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Da una terra di frontiera - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:27

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Da una terra di frontiera

Grazie ai membri di Ventimiglia e a tutti quelli che hanno sostenuto e allestito la mostra “I semi del cambiamento” si è potuto realizzare un obiettivo concreto: coinvolgere gli abitanti di questa città di passaggio

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Grazie ai membri di Ventimiglia e a tutti quelli che hanno sostenuto e allestito la mostra “I semi del cambiamento” si è potuto realizzare un obiettivo concreto: coinvolgere gli abitanti di questa città di passaggio

Quando per la prima volta scrissi per Il Nuovo Rinascimento si trattava della mia esperienza personale e per me ha significato mettere una causa nella mia vita di portata inimmaginabile fino a quel momento. Dopo quel gesto infatti si è spalancato uno scenario completamente nuovo.
Ora sono di nuovo qui, ma questa volta a scrivere per il mio capitolo e insieme ai miei compagni di fede, per raccontare un po’ della nostra mostra “I semi del cambiamento”. So già cosa vorrà dire questo per tutti noi, proprio perché l’ho già vissuto.
Questa è stata la nostra seconda mostra, dopo quella sui “Costruttori di pace”, e vi assicuro che realizzare qualcosa, una qualunque cosa, a Ventimiglia non è impresa da poco. Questo è un luogo di gente straniera, pochi gli indigeni, e il tessuto sociale di conseguenza è di sottile precarietà, una sorta di atteggiamento vacanziero, seppur in forma permanente e stanziale. Questo fa sì che, inconsapevolmente, non si prendano realmente a cuore i problemi del luogo in cui si vive, proprio perché non percepito come proprio. Ma con la mostra qualcosa è cambiato, o almeno è iniziata, seppur lenta, una trasformazione.
Tutti noi abbiamo lavorato a questo progetto importante credendoci senza riserve, cercando di dare quanto in quel momento le nostre vite e le nostre forze ci hanno concesso, e a mio avviso è stato davvero molto. Del nostro capitolo fanno parte membri provenienti dalle più disparate zone d’Italia: Piemonte, Puglia, Umbria… persone che vivono qua, in questa terra di frontiera, terra di nessuno. E invece questa terra l’abbiamo fortemente voluta sentire nostra, noi ospiti in questi luoghi, ma appassionatamente cittadini del mondo.
Elena, ad esempio, che è di Torino, esprime così le sue sensazioni: «Questa è stata la prima mostra a cui ho partecipato da quando un anno e mezzo fa ho ricevuto il Gohonzon, ho riscoperto il ruolo di byakuren e ho intervistato molte delle persone che ci sono venute a trovare. Un signore ha detto delle parole che mi hanno resa davvero felice : “Bella questa mostra, ciò che mi ha colpito di più è stato sentire l’armonia che ho percepito qua dentro, sia per come avete esposto e spiegato la mostra, sia per l’armonia che ho sentito tra voi. Mi ha colpito inoltre la semplicità con cui vi siete avvicinati alle persone, con cui avete reso accessibile questa mostra a tutti”. Tutte le persone intervistate hanno elogiato la scelta della grande bandiera della pace posta al centro, le foto del presidente Ikeda poste accanto alla bandiera e le rose che adornavano le varie parti del luogo che ci ha ospitati».
La nostra mostra l’abbiamo nuovamente voluta allestire nella chiesa sconsacrata di S. Francesco a Ventimiglia Alta, dove si svolse anche quella sui “Costruttori di pace”; è un luogo quasi spartano, tuttavia estremamente intimo e suggestivo: credo rispecchi un po’ ciò che avevamo dentro tutti noi.
Nella preparazione della mostra, a mio avviso, siamo partiti senza un vero e proprio obiettivo comune concreto; ciò che ho sentito invece forte a servire da propulsore è stata la passione, quella vera che vibra attraverso le parole, filtra dagli sguardi, pulsa nelle proposte e iniziative, arde e si alimenta attraverso gli scambi di vedute. La sentivamo molto alle riunioni in cui recitavamo insieme, qualche volta un po’ meno è vero, ma abbiamo comunque saputo guardare oltre, puntare a qualcosa che avesse davvero un senso più grande. La nostra comune attività ha fatto emergere anche le nostre diversità, preziosissime. Forse ci sono stati per alcuni di noi momenti di sofferenza, un’attività comune di enorme portata scava nella profondità della vita, scardina impercettibilmente equilibri vecchi chissà quanto, che ci fanno muovere spesso nella stessa direzione, mentre la nostra vita ci chiede di cambiare. La mostra di certo è stata una profonda causa positiva posta individualmente e collettivamente in questa direzione.
Anna, anche lei originaria di Torino, racconta così la sua bellissima esperienza: «La gioia che ho provato è stata grande quando tanti bambini sono arrivati il primo giorno di apertura e io ero lì ad accoglierli in veste di cicerone. L’ansia e la paura erano forti sapendo di dover svolgere un compito che per me rappresentava una vera e propria sfida, ma tutto è andato bene e hanno partecipato molte scuole tra cui quella cattolica di mio figlio. Pochi giorni dopo la conclusione dell’iniziativa, la suora insegnante di mio figlio mi ha telefonato per dirmi che stava leggendo il libro che le avevo dato Educare alla pace (Esperia edizioni, 1998), che trovava interessante tanto da trarne spunto per l’insegnamento, inoltre mi chiedeva tutto il materiale della mostra perché voleva far lavorare i ragazzi sulla Carta della Terra. È stata una gioia veramente enorme, la vittoria delle vittorie. Non avrei mai creduto di raggiungere un tale risultato proprio con una scuola cattolica. In quel momento mi sono resa conto che nonostante tutte le difficoltà che abbiamo incontrato, nonostante gli errori commessi, siamo riusciti con il nostro entusiasmo, con la nostra convinzione, a trasmettere non solo il cuore ma anche i valori della mostra».
Ecco gli effetti… già cominciano ad arrivare!
Anche Tina, insegnante elementare di Torino, che vive qua ormai da tanto, ci regala la sua testimonianza: «La prima mostra della provincia cui partecipai come cicerone fu sui “Costruttori di pace” nel 2002. Ricordo ancora l’emozione, ma soprattutto la preoccupazione di quei giorni; in quell’occasione incontrai Maria Bombardieri che mi diede un bell’incoraggiamento rispetto alla pratica buddista e all’impegno come insegnante. Da allora sono passati quattro anni e questa è già la seconda mostra cui partecipano le scuole del circolo didattico in cui lavoro. L’anno scorso la mostra fu inaugurata dal coro dei bambini della mia scuola e l’emozione che accompagna queste occasioni è sempre la stessa, ma la sicurezza e la fiducia sono sempre più grandi e gli obiettivi diventano sempre più chiari. I risultati immediati sono stati l’interesse e la partecipazione dei bambini che sono tornati per accompagnare i loro genitori e alcune colleghe che hanno chiesto di partecipare alle riunioni di discussione. Ringrazio il nostro maestro e i compagni di fede perché “cambiare si può…”».
Un ringraziamento appassionato ai ragazzi che da Sanremo, Arma di Taggia, Imperia, Savona e chissà ancora da dove sono venuti a darci una mano, anzi tutte e due. Un grazie particolare al signor Kanzaki che, nonostante i numerosi impegni, non ci ha fatto mancare il suo sostegno e la sua presenza.
Ultima, ma non ultima, Sabrina, ligure d’adozione, alla quale va il nostro ringraziamento particolare per essere stata in prima linea sempre, per averci creduto oltre ogni limite, per essersi fatta carico in prima persona di tutto quanto. Esprime così le sue emozioni: «Ho vinto, nonostante tutto. Per realizzare questa mostra non ho risparmiato gli sforzi, il Daimoku, le sfide… sempre con la sincera volontà di trasformare questa terra difficile in cui vivo, desiderando fortemente la felicità delle persone. Ho capito, strada facendo, che tutto questo non basta. Non basta basarsi sulle proprie capacità personali, è fondamentale recitare per far emergere la saggezza, per cercare nella parte più profonda e pura di noi la capacità di affidarsi, di credere oltre i limiti della propria mente e la realtà degli eventi. Ho vinto perché solo ora comincio a intravedere la strada per trasformare davvero questa terra di confine nella “pura terra della luce tranquilla”».

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