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L'incalcolabile potere delle giovani donne - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:19

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L’incalcolabile potere delle giovani donne

Citando Nichiren, che nel Gosho loda una giovane discepola e spiega l’enorme influenza positiva che le sue azioni possono esercitare sui suoi cari e sull’ambiente, Ikeda ribadisce il ruolo determinante delle giovani donne nel movimento di kosen-rufu e l’importanza di rispettarle e sostenerle in ogni circostanza

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Citando Nichiren, che nel Gosho loda una giovane discepola e spiega l’enorme influenza positiva che le sue azioni possono esercitare sui suoi cari e sull’ambiente, Ikeda ribadisce il ruolo determinante delle giovani donne nel movimento di kosen-rufu e l’importanza di rispettarle e sostenerle in ogni circostanza

A partire dalla fine dell’anno scorso, in Giappone, molte zone, soprattutto in Hokkaido, Tohoku, Shin’etsu, Hokuriku e Chugoku, hanno avuto nevicate record. Vorrei far sapere a tutti i nostri membri in difficoltà per la neve, in luoghi come le prefetture di Akita, Niigata e Fukui, che sono loro vicino con il pensiero e con le mie preghiere. Grazie anche a coloro che sono venuti fin qui fronteggiando gli inconvenienti e i ritardi causati dal maltempo. So, ad esempio, che Tomoko Iwaya, responsabile della Divisione donne nella prefettura Akita, dove gestisce un panificio, ha impiegato due giorni interi per arrivare. Grazie davvero. Ricevo puntualmente moltissimi resoconti sugli incidenti grandi e piccoli che capitano ai nostri membri. Se c’è un incidente stradale, voglio sapere dove è successo, chi è in ospedale e in che condizioni si trova. Mi arrivano tali notizie dal mattino fino a sera e mi è capitato diverse volte di alzarmi anche nel cuore della notte per recitare Daimoku.
Il ruolo che si occupa nella Soka Gakkai non ha niente a che fare con la posizione sociale, come avviene invece nella società. Un vero responsabile della Soka Gakkai è colui che svolge il proprio compito con serio senso di responsabilità, lavorando con impegno per il benessere dei membri e di kosen-rufu. Questa cosa non va mai assolutamente dimenticata. Nichiren Daishonin scrive: «Preoccupato per le mie condizioni di vita in queste montagne hai inviato il tuo messaggero che si è faticosamente aperto un varco nella neve per venire a visitarmi. Senza dubbio il Sutra del Loto e le dieci figlie del demone avranno riconosciuto la tua sincerità» (SND, 9, 195). In senso lato, questo “aprirsi un varco nella neve per il bene della Legge mistica”, riferito alle attività per kosen-rufu, corrisponde al nostro profondo impegno nell’offrire guide e incoraggiamento, nel condividere con gli altri gli insegnamenti del Buddismo e nel riferire accuratamente le comunicazioni e i resoconti dei vari eventi.
Il Daishonin loda molto tale dedizione, dicendo al destinatario della lettera (il prete laico Matsuno Rokuro Saemon) che apprezza la sua sincerità e la purezza della sua intenzione. Allo stesso modo, il Daishonin sta sicuramente elogiando con tutto il cuore la vostra dedizione, e i vostri benefici saranno immensi. Con questo, ovviamente non intendo assolutamente esortarvi a mettervi in situazioni pericolose o a pretendere troppo da voi stessi; chiedo, anzi, ai responsabili di non fare mai richieste irragionevoli ai membri, dando sempre la massima priorità alla sicurezza e al benessere di ognuno.

Arte ed educazione

Romain Rolland (1866-1944) scrisse: «L’arte […] arricchisce moltissimo la vita; la rende più forte, la amplifica e la migliora». I membri della nostra Divisione artisti sono la dimostrazione vivente di queste parole. Sono gli araldi e i portabandiera della cultura, perciò diamo loro tutto il nostro sostegno. Vorrei dedicare loro le parole del compositore tedesco Robert Schumann (1810-56): «È la nobile missione dell’artista gettar luce sulle profondità del cuore umano».
Lo scorso anno è mancato lo scrittore cinese Ba Jin (1904-2005), col quale mi sono incontrato quattro volte condividendo interessanti conversazioni su svariati argomenti. Era una persona di straordinaria levatura e, durante uno dei nostri dialoghi, sostenne che il vero scopo dell’educazione è rendere migliori le persone e purificare il loro spirito. Il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, sosteneva che «educare le persone è un compito che richiede pazienza. Se si pianta un seme, quello alla fine germoglierà e crescerà fino a diventare un grande albero. La cosa importante è creare, lentamente ma con perseveranza, una nobile tradizione [educativa]».
In uno dei suoi scritti, Nichiren Daishonin loda la fede sincera di una sua discepola, dicendo che l’offerta fatta in devozione alla Legge mistica è come se fosse fatta, in realtà, a un infinito numero di Budda. È come una piccola scintilla che può svilupparsi in un incendio immenso, che si può propagare, in un istante, a tutto il campo. Allo stesso modo, dice Nichiren, essa riceverà immensi benefici che si estenderanno ai suoi genitori, a tutti i suoi cari e a un infinito numero di persone (vedi SND, 6, 198). Le nostre giovani donne, spinte dal desiderio che tutti siano felici, parlano di Buddismo ai loro amici e fanno visite per incoraggiare i compagni di fede. Di questi tempi, non è impresa da poco. Il loro impegno è davvero ammirevole.
Le giovani donne hanno un potere incalcolabile. Ad esempio, i membri della Divisione giovani donne che si sposano dando vita a nuove famiglie offrono un meraviglioso esempio di fede ai loro coniugi, figli e parenti. Conquistano l’ammirazione di chi le circonda e aumentano la fiducia e la comprensione nei confronti del nostro movimento. Sono inoltre la forza motrice che guida le loro famiglie e i loro cari in direzione della felicità e della prosperità.
La Soka Gakkai è cresciuta moltissimo grazie alla fede pura e risoluta delle donne, non dimentichiamolo mai. Nessuno deve mai guardare con superiorità o discriminare le donne. Mi auguro che tutti i nostri responsabili maschi recitino fortemente per la salute, la protezione e la felicità delle giovani donne perché, se ne sosteniamo e incoraggiamo la crescita, anche lo sviluppo futuro della Gakkai sarà garantito. Rafforzare la Divisione giovani donne significa rafforzare la Soka Gakkai. È importante far sì che i membri della Divisione giovani donne portino avanti liberamente le attività per kosen-rufu con piena soddisfazione. Toda sosteneva che favorirne la crescita avrebbe aperto la strada alla vittoria definitiva di kosen-rufu e a una durevole prosperità della Soka Gakkai.
Membri della Divisione giovani donne, per favore date il massimo! E tutti noi incoraggiamole e sosteniamole nei loro sforzi perché realizzino con fiducia un grande risultato!

Partecipazione attiva

Il Daishonin aveva un grande rispetto per le sue discepole e ne lodava molto la fede sincera. Nelle sue lezioni, Toda mi parlava anche di questo. Durante le nostre quotidiane sessioni di studio, mi insegnava non solo gli scritti del Daishonin, ma anche un’ampia varietà di argomenti e spesso la domenica mi invitava a casa sua per un’ulteriore sessione di studio intenso. Qualche volta per ricompensarmi della lunga strada che avevo percorso, mi preparava personalmente il pranzo. Toda mi teneva al suo fianco ovunque andasse. Era molto severo nell’insistere perché io leggessi e di tanto in tanto mi faceva domande sul contenuto dei libri che stavo leggendo. Se mi capitava di non aver letto un libro per intero e cercavo di indovinare le risposte, con la sua straordinaria intuizione mi scopriva immediatamente.
In questo periodo sto intrattenendo un nuovo dialogo col filosofo indiano Radhakrishnan. Nelle nostre conversazioni, Radhakrishnan fa notare come la lotta nonviolenta del Mahatma Gandhi per l’indipendenza sia stata caratterizzata dalla partecipazione attiva in prima linea di un gran numero di donne coraggiose. Radhakrishnan ha espresso grandi speranze per il movimento della Soka Gakkai, dicendosi sicuro che, se Gandhi fosse vivo oggi, loderebbe il nostro impegno e starebbe anch’egli dalla nostra parte.
[Radhakrishnan ha detto: «L’umanità le dovrebbe essere eternamente grata (presidente Ikeda) per aver messo le donne al centro della nuova rivoluzione umana che sta promuovendo», n.d.r.]. «Perché furono le donne indiane a raccogliersi attorno al Mahatma Gandhi, senza preoccuparsi dei problemi che avrebbero potuto incontrare nel corso della lotta?». Radhakrishnan ha citato un’osservazione della moglie di Gandhi, Kasturba, secondo la quale le donne erano in maggiore sintonia col pensiero di Gandhi, rispetto agli uomini. In altre parole, le donne riuscivano ad apprezzarne la grandezza, mentre gli uomini, in genere, erano ostacolati dalla loro stessa riluttanza a riconoscere con umiltà il valore negli altri, per un innato spirito di rivalità maschile. Spesso gli uomini hanno un forte ego che sentono di dover difendere e questo è particolarmente vero per chi ha raggiunto una posizione elevata o di successo.
Radhakrishnan ritiene che la saggezza e la solidarietà delle donne rappresenti una speranza per il futuro del mondo. Le donne della Soka Gakkai spesso lottano per kosen-rufu con maggior impegno rispetto agli uomini. Dobbiamo rispettarle e apprezzarne sinceramente il valore. Questa è la chiave per la crescita futura del nostro movimento, altrimenti ristagnerà.
Radhakrishnan mi ha riconosciuto il merito di aver dedicato l’esistenza all’avvento di un “secolo della vita” e gli sono profondamente grato per aver compreso il significato dei miei sforzi. La lotta incessante che ho intrapreso sotto la guida di Toda sin da quando avevo diciannove anni rappresenta il mio più grande orgoglio. Radhakrishnan ha inoltre rimarcato che l’avvento del secolo della vita «dipenderà dall’espansione e dalla forma precisa che saprà assumere quel flusso di compassione e amore materno che alimenta le famiglie, le comunità e la società intera».
Quanto possiamo espandere questo “flusso di compassione e amore materno”? La missione delle donne e delle giovani donne assume, in questo contesto, un significato anche maggiore: sono loro a poter decidere il destino del nostro paese e del mondo. È per questo che dovremmo sostenerle ancora di più e invito tutti i responsabili a concentrarsi su questo obiettivo.
Gli uomini non devono mai comportarsi con arroganza o senso di superiorità nei confronti delle donne. Un atteggiamento del genere è imperdonabile. Pensatori di levatura mondiale come Radhakrishnan hanno massime aspettative nei confronti delle donne Soka che difendono unite la dignità e la sacralità della vita. La loro alleanza sarà una forza trainante per la pace e la felicità del genere umano.

Maestro e discepolo

Il 6 gennaio del 1951, esattamente cinquantacinque anni fa, solo pochi giorni dopo il mio ventitreesimo compleanno, Toda mi chiamò a casa sua verso le dodici. In quel periodo, i suoi affari attraversavano gravi difficoltà finanziarie, da quando l’estate precedente il governo aveva disposto la sospensione di tutte le sue attività. Dal momento in cui cadde in disgrazia, anche le persone con cui Toda aveva sempre avuto buoni rapporti lo abbandonarono, una dopo l’altra. Alcuni di questi individui ingrati arrivarono a maledirlo e aggredirlo pubblicamente mentre se ne andavano. In pratica, fui il solo a rimanere al suo fianco. Pur essendo ancora un ragazzo, lavorai instancabilmente per aiutarlo a rimettere in piedi i suoi affari, nonostante questo mi rendesse spesso bersaglio di critiche e insulti da parte dei suoi creditori. Per mesi e mesi non ricevetti lo stipendio e mi capitava spesso di dover saltare i pasti. La situazione era ulteriormente peggiorata dalla mia cattiva salute. Ho passato un periodo davvero difficile mentre lottavo per cercare una via d’uscita, recitando Daimoku continuamente e con grande intensità, e di notte leggendo gli scritti del Daishonin.
Alla fine, dopo attente ponderazioni, Toda lasciò la carica di direttore generale della Soka Gakkai, all’epoca la posizione più alta all’interno dell’organizzazione [le sue dimissioni vennero annunciate il 24 agosto del 1950, n.d.t.]. Confuso e sconcertato, chiesi a Toda: «Se si dimette da direttore generale, vuol dire che il suo successore diventerà anche il mio maestro?». «Assolutamente no – rispose – anche se non ti ho procurato altro che problemi, sono io il tuo maestro». Non dimenticherò mai questo episodio.
In realtà non desidero parlare di me, ma ritengo molto importante che voi giovani, che rappresentate il futuro della Soka Gakkai, siate a conoscenza di certe cose. Ecco perché oggi desidero raccontarvi alcuni episodi del mio passato. Dunque, il 6 gennaio del 1951, esattamente cinquantacinque anni fa, andai a casa del mio maestro. Solitamente Toda era pieno di energia e fiducia in se stesso, ma quel giorno dava l’impressione di essere totalmente esausto e sconfitto. I suoi affari andavano di male in peggio e la situazione stava precipitando. L’espressione del suo viso era molto seria e oltre a noi nella stanza c’era solo sua moglie. Rivolgendosi a me, Toda disse: «Devo dirti una cosa importante. Se dovesse succedermi qualcosa, vorrei che fossi tu a subentrare alla direzione della Soka Gakkai e dei miei affari, in tutto insomma. Faresti questo per me?». Continuò quindi con enfasi ancora maggiore: «Non importa quello che succederà, se tu e io portiamo avanti la nostra missione, arriverà certamente anche il momento in cui verrà realizzato kosen-rufu, il desiderio più caro al Daishonin. Non importa ciò che possono dire gli altri, tu devi andare avanti con forza e decisione, per il bene della Soka Gakkai». Ascoltai con grande solennità quelle parole, come se mi stesse affidando le sue ultime volontà.
Quella sera, presi ispirazione dalla storia di due figure leggendarie di padre e figlio del passato feudale giapponese [il grande guerriero Kusunoki Masashige e suo figlio Masatsura, che portò avanti la sua battaglia] e scrissi sul mio diario: «Toda è come Masashige, e io sono come Masatsura. Ho visto piangere sua moglie. Non dimenticherò mai, per tutta la vita, l’emozione, la solennità, le lacrime, il senso di missione, del valore della vita e del significato dei legami karmici che ho provato oggi. Oggi è stato deciso che sarò io il suo successore. È spuntata l’alba di un anno burrascoso, che avanza momento per momento. Superando ogni sofferenza, lotterò per tutto l’anno come un uomo e come un giovane».
Ho dato tutto me stesso per onorare la promessa fatta quel giorno al mio maestro. Sono rimasto solo io con Toda, il nostro grande maestro nella battaglia per kosen-rufu e ho fatto tutto ciò che potevo per sostenerlo. Questa è la storia della Soka Gakkai e la vera essenza della relazione maestro e discepolo, un punto fondamentale nella Soka Gakkai.

Toda secondo presidente

Non ci fu nessuno, neanche tra i maggiori responsabili della Soka Gakkai, che condivise fino in fondo le sofferenze e le preoccupazioni di Toda. Perfino il direttore generale che lo sostituì per il periodo lo criticò parlandone male. Ma senza badare a quello che facevano gli altri, io avevo deciso nel mio cuore che Toda doveva essere nominato secondo presidente della Soka Gakkai e che avrebbe avuto la possibilità di guidare kosen-rufu. Ho sempre pregato, per Toda e per la Soka Gakkai. Perfino nei momenti più accaniti della lotta, non ho mai smesso di pregare, impegnandomi anche in ushitora gongyo [cerimonia che si svolge tra l’ora del bue (ushi) e quella della tigre (tora), dalle due alle quattro del mattino, per la realizzazione della pace nel mondo, n.d.t.]. Praticamente facevo Daimoku giorno e notte, mentre camminavo per strada, mentre ero in macchina o in treno; appena avevo un momento libero, recitavo. Affidandomi saldamente al potere del Daimoku, ho lottato con tutto me stesso per vincere sugli attacchi spietati che ci provenivano dalla società e per spianare la strada a Toda affinché fosse nominato presidente della Gakkai.
Finalmente, il 3 maggio 1951, dopo aver resistito incolume a un vortice di ostacoli quasi insormontabili, Toda venne nominato secondo presidente della Soka Gakkai. Nel giorno di quella grandiosa cerimonia, mi disse semplicemente, con le lacrime agli occhi: «Devo tutto a te. Grazie». Verso la fine della sua vita, durante una riunione a cui erano presenti anche i miei suoceri e molti tra i massimi responsabili, mi venne riferito che Toda disse: «Sono stato davvero fortunato, nella vita, ad avere avuto un discepolo eccellente».
Anche Toda era stato l’unico a combattere al fianco del suo maestro fino alla fine e quando Makiguchi venne arrestato per non essersi conformato alle direttive del governo militarista, Toda lo seguì in prigione. Quando è stato il mio momento, anch’io ho dato tutto me stesso per proteggere e sostenere il mio maestro e per questo gli sono subentrato come terzo presidente. In questa battaglia cruciale basata sulla non dualità di maestro e discepolo risiede la causa fondamentale del grande sviluppo che la Soka Gakkai ha raggiunto oggi. Spero che non lo dimenticherete mai.
Sono passati cinquantacinque anni da quei momenti. Tra breve riceverò un dottorato onorario dalla prestigiosa Università russa degli Urali nella cui fondazione, ottatantacinque anni fa, ebbe un ruolo fondamentale il famoso scrittore russo Maxim Gorky (1868-1936). Sarà la centottantacinquesima laurea onoraria che ho ricevuto da varie università e istituzioni educative di tutto il mondo e, se contiamo i riconoscimenti già annunciati ufficiosamente, il numero sale a duecentodieci. In qualità di fiero laureato della “Università Toda” dedico umilmente tutti questi premi al mio amato maestro.
Percorrendo il sentiero di maestro e discepolo, i primi tre presidenti della Soka Gakkai hanno trionfato! E questa vittoria si estende a tutti coloro che hanno condiviso le nostre battaglie, le nostre gioie e dolori, manifestandosi come fortuna e con splendidi benefici vita dopo vita. Mi auguro che in particolare voi giovani portiate avanti con decisione la vostra missione seguendo le nostre orme sul sentiero di maestro e discepolo e che tutti, senza alcuna eccezione, coroniate la vostra vita di vittorie conseguite per la causa del bene.
È l’epoca della Divisione giovani. Solo a voi, miei giovani amici di luminose speranze e grandi potenzialità, posso affidare il futuro del nostro movimento. Vi prego di vivere orgogliosi come discepoli che non si lasciano intimidire da alcuna avversità.

Fonte di speranza

La popolazione giapponese sta diminuendo di pari passo col calo delle nascite. È un grave problema che sta cominciando a suscitare preoccupazione in diversi settori della società. Ma la futurologa americana Hazel Henderson, con cui ho pubblicato un dialogo, è di diverso parere e considera questa tendenza come un segnale di graduale maturazione della società: io ritengo che sia un punto di vista valido e sensato.
[Nel dialogo intitolato Cittadini del mondo, Hazel Henderson afferma: «Se visti in un’altra luce, l’invecchiamento e la stabilizzazione della popolazione sono il segno di una graduale maturazione della società. Secondo l’opinione diffusa, un rallentamento nella crescita della popolazione e nel consumo materiale è una cosa terribile. Io, però, non sono d’accordo. Se una società invecchia con un’aspettativa di vita sana, significa che sta maturando e si sta ampliando, e di conseguenza può offrire al mondo la propria leadership sotto qualsiasi rispetto» (Sperling & Kupfer ed., 2005, pag. 208), n.d.r.].
La Henderson ritiene che la Soka Gakkai stia offrendo un modello di speranza per il futuro e nutre grandi aspettative nei confronti delle nostre attività. Aggiunge poi: «Penso che una delle cose più importanti che la Soka Gakkai vi trasmette sia la profonda consapevolezza del proprio potenziale e il desiderio di comunicarlo al mondo, perché questo è il modo per sentirsi veramente realizzati ed essere felici». Dare valore a ogni persona è l’essenza della Soka Gakkai e lo spirito fondamentale del Buddismo di Nichiren Daishonin, il quale ci insegna che ogni persona è insostituibile e preziosa e che ognuno al mondo possiede la dignità innata della natura di Budda.
I tiranni affamati di potere, d’altra parte, ignorano o addirittura denigrano il valore supremo dell’individuo, vedendo la gente solo come una massa senza volto. Chi si comporta così è sullo stesso piano di dittatori come Adolf Hitler. Hitler non teneva in alcuna considerazione la dignità dell’individuo. Si interessava alla gente solo in quanto massa perché, per i tiranni, le persone sono solo mezzi per raggiungere un fine; sono come degli oggetti, come armi da usare o risorse da sfruttare. I dittatori cercano di manipolare con astuzia le persone e di usarle per soddisfare la propria avidità e le proprie ambizioni.
Il punto di vista della Soka Gakkai è diametralmente opposto a un tale sfruttamento umano. Il vero scopo di kosen-rufu è la felicità assoluta di ogni individuo. Crediamo profondamente nell’infinito potenziale di tutti gli esseri umani, lottiamo per far sì che ognuno ne prenda coscienza e lo riveli, lavoriamo per espandere la cerchia di coloro che condividono questo impegno. L’organizzazione non viene prima delle persone. Tutto ha inizio dall’individuo e dagli individui che creano una forte unità fra di loro. Perdere di vista questo punto fondamentale può avere conseguenze terribili. Chiunque vede la Soka Gakkai e i suoi membri solo come mezzi per raggiungere fini personali, proprio come i tiranni di cui parlavo prima, è una persona assolutamente malvagia.
Nel regno della fede, l’individuo viene prima e al di sopra di ogni altra cosa. Vorrei ribadire qui con voi oggi il nostro principio essenziale di far tesoro di ogni persona. Dobbiamo anzi aumentare sempre più l’attenzione dedicata a ogni singolo individuo, facendo del nostro meglio per incoraggiarne e nutrirne il prezioso potenziale. Quando una persona sviluppa forza e saggezza interiori, può rivelare due, tre, dieci volte più forza e più capacità di quelle che aveva espresso fino a quel momento.
L’esploratore norvegese Fridtjof Nansen (1861-1930), filantropo e vincitore del Nobel per la Pace, dichiarò: «Se davvero speriamo di poter dare un futuro migliore all’umanità, la prima condizione è avere coraggio piuttosto che essere dominati dalla paura». Tutti dobbiamo avere coraggio! Fede è un altro nome per definire un coraggio ineguagliabile; il sentirsi assolutamente impavidi e determinati a non farsi mai sconfiggere. Il Daishonin scrive: «Chi ha un cuore di leone otterrà sicuramente la Buddità» (Lettera da Sado, SND, 4, 75). È importante avere una grande fermezza e forza interiore.
Mentre avanziamo verso il nostro ottantesimo anniversario del 2010, ognuno di noi dovrebbe impegnarsi coraggiosamente col cuore di un leone, superando con gioia ogni sfida, con la ferma determinazione di contribuire a creare una luminosa Soka Gakkai che duri per l’eternità. Come ho detto prima, vorrei che nella nostra organizzazione gli uomini mostrassero ancor più rispetto verso le donne. Un uomo degno di questo nome stima e rispetta le donne, e ciò gli conferisce una civiltà e un fascino ineffabile. Le donne della Soka Gakkai abbracciano il Gohonzon e lavorano per il progresso di kosen-rufu: nessuna donna è più ammirevole o nobile e i responsabili maschi dovrebbero esprimere apprezzamento e caloroso sostegno ai membri delle Divisioni donne e giovani donne.
Procediamo col morale alto! Nella vita può succedere di tutto. L’importante è essere sempre ottimisti. Una persona positiva è una persona felice.

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