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Sbagliando s'impara - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:49

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Sbagliando s’impara

«Il rischio di fallire fa parte della volontà di provare» ricorda Daisaku Ikeda esortando a trovare il coraggio di agire per realizzare i propri scopi e a rialzarsi dopo ogni eventuale fallimento con la consapevolezza che «la vittoria e la sconfitta nella vita non sono decise fino all’ultimo momento»

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«Il rischio di fallire fa parte della volontà di provare» ricorda Daisaku Ikeda esortando a trovare il coraggio di agire per realizzare i propri scopi e a rialzarsi dopo ogni eventuale fallimento con la consapevolezza che «la vittoria e la sconfitta nella vita non sono decise fino all’ultimo momento»

In qualsiasi lotta per kosen-rufu, essere uniti nello spirito di “diversi corpi, stessa mente” è essenziale. Inoltre tutti sono assolutamente uguali nel nostro movimento. Come dichiara il Daishonin: «Non devono esserci discriminazioni fra coloro che propagano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo nell’Ultimo giorno della Legge, siano essi uomini o donne» (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, NR, 336, 1 ottobre 2005, 19). Occorre dare voce alle donne più di quanto non sia stato fatto fino a oggi e desidero che la Gakkai sia in prima linea in questo sviluppo.
I responsabili esistono per il benessere dei membri. Chiunque può apprezzare una persona sincera. D’altro canto se siete scostanti, restii ad ascoltare le altrui opinioni e arroganti, non meravigliatevi se poi venite etichettati come dei dittatori. Se in futuro dovessero esserci responsabili con queste caratteristiche vi prego di correggerli severamente. Il fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi sottolineò che l’organizzazione deve essere guidata partendo dalle sue fondamenta. Date voce con chiarezza a ciò che ritenete giusto o sbagliato. Non esitate a offrire opinioni costruttive e suggerimenti. Ricordate che il benessere dei membri è la cosa più importante.
Dall’età di diciannove anni, ho sempre lottato per proteggere la Soka Gakkai e il mio maestro, avanzando insieme a lui in spirito di totale unità. Questa è la sublime tradizione portata avanti dai primi tre presidenti; spero che voi, come leader di kosen-rufu, pensiate a come tramandare questo spirito nel futuro e vi adoperiate per la felicità dei vostri membri.
Nelle maggiori città del Giappone si stanno tenendo le celebrazioni per il cinquantacinquesimo anniversario del Seikyo Shimbun e non pochi dei nostri ospiti hanno notato il dinamismo dei giovani della Soka Gakkai. Le loro parole di apprezzamento mi hanno fatto molto piacere e vorrei ringraziarli per il sostegno nei confronti della nostra organizzazione. Molti esponenti della cultura in Giappone nutrono grandi speranze nella passione e nell’energia della nostra Divisione giovani. Invito tutti i giovani che sosterranno il futuro di kosen-rufu a sforzarsi nelle “due vie di pratica e studio” (Il vero aspetto di tutti i fenomeni, ibidem, 20) per costruire e rafforzare la loro fede.

Il mio braccio destro

A gennaio ho ricevuto in Russia un dottorato onorario dalla Ural State University. Situata a Yekaterinburg nei monti Urali, l’università è strettamente connessa con il grande scrittore Maksim Gor’kij (1868-1936). Egli scrisse: «Il desiderio di progredire è senza dubbio la forza portante. Bisogna continuare ad avanzare finché si vive. Nel far questo potremo sperimentare tempi meravigliosi e divini». Quando penso al progresso, mi vengono in mente i miei anni giovanili nel capitolo Bunkyo, a Tokyo. A quel tempo Bunkyo deteneva il record negativo come capitolo con minor crescita di tutto il Giappone. Il suo responsabile Tsugiko Tanaka informò Josei Toda della situazione, il quale replicò: «Ti invierò il mio braccio destro!». Sono stato nominato responsabile di quel capitolo nell’aprile del 1953. Alla prima riunione con gli altri responsabili dissi: «La vita è avanzare senza porsi dei limiti. “Avanti!” fu il motto di Napoleone. Noi siamo i campioni di kosen-rufu, i campioni nella lotta per confutare l’erroneo e rivelare il vero; anche noi quindi, facciamo nostro lo spirito di questo motto e avanziamo con coraggio!». Fu così che iniziò il grande sviluppo del capitolo Bunkyo. Misi degli scopi concreti e visitai ogni settore del capitolo, cercando di conoscere ogni singola persona personalmente e stabilendo con tutti dialoghi sinceri. Entro dicembre di quello stesso anno, Bunkyo era diventato uno dei capitoli più numerosi del Giappone. Dovunque sia andato ho costruito dei risultati vittoriosi. A Osaka, nel 1956, condussi una campagna di tale successo che anche i mass media ne riportarono notizia. A quel tempo il nostro movimento era molto più forte nell’area di Tokyo che a Osaka, città principale del Kansai. Ma Tokyo, dove la vittoria sembrava certa, subì una sconfitta mentre Osaka ne uscì vincitrice. Tutti ne furono oltremodo sorpresi; fui io il promotore della crescita del Kansai, ecco perché nutro profonda fiducia e considerazione per quel distretto.

Il devoto del Sutra del Loto

Tsunesaburo Makiguchi osservò: «Lo stesso piccolo male diventa più grave se sale la posizione di colui che lo commette». I responsabili dovrebbero sempre tenere in mente queste parole e diventare dei modelli per tutti. Per questo motivo hanno una pesante responsabilità. Il presidente Toda definì stupido colui che commette due volte lo stesso errore. È importante fare tesoro dei propri sbagli e utilizzarli come lezione per un successo futuro. Come Gor’kij scriveva: «Le nostre lotte contro le avversità conferiscono alla nostra vita un grande senso di realizzazione e di splendore». Che sentimento sublime! La felicità può essere assenza di difficoltà e di prove? Assolutamente no. Solo lottando contro le avversità possiamo conoscere la vita nel suo significato più profondo. Questo ci consente inoltre di espandere la nostra condizione vitale e rafforzare il nostro carattere. Il Buddismo parla dei tre ostacoli e quattro demoni come funzioni inerenti alla vita che emergono per ostacolare la nostra pratica buddista. Dichiara inoltre che i tre potenti nemici del Buddismo cercheranno di ostacolare gli sforzi del devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge. Nichiren Daishonin sopportò molte persecuzioni terribili, alcune delle quali misero in pericolo la sua vita. Fu anche vittima di calunnie. Egli scrive: «Sono incolpato unicamente per aver cercato di diffondere il Sutra del Loto. Benché non abbia moglie o figli, sono noto in tutto il paese come un monaco sacrilego e benché non abbia mai ucciso una formica o un grillotalpa, la mia cattiva fama si è propagata in tutto il regno» (I quattro debiti di gratitudine, SND, 7, 132).
Il devoto del Sutra del Loto è destinato a essere attaccato e a incontrare momenti difficili. La Soka Gakkai insieme ai suoi primi tre presidenti ha sostenuto con fede il Buddismo di Nichiren Daishonin nonostante le numerose persecuzioni, come quelle descritte dal sutra. Ho risposto con parole di verità alle critiche ingiuste e alle infamie dirette al presidente Toda. Ho sempre difeso con coraggio il mio maestro. Non dovremmo mai essere quel genere di responsabili codardi e inaffidabili che esitano a lottare contro il male, che non sostengono ciò che è giusto e che si comportano egoisticamente per paura dell’altrui opinione. Questo è il genere di persone verso cui Nichiren Daishonin nutriva il più grande disprezzo.

Vivere con passione

Gor’kij scrisse: «Esistono due modi di vivere, in maniera appassionata o apatica». Esiste passione nella vostra vita? Avete uno scopo chiaro a cui state lavorando con entusiasmo per poterlo realizzare? Quando perdiamo questo spirito, inevitabilmente iniziamo a declinare. Non importa quale sia la nostra età, non dobbiamo mai permettere che il fuoco nel nostro cuore si estingua. Gor’kij osservò inoltre: «Con la vecchiaia, le persone diventano conservatrici. Questa è la disgrazia peggiore».
Quando dei giovani uomini passano nella Divisione uomini, a volte sembrano perdere il loro spirito combattivo, ma questo è uno sbaglio. Coloro che continuano a lottare con rinnovato vigore, che rimangono fedeli al loro voto giovanile per tutta la vita, sono dei veri vincitori. Ancora una volta cito una frase di Gor’kij: «So cos’è la felicità – sì, è la felicità che deriva dalla lotta!». Queste parole risuonano dello spirito di Nichiren Daishonin e della Soka Gakkai.
Cos’è la felicità? Una vita senza tempeste, assolutamente calma e serena, non è una vita di felicità vera. La felicità consiste nel trovare una crescita costante in mezzo alle lotte e alle difficoltà. Gor’kij disse: «La forza consiste nell’unità – questo è un principio sociale indiscutibile». Che questo diventi il nostro motto! La Gakkai deve avanzare sempre nello spirito di “diversi corpi, stessa mente”.

Essere sinceri

Il filosofo francese Vauvenargues (1715-1747) dichiarò: «Una buona reputazione guadagnata in modo disonesto si tramuterà in disprezzo». Per favore, non fate mai che queste parole vi descrivano. Non importa quanto siate intelligenti nel giocare le vostre carte, la falsità è falsità. La brillante facciata cadrà in pezzi e voi sarete disprezzati ancora di più a causa della vostra arroganza. L’unico modo per guadagnare la completa fiducia degli altri è quello di essere sempre persone assolutamente sincere.
Concepciòn Arenal (1820-1893), scrittrice spagnola e attivista per i diritti umani, disse: «L’uomo che è capace di rialzarsi è più grande di colui che non è mai caduto». Tutti sperimentiamo delle battute d’arresto o dei fallimenti nel corso della vita. Il rischio di fallire fa parte della volontà di provare. Se non si tenta mai non si commettono degli sbagli. Ma se si dovesse cadere, la cosa importante è raccogliere il coraggio e rimettersi in piedi. Non importa quante volte si possa cadere, ciò che conta è continuare ad avanzare con una determinazione invincibile; la vittoria e la sconfitta nella vita non sono decise fino all’ultimo momento. Arenal disse inoltre: «La felicità che non ci rende migliori non è vera felicità». Le apparenze sono fuorvianti e persone che sembrano felici, possono essere tristi dentro. Possedere molti beni materiali e condurre una vita confortevole non garantisce necessariamente la felicità. La chiave per accedervi è la crescita personale, elevare costantemente il proprio stato vitale e rafforzarsi spiritualmente. Noi sosteniamo il Buddismo di Nichiren Daishonin che ci mette in condizione di assaporare la vera felicità nel miglior modo possibile.
Vorrei citare alcuni brani dagli scritti di Nichiren Daishonin. «Vigliacchi, ottusi, avidi e pieni di dubbi» (Le persecuzioni che colpiscono il Budda, SND, 4, 189), in questo modo il Daishonin descrive il carattere dei discepoli che lo tradirono e abbandonarono la loro fede. Così scrive anche di un suo vecchio seguace: «Sebbene Noto-bo fosse un alleato, la sua paura per le reazioni della società e la sua avidità lo hanno portato non solo a rinnegare Nichiren, ma anche a diventare un suo nemico» (GZ, 1225).
Abbiamo assistito allo stesso identico evento nei nostri giorni. Ci sono state persone ingrate e arroganti che non hanno avuto il coraggio di perseverare nella fede. Hanno sfruttato l’organizzazione per il loro personale prestigio e nel momento in cui l’hanno ottenuto sono diventati arroganti e hanno cominciato a guardare con disprezzo la nostra organizzazione e i suoi membri. Hanno perso ogni traccia della loro fede, abbandonando la pratica buddista, e si sono rivoltati contro la Gakkai. La vera natura di queste persone è, come dice il Daishonin, vigliacca, ottusa, avida e piena di dubbi. Individui così arroganti ed egoisti non sono altro che un impedimento per kosen-rufu, perciò possiamo solo sradicare il male alla radice parlando con la voce della verità e della giustizia e denunciando la loro condotta.
C’è un brano del Gosho che Toda mi esortava a rileggere spesso. È tratto dal Comportamento del Budda in cui il Daishonin descrive gli eventi che ebbero luogo durante la persecuzione di Tatsunokuchi nel 1271: «Io dissi a voce alta: “Che buffo! Guardate Hei no Saemon, è impazzito! Voi signori avete appena colpito il pilastro del Giappone!”. Udendo ciò, i soldati rimasero interdetti. Vedendomi fronteggiare impavido il feroce braccio della legge, dovettero capire di essere in torto, poiché il colore defluì dai loro volti» (WND, 766, vedi anche SND, 4, 45).
La ferma convinzione espressa in questo passo incarna lo spirito sia di Makiguchi che di Toda, che furono pronti a donare la loro vita per ciò in cui credevano. È anche il mio spirito come loro sincero discepolo. I primi tre presidenti della Soka Gakkai hanno lottato e vinto perché non hanno risparmiato la loro vita; vorrei che questo fosse anche lo spirito dei membri della Divisione giovani che guideranno la Soka Gakkai nel futuro.

Completare le fondamenta

Il grande educatore svizzero Johann Pestalozzi (1746-1827) esortava così gli studenti della scuola da lui fondata: «Giovani, sarete voi che proverete il valore della nostra scuola». Il valore della Soka Gakkai non è ancora evidente. Si manifesterà solo in futuro, quando gli attuali membri della Divisione giovani diventeranno adulti. Kosen-rufu dipende dai giovani e dobbiamo affidare a loro la sua realizzazione. Con lo sguardo rivolto al futuro, sto pianificando diversi progetti. Sono determinato a completare le fondamenta di kosen-rufu, per il momento in cui voi, giovani di oggi, sarete alla guida del nostro movimento. Pestalozzi disse che la fede ci rafforza e la speranza ci eleva. Chi nutre una forte fede è felice e chi non perde mai la speranza godrà della vittoria finale. Questo è il percorso di chi pratica il Buddismo di Nichiren Daishonin. Continuiamo a scrivere insieme la nostra storia e lasciamo al futuro un’eredità meravigliosa!
Infine, vorrei chiedere a voi, membri della Divisione giovani, di avere cura dei vostri genitori. Vi prego di mostrare loro un caloroso apprezzamento. Fate loro dei piccoli regali, “viziateli” di tanto in tanto. Per coloro di voi che vivono separati dai loro genitori, cercate di pensare a qualcosa di speciale per farli felici. Conto su di voi!

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