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La soluzione migliore - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:32

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La soluzione migliore

Satoru Izumi amava parlare chiaro, anche per questo arrivava al cuore degli altri. In questi brani egli ricorda alcuni suoi dialoghi con i membri che hanno risolto un problema da cui erano afflitti cambiando radicalmente l’atteggiamento nella pratica buddista. Con questa seconda puntata si chiude la serie dedicata a un grande “incoraggiatore” nella fede

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Satoru Izumi amava parlare chiaro, anche per questo arrivava al cuore degli altri. In questi brani egli ricorda alcuni suoi dialoghi con i membri che hanno risolto un problema da cui erano afflitti cambiando radicalmente l’atteggiamento nella pratica buddista. Con questa seconda puntata si chiude la serie dedicata a un grande “incoraggiatore” nella fede

Usare bene il tempo

Come gli individui sono diversi l’uno dall’altro, così sono diversi i loro destini. Ci sono bambini malati che hanno bisogno di molte cure, e ci sono bambini sani e facili da crescere. Alcuni mariti sono comprensivi, altri no. Tu dici di essere troppo occupata per gli impegni dell’associazione di quartiere e della danza giapponese. Perché segui tutte queste iniziative? Certamente perché desideri contribuire anche in minima parte alla vita della tua comunità e perché vuoi migliorare te stessa. Non hai altra alternativa che pregare il Gohonzon, così da poter dividere ogni giorno il tuo tempo nel modo migliore fra le attività della Soka Gakkai e le altre occupazioni che ti stanno a cuore. Questo non significa che devi sempre dare la priorità alle attività buddiste, mettendo al secondo posto la danza e al terzo l’associazione di quartiere. Le circostanze cambiano ogni momento, devi decidere giorno per giorno a cosa dare la priorità in modo da svolgere tutto con efficienza.
Una volta, a una riunione pomeridiana, una madre di famiglia mi chiese un consiglio. Poiché il marito era violentemente contrario alla sua fede, uscendo di casa per venire alla riunione gli aveva detto che sarebbe andata a visitare un’amica. Per quella sera c’era in programma anche una riunione di responsabili di capitolo ma non l’aveva nemmeno accennato al marito temendo la sua reazione. Era responsabile di gruppo, e se non fosse andata alla riunione il suo responsabile sarebbe rimasto deluso. D’altra parte, se fosse andata, sarebbe tornata a casa più tardi del previsto, il marito avrebbe capito che aveva partecipato a una riunione e le avrebbe fatto una scenata. Mi chiese: «Cosa devo fare? Devo partecipare alla riunione dei responsabili o andare subito a casa, così mio marito non dirà niente?».
Questa è una delle tante domande alle quali non si sa cosa rispondere. Io le risposi così: «Se ti dicessi di andare alla riunione perché è il tuo dovere come responsabile delle donne del tuo gruppo, cosa succederebbe? Il tuo corpo sarebbe alla riunione ma non la tua mente. Tutto il tempo ti angustieresti pensando: “Mio marito a quest’ora sarà già a casa. Quando tornerò sarà furibondo. Che scusa posso inventare?”. D’altra parte se ti dicessi: “Visto che non hai avvertito tuo marito, devi tornare direttamente a casa, la tua famiglia è importante. Non preoccuparti per la riunione”, fisicamente saresti a casa ma comunque saresti preoccupata perché non stai adempiendo alle tue responsabilità. In un caso come nell’altro il tuo corpo sarebbe in un posto e la tua mente in un altro. E non puoi nemmeno risolvere il problema rimanendo a metà strada fra la casa e il luogo di riunione.
Come vedi, non posso rispondere alla tua domanda né in un modo né in un altro. La cosa importante è prendere in considerazione l’origine del problema: nasce dalla tua mancanza di coraggio, dal fatto che non hai parlato della riunione a tuo marito. Ti preoccupi soltanto delle conseguenze immediate senza riflettere sulle tue debolezze. Puoi anche pensare: «Tengo segreta a mio marito ogni attività. Se glielo dicessi mi renderebbe la vita insopportabile», ma questo non è l’atteggiamento giusto. Immagina che ci sia una riunione importante alla quale devi partecipare. Se lo dicessi a tuo marito si arrabbierebbe. Decidi allora di andare di nascosto. Quando lo scoprirà si arrabbierà terribilmente. La volta successiva cercherai di tenere la riunione ancora più nascosta. Quando tornerai, lui sarà ancora più infuriato. È un circolo chiuso. In questo modo l’incomprensione fra te e tuo marito diventerà sempre più grave.
Il problema è che, invece di affrontare il tuo karma, ti limiti a inventare qualche pretesto per uscire di nascosto. Tu pratichi il Buddismo per cambiare il karma, non cercare quindi di evitare o di aggirare i problemi che ti si presentano nella vita, ma abbi il coraggio di affrontarli direttamente recitando Daimoku con forza. A volte può sembrare la strada più lunga, ma in realtà è il modo più breve e rapido per cambiare sicuramente la tua vita, con costanza e un passo alla volta. Prima di tutto, migliora il tuo carattere, così tuo marito rispetterà la tua religione e alla fine l’abbraccerà lui stesso. Digli onestamente che hai una riunione in programma. Se lui si oppone con violenza, non è necessario che tu vada. Ma non servirtene come scusa per trascurare le attività. Piuttosto ricordati del Gohonzon e dell’insegnamento secondo il quale nessuna preghiera rimane senza risposta. Prega sinceramente il Gohonzon affinché anche tuo marito pratichi. Allo stesso tempo non trascurare i tuoi doveri di moglie.
Convinciti che non c’è altra strada che recitare Daimoku per cambiare il tuo destino. In questo caso potrai guadagnare la comprensione di tuo marito». Lo stesso vale anche per te. Vedi solo le circostanze superficiali e non guardi al tuo destino. Se vuoi riuscirci, non devi evitare i problemi. Fai appello al tuo coraggio, affronta il problema pregando il Gohonzon finché non riuscirai a risolverlo. Potrà sembrarti di impiegare molto tempo, comunque in questo modo cambierai lentamente ma sicuramente il tuo destino. Fino a quando penserai di non poter fare attività per una ragione o per un’altra, non potrai fare progressi. Il tuo atteggiamento è rivolto al passato, continui a pensare a come sono state le cose fino a ora e non a come dovrebbero essere. Ora sei troppo occupata tra le attività della Soka Gakkai e gli altri impegni cui devi adempiere. È proprio per questo motivo che dovresti recitare Daimoku, pregando di poter usare il tuo tempo nel modo migliore, per poter fare perfettamente tutte le cose che desideri. Non è questo lo scopo della fede?
A volte sentiamo qualcuno dire: «La società è nella fase di maggiore lavoro, ci sono montagne di fatture in scadenza, devo lavorare fino a tardi ogni sera, comincerò a fare attività appena avrò del tempo libero». È come mettere il carro davanti ai buoi. Se qualcuno non ha abbastanza denaro e ha poco tempo libero, evidentemente gli mancano energia e buona fortuna. Proprio perché si trova in tale situazione si deve dedicare alla pratica. Nel tuo caso particolare, considera sempre come puoi svolgere sia le attività della Gakkai sia le altre occupazioni e prega il Gohonzon per trovare la soluzione migliore. Agisci quindi con saggezza ogni giorno a seconda delle circostanze.

Accompagnare ogni persona fino in fondo

Certamente nessun genitore si sentirebbe completamente soddisfatto e rassicurato soltanto perché il figlio malato è in cura da un eminente medico di un ospedale rinomato. Se così fosse, non si potrebbe dire che questo genitore ami veramente suo figlio. Anche se il medico è famoso, i genitori ovviamente continueranno a preoccuparsi del figlio e ne avranno la massima cura. Il bambino è migliorato? Dovrebbero dargli del cibo più nutriente? È veramente in via di guarigione? E così via. Se le sue condizioni rimangono stazionarie, lo riporteranno in ospedale.
Lo stesso vale per i consigli nella fede. Alcuni responsabili pensano che tutto sia a posto perché i loro membri hanno parlato del loro problema col tale o col tal altro responsabile anziano. Non è necessariamente così. Il responsabile più vicino ai membri deve seguirli per vedere se hanno afferrato nel modo giusto il consiglio nella fede ricevuto o se l’hanno interpretato come conveniva loro.
Supponiamo che un malato porti a casa diverse medicine. La sua famiglia starà attenta che egli le prenda regolarmente nella dose prescritta e non in dosi eccessive. Allo stesso modo i responsabili più vicini devono seguire attentamente i membri che hanno ricevuto un consiglio nella fede da responsabili più anziani. Questo è, fra l’altro, il significato dell’espressione “considerare ogni singolo membro come un tesoro”. Per i responsabili è importante che i loro membri ricevano consigli personali, ma è anche importante che li ricevano loro stessi. Inoltre i responsabili devono osservare se i membri stanno veramente “cambiando il veleno in medicina”, considerare i loro problemi come se fossero i propri e aiutarli finché non li hanno risolti.
Quando una persona ha risolto un problema significa che ha ottenuto un beneficio dal Gohonzon. I responsabili dovrebbero incoraggiarla a raccontare la sua esperienza nelle riunioni di discussione e a parlarne ad altri. In questa maniera può ripagare il suo debito di gratitudine al Gohonzon. Più la sua gratitudine è profonda, più riceverà benefici e avrà esperienze da riferire. In tal modo quelli che le ascoltano saranno svegliati o risvegliati alla grandezza della fede e il cerchio della fortuna continuerà ad allargarsi.
Non basta rallegrarsi per essere guariti da una malattia o aver superato un problema: dovete ricordarvi di mostrare la vostra gratitudine al Gohonzon. In questa maniera sentirete una gioia sempre più grande e accumulerete una fortuna maggiore.

Non progredire equivale a retrocedere

Cos’è un atteggiamento passivo? Consiste nel convincere se stessi di non poter fare quello che si dovrebbe per un motivo o per l’altro. Dal punto di vista della pratica buddista, è la mancanza della determinazione di approfondire la propria fede per trovare la giusta direzione in mezzo alle difficoltà. Avvilirsi per un esame andato male, per esempio, è come piangere sul latte versato. L’atteggiamento corretto, invece, è decidere di pregare sinceramente il Gohonzon e fare del nostro meglio per superare l’esame.
Qualunque problema abbiate, consideratelo un’opportunità per riflettere sulla vostra fede e praticare ancora più sinceramente. Poi pregate con fervore il Gohonzon per la soluzione del problema.
Alcuni membri non sono contenti se non inseriscono la parola “ma” fra “beneficio” e “problema”. Per esempio dicono: «Grazie al Gohonzon la mia salute è migliorata, ma non sono ancora completamente guarito». Quel “ma” in un certo modo, esprime una lamentela.
Noi stiamo avanzando sulla grande strada di kosen-rufu. Non dobbiamo mai accontentarci di quello che abbiamo ottenuto fino a ora e smettere di avanzare. Agire in questo modo significa guardare solo ai risultati, trascurando di creare ulteriori cause. In realtà non progredire equivale a retrocedere.

Problemi con i figli

Ebbi occasione di ascoltare l’esperienza di una donna il cui figlio era andato via di casa da più di dieci anni. Da due anni era tornato nella provincia in cui viveva la madre, ma a lei arrivavano solo le cambiali dei creditori con i quali si era indebitato. Questa situazione era per lei motivo di grande angoscia; non faceva altro che lamentarsi dalla mattina alla sera e incolpare il figlio con parole piene di risentimento: «Per colpa sua devo soffrire tanto!».
Un giorno, partecipando a una nostra riunione, sentì parlare un responsabile che dava consigli personali di vita quotidiana e si rese conto che la causa del suo dolore stava esclusivamente nel suo destino (karma). In quell’attimo si pentì profondamente di avere nutrito tutto quel rancore verso il figlio.
Il Gosho che abbiamo citato in precedenza afferma: «Anche una piccola offesa condurrà l’uomo sui cattivi sentieri, se non se ne pente. Ma persino una grande calunnia può essere cancellata se una persona si pente». Quindi, il ragazzo era la causa esterna che scatenava le sue sofferenze, ma la causa fondamentale risiedeva nel proprio karma che la madre fino a quel momento non aveva cambiato. Capendo questo principio fondamentale, la donna cambiò completamente atteggiamento nella fede: recitò Daimoku a lungo chiedendo scusa al Gohonzon per le offese commesse nelle precedenti esistenze e per il rancore nutrito contro il figlio.
Non passò molto tempo che il giovane, dopo oltre dieci anni di assenza, tornò a vivere con lei e si convertì al Buddismo di Nichiren Daishonin. Durante una riunione del suo settore, il figlio chiese pubblicamente scusa alla madre: «Mi dispiace profondamente per tutti i problemi che ti ho causato in questi anni»; aveva gli occhi pieni di lacrime, mentre prometteva di cambiare. Sforzarsi di trasformare il proprio karma negativo, mutando prima di tutto l’atteggiamento nei confronti della fede e della pratica senza incolpare gli altri, provocherà sicuramente il cambiamento nelle altre persone: questo è il principio di “non dualità della vita e del suo ambiente”.

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