Così come sono

Ho cominciato a praticare da nemmeno un anno e mi sono avvicinata alla pratica da sola. La mia passione per la cultura orientale e giapponese mi ha spinto a cercare questa filosofia per molto tempo e quando finalmente ho trovato qualcuno che praticava il Buddismo di Nichiren Daishonin, l’ho “sequestrato” per un’intera sera e tempestato di domande finché, esausto, mi ha messo in contatto con quello che adesso è il mio gruppo.
Da quel giorno il mio cuore ha sentito che quella era la strada giusta e mi sono affidata completamente a questa pratica con fiducia immediata; sono partita come un treno! Il primo beneficio che è arrivato è stato quello di riuscire a risolvere il disastro economico in cui versava la mia famiglia, dovuto all’irresponsabilità e alla leggerezza dei miei genitori, ai quali faccio da madre io! Ed ecco il punto, questa era la mia grande sofferenza: la famiglia. Approfondendo i principi buddisti e la pratica ho appreso che l’appartenere a una data famiglia non è un caso, ma se ne viene a far parte proprio perché si condivide lo stesso karma con tutti i suoi componenti. Beh! Ho pensato… che fortuna! Sono stata proprio brava nello scegliere! Forse perché attraverso loro vedo le mie stesse paure, le mie stesse insicurezze e fragilità? Già! E una volta scoperto questo, ho capito che proprio loro sarebbero stati la mia palestra e il modo più veloce di crescere spiritualmente. Come dice Daisaku Ikeda: «Nessuno si sviluppa in un ambiente protetto. I giovani dovrebbero andare alla ricerca di sfide e difficoltà, trasformandole in valore e tramite questa lotta diventare individui di grande carattere e capacità!» (Giorno per giorno, 31 gennaio). Quindi nascere in una famiglia così “disastrata” è da considerare una grossa fortuna!
Il 9 ottobre 2005 ho ricevuto il Gohonzon: è stato il giorno più emozionante della mia vita! Mi sembrava di sposarmi e in un certo senso è proprio così, ho scelto di essere felice! Poco dopo c’è stato il corso di studio a Chianciano Terme, altrettanto illuminante. In quell’occasione ho visto davvero me stessa come sono, le mie insicurezze, come mi ero messa in un angolo e nascosta pensando di essere incapace a fare tutto, se non quello di sopportare con pazienza tutto quello che mi accadeva. Da allora ho un’energia e una carica spaventosa, una determinazione che spacca le montagne, tanto che le persone mi chiedono dove prendo questa energia. Per la prima volta in vita mia so cosa voglio, cosa fare e soprattutto sento che ce la posso fare! Certo ho ancora i miei periodi di sconforto, le paure fanno di nuovo capolino, ma vado avanti. Ogni giorno determino davanti al Gohonzon d’essere felice e di non arrendermi di fronte alle mie tendenze o alle mie difficoltà! Ovviamente ringrazio tutte quelle splendide donne che sono nel mio gruppo e in particolar modo Monica e Lisa, le mie “mammine buddiste” che mi sostengono sempre.
Un ringraziamento speciale anche a Paolo. Vorrei concludere con una frase di Ikeda, per me molto incoraggiante, che dice: «Lo scopo della fede è diventare felici. Spero che tutti voi intraprenderete questo sicuro cammino, senza allontanarvi su strade secondarie che portano all’infelicità. Vi prego di avanzare con fiducia e orgoglio!» (Giorno per giorno, 4 novembre).