Trecento occhi su di me

Quando mi hanno chiesto di raccontare la mia esperienza di vita davanti a più di centocinquanta persone al corso a Trets ho pensato fossero matti. Per anni ho sofferto di attacchi di panico e solo l’idea mi faceva una paura folle. Pensavo che non sarei mai riuscita ad arrivare fino alla fine senza scoppiare in lacrime, insomma di essere vinta dall’emozione. Tuttavia, ogni volta che sfido i miei limiti per kosen-rufu so che pongo una causa importante per la mia vita e ricevo sempre grandi benefici. Così, anche se con esitazione, ho accettato di farlo ancora una volta.
Dopo i primi momenti di imbarazzo, ho acquistato sicurezza e tutto è filato liscio. A cinquant’anni ho ricominciato a vivere: dopo la separazione da mio marito mi era crollato il mondo addosso e non credevo più di poter essere felice. Avevo sviluppato un odio estremo per gli uomini che mi provocava tanta sofferenza, ma la cosa più triste era la crisi del rapporto con mia figlia, non avevamo dialogo e vivevamo insieme litigando continuamente. Grazie alla pratica assidua, alla responsabilità di gruppo, al coraggio di andare avanti con determinazione e al sostegno degli altri membri, che non mi hanno mai lasciata sola, ho ricominciato a vivere. Così oggi ho una relazione serena con un uomo meraviglioso che mi dà felicità e mi ha fatto dimenticare l’odio per gli uomini, sono stata assunta definitivamente dopo anni di precariato e soprattutto ho ricreato uno profondo legame di complicità con mia figlia che adesso pratica con me.
A Trets ho testimoniato le mie vittorie sui limiti della mia mente e sulle situazioni contingenti con l’unica intenzione di incoraggiare gli altri. E così è stato. Dopo il racconto, molte persone si sono strette attorno a me per ringraziarmi: ho sentito l’abbraccio commosso di kosen-rufu, la condivisione profonda delle emozioni. Incoraggiare gli altri è stata una sfida che ha prodotto subito il suo beneficio: sentirmi letteralmente riempita da una gioia incredibile.