Quanti passi avanti avrà compiuto il movimento di kosen-rufu e la vita di ogni singolo praticante da ora al 2010? Quanto saranno cresciuti i giovani? In questi pochi anni, di importanza cruciale per il futuro, impegnamoci con la ferma convinzione che «qualunque cosa succeda, è impossibile essere sconfitti […] finché manteniamo la fede nella Legge mistica»
Durante i suoi ultimi anni di vita, il Daishonin conduceva una vita assai semplice sul monte Minobu. In estate la vegetazione cresceva folta e intricata, mentre in inverno la neve cadeva abbondante. Laggiù, su quella remota montagna, dove viveva in una minuscola capanna, egli espose insegnamenti fondamentali per l’eterna diffusione della Legge e si dedicò a istruire e incoraggiare i discepoli. Era molto grato a coloro che affrontavano un viaggio lungo e difficile per andarlo a visitare e, ammirando il loro spirito di ricerca, faceva tutto il possibile per ricambiare, offrendo loro di che mangiare e ripararsi, anche se il cibo che poteva procurarsi era molto modesto e la sistemazione decisamente approssimativa. Non possedeva soffici materassi o trapunte come le nostre, quindi poteva solo dividere con i suoi ospiti le misere coperte di cui lui stesso disponeva. Immagino quanto dovesse essere preoccupato che essi non si ammalassero.
Nichiren Daishonin non si mostrava più importante o migliore degli altri per il fatto di essere un prete o un santo [santo è la traduzione del termine giapponese shonin che sta a significare “il primo dei saggi” e spesso viene usato come sinonimo di Budda, n.d.t.]. Rispettava i suoi discepoli come suoi pari e come compagni di fede. Un Budda non esiste in un mondo separato dal nostro. La condizione vitale di Buddità si manifesta nell’esistenza concreta di coloro che recitano Nam-myoho-renge-kyo. Di conseguenza, nessuno è più degno delle persone che abbracciano la Legge mistica; sono loro i Budda.
Proteggere e lodare con passione i nostri compagni di fede, Budda come noi, è l’essenza del Buddismo del Daishonin, lo spirito fondamentale del Sutra del Loto e il sentiero che ha percorso la Soka Gakkai fino ai nostri giorni. Ecco perché il nostro movimento si è sviluppato così tanto e si è espanso in tutto il mondo. Una religione autoritaria è destinata inevitabilmente a indebolirsi e inaridirsi, come tutti voi sapete benissimo [dall’esempio della setta Nikken]. La Gakkai ha vinto! Abbiamo vinto perché abbiamo un legame diretto col Daishonin!
Il prossimo traguardo è di celebrare il nostro ottantesimo anniversario nel 2010 con una grande vittoria. Non vedo davvero l’ora di sapere come saranno diventate felici e fortunate le vostre vite da qui a cinque anni e quanto saranno cresciuti i membri della nostra Divisione giovani. Quindi, anzitutto prendiamoci cura della nostra salute man mano che procediamo verso quell’obiettivo.
Non dualità di maestro e discepolo
Uno degli attributi del Budda è “colui che ha vinto su Mara (forze demoniache)”. Un Budda si rifiuta di essere sconfitto. Lo spirito di un Budda si manifesta con l’assoluta determinazione a vincere, trionfando su qualsiasi cosa. In quanto praticanti del Buddismo di Nichiren Daishonin, non c’è possibilità che siate sconfitti; per quanti ostacoli o attacchi possiate incontrare, sarete comunque in grado di superarli e uscirne vincitori.
La vita del mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda, è stata una serie ininterrotta di vicissitudini drammatiche. Negli affari affrontò un problema dopo l’altro, la sua salute, minata dal periodo trascorso in carcere, era molto debole e io decisi fermamente di rimanere al suo fianco per proteggerlo e dargli il mio sostegno. Al mio maestro ho offerto tutti i miei guadagni e beni materiali, la mia giovinezza e la vita stessa. Questa è una cosa che mi riempirà sempre di orgoglio e onore.
La relazione maestro e discepolo, lo spirito di non dualità di maestro e discepolo, è l’essenza stessa del Buddismo. Chiunque può ripetere a pappagallo le parole “maestro e discepolo”, ma percorrere veramente questo cammino non è una cosa così facile e superficiale. Io ho realmente messo in pericolo la mia vita per proteggere Toda, perché sapevo che proteggere il mio maestro significava proteggere kosen-rufu, la Soka Gakkai, e i suoi preziosi membri. Toda e io condividevamo un profondo legame spirituale. Anche adesso che non c’è più, lo sento ancora al mio fianco, e sarà sempre così, nella prossima vita e in tutte quelle che verranno. Ecco quant’è profondo il principio buddista di maestro e discepolo.
Nascita, invecchiamento, malattia e morte
Come possiamo superare le sofferenze inevitabili di nascita, invecchiamento, malattia e morte? Nella Raccolta degli insegnamenti orali, il Daishonin dice: «Quando, recitiamo Nam-myoho-renge-kyo in questi quattro stati di nascita, invecchiamento, malattia e morte facciamo sì che essi diffondano la fragranza delle quattro virtù [di eternità, felicità, vero io e purezza]» (OTT, 90).
Le quattro virtù rappresentano uno stato di indistruttibile felicità e sono le virtù proprie dello stato di Buddità. “Eternità” implica che la natura di Budda è eterna attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro. “Felicità” significa assenza di sofferenza, gioia e pace della mente. “Vero io” rappresenta uno stato vitale di assoluta libertà che niente può distruggere, e “purezza” significa essere totalmente integri.
Dedicando la nostra vita alla Legge mistica, possiamo trasformare una vita tormentata dalle sofferenze di nascita, invecchiamento, malattia e morte in una vita di gioia suprema, ricca delle quattro virtù. Il Daishonin ci assicura che chi continua a lottare per kosen-rufu fino alla fine della vita nel meraviglioso regno della Soka Gakkai otterrà una condizione di ineguagliabile fortuna, fragrante di queste nobili virtù. Anche quando lascerà questo mondo, e nelle esistenze successive, vivrà sempre nello stato vitale di Buddità.
Il Daishonin scrive: «Se dovesse salire adesso al Picco dell’Aquila, si sentirebbe felice come se fosse sorto il sole illuminando le dieci direzioni e si chiederebbe come una morte prematura possa essere così gioiosa» (SND, 7, 250). Di solito, la gente considera la morte un evento triste e cupo, ma dal punto di vista della più fondamentale legge della vita, sia la nascita che la morte sono solo aspetti o fasi della vita eterna. Chi, in vita, recita e propaga Nam-myoho-renge-kyo, una volta morto, godrà uno stato di assoluta libertà, brillante come il sole che sorge, che lo farà gioire anche della morte. In questo modo possiamo accogliere con gioia sia la vita che la morte. Ecco perché il Daishonin ci spinge a condurre una vita ricca di fede nella Legge mistica. Inoltre incoraggia i membri della famiglia dicendo loro di non preoccuparsi, perché chi muore mantenendo la fede nella Legge mistica sarà certamente felice.
In una lettera, scritta a Nanjo Tokimitsu per ringraziarlo delle offerte che gli aveva mandato, il Daishonin dichiara: «Non può quindi esserci il minimo dubbio che lo spirito del tuo defunto padre sia alla presenza del Signore Shakyamuni e che tu stesso riceverai grandi benefici in questa vita» (SND, 7, 254). Questo brano spiega l’immenso beneficio che deriva dal proteggere e fare offerte a Nichiren Daishonin, il devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge. Chiunque lotti con dedizione per la mistica Legge e kosen-rufu è certo che otterrà la felicità e meriterà l’approvazione del Daishonin.
In un altro scritto, il Daishonin incoraggia un discepolo in questo modo: «Pratica diligentemente fino all’ultimo istante della vita e vedrai cosa accade! Quando salirai alla montagna dell’Illuminazione e ti guarderai intorno, con tua grande meraviglia vedrai che tutto l’universo è la Terra della Luce Tranquilla: il terreno è fatto di lapislazzuli, gli otto sentieri sono delimitati da corde dorate, dal cielo piovono quattro tipi di fiori e una musica risuona nell’aria. Tutti i Budda e i bodhisattva si dilettano carezzati dalle brezze di “eternità, felicità, vero io e purezza”. Si avvicina il tempo in cui anche noi saremo insieme a loro godendo della stessa gioia» (SND, 5, 182).
La Terra della Luce Tranquilla è un luogo in cui ogni cosa è inondata dalla luce della felicità e non esiste dolore o sofferenza. Fiori bellissimi piovono dal cielo, e una musica squisita riempie l’aria. È uno stato di assoluta beatitudine e gioia e coloro che hanno dedicato la vita alla Legge mistica raggiungeranno sicuramente questa sublime condizione, dopo la morte.
D’altra parte, come avete visto, una fine davvero misera attende chi offende la Legge o causa sofferenza ai membri sinceri che si adoperano instancabilmente per il progresso di kosen-rufu. La legge buddista di causa ed effetto è molto severa.
Rinascere di nuovo insieme
Scrivendo a una seguace [la monaca laica Ueno, madre di Nanjo Tokimitsu, n.d.r.] che aveva perso il marito qualche tempo prima e alla quale da poco era morto anche il figlio minore, il Daishonin afferma: «Se tu, sua madre amorevole, provi nostalgia di lui, spero che reciterai Nam-myoho-renge-kyo pregando di rinascere nello stesso luogo di Shichiro Goro e del tuo defunto marito, il signore Nanjo. I semi della stessa specie sono tutti uguali, i semi di altra specie sono tutti differenti. Se voi tutti coltivate nel cuore il seme di Myoho-renge-kyo, rinascerete insieme nella terra di Myoho-renge-kyo. Che grande gioia proverete quando vi ritroverete tutti e tre fianco a fianco!» (SND, 9, 282).
Il Daishonin insegna che se recitiamo Nam-myoho-renge-kyo e lo desideriamo ardentemente, nella nostra prossima esistenza potremo rinascere nello stesso luogo insieme ai nostri cari. Potremo vivere insieme nel regno della Legge mistica. Tale è l’enorme potere della fede.
Conoscete il filosofo danese Søren Kierkegaard (1813-55)? Fra le sue opere più note in Giappone vi sono La Malattia mortale e L’epoca presente [che fa parte dell’opera più vasta Due epoche (1845), n.d.r.]. Nonostante i suoi meriti di scrittore, Kierkegaard divenne bersaglio di un feroce attacco a opera della stampa popolare del suo tempo. [Sul giornale satirico Il Corsaro venne messo alla berlina in una serie di caricature, n.d.r.]. Egli reagì con fierezza, lottando per difendere la verità e confutare i violenti attacchi che gli venivano sferrati.
Quando, per puri scopi commerciali, prevalgono il sensazionalismo della stampa scandalistica e le notizie diffamatorie, anche la società ne soffre, perché si proietta su di essa un’ombra cupa che arriva a minare il tessuto stesso della democrazia. Ecco perché è così importante che la verità venga a galla e che tutti si sforzino per essere sicuri che ciò accada.
Dopo che in un mio precedente discorso del dicembre 2004 avevo parlato delle battaglie di Kierkegaard in nome della verità, Joakim Garff, un professore del Centro ricerche Søren Kierkegaard dell’Università di Copenhagen, espresse il suo accordo con le opinioni da me esposte e, nel febbraio 2005, tenne una lezione sulla filosofia del dialogo di Kierkegaard e sulla sua lotta contro gli attacchi della stampa.
Kierkegaard scrisse: «La fede di una persona si vede soltanto da quanto è disposta a sopportare in nome di essa». Tutti voi avete continuato le vostre lotte nonostante persecuzioni e attacchi diffamatori, trionfando su ogni sfida e dimostrando così la forza e la grandezza della fede. È davvero una cosa meravigliosa.
Donne che cambiano il mondo
La scrittrice francese George Sand (1804-76) rivendicò la libertà e l’indipendenza delle donne in una società dominata dagli uomini. Nei suoi quarant’anni e più di carriera sostenne la liberazione delle donne e dei lavoratori e lottò coraggiosamente contro le disuguaglianze, la povertà e la pena di morte, incidendo profondamente sulla società proprio come i nostri membri della Divisione donne e giovani donne, che dimostrano il coraggio di parlare e di agire per migliorarla e continuano a sforzarsi affinché il mondo diventi un luogo migliore.
Aumentano sempre più i settori in cui si afferma il ruolo sociale delle donne. Wangari Maathai, che ha vinto il Premio Nobel per la pace nel 2004, è una donna keniota che mi ha colpito molto quando l’ho incontrata. Con grande determinazione ha avviato, da sola, una campagna di rimboschimento che si è poi diffusa in tutta l’Africa. Stiamo entrando in un’epoca in cui le donne assumeranno sempre di più ruoli chiave in diversi campi.
George Sand era anche un’attivista politica che si batteva per la creazione di una repubblica ideale. Visse molti anni in campagna, dove ambientò molti dei suoi romanzi. Nelle zone rurali non troviamo l’eccitazione e il trambusto della città, ma ci sono tante persone oneste e lavoratrici che coltivano la terra e sono orgogliose di produrre il cibo di cui tutti noi ci nutriamo. Tra i romanzi della Sand ricordiamo: Lo stagno del diavolo, I mastri suonatori, La piccola Fadette e Consuelo, oltre a un’autobiografia intitolata Storia della mia vita.
Il grandissimo letterato francese Victor Hugo (1802-85) aveva molta stima per George Sand e, dal suo esilio nell’isola di Guernsey, le scrisse una lettera in cui rendeva omaggio al suo animo nobile, puro e grande. Ho sempre trovato molto toccante la profonda empatia che univa questi due famosi scrittori. La Sand fa dire a un personaggio di un suo romanzo: «È da codardi tollerare il male per vivere in pace». Stare a guardare un’ingiustizia senza intervenire, facendo finta di non aver visto, senza opporsi nel momento in cui avviene, è proprio da codardi.
In uno dei suoi discorsi, il paladino dei diritti civili Martin Luther King proclamò: «Dobbiamo restare uniti in ogni azione che intraprendiamo […]. Se siamo uniti possiamo ottenere molte delle cose che non solo desideriamo, ma che ci spettano di diritto». Non c’è nulla che possa spezzare l’unità di “diversi corpi, stessa mente” (itai doshin). Questo è un principio fondamentale, valido sempre e in ogni luogo. La Soka Gakkai ha vinto proprio in virtù di questo spirito.
Una volta Toda disse: «Se ci uniamo con la “stessa mente”, certamente realizzeremo i nostri obiettivi. Sicuramente si aprirà davanti a noi una strada nuova, che non abbiamo mai osato neanche sognare. Questa è la forza di coloro che hanno fede nel Buddismo del Daishonin. Vi prego di non dimenticarlo mai». Continuiamo ad avanzare in unità facendo di questo il nostro motto!
C’è sempre un’opportunità per crescere
Il famoso poeta e scrittore inglese, Robert Southey (1774-1843) scrisse la biografia dell’ammiraglio Horatio Nelson (1758-1805). In essa, Southey ne loda lo spirito vigoroso, la capacità di mettere sempre ulteriormente a frutto le vittorie già conseguite. In effetti, la vittoria è un’opportunità per ulteriori progressi: non dobbiamo riposare sugli allori, ritenerci soddisfatti e farci scappare altre occasioni. Il nostro movimento di kosen-rufu è ora a un bivio importante. In questo momento cruciale, intraprendiamo nuovamente la lotta per il progresso della nostra grande causa, puntando al 2010.
I prossimi cinque anni saranno decisivi, equivalenti, per importanza, a un intero secolo. Impegnamoci al massimo nei prossimi cinque anni. Mi auguro che ognuno riesca a rendere la propria vita prospera e in buona salute. Avanziamo insieme colmi di speranza verso il 18 novembre 2010, l’ottantesimo anniversario della fondazione della Soka Gakkai!
Il filosofo francese Michel de Montaigne (1533-92) ha scritto: «Questi difetti [stupidità e arroganza] stanno sempre insieme». Le persone sciocche scivolano facilmente nell’arroganza, quindi si può dire che l’arroganza è segno di stupidità. Non dobbiamo permettere che succeda a noi, né possiamo permettere che degli sciocchi arroganti ci sconfiggano. È profondamente sbagliato criticare o attaccare il Buddismo senza averne compreso i profondi insegnamenti e senza nemmeno aver cercato di capirli. Il Sutra del Loto dice chiaramente che nell’Ultimo giorno della Legge ci saranno molte persone arroganti che attaccheranno e tormenteranno il devoto del Sutra del Loto. Fare shakubuku significa anche avere il coraggio di confutare questo errore, incuranti delle persecuzioni.
Si dice che nessuna preghiera al Gohonzon rimarrà senza risposta. Come praticanti del Buddismo del Daishonin, possediamo il più grande tesoro del mondo, la “gemma che esaudisce i desideri” che ci permette di realizzare ogni nostro sogno e obiettivo. Per fare questo sono di fondamentale importanza il potere della nostra fede e quello della nostra pratica, che attivano i poteri del Budda e della Legge. Non è possibile che le nostre preghiere non ricevano risposta: qualunque cosa succeda, è impossibile essere sconfitti. Questa è la vera essenza della fede, quindi non dobbiamo preoccuparci. Finché manteniamo la fede nella Legge mistica, recitando Nam-myoho-renge-kyo, e cerchiamo di mettere in pratica il Buddismo, non ci troveremo mai in una situazione senza via d’uscita.
Le varie attività della SGI ci portano ogni sorta di beneficio e fortuna. Procediamo sempre insieme alla Gakkai e godremo naturalmente di un morale sempre alto e di un’esistenza piena di salute!
Il potere della gente
Lo storico francese Jules Michelet (1798-1874), analizzando la storia della Rivoluzione francese, si chiese: «Chi ci credeva così profondamente [da dare inizio alla rivoluzione]? Chi ha avuto la dedizione e la forza necessaria per tradurla in azione? Chi? La gente comune, ogni singola persona». La sua conclusione era che la gente era stata protagonista. Anche la Soka Gakkai ha vinto tutte le sue sfide attraverso il potere delle persone. Non si era mai visto un movimento popolare come il nostro in tutto il mondo. Molte persone di cultura attribuiscono il successo della Soka Gakkai, la chiave del suo sviluppo, all’impegno coraggioso dei suoi membri, al loro comportamento e alle azioni, sempre oneste e sincere.
Riguardo le persecuzioni incontrate per seguire la Legge, Nichiren Daishonin diceva: «Il quinto volume afferma che dopo la morte del Budda, quando sarà giunto l’Ultimo giorno della Legge, sicuramente apparirà il devoto del Sutra del Loto e in quel tempo e in quel paese si aduneranno innumerevoli monaci che osservano i precetti o che li violano, i quali, denunciando con false accuse il devoto al sovrano del paese lo faranno esiliare ed eliminare. Questi brani del sutra coincidono tutti con ciò che è accaduto a me. Per questo sono convinto che nel futuro otterrò la Buddità» (Non c’è salvezza nel triplice mondo, SND, 9, 197-198).
Gli ostacoli sono il carburante per conseguire la Buddità e per realizzare grandi vittorie. Superare le avversità è la dimostrazione che abbiamo conseguito la Buddità e la prova concreta del nostro trionfo. Sia il primo che il secondo dei nostri presidenti, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, vennero imprigionati a causa del loro impegno per kosen-rufu. La loro stessa fede irriducibile dimostra la legittimità della Soka Gakkai. Anch’io sono stato in prigione: per proteggere Toda e i miei compagni di fede, assunsi su di me tutti gli attacchi delle autorità. E poi, insieme ai membri di tutto il Giappone, ho proseguito conseguendo risultati di importanza fondamentale per il progresso di kosen-rufu, mai visti prima negli annali del Buddismo. In tutti questi casi, si è visto chiaramente chi era dalla parte della ragione e agiva nella verità e nell’integrità.
Tutte le organizzazioni sono a rischio di cadere nell’autoritarismo e nella burocrazia. Vi esorto a non lasciarvi mai ingannare dall’opera insidiosa di queste forze, perdendo così di vista la vera essenza del Buddismo. Nel regno di kosen-rufu, coloro che meritano veramente ammirazione sono i semplici membri della Gakkai che hanno lottato coraggiosamente con lo spirito di non dualità di maestro e discepolo. Questo è il punto di vista buddista e mi auguro che in particolare i miei amici della Divisione giovani lo terranno sempre a mente.
Il Daishonin intraprese una battaglia contro Ryokan, il prete corrotto del tempio di Gokuraku-ji, dichiarandosi fermamente convinto che «il risultato sarà determinato dalla prova concreta» (GZ, 349). Ryokan era un esempio del terzo dei tre potenti nemici, falsi santi arroganti, apparsi al tempo del Daishonin. Nichiren Daishonin combatté instancabilmente e con la massima determinazione contro le cose sbagliate.
Sono trascorsi quindici anni dal vile tentativo di distruggere la Soka Gakkai operato dalla setta Nikken, un covo di invidia e ingratitudine. Mentre noi siamo passati di vittoria in vittoria, il clero è precipitato in una spirale di follia e confusione fino al fallimento totale. Al contrario, con sincerità e convinzione, la Soka Gakkai è cresciuta su scala globale ottenendo straordinari successi. La prova concreta è fin troppo chiara, e il merito va interamente al potere della fede di ognuno di voi.
Se ci credete ci riuscirete
Il drammaturgo svedese August Strindberg (1849-1912) [analizzando una scena del Re Lear di Shakespeare, n.d.r.] fa notare che se la vittima tace si penserà che il cattivo sia nel giusto. È essenziale che denunciamo apertamente le ingiustizie. Quando ci viene fatto un torto, non dobbiamo tacere: questo è lo spirito della Soka Gakkai, che si accorda anche agli insegnamenti di Nichiren Daishonin. Seneca, filosofo dell’antica Roma, diceva che «se non vengono stroncati sul nascere, i vizi mettono radici in profondità». Dobbiamo combattere la corruzione recidendola alle radici; c’è un legame fra questo e la nostra convinzione che il Buddismo è vincere o perdere. Nelle battaglie per realizzare una vita felice e per dimostrare la verità dobbiamo assolutamente vincere.
Un altro grande dell’antichità, Virgilio, scrisse: «Sono riusciti [a vincere] / Perché pensavano di poterlo fare». Penso che sia assolutamente vero, in modo particolare per noi che abbracciamo la Legge mistica. Il punto fondamentale è agire, con la fiducia che stiamo recitando Daimoku e abbiamo il potere di farcela. In certi momenti potrete pensare che non ci riuscirete, oppure che non siete buoni parlatori o che non siete bravi a spiegare il Buddismo agli altri, ma non è vero. Se credete di poterlo fare e di avere la capacità di farlo, ci riuscirete. In particolare i giovani hanno bisogno di fiducia in se stessi, di credere che posseggono capacità senza limiti e di dimostrarle. Per tutta la sua vita Makiguchi ha continuato a ribadirlo. L’educatrice svedese Ellen Key (1849-1926) scrisse: «Felicità, nel senso più profondo del termine, significa elevare le nostre vite attraverso le vicissitudini dell’esistenza». La vera felicità risiede in un continuo miglioramento di sé. E la forza trainante per migliorare ed elevare la nostra vita si trova nella recitazione di Nam-myoho-renge-kyo. Direi addirittura che non ci sia altra via che il Daimoku per migliorare la propria vita.
Quando Horatio Nelson (1758-1805) si accingeva a una battaglia decisiva, una delle sue prime preoccupazioni era fiaccare il morale del nemico. È importante avere uno spirito combattivo, altrimenti non si può sperare di vincere contro un forte avversario. Nelson vinse perché aveva questo spirito.
Tocca alle donne!
Recentemente, alcuni membri del Comitato femminile per la pace della Soka Gakkai mi hanno regalato un libro di Eleanor Roosevelt, moglie del presidente americano Franklin D. Roosevelt, un’attivista sociale per la pace che ebbe un ruolo cruciale nella stesura della Dichiarazione universale dei diritti umani. Il libro ha un titolo meraviglioso: It’s Up to the Women [un’espressione che si può tradurre approssimativamente con “Tocca, alle donne”, oppure “Sta alle donne (decidere o agire)”, n.d.t.]. In esso proclama con orgoglio: «Intendo semplicemente mettere in evidenza il fatto che le donne, dietro le quinte o alzando la voce, hanno sempre avuto un enorme potere sui destini del mondo… Ora più che mai, nella crisi che stiamo vivendo, sembra appropriato dire “Tocca alle donne!”». Concordo pienamente. Anche Toda diceva che kosen-rufu è compito delle donne. Vorrei ringraziare tutti i nostri membri delle Divisioni donne e giovani donne per lo straordinario impegno profuso nell’anno appena trascorso e vi prego di continuare il buon lavoro che avete intrapreso anche nel nuovo anno. Eleanor Roosevelt sosteneva che «una donna può rendere felice o infelice la propria esistenza con la sua consapevolezza di quali sono le cose importanti nella vita».
Cos’è importante nella vita? Seneca osservava: «È la mente che ci fa ricchi». La felicità è qualcosa che riguarda la mente e il cuore. Così come la pace. Il mondo è sempre più pervaso da una sensazione di crisi profonda; è venuto il momento che l’umanità torni al punto di partenza del cuore umano e della vita stessa. Per noi, ciò che conta maggiormente è il cuore, l’atteggiamento nella fede. Come dice il Daishonin: «È il cuore che è importante» (WND, 1000; vedi anche SND, 4, 194). Sia le parole di Shakyamuni nel Sutra del Loto che gli scritti di Nichiren Daishonin trattano in vari modi del grande potere del cuore umano.
Saggezza e potere senza limiti
In una lettera indirizzata a Nichinyo, una delle sue seguaci, il Daishonin scrive: «Nel capitolo Hoto (undicesimo) si radunarono i Tathagata Taho e Shakyamuni, i Budda delle dieci direzioni e tutti i bodhisattva. Quando rifletto sul luogo ove si trovi ora questo capitolo Hoto, vedo che si trova nel fiore di loto a otto petali del cuore della signora Nichinyo» (SND, 7, 204-205). Qui, il Daishonin proclama che la saggezza di tutti i Budda e il potere di tutti i bodhisattva dell’universo esistono nella vita di una donna che abbraccia la Legge mistica. È la fede che ci permette di attingere a quella saggezza e a quel potere senza limiti. Perciò non è possibile che le nostre vite finiscano in modo triste e infelice. Perseverando nel nostro impegno di guidare verso la felicità i nostri amici, i nostri cari e tutte le persone con cui abbiamo un legame, saremo sicuramente in grado di diffondere una cultura di pace in tutto il mondo partendo da dove ci troviamo adesso.
Presto verrà pubblicato a puntate un dialogo che sto tenendo col dottor Radhakrishnan, un esperto di studi gandhiani a livello internazionale. «Il male non riposa mai» ha fatto notare Radhakrishnan «il che significa che l’impegno delle persone che lavorano insieme per il bene è costantemente messo alla prova». Coloro che stanno dalla parte del bene devono restare uniti. È essenziale che parlino apertamente facendo sentire la loro voce.
«La voce svolge l’opera del Budda» (vedi OTT, 4). Non dobbiamo rimanere in silenzio. Kosen-rufu avanza nella misura in cui noi non «risparmiamo le nostre voci» (vedi OTT, 57). Il Daishonin dichiara: «Quando il leone ruggisce, tutti gli altri animali tacciono» (SND, 6, 236). Dobbiamo “ruggire” in difesa della verità e del bene per mettere a tacere le voci false e malevole che creano confusione e sofferenza nelle persone. Dobbiamo inoltre usare la voce per offrire caldi incoraggiamenti e lodi ai nostri compagni di fede che si stanno dedicando così tanto a kosen-rufu.
Quando lanciò la sfida di ricostruire la Soka Gakkai dopo la guerra, Toda capì che l’unica strada era partire facendo crescere anzitutto un compagno di fede dotato di un’autentica dedizione a kosen-rufu e quindi procedere incrementando costantemente, uno a uno, le fila di questi compagni. Era convinto che ciò avrebbe creato il “tempo” di kosen-rufu. Teniamolo a mente e ancora una volta creiamo un tempo di crescita e di grandi risultati nel nostro movimento di kosen-rufu! In particolare attendo speranzoso la crescita della Divisione giovani, ai quali vorrei dedicare alcune frasi di celebri personaggi.
Il famoso scrittore cinese Ba Jin, mancato recentemente (il 17 ottobre 2005), una volta mi disse: «Ho fiducia nella gioventù. In ogni epoca emergono sempre giovani straordinari, così come appaiono idee straordinarie». La gente di tutto il mondo ripone grandi aspettative nei giovani della Soka Gakkai. E Toda: «Le persone che nella vita sperimentano la sofferenza, sia a livello interiore che fisico, crescono più forti. Ecco perché i giovani che desiderano diventare grandi esseri umani non devono ricercare una vita facile o frivola». Infine, lasciate che vi citi una frase di Strindberg (1849-1912): «È la poderosa e crudele lotta per la vita che mi dà la gioia di vivere e il mio piacere consiste nello scoprire qualcosa, nell’imparare qualcosa».
I giovani sono il sole nascente della verità e della giustizia, la principale forza trainante che plasmerà il futuro. Non stancatevi mai di denunciare la corruzione e le azioni malvage!