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I segni del cuore - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:45

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I segni del cuore

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Per la maggior parte dei presenti è stata una sorpresa, quasi uno shock. La traduzione nella lingua dei segni sta pian piano diventando familiare, la si vede anche nei telegiornali, ma qualcuno che, seduto sul palco, al momento di recitare insieme Gongyo e Daimoku gira la sedia, volta le spalle al Gohonzon e – scandendo il ritmo con la mano, articolando le parole con le labbra – aiuta una persona sorda a recitare allo stesso ritmo degli altri, ha rappresentato una novità assoluta di questo corso estivo. Chissà se a qualcuno ha richiamato una delle definizioni del bodhisattva: colui che, sul punto di entrare nel nirvana, vi rinuncia per dedicarsi a condurre gli altri sulla stessa strada. Le due bodhisattva in questione sono Maria Teresa (Tess) e Celeste, ma Lucilla – che in questo esempio rappresenterebbe la persona che “viene condotta” – in realtà è una delle anime di questa iniziativa, forte della sua decisione di non volere più “viaggiare da sola”, ma di salire “sullo stesso treno” degli altri. Chissà se qualcuno – vedendo che dal primo all’ultimo intervento tutto veniva tradotto nella lingua dei segni, che dal primo all’ultimo Gongyo c’era sempre una delle due traduttrici che, rivolta alla sala, trasformava il ritmo udibile in ritmo visibile – si è chiesto quanti sordi fossero presenti: una, Lucilla. Ma a beneficiarne sono stati tutti gli altri, la maggior parte dei quali non si era mai posta il problema e in quest’occasione non ha potuto fare a meno di vedere, notare, riflettere. Magari anche solo – e non sarebbe comunque poco – su quanto siamo soliti dare per scontate le risorse di cui disponiamo e su quanto poco siamo portati a preoccuparci di chi deve inventarsi altri canali di comunicazione. E dire che l’iniziativa chiamata I segni del cuore esiste da tempo (cfr. NR, 279, 13 – 297, 9 – 332, 14). Beh, essere distratti capita, stavolta però è un po’ più difficile.

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