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La diplomazia della gente comune - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:51

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La diplomazia della gente comune

La consegna di un riconoscimento offre a Ikeda lo spunto per toccare temi cruciali per il futuro dell’umanità: dall’importanza di avere un maestro al rapporto fra l’impegno nella comunità in cui viviamo e la trasformazione del mondo, dal valore della gratitudine alla necessità di vigilare sempre sugli abusi del potere politico

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La consegna di un riconoscimento offre a Ikeda lo spunto per toccare temi cruciali per il futuro dell’umanità: dall’importanza di avere un maestro al rapporto fra l’impegno nella comunità in cui viviamo e la trasformazione del mondo, dal valore della gratitudine alla necessità di vigilare sempre sugli abusi del potere politico

Sono stato due volte in Turchia (nel 1962 e nel 1992) e ricordo un proverbio locale che recita: «Il ferro splende se viene usato, altrimenti arrugginisce». Le capacità delle persone che lavorano sodo, mettendocela tutta, non arrugginiscono mai perché vengono costantemente lucidate e forgiate. Invece le persone pigre, a prescindere dal talento innato che possono avere, spesso non riescono a realizzare il loro potenziale e finiscono per essere sconfitte, anche se magari sono intelligenti o hanno frequentato una buona scuola. È così che funziona la vita. Sfidarsi sempre e non smettere mai di impegnarsi è fondamentale.
«L’albero carico di frutti viene bersagliato da pietre», afferma un altro proverbio turco. Se siete attaccati dagli altri vuol dire che siete persone importanti e di valore, altrimenti nessuno si prenderebbe il disturbo di “tirarvi le pietre”. Chi non viene mai criticato o attaccato è una persona che non ha realizzato niente d’importante. Se lottate per la verità e la giustizia, siate sicuri che incontrerete ostacoli. Se non incontrate mai resistenze, significa che non fate sul serio.
Dalla Divisione giovani voglio veder emergere leader forti, che non si fanno intimorire o sviare; sto dedicandomi con tutto il cuore a far crescere un gruppo di giovani capaci di lottare per ciò che è giusto.
Oggi sono con noi anche molti giovani responsabili provenienti dall’Africa. Io e mia moglie preghiamo sempre per i membri che praticano con impegno e serietà in Africa e in altre terre lontane. In onore dei nostri amici voglio citare due proverbi swahili, la lingua parlata in Kenya e altri paesi africani. Il primo è: «Se un pesce marcisce, marciscono tutti». È un principio universale ed è infatti un modo di dire anche da noi. In un’organizzazione, un solo cattivo responsabile può esercitare un influsso negativo su chiunque entri in contatto con lui, perciò dobbiamo assicurarci che questo non accada mai.
L’altro proverbio swahili recita: «Non dimenticare la ciurma solo perché ora sei un capitano». In altre parole, non ritenerti più importante degli altri appartenenti al gruppo. Nella Soka Gakkai, siamo uniti nello spirito di “diversi corpi, stessa mente” (itai doshin), e abbiamo tutti pari dignità. Alla base esiste la relazione maestro e discepolo: i primi tre presidenti hanno costruito le fondamenta per lo sviluppo e la crescita della Soka Gakkai fino all’eterno futuro e, finché si manterrà l’autentico spirito di maestro e discepolo, la Gakkai continuerà a trionfare e prosperare.
Il filosofo danese Søren Kierkegaard (1813-55) chiedeva in maniera retorica: «Quando il maestro rimane coraggiosamente al suo posto, circondato dallo scherno e perseguitato dall’invidia, quando ogni attacco è diretto solo a lui e nessuno prende di mira il suo seguace, si può dire che questo seguace lo stia veramente seguendo?». È una domanda davvero acuta: ci si può definire vero seguace del proprio maestro se non si subiscono mai attacchi in prima persona? L’osservazione di Kierkegaard ha molto a che vedere con ciò che Makiguchi e Toda insegnavano a coloro che avrebbero seguito le loro orme, assumendo la direzione di kosen-rufu nel futuro.

La democrazia inizia a “casa propria”

Poco fa ho ricevuto insieme a mia moglie un’onorificenza dall’associazione brasiliana delle municipalità (ABM). Vorrei esprimere la mia più profonda gratitudine al presidente José do Carmo Garcia e alla consorte Maria de Lourdes.
Mia moglie mi ha detto di voler condividere questa gioia in particolare con tutti i nostri membri delle Divisioni donne e giovani donne in tutto il mondo per celebrare il cinquantacinquesimo anniversario di entrambe le divisioni, che ricorre quest’anno (rispettivamente il 10 e il 19 giugno). Un secolo fa, il nostro maestro Tsunesaburo Makiguchi, morto in prigione a causa della sua fede, riconosceva apertamente quanto la mentalità giapponese fosse ristretta e piena di pregiudizi e si appellava ai giovani affinché studiassero il mondo partendo da basi solide e da una profonda comprensione della loro comunità locale.
Potete chiamarvi cittadini globali, ma, se non siete ben radicati nel posto in cui vivete le vostre idee sono destinate a rimanere astratte e senza fondamenta. L’educatore e filosofo americano John Dewey (1859-1952) scrisse: «La democrazia deve iniziare nella propria casa, e questa casa è il proprio vicinato». I membri della SGI in tutto il mondo stanno comportandosi da buoni cittadini nei quartieri in cui vivono, guadagnandosi la fiducia e la stima dei loro vicini.
Oggi io e mia moglie abbiamo ricevuto, a nome vostro, la massima onorificenza dalla prestigiosa ABM, che rappresenta ben 5562 città brasiliane. Considero questo riconoscimento come un segnale che il mondo attende la vittoria del nostro movimento Soka. Rispondiamo quindi con sincerità e integrità a tali aspettative levando alto, con fiducia e coraggio ancora maggiori, lo stendardo delle nostre vittorie personali, della vittoria dell’umanità e della vittoria di Soka in Giappone e in tutto il mondo, in ogni città e comunità umana, avanzando verso il 2007 mirando al nostro ottantesimo anniversario nel 2010!
Il presidente dell’ABM, Garcia, è nato l’11 luglio 1952, data del primo anniversario della fondazione della Divisione giovani uomini. Uomo di profonde convinzioni, ha attualmente cinquantaquattro anni e, dall’età di ventiquattro, svolge con grande coscienza morale l’attività di procuratore; considera come suo maestro Roberto Conceição, sindaco della città brasiliana di Cambé e leader politico di grande integrità, per cui ha lavorato come capo della segreteria.
Ogni grande personalità ha un mentore. Non c’è niente di più triste che non aver avuto un maestro nella vita. Il fondatore del nostro movimento Soka, il presidente Makiguchi, così come il mio stesso maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, e io siamo stati tutti incarcerati per le nostre idee, per aver sostenuto la causa della verità e della giustizia.
Anche Roberto Conceição si batté coraggiosamente contro la dittatura militare che governava a quell’epoca il Brasile, e per questo venne imprigionato e subì una lunga serie di privazioni e avversità. Ma egli credeva fermamente che la democrazia fosse l’unico modo per garantire la sicurezza, la prosperità e il futuro stesso del suo paese. In seguito, quando diventò sindaco di Cambé, si rifiutò di condonare qualsiasi atto che andasse a scapito del benessere della popolazione. Inoltre non dimenticò mai né la gratitudine verso chi lo aveva sostenuto, né di essere al servizio dei suoi concittadini. Proprio come dichiarò Socrate, maestro di umanità: «Maggiori sono i benefici ricevuti, maggiore è l’ingiustizia nel non dimostrare gratitudine».
Sfortunatamente, Roberto Conceição morì prematuramente all’età di cinquantun’anni, ma in quel momento il presidente Garcia decise di subentrare al suo maestro per portarne avanti la missione, costruendo una città splendente di giustizia e uguaglianza. Joaquim Maria Machado de Assis (1839-1908), primo presidente dell’Accademia Brasiliana delle Lettere, dichiarò una volta che «la grandezza dello spirito umano si dimostra nei momenti di grande crisi». Il vero valore di una persona emerge nei momenti cruciali.
Negli appunti lasciati da Roberto Conceição hanno trovato la descrizione a grandi linee di come lui sognava che Cambé diventasse: una città prosperosa, che potesse garantire il benessere dei suoi cittadini. Vi erano delineate le idee politiche che aveva elaborato con ponderazione, ascoltando paziente le opinioni dei comuni cittadini. Il presidente Garcia conosceva bene i sogni del suo maestro e, come suo successore, ha ricoperto per tre volte consecutive l’incarico di sindaco di Cambé, per un totale di dodici anni, durante i quali si è adoperato al massimo per realizzare ognuno di quei sogni. Ha amministrato al meglio la città, che nel periodo del suo incarico è stata designata dall’UNICEF Città amica dei bambini.
Animata dallo stesso intento del marito, anche la signora Garcia ha profuso un grande impegno in vari programmi di volontariato e altre iniziative volte all’assistenza delle donne e dei bambini di Cambé. I Garcia hanno vinto brillantemente! Come deve essere fiero Conceição!

Mirando all’unione dei popoli

La vera essenza della vita si trova nel perseguire il sentiero di maestro e discepolo. Per questo desidero esprimere la più sincera ammirazione e rispetto per la vittoria di maestro e discepolo conseguita dal presidente Garcia e per quella di marito e moglie realizzata dai coniugi Garcia. Sento di comprendere perfettamente ciò che provano, perché anch’io e mia moglie abbiamo dedicato la vita a realizzare i sogni del maestro che ci ispirò e ci incoraggiò. Ora voglio espressamente affidare il magnifico sogno di kosen-rufu in tutto il globo, il sogno della pace mondiale e della felicità di tutta l’umanità, ai membri della Divisione giovani, che hanno dimostrato di essersi sviluppati e cresciuti in modo così splendido.
Qualche giorno fa (18 luglio), l’ex segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, che ho incontrato più volte, ha visitato la Casa della Letteratura Victor Hugo, affiliata alla SGI, a Bièvres, nei dintorni di Parigi. Victor Hugo scriveva: «Coraggio, avanziamo! […] Stiamo mirando all’unione dei popoli; stiamo mirando all’unità dell’uomo». C’è un mondo davanti a voi, miei giovani amici, che si apre come un palcoscenico per le vostre attività. Vi prego di avanzare in unità, impegnandovi per la vostra vittoria personale e per la felicità dei vostri amici.
Quest’oggi si sono uniti a noi duecento membri di una delegazione di giovani promotori di amicizia che sta per partire per la Cina (dal 21 al 26 luglio) ed è presente anche un gruppo di venti membri del Dipartimento educatori della Soka Gakkai, ugualmente in procinto di partire per la Cina. Ho personalmente contribuito all’avvio delle relazioni di amicizia tra Giappone e Cina, tracciando una strada basata sul mio incrollabile impegno per la pace nel mondo. Ora è giunto il momento che io passi il testimone di questo impegno per la pace e l’amicizia alla Divisione giovani.
Vorrei dire ai membri della delegazione di impegnarsi con sincerità e onestà in questa missione diplomatica di persone comuni. Siate chiari e diretti, e costruite una nuova strada dorata tra Giappone e Cina. Prego per la vostra sicurezza, salute e successo!

L’acuta e flessibile saggezza delle donne

Ricordo con piacere il colloquio con il presidente Garcia in occasione della sua visita in Giappone quattro anni fa (gennaio 2002). Abbiamo parlato di come il mondo sia in continuo cambiamento e di come siano soprattutto la saggezza e la forza delle donne a percepire questi cambiamenti e a reagire a essi con grande flessibilità. Ci siamo trovati d’accordo sull’importanza di ascoltare con sincerità e umiltà le voci femminili e di ribadire che gli uomini che si ostinano a fare le cose sempre nello stesso modo, senza voler cambiare niente, sono ormai irrimediabilmente anacronistici, e corrono il rischio di rimanere definitivamente indietro. Questa in sintesi fu la conclusione della nostra discussione di allora.
Anche all’interno della Soka Gakkai è iniziato un nuovo corso, in cui uomini e donne lavorano come pari, uniti nella loro dedizione a kosen-rufu. La velocità del nostro progresso aumenta quando procediamo insieme in accordo con le auree parole di Nichiren Daishonin: «Non devono esserci discriminazioni fra coloro che propagano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo nell’Ultimo giorno della Legge, siano essi uomini o donne» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, nuova traduzione provvisoria su NR, 336, 19).
Sono passati ormai quarant’anni da quando incontrai un gruppo di membri della Divisione donne della SGI brasiliana allora impegnate in un’intensa lotta per kosen-rufu in mezzo a un fiume di insulti e di calunnie come quelle descritte negli scritti del Daishonin. A quell’epoca ricordo che dissi loro: «Qual è la vera forza trainante per poter cambiare i tempi? Consiste semplicemente nelle preghiere e nelle azioni delle donne, ben radicate nella quotidianità. La forza delle donne è la forza della Terra. Quando la Terra si muove, tutto il resto cambia e si muove con essa. I grandi bastioni del potere possono essere facilmente abbattuti, e perfino le montagne, apparentemente immobili, si possono muovere».
In accordo con questa mia convinzione, quelle donne hanno recitato Daimoku e si sono date da fare per creare una nuova splendente e magnifica epoca delle donne. Grazie, membri brasiliani!
Sempre a proposito del Brasile, mi torna in mente la defunta responsabile nazionale delle donne brasiliane, Silvia Saito. Era veramente una persona straordinaria, che riuscì a trasformare il suo karma relativo alle malattie e andò avanti fino a diventare una pioniera di kosen-rufu in Sud America. [Il presidente Ikeda ha dedicato a Silvia Saito – che soffriva di una grave forma di asma – la prima puntata della nuova serie I miei indimenticabili compagni di fede, n.d.r.]

Un grande fiume di individui capaci

Misticamente, ora che sta sorgendo una nuova epoca, stiamo assistendo all’emergere con vigore crescente di molte nuove persone capaci. Dobbiamo impedire che questa splendida opportunità ci scivoli via tra le dita.
Sono con noi oggi molti laureati, studenti e membri del corpo docente della Soka University americana (SUA), un’istituzione nella quale intellettuali di tutto il mondo ripongono grandi aspettative.
È con noi anche Hiro Sakurai, che ha frequentato la scuola di specializzazione proprio alla SUA, e che attualmente ricopre l’incarico di presidente del Comitato delle organizzazioni religiose non governative alle Nazioni Unite. In qualità di rappresentante di questa commissione, a cui partecipano molte organizzazioni, Hiro Sakurai sta facendo un ottimo lavoro, promuovendo il dialogo e la cooperazione armoniosa tra gruppi di diverse tradizioni religiose, cristiani, islamici, ebrei e buddisti.
[Il Comitato delle organizzazioni religiose non governative dell’ONU è un gruppo di organizzazioni non governative, che si definiscono religiose, spirituali o etiche, e sono accreditate presso le Nazioni Unite. È stato istituito nel 1972 ed è uno dei comitati più antichi all’interno delle ONG dell’ONU. Sakurai è rappresentante dell’Ufficio di Coordinamento SGI-ONU a New York ed è stato eletto presidente del comitato per il periodo 2005-2007, vedi notizia a pag. 10, n.d.r.].
Siamo entrati in un’epoca importante per il nostro movimento. Il flusso del nostro grande fiume di pace, cultura ed educazione si sta propagando costantemente in tutto il mondo.

Una coscienza rivoluzionaria

La settimana prima di morire, Conceição aveva scritto questa nota: «So che i venti dell’opposizione colpiranno, ma io devo vincere». In completo accordo con questo suo ultimo desiderio, il presidente Garcia e sua moglie sono andati avanti, superando ogni ostacolo, fino a trionfare. La loro intrepida determinazione è simile allo spirito del Kansai e della Gakkai. [Una rappresentanza di membri del Kansai era presente alla riunione. Sin dagli albori della Soka Gakkai, i membri di questa regione del Giappone, insieme ai quali Daisaku Ikeda conseguì una storica vittoria per kosen-rufu, sono un esempio di fede e determinazione, n.d.r.].
Subito prima di comparire in tribunale in seguito ai fatti di Osaka, mi rivolsi ai rappresentanti della Divisione giovani del Kansai dicendo: «Io sono un discepolo del presidente Toda. Sono un giovane rivoluzionario alla testa della lotta per la pace in Asia e in tutto il mondo. Questi eventi di minore importanza non mi disturbano per niente. Mi auguro che anche ognuno di voi vinca in modo brillante nelle proprie battaglie quotidiane». Insieme al Kansai lottai fino alla fine col cuore di un re leone. Voglio che tutti voi sappiate che la vittoria del Kansai porterà alla vittoria della Soka Gakkai. Il Kansai ha un legame diretto con me! Se il Kansai è invincibile, è sicuro che la Gakkai trionferà.
Nel suo romanzo Grande Sertão: Veredas, l’autore brasiliano João Guimarães Rosa (1908-67) ha scritto: «Sono nato per vincere. […] Non importa cosa accadrà, mi rifiuto di essere sconfitto». La chiave è avere lo spirito di non essere mai sconfitti, di non arrendersi, indipendentemente dagli ostacoli che si hanno davanti. Avanziamo sempre con la ferma convinzione che, come seguaci del Buddismo del Daishonin, alla fine vinceremo sicuramente.

Stare in guardia rispetto agli abusi del potere politico

Richard von Weizsäcker, il primo presidente della Germania riunificata, che ho incontrato e con cui ho conversato, disse, rivolgendosi a un gruppo di studenti e cittadini giapponesi, quanto sia importante che i giovani si impegnino attivamente in politica piuttosto che delegare tutto ai politici di professione e alle istituzioni non al passo coi tempi. Li ha inoltre spinti a costruire un futuro non attraverso gli eserciti, ma partendo dal desiderio di pace.
Il mio maestro Toda insisteva affinché i giovani sorvegliassero l’operato del governo. I giovani sono la forza propulsiva dei tempi. Vorrei cogliere ancora una volta l’opportunità di esortare i giovani a vigilare costantemente per contrastare la natura demoniaca del potere politico.
Il presidente Weizsäcker aggiunse: «La politica dovrebbe cercare di avvicinarsi all’ambito spirituale, non trascurando le voci critiche che da esso provengono, ma anzi con la disponibilità a imparare da esse». È verissimo. Che razza di governo sarebbe se i suoi leader rifiutassero di ascoltare la voce dello spirito dell’uomo, la voce della coscienza?
Durante il nostro incontro, avvenuto il 12 giugno del 1991 nella sua residenza ufficiale di Bonn, il presidente Weizsäcker aveva sottolineato l’importanza di avere una mentalità aperta verso gli altri e verso il mondo, aggiungendo che non dobbiamo ritornare a un governo guidato da un potere autoritario e facendo anche notare come, sia la Germania che il Giappone, abbiano sperimentato le sofferenze che derivano dalla chiusura della società. Faremmo bene a serbare nel cuore queste parole del filosofo-statista.
Il mio incontro col presidente Weizsäcker ebbe luogo circa un anno e mezzo dopo il crollo del Muro di Berlino, e appena otto mesi dopo la riunificazione della Germania. Ho un bel ricordo della nostra discussione franca e aperta, che toccò anche argomenti d’attualità come la direzione che la Germania nuovamente unificata avrebbe preso e i suoi rapporti con le Nazioni Unite e il Giappone.
Al culmine della Guerra Fredda visitai l’Unione Sovietica, dove incontrai l’allora premier, Aleksey Kosygin (1904-80) e altri personaggi della dirigenza politica, impegnadomi in un serio e sincero dialogo. Nel mio primo e ultimo incontro con Zhou Enlai (1898-1976), il premier cinese mi trasmise il suo fervido desiderio d’amicizia tra la Cina e il Giappone, come se fossero le sue ultime volontà. A titolo personale e in qualità di cittadino comune, spinto dall’ardente desiderio della pace mondiale e della felicità di tutta l’umanità, ho avuto incontri franchi e sinceri con altri leader mondiali, come il segretario di Stato americano Henry Kissinger e il presidente cubano Fidel Castro, stringendo, negli anni, profonde e durevoli amicizie. Considero tutto ciò come uno dei più grandi risultati della mia vita.
Il poeta brasiliano Olavo Bilac (1865-1918) ha scritto: «I giovani sono come la primavera. Il loro spirito risplende, colmo di fiori […]. Non hanno ancora il passato cui volgersi indietro, affrontano le sfide a testa alta, impavidi e audaci nelle loro azioni».
Il tempo passa senza sosta, gli attimi si susseguono velocemente l’uno dopo l’altro. Ecco perché è così importante avanzare con coraggio, senza lamentarsi o affliggersi. Le persone che guardano al futuro e continuano instancabili a procedere sono eternamente giovani e i loro cuori risplendono, pieni di fiori.

Le menzogne non portano a niente

Vorrei, a questo punto, condividere con voi alcune significative citazioni provenienti da varie parti del mondo. Il poeta brasiliano Carlos Drummond de Andrade (1902-87) ha scritto che le avversità sono il contesto per la formazione del carattere: lottando contro le difficoltà, costruiamo la spina dorsale del nostro carattere.
Un proverbio swahili recita: «La strada del bugiardo è breve». Mentire porta ben presto a trovarsi in un vicolo cieco. Le menzogne non possono mai vincere sulla verità.
Ralph Waldo Emerson (1803-82), il filosofo del Rinascimento americano, osservò: «L’influenza di donne valide è indice di un sufficiente grado di civiltà». Esorto tutti i nostri membri uomini a trattare le donne e le giovani donne con rispetto ancor maggiore. Come ho detto più volte, non deve mai succedere che vengano sgridate aspramente, ci si arrabbi con loro o le si guardino dall’alto in basso. Voglio che tutti i nostri responsabili maschi imprimano bene questo punto nei loro cuori. Pensate solo a come vi sentireste se qualcuno sgridasse vostra figlia o vostra moglie. Decidiamo quindi insieme, oggi, di fare di questo un punto di principio per tutta la Soka Gakkai.
Lo scrittore brasiliano José Bento Monteiro Lobato (1882-1948) ha detto una volta che le nazioni dovrebbero essere fatte di persone e di libri. Le grandi personalità della storia hanno sottolineato l’importanza di leggere buoni libri, evitando quelli scadenti. Quando Toda scopriva qualche ragazzo che leggeva riviste di bassa lega, lo rimproverava severamente, spingendolo a leggere buoni libri, a leggere i classici.
Quando ero giovane, se qualcuno osava diffondere calunnie o menzogne volte a screditare o diffamare il mio maestro, mi precipitavo a difenderlo. Nonostante la mia età, combattevo la malafede, denunciavo i preconcetti, rettificavo le inesattezze per dissipare gli equivoci, e non mi importava quanto potesse essere potente o socialmente importante l’avversario: non sopportavo che Toda potesse essere minimamente danneggiato. In questo consisteva la mia promessa, la mia preghiera e il mio comportamento di giovane uomo.

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