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La strategia del Sutra del Loto - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:32

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La strategia del Sutra del Loto

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Shijo Kingo dono gohenji (Hokekyo heiho no koto)
Gosho Zenshu pag. 1192
scritto da Minobu il 23 ottobre 1279, a 58 anni

Ho letto con grande attenzione la lettera nella quale mi descrivi il tuo recente scontro con potenti avversari. Così, infine, ti hanno attaccato! È stata una gioia per me sapere che la tua consueta prudenza e il tuo coraggio, così come la tua salda fede nel Sutra del Loto, ti hanno permesso di uscirne illeso.
Quando una persona ha esaurito la propria fortuna, qualsiasi strategia sarà inutile. Quando avrà esaurito le proprie ricompense karmiche, neanche i suoi uomini la seguiranno più. Tu sei sopravvissuto perché possiedi ancora sia fortuna che ricompense. Inoltre, nel capitolo Affidamento gli dèi celesti e le divinità benevolenti promisero di proteggere i devoti del Sutra del Loto. Fra tutti gli dèi guardiani in cielo, quelli del sole e della luna ci proteggono visibilmente. Come possiamo dubitare della loro protezione? In particolare la divinità celeste Marichi è al servizio del dio del sole. Il vassallo Marichi potrebbe abbandonare il devoto del Sutra del Loto quando il suo signore, il dio del sole, lo protegge? Nel capitolo introduttivo del sutra si legge: «[A quel tempo era presente anche Shakra Devanam Indra con il suo seguito di ventimila figli del cielo]. Vi erano anche i figli del cielo Luna Rara, Fragranza Diffusa, Preziosa Luce, e i quattro grandi Re celesti, insieme ai loro seguaci, diecimila figli del cielo»[ref]Il Sutra del Loto, cap. 1, pag. 4.[/ref]. Marichi doveva essere tra i trentamila presenti alla cerimonia, altrimenti potrebbe solo dimorare nell’inferno.
Sei sfuggito alla morte grazie alla protezione di questa divinità. Essa ti ha reso abile nel maneggiare la spada, mentre Nichiren ti ha donato i cinque caratteri del titolo del Sutra del Loto. Senza dubbio Marichi protegge coloro che abbracciano il Sutra del Loto. Anche Marichi abbraccia il Sutra del Loto e aiuta tutti gli esseri viventi. Anche la frase «quelli che partecipano alla battaglia sono tutti schierati in prima linea»[ref]Citazione dal classico taoista del quarto secolo Pao-p’u Tzu. I soldati cinesi credevano che recitare questa frase mentre tracciavano nell’aria con le dita quattro linee verticali e cinque orizzontali li avrebbe protetti dalle ferite. Questa pratica si diffuse in seguito in Giappone e fu ampiamente usata dai samurai del periodo di Kamakura (1185-1333). Con questa frase il Daishonin spiega che gli dèi celesti e le divinità benevolenti si dispongono a schiera per proteggere i devoti del Sutra del Loto in ogni loro attività.[/ref] è in accordo con il Sutra del Loto che afferma: «Se capitasse loro di esporre qualche testo del mondo secolare o di parlare di questioni di governo o di cose legate al patrimonio o ai mezzi di sussistenza, saranno sempre in accordo con la Legge corretta»[ref]Il Sutra del Loto, cap. 19, pag. 348.[/ref]. Perciò devi raccogliere più che mai il potere della tua fede. Non rimproverare gli dèi celesti se esaurisci la tua fortuna e perdi la loro protezione.
Masakado era conosciuto come un coraggioso generale esperto nell’arte della guerra, tuttavia fu sconfitto dalle truppe comandate dall’imperatore. Anche Fan K’uai e Chang Liang furono sconfitti. È il cuore che è importante. Non importa quanto forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede sarà come tentare di accendere il fuoco con un’esca bagnata. Sforzati di raccogliere il potere della fede. Considera prodigiosa la tua sopravvivenza. Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra. Allora, come afferma il sutra, «riuscirai […] a sconfiggere tutti gli altri nemici»[ref]Vedi Il Sutra del Loto, cap. 23, pag. 385. La frase completa nel sutra è al tempo passato: «Ora sei riuscito a distruggere tutti i demoni e i ladri, ad annientare l’armata della nascita e della morte e a sconfiggere tutti gli altri nemici».
[/ref]. Queste auree parole non saranno mai contraddette. L’essenza della strategia e dell’arte della spada derivano dalla Legge mistica. Abbi profondamente fede in questo. Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere.
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il ventitreesimo giorno del decimo mese
Risposta a Shijo Kingo

Nota dei traduttori

L’attuale versione italiana del Gosho raccolta nei volumi della serie Gli scritti di Nichiren Daishonin (SND) e la nuova edizione inglese revisionata pubblicata nel volume The Writings of Nichiren Daishonin (WND) presentano numerose differenze. Essendo in lavorazione anche la nuova versione italiana basata sulle ultime edizioni giapponesi e inglesi, abbiamo scelto di presentare in queste pagine la nuova traduzione provvisoria avvisando il lettore che, prima dell’uscita in volume della nuova versione, le traduzioni potranno ancora subire variazioni.

Il titolo di questa lettera è Shijo Kingo dono gohenji (Risposta a Shijo Kingo), ma è conosciuta anche come Hokekyo heiho no koto (La strategia del Sutra del Loto) e come Kengyo sho (L’arte della spada).

Cenni storici

Questa lettera, indirizzata a Shijo Kingo, figura centrale fra i fedeli di Kamakura, è stata scritta da Nichiren Daishonin il 23 ottobre 1279, all’età di 58 anni, mentre si trovava a Minobu.
Nello stesso periodo aveva luogo la persecuzione di Atsuhara: venti contadini convertiti al Buddismo di Nichiren vennero arrestati ingiustamente, condotti a Kamakura e il 15 ottobre tre di essi furono decapitati.
Tra i discepoli l’atmosfera era molto tesa: le autorità avevano attaccato non più direttamente il Daishonin, ma i suoi seguaci.
Il 12 ottobre del 1279 Nichiren iscrisse il Dai- Gohonzon, comprendendo che la fede dei discepoli era in grado di proteggerlo, anche a costo della vita, come stavano dimostrando i “martiri” di Atsuhara.
Shijo Kingo si era convertito nel 1256, all’età di ventisei anni, e praticava da ventitré anni. Abile medico, era al servizio di Ema Mitsutoki del clan Hojo come samurai e aveva cercato di convertire il suo signore, suscitando però gelosie da parte dei colleghi che avevano iniziato a bersagliarlo di attacchi e calunnie. Nel 1276 Ema gli ingiunse di lasciare il suo feudo e di andare nella lontana provincia di Echigo ma, seguendo la guida di Nichiren Daishonin, Shijo Kingo decise di rimanere e si rifiutò anche di abbandonare la fede, come avrebbe voluto il suo signore. Nel 1277 una violenta epidemia colpì Kamakura e anche Ema si ammalò gravemente; si rivolse allora a Kingo che lo guarì riconquistando così la fiducia del suo signore. In seguito Ema gli assegnò un feudo tre volte più esteso di quello originario.
I colleghi, di fronte a questo risultato, reagirono con gelosia e odio ancora maggiori, arrivando infine ad attentare alla vita di Kingo. Questo scritto è la risposta alla lettera in cui Kingo informava il suo maestro di essere scampato a un attentato e il Daishonin, oltre a rallegrarsi del fatto che Kingo fosse rimasto illeso, lo incoraggia a «usare la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra» cioè a lottare, mantenendo alla base una fede risoluta, poiché questa strategia è quella che permette di ottenere la vittoria più grande.

Spiegazione a cura del dipartimento di studio

«Ho letto con grande attenzione la lettera nella quale mi descrivi … perché possiedi ancora sia fortuna che ricompense».

Shijo Kingo informa Nichiren che è uscito illeso da un attentato organizzato da ignoti. Nichiren si rallegra per il fatto che Shijo Kingo sia riuscito a salvarsi grazie alla “consueta prudenza”, cioè all’atteggiamento di non abbassare mai la guardia e al “coraggio”, ovvero allo spirito di continuare a sfidarsi. Ma Nichiren Daishonin porta Shijo Kingo a fare una profonda riflessione sul fatto che è la “salda fede nel Sutra del Loto” la risorsa basilare per sconfiggere qualsiasi forza malvagia.
«Quando una persona ha esaurito la propria fortuna, qualsiasi strategia sarà inutile»: con questa frase Nichiren insegna l’importanza della fortuna. In altri termini, né la posizione sociale, né le ricchezze materiali garantiscono la felicità fondamentale. Dal punto di vista del Buddismo gli effetti che sperimentiamo, sia positivi che negativi, dipendono dal nostro karma. La cosiddetta “fortuna” è l’effetto non del destino, come fatalisticamente interpretano altri pensieri religiosi, ma del nostro karma positivo che si manifesta con la protezione dell’ambiente. Un altro Gosho afferma: «Un importante principio buddista dice che “la fragranza interna otterrà protezione esterna”» (SND, 4, 172).
E aggiunge: «Quando avrà esaurito le proprie ricompense karmiche, neanche i suoi uomini lo seguiranno»; significa che se la fortuna termina, tutto gira a vuoto e allora qualsiasi strategia sarà inutile.
Nel Giappone dell’epoca si doveva seguire il proprio signore fino alla morte e il fatto che questi perdesse la propria fortuna era un fatto molto grave per la comunità. Nichiren utilizza questo esempio per rendere efficace la spiegazione di questo importante principio buddista.
Il presidente Ikeda asserisce: «Alla base di tutto è necessario avere una salda fede. Grazie alla fede, l’infinito potere della Legge mistica si manifesta nelle nostre vite in saggezza, coraggio, forza vitale e forze protettive. Il Daishonin ci sta insegnando che la saggezza, il coraggio e la fede sono i punti focali per vincere».
La saggezza si esprime nella prudenza, cioè nell’attenzione che poniamo alle piccole cose. A volte è dai piccoli segni che riusciamo a prevedere quello che viene dopo, come si evolvono gli eventi: questa capacità, da non confondersi con la superstizione, si sviluppa con il Daimoku e la fede.
Il coraggio significa affrontare i problemi quando appaiono e perseverare nell’andare avanti.
Nell’ottica buddista affrontare un problema vuol dire non cercare la causa fuori di sé, ma riconoscere che dipende da noi, assumersene la responsabilità. Solo così si attiva la possibilità di trasformare una situazione negativa in positiva, (secondo il principio di hendoku iyaku, trasformare il veleno in medicina), ottenendo la protezione dell’ambiente.
Questo potere deriva dalla forza vitale di una persona e scaturisce anch’esso dalla fede e dalla recitazione del Daimoku.
Tutti questi elementi sono presenti nella preghiera per realizzare il grande desiderio di kosen-rufu. Quando mettiamo al centro della nostra vita la preghiera per kosen-rufu, progrediamo nella rivoluzione umana superando i limiti che derivano dalla nostra oscurità fondamentale, e siamo in grado di avere un comportamento saggio e coraggioso, mostrando grandi prove concrete nell’ambiente in cui viviamo.
In sintesi, una preghiera costante e le azioni dedicate alla realizzazione di kosen-rufu e allo shakubuku sono la più grande sorgente di fortuna.

«Sei sfuggito alla morte grazie alla protezione di questa divinità. … Non rimproverare gli dèi se esaurisci la tua fortuna e perdi la loro protezione».

Qui Nichiren, riconosce l’importanza dell’”arte della spada” usata da Shijo Kingo per fronteggiare con successo i suoi nemici e il sostegno della divinità protettrice Marichi, ma dice che anch’essa deriva dai cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo, perché tutte le divinità, Marichi compresa, promisero di proteggere coloro che abbracciano il Sutra del Loto.
La parola “strategia” ha le sue radici nell’arte militare, ma nell’ambito della vita in generale, indica il modo per ottenere il risultato migliore. Nella vita sociale, come in ogni campo dell’agire umano, spesso è necessario “combattere” per superare le difficoltà, per affermare che qualcosa non è giusto o per realizzare quello in cui crediamo; adottare una strategia quindi è importante, ma il Daishonin incoraggia Kingo a considerare la strategia del Sutra del Loto superiore a tutte le altre.
Nichiren cita anche la formula magica pronunciata dai samurai in battaglia, «quelli che partecipano alla battaglia sono tutti schierati in prima linea», come esempio per spiegare che tutta la saggezza della vita quotidiana e le strategie adottate da noi esseri umani si valorizzano, se hanno alla base la fede nella Legge mistica.
Con questo ragionamento Nichiren Daishonin fa comprendere al suo discepolo e quindi anche a noi, che coloro che propagano la Legge mistica senza alcun dubbio riceveranno la protezione dell’ambiente, in qualsiasi campo si trovino a cimentarsi.
Le divinità protettrici (shoten zenjin) non sono “esseri speciali”. Quando le nostre azioni sono in accordo con la Legge mistica, emergono dalle nostre vite forza vitale e fortuna che si manifestano nella vita reale, nell’ambiente come forze protettrici. Il rendere più o meno incisive queste forze protettrici dipende da quanto riusciamo ad attingere al potere della fede.
Il presidente Ikeda afferma: «”Bonten, Taishaku, dei del Sole e della Luna, entrate nella mia vita e nelle vite di tutti i miei compagni di fede!” Pregando in questo modo emergerà una forza mille volte più grande, diecimila volte più grande. Questa è la preghiera che rivoluziona la vita. Questo è avere fede. Ed è il segreto della rivoluzione umana».
Nichiren Daishonin incoraggia Shijo Kingo a raccogliere il potere della sua fede, anche se praticava già da ventitré anni, a sottolineare che la fede, sia come convinzione profonda nella Legge mistica e nella Buddità nostra e altrui, che come azione conseguente, è un potere da sviluppare incessantemente, cogliendo come occasione la difficoltà che abbiamo davanti adesso.
Non ci si può accontentare dell’esperienza passata o di una fede teorica nel Gohonzon, senza sfidarsi nuovamente, pensando di non avere più nulla da imparare sul Buddismo. Tutto quello di cui parla Nichiren si realizza solo quando mettiamo in pratica esattamente i suoi consigli.

«Masakado era conosciuto come un coraggioso generale … Anche Fan K’uai e Chang Liang furono sconfitti. È il cuore che è importante».

In questo brano il Daishonin ribadisce ancora che non importa quanto si possa essere dei coraggiosi soldati o abili nell’arte della guerra, come il personaggio citato, poiché quando la fortuna e le ricompense karmiche delle cause positive che abbiamo posto si esauriscono, si viene sconfitti immancabilmente. Noi che miriamo alla realizzazione di kosen-rufu e a vivere delle esistenze vittoriose, non dobbiamo basarci su stratagemmi e metodi vari, ma unicamente sul cuore che nutre una profonda e sentita fede nella Legge mistica.
Coloro che si appoggiano agli stratagemmi finiscono con l’essere sconfitti dagli stratagemmi stessi. La forza che permette di aprire il varco alla vittoria è la fortuna radicata nelle nostre vite e ciò che accresce questa fortuna è la fede nella Legge mistica.
Il presidente Ikeda afferma: «Il cuore che nutre fede determina la felicità delle tre esistenze. Il cuore che nutre il desiderio di realizzare kosen-rufu è come un piatto d’oro che accumula sempre di più i benefici. Al contrario se non rafforziamo il cuore che nutre la fede, qualsiasi cosa si faccia, la fortuna fugge via poiché il piatto è forato».

«Non importa quanto forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede … Considera prodigiosa la tua sopravvivenza».

Shijo Kingo era riuscito a superare numerose difficoltà grazie al fatto di aver messo in pratica le guide di Nichiren Daishonin. Nonostante ciò Nichiren insiste nel ribadirgli: «Non importa quanto forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede sarà come tentare di accendere il fuoco con un’esca bagnata». Anche se il potere del Budda e della Legge sono assoluti, se il potere della fede e dell’azione sono deboli non si avrà nessun effetto. Per questa ragione lo sprona per la seconda volta dicendogli: «Sforzati di raccogliere il potere della fede».
La chiave del potere della fede si trova nella preghiera basata sulla non-dualità di maestro e discepolo. Il presidente Ikeda afferma: «La non-dualità di maestro e discepolo è l’elemento principale del Buddismo. Desidero che maturiate la convinzione che nel momento in cui i nostri cuori saranno concentrati su kosen-rufu tutte le nostre preghiere otterranno risposta».
Non avere fede non significa semplicemente non credere. Significa nutrire nel proprio cuore il sentimento che l’insegnamento del maestro è qualcosa di distante e che non ci appartiene. Perciò Nichiren ci sta ammonendo a non mettere nei nostri cuori nessuna distanza nella relazione maestro e discepolo.

«Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra. … Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere».

Al termine del Gosho Nichiren riconferma con forza e passione i punti principali via via esposti. La realtà della nostra società umana è un palcoscenico dove avviene questa strenua lotta in cui si vince o si perde. Il Buddismo di Nichiren Daishonin è l’insegnamento che rivela la strategia più nobile per vincere in qualsiasi battaglia. Questa strategia che ci permette di ottenere una vittoria certa è la “strategia del Sutra del Loto”.
La strategia del Sutra del Loto indica avere alla base una preghiera fondata su una ferma convinzione nel Gohonzon e lottare facendo sgorgare la forza vitale, il coraggio e la saggezza intrinsecamente presenti nelle nostre vite. Basarsi solo su stratagemmi o metodi è limitante, al contrario la fede non ha limiti. Quando ci basiamo sulla Legge mistica che permea tutto l’universo, noi possiamo risvegliare una forza infinita che ci permette di abbattere qualsiasi ostacolo si presenti. Grazie a questa forza «riuscirai […] a sconfiggere tutti gli altri nemici».
Inoltre come afferma che «l’essenza della strategia e dell’arte della spada derivano dalla Legge mistica», essa è la strategia definitiva per la vittoria e quando abbiamo alla base la fede nella Legge mistica possiamo utilizzare al meglio tutti i nostri sforzi.
Alla fine della lettera Nichiren scrive: «Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere»; ciò significa che dal punto di vista della fede è coraggioso chi continua a lottare, anche con fatica, approfondendo e perseverando nella fede, senza farsi sconfiggere dalle difficoltà, fino a ottenere un risultato: questa è la vittoria in termini buddisti.

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