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La paura non mi fa più paura - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:36

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    La paura non mi fa più paura

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    Ho incontrato la pratica di Nam-myoho-renge-kyo nell’ottobre del 2000. Fino ad allora ero stata una persona impaziente, capricciosa, indecisa, lamentosa, ripiegata su me stessa. Così mi ricorda chi mi conosce da tempo ed è stato testimone del mio cambiamento.
    Incapace di stare sola con me stessa, per tredici anni ho investito chi mi era accanto del potere di rendermi felice, salvo poi trasformarmi in una strega che faceva scappare il fidanzato di turno. Oppure scappavo io. A un rapporto basato sulla violenza ne è seguito uno da favola che celava però le insidie del tradimento. Ho accumulato così tanto dolore e frustrazione da desiderare solo di scomparire.
    Finché non ho incontrato il Gohonzon. Vorrei poter dire di avere iniziato per curiosità, ma non è stato così: ero disperata. E dopo, è stato ancora peggio: dopo due mesi l’amore infedele è tornato. Era quello che desideravo, la prova concreta più dolorosa che potessi cercare perché poi lui se n’è andato via di nuovo. Ma questa volta ho voluto guardare in faccia la realtà, affrontarla, decidere io della mia vita, lasciare andare un uomo infedele e dirigermi verso ciò che era giusto per me. Da quel momento sono stata consapevole di avere il potere di trasformare il veleno in medicina. E non mi sono più arresa. Il mio Daimoku si stava trasformando ogni giorno di più, con fatica e perseveranza, nel ruggito del leone. Quelle doti, che mai mi erano appartenute, scaturivano da me grazie al sostegno e alla pazienza dei compagni di fede: di chi mi ha fatto conoscere la pratica, di chi mi ha aiutata a superare la paura di diventare grande, di chi mi ha seguita nel cammino per diventare madre, di chi, pur tanto diverso da me, sento essere unito indissolubilmente a me nella fede.
    Nel luglio del 2002 ho ricevuto il Gohonzon. Conoscevo Corrado già da un anno: era affranto perché anche lui usciva da un rapporto sentimentale fallimentare. Il mio primo istinto è stato parlargli del Buddismo di Nichiren Daishonin. Non pratica questo Buddismo, ma è diventato mio marito. Un marito rispettoso delle mie scelte, collaborativo e presente. All’inizio non mi pareva incarnasse il mio ideale d’uomo ma dopo un mese che uscivamo insieme ho rischiato di perderlo e ho capito quanto importante fosse per me.
    Dopo un anno abbiamo deciso di avere un figlio, Giulio. A distanza di sedici mesi è inaspettatamente arrivato anche Tommaso. Il sogno di avere una famiglia numerosa piano piano si stava concretizzando.
    Al quinto mese della seconda gravidanza, durante l’ecografia morfologica, il ginecologo si è accorto di un problema al rene destro di Tommaso. Si trattava di una formazione cistica non meglio definita, che rischiava di compromettere la funzionalità del rene di nostro figlio. In base alla prima diagnosi, al 90% Tommaso avrebbe dovuto vivere con un rene solo. Niente di tragico, questo non avrebbe compromesso la sua esistenza, a parte analisi periodiche, dieta controllata e niente sport estremi. Ma quando aspetti un figlio, tutto vorresti tranne che sentirti dire che la sua vita comincerà con delle limitazioni. E comunque c’era la paura che potesse essere qualcosa di più grave, visto che nessuno riusciva a essere preciso sulla natura della malformazione. Così ho deciso che la sua vita sarebbe stata pura, che quella ciste, o qualunque cosa fosse, sarebbe scomparsa. E con me, tutte le persone che mi sono state accanto e che col loro Daimoku mi hanno dato forza, incoraggiata, rassicurata.
    Le dimensioni della ciste si riducevano mese dopo mese, al punto che con l’ecografia non si riusciva quasi più a distinguere. Tommaso ha avuto due infezioni urinarie con 39°C di febbre nei suoi primi quindici giorni di vita, cosicché ha dovuto essere ricoverato in ospedale. Vederlo star male ed essere impotente… e invece no, io avevo lo strumento giusto, per me, per lui, per mio marito, per i nonni che erano tutti spaventati. Insomma, col mio Daimoku ho sostenuto tutti, e in risposta tutti hanno sostenuto me.
    Gli specialisti hanno voluto sottoporlo a una risonanza magnetica. Non avendo ricavato una risposta soddisfacente, hanno deciso di andare a vedere da vicino. Era l’ultimo dei nostri pensieri e la prima delle nostre paure, ma io e mio marito abbiamo dovuto affrontarla, insieme. A poco più di un mese di vita Tommaso è dovuto entrare in sala operatoria, sostenuto dalle preghiere mie e di tutti quelli che ci vogliono bene. In quell’occasione abbiamo capito quanto eravamo fortunati a essere circondati da così tanto amore!
    L’operazione è durata più del doppio del previsto, ma il timore che potesse trattarsi di tumore è svanito per sempre. Per otto mesi Tommaso non ha mai più avuto una linea di febbre fino a quando non è iniziato a spuntare il primo dentino.
    Ho sofferto di attacchi d’ansia e di panico anni fa e, quando ho iniziato a praticare, ho anche intrapreso un cammino a ritroso nel mio passato con l’aiuto di una psicologa: è stato lacerante, ma inevitabile. Ora non ho più paura. O meglio, la paura non mi fa più paura. Uno dei miei sogni nel cassetto rimane proprio la laurea in Psicologia oltre a una bella bimba, una casa più grande e immersa nel verde, un’attività in proprio a cui sto già lavorando. Ma so che con il sostegno di mio marito e la preghiera ce la farò.
    Desidero più di ogni altra cosa al mondo essere una buona madre per i miei figli e una buona moglie per mio marito, un esempio di coraggio e saggezza, affinché possano affrontare dolori, sofferenze e ostacoli con la consapevolezza che sono tutte occasioni per crescere e diventare dei Budda infinitamente compassionevoli.

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