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I miei amici europei - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:43

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I miei amici europei

Dal suo primo storico viaggio del 1961, dai primi dialoghi con grandi personalità del mondo della cultura, Daisaku Ikeda ripercorre le tappe di un rapporto sempre più sentito e intenso con l’Europa e i membri europei «persone di grande integrità e lealtà che non avrebbero mai tradito un amico, che sono rimaste fedeli alle loro convinzioni, che sono tra i più grandi tesori della mia vita»

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Dal suo primo storico viaggio del 1961, dai primi dialoghi con grandi personalità del mondo della cultura, Daisaku Ikeda ripercorre le tappe di un rapporto sempre più sentito e intenso con l’Europa e i membri europei «persone di grande integrità e lealtà che non avrebbero mai tradito un amico, che sono rimaste fedeli alle loro convinzioni, che sono tra i più grandi tesori della mia vita»

I miei primi passi per kosen-rufu in Europa risalgono ormai a quarantacinque anni fa, quando, nell’ottobre del 1961, visitai nove nazioni europee. [Ikeda fece tappa in Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera, Austria e Italia, n.d.r.].
In effetti, anche quell’anno, che era il successivo alla mia nomina come terzo presidente della Soka Gakkai, era stato chiamato l’Anno dei Grandi Risultati, e quella prima visita in Europa segnò realmente l’inizio di una grande crescita e sviluppo di kosen-rufu a livello mondiale.
Fino ai primi anni Sessanta, in Europa si può dire che praticamente non ci fossero membri della Soka Gakkai, ma io ero molto deciso a piantare, in quel grande continente, un seme di Legge mistica dopo l’altro. Ovunque andassi recitavo in modo da impregnare la terra con un Daimoku permeato dall’ardente preghiera che un giorno potessero senza dubbio emergere anche lì i Bodhisattva della Terra. Allora chi avrebbe mai potuto immaginare lo straordinario sviluppo del nostro movimento di kosen-rufu che abbiamo raggiunto oggi in Europa? Tutto questo è merito dell’impegno disinteressato dei membri europei, che si sono dati da fare incessantemente per diffondere la Legge mistica, in nome della pace mondiale e per la felicità delle persone. Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine a ognuno di voi.
Non esistono ricordi più belli di quelli costruiti lavorando fianco a fianco dei compagni di fede nel regno della Legge mistica. Nichiren Daishonin scrive: «Recita Nam-myoho-renge-kyo sinceramente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (Domande e risposte sulla fede nel Sutra del Loto, SND, 7, 24). La Soka Gakkai, attualmente, è l’unica organizzazione che mette davvero in pratica la Legge mistica. Lasciare la Soka Gakkai per ricercare altrove la felicità, equivale a inseguire una pura illusione che può apparire facile e spensierata, ma che poi si rivela ben diversa. Mi auguro che non lascerete mai la Soka Gakkai e non vi separerete dai vostri migliori amici: i compagni di fede nel regno della Legge mistica. Il mio augurio è che si possa avanzare per sempre nell’unità di “diversi corpi, stessa mente” (itai doshin). Per favore non dimenticate mai che questa è la strada che porta a una felicità indistruttibile per l’eternità.
Ho saputo con piacere che, nell’anno appena concluso, la SGI europea ha realizzato l’obiettivo di raggiungere i settantamila membri. In ogni paese, la nostra organizzazione ha scritto una splendida pagina di crescita, basandosi sulle piccole riunioni di discussione.
In Francia, la Soka Gakkai continua a registrare una crescita costante, con l’acquisizione di molti nuovi membri; ha raggiunto il suo scopo numerico per due anni di fila e, al momento, si tengono riunioni di discussione in oltre mille sedi sparse per il paese. Anche la Soka Gakkai svedese, nel 2005, ha aumentato il numero degli associati di quasi il venti per cento. Attraverso l’assiduo impegno dei nostri membri, sono state edificate solide fondamenta per kosen-rufu in ogni paese europeo. È molto importante che il progresso continui senza interruzioni. Non c’è bisogno di avere fretta, basta avanzare costantemente, anche un solo passo alla volta.
Avete fatto tutti un lavoro fantastico. Nichiren Daishonin sicuramente vi applaudirebbe con entusiasmo. In uno dei suoi scritti, dichiarava: «E quando, dapprima una sola persona, poi due, poi mille, diecimila, centomila e quindi tutto il popolo da un capo all’altro del paese, reciterà Daimoku, benefici insperati si accumuleranno sulla tua persona. Tali benefici saranno come le gocce di rugiada che si fondono a formare il grande oceano o i granelli di polvere che si accumulano per divenire il monte Sumeru» (Lettera a Myomitsu Shonin, SND, 7, 192).
Tutti voi siete i coraggiosi pionieri del magnifico sviluppo di kosen-rufu in Europa, sviluppo che continuerà a dispiegarsi nei secoli a venire e fino all’infinito futuro. L’immenso beneficio che vi ritorna rimarrà con voi vita dopo vita. Vi prego di essere assolutamente certi di questo.

Il tesoro della gioventù

Fin dai primi giorni di questo 2006, “Anno dei giovani e dei grandi risultati”, i giovani in tutta Europa sono già vivacemente all’opera.
I membri della Divisione giovani sono determinanti. La prima volta che ho incontrato il presidente Toda avevo diciannove anni. Mi faceva sentire come se fossi un diamante prezioso, e fu quello spirito sincero che mi fece decidere di alzarmi in prima persona per realizzare kosen-rufu.
Il ruolo dei responsabili è di lavorare per il bene dei giovani, non di sfruttarli o approfittarsene. È importante rispettare e dare la massima attenzione ai giovani, sui quali ricadrà la responsabilità del futuro, e in particolare ai membri della Divisione giovani donne. Ciò è fondamentale se vogliamo che i giovani realizzino le loro illimitate potenzialità.
Anche il grande scrittore francese Victor Hugo amava i giovani. Aprendo una piccola parentesi, la Casa della Letteratura Victor Hugo, della SGI, aperta nel 1991 nei dintorni di Parigi, vedrà presto il numero totale dei suoi visitatori oltrepassare le 200.000 persone. Desidero quindi esprimere il mio più profondo apprezzamento al suo direttore, Philippe Moine, e a tutti coloro che si dedicano a questa nobile istituzione.
Hugo dichiarò che chi sta dalla parte della verità è forte. I giovani devono avere la forza per sostenere la verità. Intensifichiamo quindi ancor più il nostro impegno per crescere persone capaci, ognuna delle quali concentri in sé la forza e le capacità di mille. Mi hanno detto che i membri francesi della Divisione futuro si stanno sfidando con grande impegno e che molti di loro studiano diligentemente per poi andare all’università. Ammiro la loro serietà.
Molti brillanti diplomati delle scuole Soka in Giappone attualmente fanno attività come responsabili in vari paesi europei, ricoprendo ruoli importanti nel nostro movimento per la pace, la cultura e l’educazione. Niente potrebbe farmi più felice. Toda diceva sempre che i giovani sono la forza trainante dello sviluppo della Soka Gakkai. I giovani sono luce e speranza. Il futuro è nelle loro mani. Recitiamo Daimoku ardentemente perché aumentino i membri di quella divisione e facciamo il possibile per sostenerli e incoraggiarli.

Le qualità del responsabile

Col profondo desiderio che in Europa si sviluppi una meravigliosa organizzazione, voglio citarvi qualche altra frase di Toda.
Sapete cosa diceva sempre ai responsabili? «Distinguetevi per la vostra sincerità». E anche: «Ricordate sempre che nei cuori delle persone possono verificarsi cambiamenti impensabili, se dalle vostre azioni traspare una profonda compassione nei confronti della loro vita. Innanzi tutto è essenziale mostrare grande cortesia e pazienza nei rapporti con gli altri. Questo contraddistingue un vero responsabile».
Non siate mai arroganti o autoritari e tenete le persone nella massima considerazione. Queste sono le regole che un vero leader deve sempre tenere a mente. Le azioni di una persona modesta, gentile e sincera risplendono di onestà e denotano una forte personalità.
Inoltre, Toda diceva sovente ai responsabili: «Se non rispettate chi lotta per kosen-rufu, vi allontanerete dalla vera fede, e l’organizzazione che guidate non vedrà progressi». Vi esorto a custodire nel cuore questo messaggio.
Il mondo del Buddismo di Nichiren Daishonin è quello in cui rispettiamo i nostri compagni di fede come dei Budda e lodiamo sinceramente il loro impegno verso kosen-rufu. Se i responsabili si comporteranno sempre così, la nostra organizzazione crescerà sviluppandosi senza limiti. Un’alleanza basata su fiducia e rispetto reciproci creerà un’epoca nuova per l’Europa. Il mondo segue con attenzione il vostro cammino.
Nella Proprietà del riso, indirizzata a un seguace laico, il Daishonin scrive: «Affido a te la propagazione del Buddismo nella tua provincia. Poiché i semi della Buddità germogliano in risposta alla giusta influenza, si deve esporre l’unico veicolo» (SND, 7, 237).
Vi prego di avanzare con coraggio, spargendo ampiamente i semi della Buddità nelle vostre comunità per l’immenso beneficio vostro, dei vostri discendenti, dei vostri compagni di fede e dei paesi in cui vivete. Continuate a impegnarvi con la fiducia che il progresso che realizzate in Europa influenzerà e sarà rispecchiato da quello del mondo intero!
Toda sottolineava spesso l’importanza dell’unità per creare un’organizzazione indistruttibile. Diceva infatti: «Se tutti fanno del proprio meglio e vanno avanti con forza ed entusiasmo in favore della nostra causa, si svilupperà naturalmente una forte solidarietà. E quando questo accadrà, non ci sarà nulla al mondo che dovremo temere». Non fatevi bloccare da insignificanti formalità, ciò non fa altro che allontanare le persone. Impegnatevi per la pace mondiale, procedendo uniti nella fede comune, per realizzare quegli obiettivi sublimi. Vi prego di fare della SGI europea un modello dell’unità di “diversi corpi, stessa mente”, prestando la massima attenzione alla crescita, allo sviluppo e alla vittoria di ogni singola persona.
Toda credeva fermamente che kosen-rufu potesse espandersi attraverso il dialogo basato su fiducia e amicizia. Ai giovani che partivano per andare oltreoceano soleva dire: «Non c’è bisogno di fare gli esaltati o di essere eccessivamente zelanti. Siate persone con cui è un piacere stare insieme. Questo è il primo passo per propagare gli insegnamenti del Daishonin». Sottolineava inoltre: «Attribuiamo il massimo valore al dialogo umanistico che favorisce una vera comunicazione, amicizia e comprensione interculturale. Spero che non facciate mai nulla che dia un’impressione diversa – aggiungendo poi – cercate di conversare sempre in modo calmo, civile e con argomenti sensati». Uno dei punti fermi della SGI è di essere buoni cittadini del nostro paese e all’interno della nostra comunità.
Toda, inoltre, spronava i membri a procedere con assoluta determinazione nella fede: «Portate avanti la vostra pratica buddista senza dubitare. Ciò vi garantirà di essere vincitori nella vita». Buddismo è vincere. È importante tenere sempre a mente quanto la vittoria sia importante. Per incoraggiare un membro che affrontava un difficile problema, una volta Toda disse: «Sii forte e positivo. Potrai arrivare a una soluzione davvero sorprendente, oltre la tua immaginazione, ma perché questo accada, devi recitare Daimoku fino in fondo, e in questo modo puoi cambiare qualsiasi veleno in medicina». Il potere benefico della Legge mistica è innegabile. Spero che ne siate assolutamente convinti e continuiate a coinvolgere innumerevoli altri giovani di tutta Europa nella gioiosa avventura della rivoluzione umana.

Joseph Rotblat, il fisico nucleare premio Nobel per la Pace

Si è conclusa la pubblicazione a puntate del mio dialogo con Joseph Rotblat, il fisico nucleare di fama mondiale e premio Nobel per la Pace. Rotblat, che è morto il 31 agosto dello scorso anno, si dedicò intensamente al nostro dialogo e riuscì a finire la sua parte poco prima di morire. Secondo quanto mi ha riferito la sua assistente Sally Milne, terminò l’attenta revisione dell’ultima parte del suo manoscritto in agosto, mentre si sottoponeva a delle cure mediche in un ospedale di Londra. Pare che fosse molto contento di essere riuscito a completare il nostro dialogo. È stato il suo ultimo appello per la pace nel mondo e, in un certo senso, il suo testamento morale. [Il dialogo è stato pubblicato a puntate sulla rivista Ushio, della Soka Gakkai col titolo “Alla ricerca di una Pace Globale, nel cinquantesimo Anniversario del Manifesto di Russell ed Einstein”, n.d.r.].
In diverse occasioni, durante il nostro lavoro, Rotblat aveva espresso il profondo desiderio che i giovani di tutto il mondo potessero leggerlo. In effetti, la nostra conversazione trasmette un messaggio dedicato alle generazioni future, e ne sarà pubblicato un libro che dovrebbe uscire la prossima estate in Giappone. Abbiamo già ricevuto una prefazione da Robert Hinde, professore emerito dell’Università di Cambridge e presidente delle Conferenze Pugwash nel Regno Unito.
Hinde è stato un amico di lunga data di Rotblat, nonché un grande studioso umanista che sta portando avanti la sua stessa missione per la pace. Durante la Seconda guerra mondiale perse numerosi parenti e amici e, in seguito, lavorò con Rotblat per porre fine alla guerra e per l’eliminazione delle armi nucleari. Dopo aver letto la bozza in inglese del mio dialogo con Rotblat, Robert Hinde ha detto di esser rimasto profondamente colpito e che intendeva rileggerla più volte in quanto la riteneva un’opera molto importante. Nella sua prefazione all’edizione giapponese, scrive: «È molto significativo che, nonostante siano divisi da una generazione, da culture e orientamenti filosofici differenti, [Rotblat e Ikeda] concordino su molti punti, in particolare sul bisogno di valori umani fondamentali»; e in chiusura aggiunge: «Sono convinto che le persone della mia generazione, che hanno vissuto l’esperienza diretta della guerra, troveranno, come me, molto toccante questo libro, e che, ancor più importante, esso ispirerà le persone di qualunque età a fare del proprio meglio per servire l’umanità». Ho molto apprezzato la profonda condivisione espressa da Hinde.
Vorrei ora riferirvi una frase che Rotblat ha ribadito con particolare forza durante il nostro dialogo, sottolineando l’importanza della solidarietà, di costruire reti di persone che condividono le stesse idee. «Se lavoriamo insieme – diceva – possiamo cambiare il mondo. Può volerci del tempo, ma alla fine siamo destinati a trionfare».
Rotblat, così come molte altre persone di cultura in tutta Europa, ha dedicato la vita intera all’ideale di un mondo pacifico, libero dalla guerra, in cui la dignità e la sacralità della vita siano rigorosamente rispettate. Intensifichiamo ulteriormente il nostro impegno per espandere la nostra organizzazione che si dedica al bene e alla felicità umana in modo da realizzare questo nobile scopo.
Dopo aver resistito a innumerevoli tempeste di ostacoli e avendo superato ogni tipo di avversità, voi membri della SGI-Europa, state lavorando instancabilmente per aprire una nuova strada a favore dei vostri amici e delle comunità in cui vi trovate. Siete la vera speranza dell’Europa.

L’impegno delle donne della SGI europea

Il Buddismo di Nichiren Daishonin insegna che gli uomini e le donne sono uguali. Come afferma il Daishonin nel Vero aspetto di tutti i fenomeni: «Non devono esserci discriminazioni fra coloro che propagano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo nell’Ultimo giorno della Legge, siano essi uomini o donne: se non fossero Bodhisattva della Terra, non potrebbero recitare il Daimoku» (Il Nuovo Rinascimento, n. 336, 1 ottobre 2005, pag. 19).
Le donne che sostengono la Legge mistica e si impegnano per kosen-rufu sono degne di altissima considerazione, e le loro vite risplendono di una felicità senza limiti. In un altro brano dei suoi scritti, il Daishonin loda una delle sue discepole [Nichigen-nyo, moglie di Shijo Kingo], con queste parole: «Sei la prima fra tutte le 2.994.830 donne del Giappone» (GZ, 1188). Mentre in un altro scritto dichiara: «Le donne che abbracciano questo sutra, non solo sono superiori a tutte le donne, ma eccellono su tutti gli uomini» (Unità fra marito e moglie, SND, 6, 125). Le donne che mantengono la fede nella Legge mistica hanno una missione davvero immensa.
In completo accordo con le parole del Daishonin, è stata proprio la forza delle donne ad aver favorito il progresso della Soka Gakkai.
Anche i membri europei della Divisione donne e giovani donne stanno facendo un lavoro straordinario. I nostri membri delle Divisioni donne e giovani donne in tutta Europa stanno mostrando straordinarie prove concrete nell’ambiente in cui vivono e all’interno della società in generale. Per questo vorrei adesso citarvi alcune di loro. [Il presidente Ikeda ha nominato alcune donne e giovani donne che svolgono professioni di rilievo nei loro rispettivi paesi. Per l’Italia, ha citato Francesca Corrao, vice responsabile di territorio della Divisione donne, docente universitaria, n.d.r.].

Un voto per la pace davanti al muro di Berlino

Come forse saprete, quando visitai l’Europa per la prima volta quarantacinque anni fa, nell’ottobre 1961, era appena stato eretto il muro di Berlino. [La costruzione del muro ebbe inizio nell’agosto del 1961, n.d.r.]. Davanti a quell’oscuro simbolo della Guerra Fredda, ho pregato intensamente per la pace in Europa e in tutto il mondo, facendo voto, nel profondo del mio cuore, di impegnarmi in dialoghi che facessero sentire più unita l’umanità.
E proprio in Europa ho iniziato a condurre conversazioni con le massime personalità contemporanee, dalle quali sono stati tratti libri poi pubblicati. Tra gli altri ricordo i dialoghi con il Conte Richard Coudenhove-Kalergi (1894-1972), il grande pensatore austriaco che, per primo, ebbe il merito di proporre l’unificazione dell’Europa; quello con il grande storico del ventesimo secolo, Arnold J. Toynbee (1889-1975); con Aurelio Peccei (1908-84), l’industriale italiano ricordato tra i fondatori del Club di Roma; con lo scrittore e attivista francese André Malraux (1901-76); con lo storico dell’arte francese René Huyghe (1906-97), che durante la Seconda guerra mondiale si impegnò moltissimo per proteggere i capolavori artistici del suo paese; e poi con il famoso sociologo inglese delle religioni, Bryan Wilson (1926-2004) e la storica dell’arte bulgara, Axinia Djourova.
A febbraio inizieranno a Torino le Olimpiadi Invernali, e questo mi ricorda con affetto Aurelio Peccei che era di Torino. Peccei era consulente economico e un brillante uomo d’affari. Quando si trovò a dover rimettere completamente in sesto un’azienda in serie difficoltà, egli suggerì, come chiave per il rilancio, di stabilire nuovi, stimolanti obiettivi. Il risultato fu che riuscì a restituire morale e motivazioni ai dipendenti. Peccei aveva la profonda convinzione che le persone sono le migliori risorse di qualsiasi azienda. Dal momento che attribuiva così grande valore alle persone, sapeva anche quanto fosse difficile dirigere una grande organizzazione e aveva molta stima e ammirazione della Soka Gakkai per quanto era riuscita a realizzare.
Riguardo alla sua esperienza nel ristrutturare quella società sull’orlo del fallimento, Peccei scriveva: «Tutto ciò confermava la mia idea che nella maggioranza, se non in tutte le attività umane, la linea che separa creazione e frustrazione, miglioramento e decadenza, evoluzione e involuzione, risiede nel modo in cui le capacità umane vengono sviluppate, dispiegate e utilizzate». Le persone non possono più essere trattate come rotelle di un ingranaggio ed essere sfruttate dai potenti. Man mano che il nostro mondo cresce e si fa sempre più complicato e turbolento, dobbiamo tornare a concentrarci sulla rivoluzione umana di ciascun individuo.
Nel corso del nostro dialogo, Peccei affermò: «Dentro di noi si nasconde un’enorme ricchezza di capacità non coltivate e inespresse». Dichiarò anche che, in quanto esseri umani «dobbiamo innanzitutto superare la nostra infatuazione per le rivoluzioni materiali». Egli affidò le sue speranze riguardo al futuro a una rivoluzione umana che potesse far emergere quelle capacità interiori.
Questo “Anno dei giovani e dei grandi risultati”, si può anche definire l’anno dei grandi risultati dell’Europa. Vorrei che ognuno di voi, più di ogni altra cosa, cercasse di far risplendere ancor più luminoso il proprio sole interiore, accumulando con gioia gli sconfinati tesori del cuore, mirando al traguardo del cinquantesimo anniversario del movimento di kosen-rufu in Europa, nel 2011. Sono assolutamente certo che nel momento in cui ognuno di voi illuminerà il proprio ambiente e la società intera con la prova concreta della sua rivoluzione umana, si schiuderà davanti a noi un nuovo rinascimento culturale del ventunesimo secolo.

Il Buddismo insegna la gratitudine

Ricordo ancora con piacere la mia visita di quarantacinque anni fa a Roma, la città eterna. Seneca, filosofo dell’antica Roma, scrisse lungamente riguardo all’importanza della gratitudine. Tanto è buona una vita spesa all’insegna della gratitudine, quanto è ignobile quella contrassegnata dall’ingratitudine. La riconoscenza che proviamo per la gentilezza e gli aiuti ricevuti può essere molto importante nella vita.
Una volta, l’imperatore Augusto, era venuto in aiuto di un pover’uomo di nome Gneo Lentulo, che in seguito diventò console e uno degli uomini più potenti di tutto l’impero. Secondo Seneca, Lentulo «doveva totalmente al potentissimo Augusto la prestigiosa posizione acquisita». Ma Lentulo, invece di essergli grato, non esprimeva altro che malcontento. Scrive Seneca: «Si lamentava continuamente, incolpando Augusto di averlo distolto dai suoi studi senza averlo ricompensato adeguatamente per quanto aveva perso rinunciando alla carriera oratoria».
L’arroganza può condurre alla rovina le nostre vite. Quanto è superiore la posizione di qualcuno, tanto più pesante è la sua responsabilità, e più importante diventa che noi verifichiamo costantemente se diventa arrogante e autoritario. Quanto a Lentulo, fece una brutta fine, infatti dopo l’avvento del successivo imperatore fu costretto a suicidarsi e tutte le sue ricchezze vennero confiscate. Sempre a proposito della gratitudine, Seneca scrive: «[Ci sono persone che] parlano peggio proprio di coloro che li hanno trattati meglio», e «[l’ingratitudine] è davvero un difetto odioso e intollerabile». Aggiunge poi con un’acuta osservazione: «La causa [dell’ingratitudine] può essere o un’opinione troppo alta di sé, con la debolezza tipica dei mortali nell’attribuire eccessivo valore a se stessi e alle proprie azioni, o l’avidità, o l’invidia». Presunzione, avidità e invidia, queste sono certamente caratteristiche di tutte quelle persone ingrate che hanno tradito la Soka Gakkai.
Seneca credeva fermamente nell’importanza di ripagare i debiti di gratitudine: «Ci sono vari tipi di uomini ingrati […] Un uomo può essere ingrato perché nega di aver ricevuto un favore, che invece ha ricevuto; o perché finge di non averlo ricevuto e ingrato è anche colui che non lo ricambia; ma il più ingrato di tutti è chi dimentica un favore». E ancora: «Va sbarrata la porta a ogni scusa, per impedire che l’ingrato si rifugi in essa e la usi per negare il suo debito».
Pensandoci bene, tutti i miei amici in Europa sono sempre state persone di grande integrità e lealtà che non avrebbero mai tradito un amico, persone che sono rimaste fedeli alle loro convinzioni, qualunque cosa la gente dicesse. I miei amici europei sono tra i più grandi tesori della mia vita.
Anche Nichiren Daishonin sottolineò più volte l’importanza della gratitudine e di ripagare i propri debiti di gratitudine: su di essa si basa quell’insegnamento di umanità che è il Buddismo stesso.
Questo mese (gennaio 2006), si terrà a Trets, il Centro Culturale Europeo situato ai piedi del mont Sainte-Victoire (montagna della Vittoria Sacra), nella Francia meridionale, una riunione al vertice della SGI europea. Lo scorso anno, è stata costituita una nuova commissione di studio per l’Europa (presieduta da Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della SGI), e sono stati istituiti gli esami di studio per il livello avanzato. In autunno si terranno, in tutta Europa, gli esami di studio di ammissione in quattro lingue: inglese, tedesco, francese e italiano. Prego affinché riscuotano un grande successo.
In una lettera intitolata Il vero aspetto di tutti i fenomeni, il Daishonin scrive: «Impegnati nelle due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri. Sia la pratica che lo studio sorgono dalla fede. Insegna agli altri come meglio puoi, anche una sola frase o una sola parola» (Il Nuovo Rinascimento, n. 336, 1 ottobre 2005, pag. 20).
Sono certo che tutti voi conosciate questo famoso brano, ma mi auguro che lo incidiate ancora una volta nei vostri cuori. Il Daishonin aveva indirizzato questa lettera al monaco Sairen-bo, un suo discepolo molto colto ed erudito. Il mondo ha sete della nostra grande filosofia di rivoluzione umana, quindi la vostra missione è di condividerla con gli altri. Parlate di Buddismo con le altre persone in modo sincero e fiducioso, così come vi sentite. Amici europei, possiate creare una splendida tradizione di pratica e studio che potrà ispirare ed essere di esempio a tutto il resto del mondo. Vi prego di erigere una roccaforte di perenne speranza.

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