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Partire da se stessi per far crescere gli altri - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:50

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Partire da se stessi per far crescere gli altri

«La crescita di persone capaci dipende dalla determinazione e dall’impegno dei responsabili» afferma Daisaku Ikeda, ribadendo al tempo stesso l’importanza di saper vedere i punti di forza di ogni persona e di lodare gli altri invece di giudicarli

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«La crescita di persone capaci dipende dalla determinazione e dall’impegno dei responsabili» afferma Daisaku Ikeda, ribadendo al tempo stesso l’importanza di saper vedere i punti di forza di ogni persona e di lodare gli altri invece di giudicarli

Più alta è la nostra posizione all’interno dell’organizzazione, maggiore l’autodisciplina che dobbiamo avere e la necessità di “lucidare” la nostra vita fino a farla risplendere. A prescindere dalla nostra età, dovremmo essere sempre pieni di dinamismo ed energia giovanile, questo è lo spirito della Soka Gakkai. Avanzate ogni giorno! Vincete ogni giorno! Questo è lo stile di vita della Gakkai. In fondo, non avanzare significa retrocedere, e il Buddismo è vincere o perdere.
«L’impresa grande e senza precedenti di kosen-rufu è una rivoluzione continua su ogni fronte; è un movimento incessante» affermava il presidente Toda. I tempi cambiano di continuo e niente rimane statico neanche per un attimo. Ad esempio, il tasso di natalità in Giappone sta continuando a calare molto più rapidamente delle previsioni. Con un occhio al futuro, ho promosso per tempo discussioni su come la Divisione futuro e l’istruzione Soka in generale (comprese l’Università Soka e il College femminile Soka) possano rispondere in modo positivo a questi cambiamenti. Già il quaranta per cento dei corsi universitari quadriennali privati in Giappone ha un calo delle iscrizioni che non arrivano più a coprire i posti disponibili.
Nella società ci sono organizzazioni in crescita e altre in declino; quelle più in salute lo devono al fatto di aver preso seriamente in considerazione il futuro, riuscendo così a rispondere velocemente alle nuove sfide. Se avessero rimandato, sarebbero rimaste indietro, creando le cause per una disfatta futura. Un leader ha un’enorme responsabilità.
Facciamo della riunione di oggi un evento pieno di gioia e di vita. Il Buddismo insegna che «la voce svolge l’opera del Budda» (Cf. OTT, 4). La nostra voce è importante. Dovremmo parlare in modo da arrivare al cuore delle persone, e qualsiasi cosa diciamo dovrebbe essere accurata, vera e pertinente. Toda era molto chiaro al riguardo. Ci insegnava anche che un messaggio può essere trasmesso in tre modi diversi: essenziale, riassunto o esauriente. In altre parole, quando c’è poco tempo è sufficiente far arrivare i punti essenziali. Se abbiamo più tempo a disposizione, si può fornire una riassunto completo. Ma quando la situazione richiede una spiegazione esauriente, si dovrebbero affrontare tutti i punti nel dettaglio e in modo più ampio. Se si continua a divagare senza arrivare chiaramente al dunque non si fa altro che far scemare l’entusiasmo di chi ascolta.
Nella Soka Gakkai, studiare diligentemente gli insegnamenti del Daishonin è una tradizione. In particolare, ciò che apprendiamo del Buddismo in giovane età diventa la base della nostra fede per tutta la vita. Mi auguro che i membri della Divisione giovani continuino a studiare il Gosho giorno dopo giorno, mese dopo mese. Dice il Daishonin: «Impegnati nelle due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, NR, 336, 20). Le due vie di pratica e studio sono l’essenza dei nostri corsi buddisti.

Ricercate i punti di forza nelle persone

I responsabili non devono mai essere arroganti. Chi lo è non può crescere persone capaci. Toda soleva dire: «Il potere del Gohonzon [Nam-myoho-renge-kyo] è senza limiti e immenso. Ciò significa che la nostra organizzazione si svilupperà senza dubbio oltre ogni limite. Ma se i responsabili pensano in modo arrogante che questa crescita sia merito loro, allora, per quanto i membri possano aumentare, contrariamente alle loro aspettative, non emergeranno persone di valore». Piuttosto che giudicare le persone come capaci o incapaci, è meglio cercare i punti positivi o di forza di ogni persona. Dovremmo scoprire e lodare le loro capacità e risorse interiori; la crescita o meno di persone capaci dipende dalla determinazione e dall’impegno dei responsabili.
La relazione tra maestro e discepolo è il cuore stesso del Buddismo, è una relazione che si estende attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. Toda dichiarò con solennità che i primi tre presidenti avrebbero formato una base eterna per il nostro movimento. Sono stati Makiguchi e Toda a far rivivere lo spirito di Nichiren Daishonin nell’epoca moderna, a dimostrare come si possa trasformare radicalmente il proprio karma, a gettare le basi per propagare fra la gente gli insegnamenti del Daishonin in ogni angolo del Giappone. Dal momento in cui ho raccolto questa eredità, come terzo presidente, la mia missione e la mia pratica sono state dedicate a stabilire solide basi per kosen-rufu a livello mondiale per l’eterno futuro. Oggi il Buddismo del sole si è diffuso in centonovanta paesi e sta illuminando persone di tutto il mondo con la sua luce di pace, cultura e felicità. Ho fatto proprio ciò che mi aveva chiesto Toda. Fondamenta perenni per la Soka Gakkai sono state edificate attraverso le battaglie dei primi tre presidenti. Finché coloro che seguono le nostre orme abbracceranno e porteranno avanti lo stesso spirito di kosen-rufu, la Gakkai continuerà a crescere e a essere vittoriosa.

I legami di maestro e discepolo

Toda sottolineava l’importanza del legame diretto fra i responsabili e il loro maestro. Io ho impresso nel mio cuore ogni singola parola di Toda, anche le cose che sembravano dette per scherzo. Questa è la relazione tra maestro e discepolo. Toda arrivò ad accompagnare in carcere il suo maestro Makiguchi, venne denunciato come un traditore e soffrì grandi privazioni, ma sopportò tutto. Questa è di per sè un’impresa straordinaria.
Quando gli affari di Toda entrarono in crisi, lasciandolo sommerso dai debiti e virtualmente in bancarotta, io fui l’unico a rimanere con lui fino alla fine.
Nei fatti di Osaka, venni arrestato e imprigionato sulla base di false accuse. Fisicamente ero piuttosto debole, infatti i medici avevano detto che con ogni probabilità non sarei arrivato a trent’anni d’età. Nonostante ciò, ho pregato intensamente e lottato con tutte le mie forze, sacrificando la vita privata e la mia famiglia per servire il mio maestro. Ho protetto Toda quando lottava contro grandi ostacoli. Gli ho spianato la strada con decisione affinché diventasse secondo presidente della Soka Gakkai, costruendo così le fondamenta per una vittoria eterna. Non è mia intenzione parlare così diffusamente di me, ma sento di dover affermare queste verità a beneficio delle generazioni future.

Una fede forte e salda

«Giovani, tenete d’occhio chi governa!» diceva Toda; era ben consapevole di quanto potesse essere terribile la natura demoniaca del potere. Non dimenticherò mai neanche quando diceva: «Nella realtà ha luogo una feroce lotta, essa è un autentico campo di battaglia. Nel marciume della società ha luogo ogni sorta di feroce lotta di potere. Poiché vogliamo crescere dei leader politici che sostengano la Legge mistica, dobbiamo essere sufficientemente preparati a ciò».
Aggiungeva poi: «Kosen-rufu, in definitiva, è il lavoro del Gohonzon [Nam-myoho-renge-kyo]. Ecco perché dobbiamo avere una fede forte e salda, indipendente dalle circostanze o dal luogo in cui ci troviamo. Questo fa sì che i nostri occhi di persone comuni comincino a vedere come quelli del Budda». La fede è la base di tutto, per questo dobbiamo recitare al Gohonzon con tutto il cuore.
Toda diceva anche: «In una battaglia è fondamentale fare il massimo. Ogni giorno è una lotta senza esclusione di colpi. Se non vi impegnate con la massima serietà, avrete dei rimpianti». L’oggi non ritornerà più. Vincendo oggi, prepariamo il terreno alla vittoria di domani. Sfidiamoci al massimo dando valore a ogni giorno per non avere assolutamente rimpianti. Toda soleva dire che la Soka Gakkai avrebbe potuto chiamarsi “Shakubuku Gakkai”. Missione della Soka Gakkai e suo grande obiettivo è combattere con decisione contro i mali che fanno soffrire la gente, pregare per la felicità degli altri e parlar loro della Legge mistica, l’insegnamento supremo per diventare felici. In qualità di responsabili, mi auguro che tutti voi avanziate pieni dello spirito di voler condividere il Buddismo del Daishonin con gli altri.
Parlando di come sviluppare persone di valore, Toda disse: «Per forgiare persone capaci non c’è altro modo che partecipare alle attività della Gakkai». La cosa fondamentale è allenare le persone con la pratica concreta. Incontrare e parlare con le persone, incoraggiare gli altri, superando un ostacolo dopo l’altro per produrre risultati tangibili: è attraverso questo processo che si può pulire la propria vita e rafforzare la fede. Le attività della Soka Gakkai sono il miglior campo di prova che ci sia.
Toda disse anche: «Se perdiamo di vista lo scopo primario di kosen-rufu e ci impelaghiamo in questioni insignificanti, le nostre attività finiranno per perdere di vitalità». Qual è il nostro obiettivo? È kosen-rufu. È la realizzazione di una felicità assoluta per noi stessi e per gli altri. È la propagazione di questa grande filosofia di pace e speranza in tutto il mondo. Non dobbiamo dimenticarlo e lasciarci distrarre da faccende secondarie, altrimenti causeremo sofferenza ai nostri compagni di fede, travisando totalmente il senso della nostra missione come responsabili.
Mi rivolgo a voi, responsabili del nostro movimento, perché ne assumiate la guida con energia, incoraggiando tutti i membri a impegnarsi nelle loro attività con vigore e serenità. Toda riprendeva con severità i responsabili che diventavano pieni di sé e cominciavano a guardare i membri dall’alto in basso, causando disunità tra loro. «Quando un responsabile si dà arie credendosi chissà chi – disse – si allontana dai membri e finisce per cadere in uno stato vitale infernale». Desidero lasciare al futuro questa guida severa ma piena di compassione.

L’automiglioramento è la chiave per far crescere gli altri

Il mio maestro Josei Toda era un grande leader di kosen-rufu. Con lui studiavo il Buddismo di Nichiren Daishonin, ma anche la condizione umana e l’arte di guidare le persone. Diceva: «Piuttosto che del passato o del futuro, gli insegnamenti del Daishonin si occupano del presente, della realtà concreta che ci circonda. Su tale base esso ha un’ampio sguardo rivolto al futuro». Noi pratichiamo il Buddismo del Daishonin per il presente e per il futuro, un futuro che è determinato dalla nostra lotta attuale. Ciò che conta è quello che facciamo qui e ora. Il Daishonin cita (dal Sutra dell’osservazione della mente come la terra): «Se vuoi conoscere gli effetti del futuro, guarda le cause del presente» (L’apertura degli occhi II, SND, 1, 192). Vorrei fare ora tutto il possibile per assicurare un eterno sviluppo al nostro movimento. Accingiamoci a dare un forte impulso di crescita, a partire da questa conferenza esecutiva nazionale.
Toda diceva anche: «Se in un’organizzazione prevale la convinzione che sia degno solo chi può vantare credenziali accademiche, essa è destinata a fallire». La Soka Gakkai è un’organizzazione che si basa sulla fede. Non c’è proprio ragione di riservare un trattamento preferenziale a qualcuno solo perché ha una grande cultura. Alla prova dei fatti, abbiamo visto responsabili della Gakkai, laureati presso prestigiose università, diventare arroganti, guardare dall’alto in basso i loro compagni di fede e poi abbandonare stupidamente la fede. È la fede ciò che conta. Dobbiamo apprezzare e aver cari coloro che si impegnano al massimo per la Gakkai, i membri e kosen-rufu.
Toda aggiungeva poi: «Non permettete che fra voi abbiano luogo scontri causati da invidie o gelosie, dall’ambizione personale o dal desiderio di sentirsi importanti. Non c’è niente di più vergognoso». Non dobbiamo mai distruggere l’unità del nostro movimento di kosen-rufu per avidità egoistica o per desiderio di gloria personale, né dobbiamo permettere che qualcun altro lo faccia.

L’importanza di una figura centrale

Toda ci parlava spesso della sua filosofia direttiva, e una volta disse che riporre troppa fiducia nei propri dipendenti può talvolta essere un errore. Avendo subito molte amare vicissitudini nel mondo degli affari, il suo commento al riguardo si basava su di una ricca e profonda esperienza personale.
Inoltre era molto severo nei confronti delle persone che ricoprono posizioni di responsabilità e, per questo, si permettono di arrivare tardi al lavoro come se fossero persone speciali. «Per avere successo negli affari – diceva – il capo deve essere il primo ad arrivare al lavoro ogni mattina. Già la mera presenza del responsabile ha un significato importante».
Si sono unite oggi a noi varie rappresentanti della Divisione giovani donne. Una volta che Toda venne a sapere che una riunione di giovani donne si era protratta fino a tarda sera, rimproverò le responsabili, dicendo: «Insisto continuamente sul fatto che queste riunioni debbano terminare presto e che le giovani donne facciano rientro a casa a un’ora ragionevole – disse – ma non sempre succede. Dobbiamo garantire la sicurezza dei membri della Divisione giovani donne». Toda si preoccupava molto per loro, e io pure. In questo periodo, poi, nel quale assistiamo a un aumento di crimini violenti, il fatto che una ragazza stia fuori di sera tardi la pone a rischio. Sarebbe imperdonabile se dovesse accadere qualcosa a una di loro. In fondo, per rendere una riunione soddisfacente, non importa che sia lunga, ma sono sufficienti creatività e ingegno. Voglio ribadire alle nostre giovani donne di non tenere riunioni che si protraggano fino a tarda notte.
La base per crescere persone di valore, asseriva Toda, consiste nello sviluppare se stessi. Questo è un punto molto importante. I responsabili devono fare un cospicuo sforzo di riflettere umilmente su di sé e impegnarsi sempre per migliorarsi. Non devono permettere che la posizione dia loro alla testa, perché l’arroganza non fa altro che mettere un freno alla propria crescita personale. Una persona che smette di crescere non può ispirare gli altri. Far crescere gli altri comincia dallo sfidare se stessi, quindi dai propri sforzi per studiare e svilupparsi.

Ricordi preziosi

Ogni momento che passavo con Toda aveva per me un valore incalcolabile. In particolare ho dei ricordi molto vividi dell’estate precedente alla sua morte (avvenuta il 2 aprile del 1958), nel 1957. A quell’epoca la sua salute era già compromessa, ma egli raccoglieva ogni grammo di energia disponibile per offrire consigli e incoraggiamenti sulla fede e per intraprendere iniziative concrete per la felicità di tutti i membri della Gakkai e il futuro di kosen-rufu. In ogni sua parola echeggiava un messaggio eterno.
Tra le attività di quell’agosto ricordo un corso estivo, un viaggio con lo scopo di approfondire e consigliare i membri a Shinshu (l’attuale prefettura di Nagano) e il primo raduno sportivo nell’Hokkaido. I giovani accorsi per quest’ultimo evento erano letteralmente entusiasti di vedere Toda, così come lo era anche lui nel vederli così pieni di vitalità. Come suo discepolo, anch’io assistevo a tutto questo con una profonda gioia. Non esiste nulla di più bello e nobile a questo mondo della relazione tra maestro e discepolo e i legami tra compagni di fede.

Responsabili che prendono l’iniziativa

«Agite su ogni fronte inaugurando nuovi percorsi per avanzare!». Toda incitava così i membri della Divisione giovani, e io ho fatto come lui aveva insegnato: mi sono sfidato in ogni campo creando una nuova strada. Qualunque impresa mi sono trovato a dover affrontare, ho agito in completo accordo con la sua visione. Non ho mai pensato una sola volta a proteggere me stesso o cercato di farmi bello di fronte agli altri. Sopportando calunnie malevole e attacchi personali, ho lottato fieramente per il mio maestro. La non dualità di maestro e discepolo significa questo, è lo spirito fondamentale della Soka Gakkai, e vivere con tale spirito è il modo di condurre l’esistenza più sublime che ci sia.
Spesso Toda diceva: «I nostri membri si applicano con tutto il cuore per kosen-rufu, sfidandosi ogni giorno nella loro vita. Sarebbe vergognoso se i responsabili non fossero in prima linea nell’attività». Mi auguro che tutti i nostri responsabili riflettano su se stessi e tengano bene a mente queste parole. Facendosi più serio, Toda dichiarava: «Non possiamo permetterci di perdere la lotta per kosen-rufu, qualunque situazione si presenti. La Soka Gakkai, con la sua missione straordinaria di portare felicità a tutte le persone, non deve mai essere sconfitta». Il Buddismo del Daishonin è il grande insegnamento in grado di rendere felice l’umanità a livello assoluto. Ed è attraverso kosen-rufu che possiamo costruire un mondo davvero pacifico. Se falliamo nella lotta per kosen-rufu, non ci sarà fine alla sofferenza delle persone né un futuro per l’umanità. Toda assunse su di sé il compito di kosen-rufu, aprendo la strada con un incredibile senso di responsabilità e combatté contro ogni genere di forza insidiosa.
Ludovico Ariosto (1474-1533), il poeta del Rinascimento italiano, nell’Orlando Furioso parla di quanto sia deplorevole soffrire a causa dei malvagi, mentre lo scrittore russo Leone Tolstoj (1828-1910), nel suo diario, cita Thomas Carlyle, scrittore inglese, (1795-1881) per affermare che i disonesti vanno incontro alla rovina mentre i giusti non saranno mai sconfitti. La nostra è una lotta in nome della giustizia, condotta dalla parte della gente, per la loro felicità e, per questo, non possiamo subire sconfitte. O meglio: non dobbiamo subirle. Vinciamo, quindi, per il bene dell’umanità e del futuro!
Il filosofo giapponese Kiyoshi Miki (1897-1945), che durante la giovinezza leggevo avidamente, scrisse: «Come diceva Francis Bacon, l’invidia è un attributo del demonio. Infatti essa, scaltramente e approfittando del mantello dell’oscurità, tenta spesso di procurare danno alla virtù». Filosofi del passato e del presente hanno discusso di come l’invidia avveleni le persone e la società. L’invidioso cerca di nuocere agli onesti, insidiando individui esemplari e negando la grandezza degli altri. Per questo, essere bersaglio di invidia è una chiara prova della grandezza di una persona.
Il filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788-1860) scrisse: «[I cattivi libri] sperperano tutto il tempo, il denaro e l’attenzione del pubblico, che dovrebbero invece essere destinati ai buoni libri e ai loro nobili scopi». Sono parole su cui dovremmo riflettere attentamente. Le parole di verità guidano la società nella giusta direzione, mentre le calunnie portano al caos sociale.
Da giovane, mi buttavo a testa bassa contro ogni falsa accusa udissi contro Toda o la Soka Gakkai. Affrontavo immediatamente chi l’aveva diffusa impegnandolo in un serio dialogo. Toda sosteneva che la sincerità è la chiave per creare buone relazioni. In completo accordo con questa indicazione, ho sempre parlato a viso aperto e con assoluta sincerità ai nostri detrattori per rettificare le cose. Non posso rimanere zitto quando il mio maestro viene diffamato o ingiuriato. Dal momento che mi dico suo discepolo, sarei un disonesto e un codardo se rimanessi inerte senza fare niente. Fui l’unico a rimanere accanto a Toda mentre veniva tempestato di insulti e critiche. Protessi lui e la Soka Gakkai. Questo è il mio più grande onore nella vita. «Proteggerò il mio maestro! Lotterò! Sensei, guardami, per favore!». Lottavo in questo modo e con questa determinazione. Questo è il vero spirito della Gakkai.
Avevo interrotto il mio percorso educativo a causa della Seconda guerra mondiale, così, quando il conflitto terminò, desiderai fortemente di riprendere i miei studi. Iniziando a lavorare per Toda, mi organizzai per frequentare le scuole serali, ma quando gli affari di Toda cominciarono a declinare e i suoi impiegati lo abbandonarono, non ebbi più il tempo di seguire neanche quelli.
Nelle vacanze di Capodanno del 1950, infatti, proprio quando compivo ventidue anni, Toda mi disse che, vista la situazione economica giapponese, i suoi affari avrebbero richiesto ancor più tempo ed energie, e mi chiese di lasciare la scuola. Io acconsentii immediatamente, dicendogli che avrei fatto qualsiasi cosa desiderasse. In cambio, mi disse, avrebbe provveduto personalmente alla mia istruzione, dandomi lezioni private. Fedele alla parola data, si impegnò fino alla sua morte a insegnarmi una vasta gamma di materie, in quella che sono onorato di chiamare l’”università Toda”.
È meraviglioso avere un maestro. Toda è stato il mio unico maestro in questa vita, così come io sono il suo unico vero discepolo. Siamo completamente uniti e inseparabili. Lo ringrazio ancora ogni giorno e nel mio cuore continuo a dialogare con lui, man mano che la mia vita trascorre tra una battaglia e l’altra.
Se vivete sempre uniti nello spirito con il vostro maestro e i vostri compagni di fede, non sarete mai, mai sconfitti. Conduciamo vite gloriose e piene di speranza, basate sullo spirito di non dualità di maestro e discepolo!

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