare “in gita” a Firenze – per visitare il Centro culturale – hanno deciso di farsi accompagnare da un nutrito numeri di membri capitolini. Da un pullman intero, addirittura. Tutto è partito dalla decisione della Divisione uomini dei due capitoli romani, che ha organizzato l’incontro fin nei più piccoli dettagli dando così prova del suo potenziale.
Il pullman in arrivo da Roma è stato accolto con striscioni e cartelloni da un centinaio di membri fiorentini e dal messaggio di Daisaku Ikeda che ha voluto essere vicino anche in questa occasione. C’è stato uno scambio di esperienze, un pranzo all’aria aperta, mini zadankai che hanno contribuito a rafforzare i legami tra le due città, rendendo più palese il concetto di “civiltà globale”: inteso come assenza di barriere geoculturali e come riconoscimento del valore di ogni singola persona in quanto individuo.
Alla fine, dopo uno scambio di regalini fatti “davvero con il cuore”, il coro ha cantato la canzone di Venditti Grazie Roma. I membri della capitale invece, che sono tornati indietro con un pezzetto del capoluogo toscano nel cuore, hanno voluto ricambiare dicendo… grazie Firenze! Oppure rimanendo in tema di canzoni, La porti un bacione a Firenze.

• • •

Luogo: Centro culturale di Salerno
Data: 15 ottobre
Protagonisti: I giovani napoletani dell’hombu Vesuvio che hanno organizzato una festa capace di riempire il posto di gioia e creatività
Ingredienti: le esperienze, un video riguardante i viaggi del presidente Ikeda, l’incoraggiamento di Mattia Duni – responsabile nazionale della Divisione giovani uomini – ma soprattutto piccole scenette teatrali su temi riguardanti la pratica e anche una canzone, parodia in chiave buddista della nota Città ‘e pulecenella
Risultato: una grande allegria derivante dalla sfida a superare i propri limiti e manifestare la propria creatività, per sentirsi ancora più vicini al nostro maestro.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata