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Rinnovare una promessa - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 16:42

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Rinnovare una promessa

Questo è il 16 marzo. Ogni anno i giovani si ritrovano per rinnovare la promessa fatta quel giorno nel 1958 a Toda dai giovani accorsi al Taiseki-ji. In quell’occasione Toda affidò proprio a loro il compito di realizzare kosen-rufu nel mondo, e in prima persona a Daisaku Ikeda. Il 16 marzo di ogni anno ogni giovane, davanti al Gohonzon, si assume questa responsabilità: realizzare kosen-rufu nella sua vita e nel suo ambiente, portando il Buddismo di Nichiren Daishonin tra gli amici, e dando prova concreta della validità di questo insegnamento attraverso il comportamento nella propria vita

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Questo è il 16 marzo. Ogni anno i giovani si ritrovano per rinnovare la promessa fatta quel giorno nel 1958 a Toda dai giovani accorsi al Taiseki-ji. In quell’occasione Toda affidò proprio a loro il compito di realizzare kosen-rufu nel mondo, e in prima persona a Daisaku Ikeda. Il 16 marzo di ogni anno ogni giovane, davanti al Gohonzon, si assume questa responsabilità: realizzare kosen-rufu nella sua vita e nel suo ambiente, portando il Buddismo di Nichiren Daishonin tra gli amici, e dando prova concreta della validità di questo insegnamento attraverso il comportamento nella propria vita

Il neo territorio dell’isola sarda che comprende Oristano, la Provincia e Medio Campidano è un esempio del significato del 16 marzo. Pochi in numero, pieni di difficoltà e senza idee, ma spinti da un profondo entusiasmo si sono davvero rimboccati le maniche… Da cosa partire? Dopo un inconcludente meeting di preparazione hanno deciso di ripartire dal Daimoku e subito qualcosa prende forma. Viene fuori un’idea: presentare una serie di mini esperienze a catena. E poi un’altra: realizzare una piccola mostra di lavori da esporre in forma di quadretti, disegni, dipinti, foto che esprimano ciò che rappresenta il Buddismo. Il tema della riunione è deciso: l’esperienza. Il numero delle adesioni è così aumentato da dover dare più spazio anche alla mostra. Anche la presenza del responsabile nazionale Dino Bucalo ha dato il suo incoraggiante contributo, insieme all’accompagnamento del gruppo musicale. Insomma, un gran risultato!
Dalla Sardegna a Firenze, dove al Centro culturale si è festeggiato per tutta la giornata. Una domenica davvero indimenticabile che ha visto la partecipazione di oltre mille giovani tra membri e ospiti raccolti intorno alle riunioni, al Gongyo, ai messaggi di Ikeda, alle esperienze di vita, agli innumerevoli spettacoli e giochi.
Da Firenze a Bologna, in uno dei tanti incontri, i giovani di due quartieri della città (Porto e Navile), hanno organizzato un evento in un locale del centro storico. Gli interventi d’apertura hanno introdotto i presenti ai concetti di “rivoluzione umana” e “umanesimo attivo”. Alcuni ragazzi si sono esibiti in due rappresentazioni di teatro-danza, in un connubio di musiche e testi di Paul Eluard e Daisaku Ikeda. Infine, è stata presentata una mostra fotografica sul tema dei dialoghi di Ikeda con i giovani. L’evento si è concluso con un rinfresco e danze, ma la cosa più importante è stato riuscire a trasmettere agli oltre duecento amici e simpatizzanti i valori di fiducia e dedizione che i giovani della SGI incarnano.
hanno collaborato: Luca Agujari, Luisa Giorgi, Silvia Governatori, Donatella Marchi, Mauro Sau

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Divisione giovani

nome
Mattia

cognome
Duni

età
28

da quanto pratichi
dal 1993

grazie a chi
a mamma

il tuo difetto maggiore
l’impazienza

il tuo punto di forza
il coraggio di sfidarmi

il tuo shakubuku più difficile
in caserma

l’azione più coraggiosa nella fede
affidarsi completamente al Gohonzon “oltre” la mente

quando alla tua famiglia hai detto che sei diventato buddista, come hanno reagito?
mia madre non aspettava altro, mio padre non ha fatto una piega

Il giorno che hai deciso di praticare per sempre
difficile a dirsi, comunque coincide con le prime grosse esperienze come studente

che tipo di attività preferisci?
informali, allegre e  gioiose

ti arrabbi spesso?
dipende dal mio stato vitale

il tuo Gosho preferito
La strategia del Sutra del Loto

cosa non sopporti negli adulti
a volte sono un po’ “conservatori”

la caratteristica più simpatica degli adulti
al bar pagano sempre loro…

tra la partita della tua squadra del cuore e un meeting, che cosa scegli?
dipende da con chi gioca la Roma e dal meeting…

essere responsabile nazionale dei giovani uomini ha cambiato qualcosa nel tuo modo di vivere la pratica buddista?
la sto vivendo veramente bene

e nella tua quotidianità?
meno tempo libero

in una frase esprimi il sogno che vorresti realizzare
non avere rimpianti e che più persone possibili siano felici

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Un nuovo hombu nel Veneto
di Maria Teresa Mezzina

Trecento partecipanti all’inaugurazione dell’hombu Laguna di Mestre domenica 26 marzo hanno accolto il direttore generale onorario dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai Mitsuhiro Kaneda. L’incontro si è aperto con le nuove nomine dei responsabili delle quattro divisioni. A illuminare l’auditorium una gigantografia del fiore di loto, le didascalie di tutti i responsabili di Mestre e Venezia e il sorriso dei partecipanti.

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Educatori genitori e bambini, insieme
a cura del gruppo educatori di Milano

Domenica 12 marzo ha preso il via al Centro culturale di Milano l’attività della Divisione futuro insieme a quella unificata di genitori ed educatori. I figli dei membri, sia bambini che ragazzi, si sono ritrovati nella sala riunioni dove hanno svolto attività specifiche condotte da animatori: laboratori creativi di bricolage, disegno, pasta di sale, pittura, ma anche giochi, canti e danze passando ovviamente per la merenda… offerta in una versione ecologica. In contemporanea si è svolto un incontro fra educatori e genitori. A partire dallo slogan: «Non ce la faccio… Non sono capace… Le mie difficoltà di genitore… Le mie difficoltà di insegnante», la discussione è avvenuta a piccoli gruppi, ognuno dei quali ha poi fornito al termine una breve relazione sulle problematiche emerse.
La riunione ha messo in luce una molteplicità di esperienze: i genitori hanno espresso le loro difficoltà per certi comportamenti dei figli e lo sconforto che provano quando il corpo insegnante ritiene inadeguata la famiglia a livello educativo. Alcune mamme con figli adolescenti hanno inoltre raccontato le loro esperienze, nelle quali risaltava il fatto che questi figli hanno cambiato il loro atteggiamento ostile proprio nel momento in cui sono stati riconosciuti e rispettati per il proprio intrinseco valore, e non visti come strumento per soddisfare le aspettative dei genitori.
Anche gli insegnanti hanno segnalato i loro problemi: dal senso di inadeguatezza e frustrazione nei confronti di certi colleghi, alla scarsa fiducia in sé, dalla difficoltà di instaurare un dialogo educativo, fino alla presa di coscienza di certe tendenze interiori da correggere (come il gusto di esercitare un potere sulla classe). Alcuni hanno rilevato come nella scuola purtroppo la preoccupazione primaria sia sempre quella di “riempire” il bambino di contenuti a scapito delle relazioni umane, che dovrebbero invece essere prioritarie.
Questi incontri proseguiranno con cadenza mensile. Educatori, genitori e bambini vogliono infatti crescere tutti insieme… con il maestro nel cuore ovviamente, visto che proprio Ikeda ricorda spesso che “rispettare i ragazzi come singoli individui è fede”.

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Favole buddiste per crescere
di Laura Petrossi

Esiste un gruppo di scout laici chiamato Antares a Genzano di Roma (Castelli Romani), che si basa sui valori di pace, rispetto personale e familiare. I bambini attraverso giochi e uscite all’aperto imparano a convivere con gli altri, si divertono nel rispetto reciproco. Nei racconti della “Giungla” ho presentato ai lupetti due favole: La gemma dei diamanti, tratta dal Sutra del Loto, e Kanta e il cervo, una fiaba scritta da Daisaku Ikeda. I bambini, dopo il racconto della prima, hanno disegnato su cartoncino nero con i gessetti e poi l’hanno rappresentata in una recita teatrale. Il tema centrale del secondo racconto è il superamento della paura attraverso la forza dell’amicizia e del coraggio. Ogni bambino ha scritto un pensiero personale sul racconto: Silvestro, sette anni, ha scritto: «Kanta ha superato le sue paure»; Andrea, otto anni, «Chi trova un amico trova un tesoro»; Gaia, otto anni, «Mi è piaciuto quando Kanta ha superato le sue paure e ha fatto amicizia con il Cervo magico»; Francesco, otto anni, «Amicizia»; Chiara, nove anni, «Con un amico è più facile risolvere i problemi», Davide, otto anni, «Mi è piaciuto il Cervo magico». Lo scopo è quello di superare i propri limiti attraverso la favola.
Al termine sarà presentata una mostra di tutti i lavori dei bambini. È l’anno dei giovani! Kosen-rufu inizia dai piccoli Budda.

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Donne che cambiano il mondo
di Sara Giuntoli

Sotto questo motto si sono riunite a Chianciano oltre 500 responsabili di capitolo per due giorni, nei quali si è parlato di fede e di futuro

Come si è detto durante il corso, 530 “leonesse” si sono riunite a Chianciano Terme dal 24 al 26 marzo. Una definizione del genere, in onore alla spiegazione del Gosho Risposta a Kyo’o, a qualcuno potrà apparire altisonante, ma di fatto tratteggia con precisione il clima che si è respirato in quei giorni. Niente ruggiti, ovviamente, niente di aggressivo o di retorico, ma oltre cinquecento donne che, venendo da tutte le parti d’Italia, hanno consapevolmente approfondito la propria decisione di “cambiare il mondo”, secondo quanto recitava il tema del corso. E come ha detto una di loro che veniva dalla Sicilia al termine del corso: «Mai mi sono sentita “italiana” come oggi qui. Da noi possono veramente nascere i semi del cambiamento».
In apertura Asa Nakajima, responsabile nazionale della Divisione donne e vice direttore dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, ha ricordato che il presidente Ikeda afferma spesso che questo è il secolo delle donne. A noi il compito di far diventare vere le sue parole, senza avere mai paura di vivere, ma – grazie al funzionamento di myoho (mistica Legge) – considerando tutte le sofferenze e tutti gli impegni come una magnifica occasione per manifestare gioia. Solo così è possibile sviluppare la forza interiore necessaria per “cambiare il mondo”, il compito che, collettivamente ma soprattutto individualmente, è affidato alle donne della Soka Gakkai. Non si tratta di un’idea astratta, non dobbiamo modificare l’intera faccia del pianeta, ma piuttosto illuminare il “mondo” che comincia oltre il nostro piede, dal primo passo che facciamo per rompere il guscio e far valere la nostra natura di Budda.
E come ha detto una donna di Torino al momento dei saluti finali: «Se non altro, riuscirò a cambiare almeno nei 70 mq della mia casa o nei 10 kmq del mio raggio di attività!».
Come cambiare il mondo? In primo luogo dando valore a ogni essere umano. Questo è un punto che è stato detto, ripetuto e ripetuto ancora per tutto il corso. Fare kosen-rufu non vuol dire smuovere le masse, ma parte dalla decisione di dare luce e creare legami di fiducia tra le persone. Questo è anche il punto focale della proposta di pace (cfr. BS, 115) che, come ogni anno, Ikeda ha presentato alle Nazioni Unite. Dopo un’analisi puntuale della situazione corrente e dei meccanismi che ne sono alla base – da cui risulta una società volta a recidere tutti i vincoli e troppi individui che invece di essere liberi sono semplicemente “spogliati” – il presidente della SGI si rivolge ai governanti per indicare loro il bandolo della matassa: porre di nuovo al centro l’individuo, attraverso quello che chiama “un approccio graduale”. In questa proposta Ikeda – come ha fatto notare Maria Lucia De Luca – ha citato largamente i Saggi di Montaigne, uno degli illuministi francesi che hanno formato il pensiero occidentale moderno, e ha riportato anche la divertente e meditata conclusione del filosofo: «È una perfezione assoluta, e quasi divina, saper godere lealmente del proprio essere. Noi cerchiamo altre condizioni perché non comprendiamo l’uso delle nostre, e usciamo fuori di noi perché non sappiamo che cosa c’è dentro. Così abbiamo un bel montare sui trampoli, ma anche sui trampoli bisogna camminare con le nostre gambe. E anche sul più alto trono del mondo non siamo seduti che sul nostro culo» (BS, 115, 19).
Gli individui, se vogliono cambiare il mondo – ha ricordato Marita Bombardieri – necessitano di personalità forti, con radici salde, e che abbiano anche una forte convinzione di lottare davvero per i valori in cui credono. Ed è la gente comune che deve farsi carico dei semi del cambiamento. Chi meglio delle donne? «Il maestro chiama noi donne, noi dobbiamo rispondere. È come se il maestro fosse la terra e noi gli alberi; ognuna deve fiorire secondo la sua specificità, perché la fioritura è il segno della grandezza del maestro».
Quello dell’estrema fiducia di Ikeda nelle donne, giovani o meno giovani che siano, è stato un altro tema ricorrente del corso di Chianciano. Si è sottolineato più e più volte come in questo momento Ikeda stia indicando la crescita della “parte femminile”, e soprattutto delle giovani donne, non solo come la strada per realizzare più velocemente la pace nel mondo, ma anche come un fattore irrinunciabile senza il quale ci si può aspettare solo declino.
Nel video della riunione che ha tenuto in Giappone a gennaio (una riunione particolarmente toccante, un video da non perdere), nella proposta di pace, nelle indicazioni per i membri europei che sono state studiate al corso, Ikeda chiede a ognuno di fare un ulteriore sforzo per incoraggiare le giovani donne e farle sentire libere nel fare attività. E c’è stata chi, sempre a Chianciano, ha preso la palla al balzo e si è posta subito il traguardo di far praticare dieci giovani donne da qui al 2010.
Il terzo dei temi cardine ha riguardato le grandi aspettative che Ikeda nutre verso i membri europei, in vista delle tappe future della SGI nel suo insieme. In particolare è stata sottolineata la preghiera di Ikeda di impegnarci al massimo nei prossimi cinque anni, dato che “saranno decisivi, equivalenti, per importanza a un intero secolo”. E qualcuna ha fatto i conti: se i prossimi cinque anni ne valgono 100, un anno deve valerne almeno 20. Per cercare di riassumere con un’immagine non si tratta di “sforzarsi” (ma che parola poco incoraggiante!) o di stringere i denti, ma di far risplendere di più quello che abbiamo vicino. Nelle famiglie, pregando fino in fondo perché i figli diventino i successori di kosen-rufu e continuando a incoraggiarli credendo fiduciose nelle loro potenzialità. Nelle riunioni di discussione, da curare ancora di più sotto tutti gli aspetti (un “trucchetto” suggerito da Marta Bonomo che magari può essere utile: ma se portassi la mia migliore amica alla riunione, cosa vorrei che trovasse? E poi darsi da fare per creare quelle condizioni ideali per lei). Nello zaimu, che viene un po’ sottovalutato e che invece è una causa fondamentale per il raggiungimento della Buddità. Nei rapporti di fiducia e di unità da creare con gli altri: se siamo decise a far valere come un secolo i prossimi cinque anni non possiamo seguire le critiche di questo e quello, e neanche rimproverare questo o quello, ma piuttosto ricordare e ricordarsi che abbiamo promesso di adempiere allo stesso voto di Nichiren. La passione si trasmette, passione per Nam-myoho-renge-kyo e passione per la pace nel mondo, concentrandosi sulla nostra personale rivoluzione umana, provando gratitudine e controllando l’arroganza.
Domanda: ma come fare tutte queste cose? Risposta: pregando sinceramente.
Spiegando Risposta a Kyo’o, Anna Conti e Maria Cerruti, tra i molti punti toccati, hanno ricordato che Nam-myoho-renge-kyo non è una formula magica, ma è il nome del nostro cuore e che la nostra fede serve per spazzare via le nubi del dubbio e dell’oscurità. La preghiera al Gohonzon non è una richiesta passiva, ma una promessa piena della volontà di agire per realizzare il desiderio del Budda. Possibilmente provando gioia, come i Bodhisattva che nel Sutra del Loto emersero dalla Terra danzando.
Un ulteriore obiettivo è stato poi “portato” da due giovani, Tamiko Kaneda e Marta Arkerdar, che erano intervenute a Chianciano per raccontare la loro esperienza, per far conoscere la loro nuova bandiera europea (cfr. NR, 347), per annunciare che nel 2008 ben seimila giovani da tutta Europa si riuniranno a Torino e anche per far vedere le cartoline che sono state preparate per l’occasione.
Un traguardo in cui credere più vicino nel tempo è stato invece ricordato da Asa, quello dello scopo collettivo italiano per quest’anno, ovvero che ogni gruppo possa consegnare due nuovi Gohonzon. E come tappa intermedia, Asa ha suggerito alle donne di organizzarsi in piccoli incontri per festeggiare il 9 giugno che è appunto l’anniversario della fondazione della Divisione donne nella Soka Gakkai e farne un momento di incoraggiamento, di scambio e di crescita. E ha concluso indicando come percorso naturale quello di impegnarsi ora a far crescere le giovani donne e di non preoccuparsi, dato che se queste ultime aumentano, di qui a qualche anno logicamente anche la Divisione donne non potrà fare altro che aumentare.
Alcune voci raccolte tra le 530 donne che hanno rinnovato la decisione di cambiare il mondo: «Profondo e consapevole»; «Ho avuto un’ottima impressione anche per la capacità di parlare apertamente di quello che è stato e andare avanti insieme»; «Le donne non mi piacevano, gli uomini anche troppo. A questo corso ho preso fiducia nel genere femminile»; «Mi sento libera dalla paura».

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3 maggio giorno della Soka Gakkai

In questo brano, tratto da un discorso del 1998, Daisaku Ikeda ripercorre le tappe della nomina sua e di Josei Toda a presidenti della Soka Gakkai e ricorda il significato di questo perenne momento di rinnovamento

«È certo che kosen-rufu alla fine sarà realizzato in tutto il mondo», dichiarò apertamente Nichiren Daishonin. Sono passati settecento anni. Poi, il 3 maggio 1951, sotto un cielo splendido, Toda venne nominato secondo presidente della Soka Gakkai, l’organizzazione erede del vero spirito del Daishonin. Lo stesso giorno, il 3 maggio 1960, all’età di trentadue anni io ne sono diventato il terzo presidente e, con fiducia e coraggio, ho iniziato a guidare il nostro movimento verso la realizzazione di kosen-rufu. Nei trentotto anni trascorsi da allora, ho operato insieme ai miei amici membri di tutto il mondo e concretizzato la profezia del Daishonin.
La SGI ha solidamente aperto la strada verso una pace mondiale, dando il via alla costruzione di questa nobile impresa. […] Il palco ora è pronto per i membri della Divisione giovani, affinché possano dare un meraviglioso contributo al nostro movimento nel ventunesimo secolo. Ho dedicato la mia vita ad aprire la strada a coloro che seguiranno. Credo fermamente che l’unità e la crescita della Divisione giovani darà inizio a un’era luminosa nel prossimo secolo, e che alla SGI verranno riconosciuti i suoi meriti.
«Se la compassione di Nichiren è veramente grande – dichiara il Daishonin -, Nam-myoho-renge-kyo si diffonderà per diecimila anni e più, per tutta l’eternità» (SND, 2, 216). Per la Soka Gakkai il 3 maggio resterà per sempre un giorno di gioiosa partenza. È una pietra miliare da cui prendere l’avvio con coraggio e gioia per un viaggio vittorioso e infinito verso il futuro, da adesso per dieci millenni e per l’eternità. E continuerà a essere sempre così. Puntando al 3 maggio dell’anno prossimo, a partire da oggi ricominciamo daccapo a sforzarci».
(tratto da NR, 199, 16)

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