Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Cos'è un'esperienza? - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:44

356

Stampa

Cos’è un’esperienza?

Marialuisa Cellerino

Dimensione del testo AA

Cos’è un’esperienza? Quando possiamo attribuire questo nome a una delle interminabili serie di fatti che compongono la nostra esistenza? Insomma cosa fa sì che un pezzo della nostra storia diventi “esperienza”?
Scrive Alexander Lowen, psicoterapeuta, creatore della bioenergetica: «L’esperienza in sé non contribuisce necessariamente alla crescita e allo sviluppo. Per avere la possibilità di farlo deve essere integrata con la personalità. Deve essere assimilata creativamente, il che significa che si deve approfondire la conoscenza di se stessi, apprezzare maggiormente la vita e, come nella crescita, espandere la totalità del proprio essere».
In questo senso, quello che ci accade diventa un’esperienza vera e propria quando, lungi dall’essere subìto passivamente, diventa una parte di noi, mette in moto un processo di mutamento interiore, cambia il modo in cui abbiamo vissuto fin a quel momento, ci rivela qualcosa su di noi che non conoscevamo. Capacità e possibilità inaspettate.
C’è un elemento di consapevolezza, di digestione e metabolizzazione di un nostro vissuto che lo fa diventare “esperienza”.
E, da quel momento in poi, ci fa ristrutturare la nostra visione del mondo e il modo in cui ci muoviamo in esso.
Nel caso dell’esperienza basata sulla pratica buddista, questi due elementi di trasformazione interiore e di una nuova consapevolezza – che ci spinge a vedere con altri occhi la realtà, gli scopi, e le priorità individuali e collettive – sono ancora più evidenti.
Si parte da un sogno, un desiderio, una sofferenza e, per una volta, si ricorre a un sistema diverso dal solito per affrontare la situazione, si abbandonano le strategie abituali e si prova a usare la “strategia del Sutra del Loto”. Il risultato è che – con un senso di sorpresa che ogni volta si rinnova anche dopo vent’anni di pratica – vediamo emergere elementi di soluzione inattesi, qualcosa che non avremmo previsto, per cui non solo cambia il singolo problema per il quale abbiamo iniziato a recitare Daimoku, ma con esso anche un grappolo di “cose” intorno, tanti punti, tanti problemi o aspetti di noi e della nostra vita che apparentemente credevamo estranei, ma che invece, nella grande rete dell’interrelazione di tutti i fenomeni, avevano un profondo legame con ciò che stavamo affrontando.
Come dice il Gosho «un solo scroscio di pioggia spegne molti fuochi ruggenti» (SND, 4, 268) e la forza della trasmissione del ritmo della Legge mistica nella rete di tutti i fenomeni non si ferma alla nostra singola esistenza individuale. Così, in un processo a catena, o a cascata, cambia “qualcosa” anche nella vita delle persone che ci stanno intorno, dei parenti, degli amici, degli amici degli amici, di chi ci ha letto o sentito magari quasi per caso.
L’esperienza di uno diventa l’esperienza di tanti e il racconto, in questo processo, ha un valore importante.
Quelli che seguono sono esempi di come la decisione di cambiare qualcosa della propria vita usando il Gohonzon ha generato un germoglio di speranza in un ambiente, magari duro e intriso di sofferenza come quello del carcere (Al di là delle sbarre). Ha trasformato il rancore e l’amarezza per essere stati ingiustamente privati di qualcosa che ci apparteneva, nella gioia di vederlo tornare per essere fruito non solo da noi ma anche dai compagni di fede (La casa di kosen-rufu).
Esempi di come il leggere l’interpretazione di un brano di Gosho attraverso l’esperienza vissuta di qualcun altro ci fa intuire, in un lampo di “illuminazione”, la vera causa del nostro malessere interiore (È bastata una frase). Di come a volte una persona che abbiamo incoraggiato nel passato è in grado di ricambiarci il favore riavvicinandoci alla pratica con il suo atteggiamento davanti alla morte (Un favore ricambiato).
E ancora, come il desiderio di dimostrare l’unione fra principi buddisti e vita quotidiana fa sì che si riesca a parlare della pace e al tempo stesso ricrearla nella propria famiglia (Una tesi di pace). O le difficoltà iniziali di un figlio diventano l’occasione per conoscerlo meglio e aiutarlo a rivelare il proprio talento (Unità di madre e figlio).
Infine – ma non c’è fine – l’esperienza, a volte sofferta e difficile, di provare a trasmettere la propria esperienza agli altri (Trecento occhi su di me) diventa un’esperienza sull’esperienza che libera un’esplosione di vitalità nell’ambiente e ci ricambia ampiamente della fatica della sfida.
Perché, in fin dei conti, Nam-myoho-renge-kyo è la gioia delle gioie, la gioia di vedere gli altri diventare felici insieme a noi.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata