Nel cuore il desiderio del Budda

Il titolo del corso nazionale era lo slogan che contraddistingue il 2006: Anno dei giovani e dei grandi risultati. E, anche se come è stato più volte ribadito l’importante è essere giovani nel cuore, per fortuna a Fiuggi, i giovani “veri” non mancavano, erano ben settecentoquattro su duemilacinquecento partecipanti. In apertura della riunione generale, Mattia ha ricordato anzitutto che «senza azione non può esserci il cambiamento. Il modo migliore per far emergere la gioia è quello di parlare di questo Buddismo agli altri. Propagare la Legge non è una pratica che fa bene esclusivamente a chi ci ascolta, anzi, se ci facciamo caso, quando parliamo di Buddismo agli altri ci si illumina il viso e ci sentiamo entusiasti e felici di aver avuto questa grande fortuna».
Un’esortazione a impegnarsi nell’attività di shakubuku, basandosi, come ha ricordato Valentina sullo studio che oltre a una crescita personale «porta a sviluppare la capacità di comunicare correttamente questo Buddismo agli altri e di incoraggiarli nel modo più appropriato».
E, ricordando l’obiettivo di dialogare con 100.000 giovani in tutta Europa entro la riunione europea prevista per il 16 marzo del 2008, Tamiko ha aggiunto che «Questa pratica si basa sul nostro cuore. Ognuno di noi è potenzialmente un Budda e il Budda ha sempre coltivato in cuor suo il desiderio di permettere a tutto il genere umano di trasformare il proprio destino». Fra i tanti interventi quelli di Gianluca e Federico che hanno raccontato la loro esperienza al corso giovani, tenutosi in Giappone dal 19 al 24 luglio scorso.
«Il presidente Ikeda ha ribadito che la relazione fra discepolo e maestro non è una questione fisica – ha detto Gianluca – ma qualcosa che si realizza e si percepisce anche a distanze lontanissime. Personalmente ho sentito un profondo rispetto nei miei confronti e per la prima volta mi sono sentito lodato nella Buddità. Tutti ci siamo sentiti preziosi come diamanti e questo ci ha fatto capire che tutto quanto facciamo per la cura di noi stessi e del nostro ambiente, anche i piccoli dettagli, è il riflesso di un profondo rispetto di sé e degli altri».
«Ho visto quanto ogni minimo passaggio che ha fatto la Soka Gakkai sia stato fondamentale per realizzare nel mondo questo movimento per la pace» ha incalzato Federico «Mi sono entusiasmato a tal punto che mi è venuta la voglia di agire in prima fila. Per la prima volta in vita mia non ho avuto paura e ho assaporato ogni attimo».
Alla riunione erano presenti anche i coniugi Takahashi. Sakae, responsabile europea non solo delle donne ma anche delle giovani donne, dopo aver espresso la sua gioia nell’incontrare «tutti i giovani eroi italiani la cui potenzialità è più grande di questo Palaterme» ha esortato tutti a sentirsi membri della grande famiglia Soka, a considerare ogni membro adulto come un padre o una madre, uno zio o una zia, un nonna o una nonna, e a ricordare sempre che «è l’unità fra di noi che ci permette di andare avanti con forza e coraggio».