Nel fondatore della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, di cui Daisaku Ikeda commemora l’anniversario della nascita, la premurosa cura per ogni singolo essere umano che incontrava andava di pari passo con il coraggio di esprimere senza esitare il proprio pensiero «perché, se non si parla chiaramente, la società non cambierà mai»
Oggi, 6 giugno, è l’anniversario della nascita del fondatore dell’educazione Soka, Tsunesaburo Makiguchi, che nacque centotrentaquattro anni fa, nel 1871. Desidero ancora una volta esporvi alcune riflessioni sulla dignità e integrità con cui il nostro presidente fondatore visse la sua vita.
Makiguchi morì in prigione, lottando contro le autorità militariste del tempo. [Arrestato il 6 luglio del 1943, a Shimoda sulla peninsula di Izu, Makiguchi morì a Tokyo il 18 novembre 1944, all’età di settantatré anni. n.d.t.]. Egli subì atroci persecuzioni senza aver commesso alcun crimine, solo perché le autorità ritenevano minacciose le idee della Soka Gakkai. Gli ingiusti reati a lui imputati furono la violazione della legge definita “per il mantenimento della pace” e il reato di lesa maestà. In netto contrasto con il clero della Nichiren Shoshu, che cercò di accattivarsi il favore delle autorità, Makiguchi sostenne con decisione il corretto insegnamento, rifiutando il culto di stato scintoista che il governo usava per promuovere il suo programma militarista. Con le oppressive leggi allora vigenti, ciò fu sufficiente per condannare quell’anziano e onesto studioso, che si trovò attaccato e tormentato dai meschini funzionari della Polizia speciale e dal Pubblico ministero. Con l’arroganza del potere, lo censurarono con la forza riducendolo al silenzio. Tale è la spaventosa natura dell’autorità.
All’epoca in Giappone regnavano follia e furore. Le autorità si resero responsabili della morte di Makiguchi. Ricompensarono quell’irreprensibile studioso e umanista di calibro mondiale costringendolo a passare l’ultimo periodo della sua vita in prigione. Non dobbiamo mai dimenticare che la lotta per costruire una pace duratura è fondamentalmente una lotta contro l’insidiosa natura dell’autorità. Se perdiamo di vista questo o abbassiamo la guardia, metteremo a rischio il futuro di kosen-rufu.
Ma Makiguchi non fu minimamente intimorito dall’aggressione delle autorità. Rimane testimonianza di ciò nei verbali dei suoi interrogatori. Essi mostrano un Makiguchi che risponde sicuro di sé e pieno di dignità alle domande dell’inquisitore e rifiuta con fermezza l’idea che il Giappone fosse impegnato in una sorta di “guerra santa”, come sostenevano i governanti del paese e com’era opinione ampiamente condivisa a quel tempo.
In un verbale dell’agosto 1943, vengono riportate queste sue parole: «[Nel trattato di Nichiren Daishonin Adottare la dottrina corretta per la pace del paese] si afferma che se la gente fa finta di niente quando questa Legge [il corretto insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo] corre il pericolo di scomparire dal paese, la nazione sarà afflitta da disastri quali guerre civili, rivolte, carestie ed epidemie, andando incontro alla rovina totale […]; l’offesa alla Legge perpetrata dal Giappone è la vera causa dell’attuale guerra sino-giapponese e della grande guerra dell’estremo Oriente [la Seconda guerra mondiale]. Se l’umanità o le nazioni vanno contro questa grande Legge, commettono la peggiore delle colpe, e in accordo col meccanismo di causa e effetto, ne subiranno immediatamente gravi conseguenze».
Nelle guerre è sempre il cittadino comune che è costretto a fare i maggiori sacrifici e che soffre di più. Nonostante ciò, le autorità incitavano il popolo alla guerra sostenendo che il Giappone era una terra sacra e quindi invincibile. Makiguchi denunciò chiaramente questa idea, ammonendo che la nazione che avesse attaccato il corretto insegnamento era destinata alla rovina. Oltre tutto, egli fece tutto questo nel momento in cui il militarismo era al culmine e mentre si trovava in prigione. Che straordinaria convinzione doveva avere, e che lotta eroica intraprese!
Toda spesso piangeva quando parlava di Makiguchi. Era colmo di un’inestinguibile rabbia e determinazione di scagionare il suo mentore.
Durante la detenzione, Makiguchi e Toda furono condotti insieme in una delle stanze del Dipartimento di Polizia metropolitana di Tokyo per essere interrogati [nel settembre del 1943, due mesi dopo il loro arresto]. A un certo punto, Makiguchi prese il rasoio, da un nécessaire che gli era stato mandato dalla famiglia, e lo osservò con nostalgia. Al che, un ufficiale di polizia gli urlò: «Mettilo giù! Dove pensi di essere?!». In seguito Toda ricordava questo episodio dicendo: «Il signor Makiguchi posò il rasoio con aria triste e rassegnata. Ma sebbene costretto a piegarsi alle leggi, egli rimase saldo nel suo cuore. Era il presidente della Soka Gakkai, dopo tutto. Osservando come era stato trattato, mi riempii di profonda indignazione».
La separazione definitiva di maestro e discepolo ebbe luogo quando Makiguchi venne trasferito al Centro di detenzione di Tokyo a Sugamo [il 25 settembre]. Rivolgendosi al suo maestro deceduto, durante una funzione celebrativa tenutasi dopo il suo rilascio dalla prigione, Toda disse: «Tutto ciò che ho potuto fare è stato dirle: “Sensei, per favore, abbia cura di sé”. Senza dire una parola, lei ha annuito e io ho visto nell’espressione dei suoi occhi una compassione e un coraggio infiniti».
La relazione maestro-discepolo tra Makiguchi e Toda era straordinariamente nobile e bella. In quell’epoca oscura, le persone oneste che difendevano nobili ideali e principi erano perseguitate e imprigionate. Anche i cittadini dei paesi che si trovavano sotto il dominio giapponese, come gli abitanti della penisola coreana, venivano trattati molto duramente. Toda ricordava spesso quell’epoca, deplorando gli abomini perpetrati dalla nazione giapponese, e non potrò mai dimenticare quanto dispiacere e quanta rabbia c’erano nelle sue parole.
Makiguchi morì in prigione mentre Toda sopravvisse e fu rilasciato. Toda dichiarò che, come discepolo di Makiguchi, avrebbe fatto in modo che il mondo riconoscesse il valore della filosofia del suo mentore e chiese a noi giovani di assumerci questo compito, se lui non fosse riuscito a portarlo a termine durante la sua vita. Io ho fatto mio il desiderio di Toda e mi sono dedicato a far conoscere il pensiero e la vita di Makiguchi in tutto il mondo. Ho fondato le Scuole Soka, l’Università Soka in Giappone e l’Università Soka in America. La strada dei discepoli consiste nel realizzare concretamente i sogni dei loro maestri.
Attualmente la filosofia educativa di Makiguchi sta suscitando un notevole interesse e viene applicata in Brasile, Stati Uniti e molti altri paesi. Ovunque si incontrano laureati Soka attivi in diversi campi. Makiguchi ha vinto. I maestri e discepoli Soka hanno vinto. Ciò mi dà una grande gioia.
La prova della nostra rivoluzione umana e i contributi alla società
Makiguchi citava spesso il brano del Vero oggetto di culto che dice: «Se il cielo è sereno, la terra è illuminata. Similmente, se si conosce il Sutra del Loto si possono comprendere gli affari di questo mondo» (SND, 1, 251). Basandosi su questo brano, Makiguchi diede la seguente guida: «Nel momento in cui il sole sorge, tutto il mondo si illumina. Similmente, quando pratichiamo il Buddismo del Daishonin, possiamo migliorare ogni aspetto della nostra vita. La cosa importante è far uscire il sole e rischiarare il cielo. Ecco come dovremmo praticare».
Con una forte fede, tutti voi avete illuminato le vostre vite usando il potere della Legge mistica e avete mostrato la prova concreta della vostra rivoluzione umana, contribuendo alla società, in completo accordo con lo spirito di Makiguchi. Makiguchi disse una volta: «Ritengo che impegnarsi nella pratica di shakubuku dicendo senza esitazioni ciò che deve essere detto […] sia l’insegnamento del Sutra del Loto, che è stato predicato in accordo con la mente del Budda stesso. È grazie a questi sforzi che siamo cresciuti così tanto, ed è anche il motivo per cui, in futuro, dobbiamo continuare così. Proprio come i germogli del loto che emergono dal fango rimanendo puri e immacolati, noi [praticanti del Buddismo del Daishonin] affrontiamo con coraggio le forze ostili al corretto insegnamento. Perciò è naturale che i tre ostacoli e i quattro demoni si abbattano furiosamente su di noi; la loro apparizione è la prova che siamo i veri devoti [del Sutra del Loto]».
Kosen-rufu è un’eterna lotta tra il Budda e le funzioni demoniache. Come disse Makiguchi, la Gakkai è riuscita nelle sue imprese perché ha sempre parlato francamente senza mai smettere di lottare contro i tre ostacoli e i quattro demoni.
Makiguchi disse inoltre: «[Anche se incontro gelosia e persecuzione] continuerò a parlare apertamente con ancor maggiore determinazione senza risparmiare la mia vita per amore della Legge […] perché credo che se non si parla chiaramente, la società non cambierà mai». Come leader di kosen-rufu, dobbiamo prendere l’iniziativa di dire con coraggio ciò che va detto. È importante anche incoraggiare i nostri compagni di fede infondendo la voglia di combattere nei loro cuori.
Makiguchi disse: «Per diventare persone dedite a un “grande bene”, dobbiamo essere forti. Il coraggio e la forza di opporsi al male contribuirà a rendere le persone e la società giuste e rette». La Gakkai è un’organizzazione che si dedica al bene supremo, ecco perché è necessario diventare forti.
Niente può sconfiggere il Budda
La vita di Nichiren Daishonin è stata un’incessante lotta contro gli attacchi e le persecuzioni delle autorità dell’epoca. Le sue battaglie vennero condotte per il bene e la felicità di tutti gli esseri viventi nell’Ultimo giorno della Legge.
Oggi, a Tatsunokuchi, il luogo dove Nichiren Daishonin fu sul punto di essere giustiziato, e dove abbandonò il suo stato provvisorio di persona comune, rivelando la vera identità di Budda dell’Ultimo giorno, c’è un Centro di studio SGI visitato da membri provenienti da tutto il mondo che, contemplando la vita e le realizzazioni del Daishonin, rinnovano la loro determinazione di lottare per kosen-rufu.
Kamakura, l’arena principale degli sforzi di propagazione del Daishonin, era il centro politico del tempo. Perciò egli intraprese la sua battaglia per refutare l’erroneo e rivelare il vero, proprio nel cuore delle forze demoniache del potere. Parlò apertamente, con passione e senza compromessi, dicendo ai potenti arroganti e al clero ipocrita che il paese sarebbe andato in rovina se essi non avessero rispettato il corretto insegnamento. Allo stesso tempo, mostrò infinito rispetto e compassione per le donne e i giovani suoi discepoli.
Il Daishonin difendeva il bene supremo, ma le autorità reagirono con le persecuzioni più dure alimentate dalle false accuse di preti malvagi e bugiardi e dei loro complici. Il 12 settembre 1271, Hei no Saemon, potente ufficiale del governo militare, con un esercito di diverse centinaia di uomini armati, attaccò la dimora del Daishonin a Matsubagayatsu. Il Daishonin scrive che fu imprigionato e portato sul luogo dell’esecuzione di Tatsunokuchi «tra l’ora del topo e l’ora del bue (dalle ventitré alle tre)» (SND, 1, 211), in altre parole, nel cuore della notte. Il Daishonin, parecchi anni dopo, scrive: «Tutti i Budda del passato, presente e futuro, raggiungono l’Illuminazione tra l’ora del bue e l’ora della tigre [dall’una alle cinque]» (SND, 5, 227). C’è qualcosa di straordinario e misterioso in queste ore prima dell’alba.
Un soldato era pronto a decapitarlo e Shijo Kingo, che lo aveva accompagnato a piedi nudi, disse tra le lacrime: «Questi sono i tuoi ultimi momenti» (SND, 4, 48), ma il Daishonin replicò: «Dovresti ridere per una gioia così grande» (ibidem). Proprio in quell’istante, una sfera luminosa come la Luna, apparve sfrecciando nel cielo da sud-est a nord-ovest. Il soldato che teneva la spada si buttò a terra, mentre altri, terrorizzati, correvano via. «Perché vi allontanate da questo progioniero tanto colpevole? Venite qui! Accostatevi!» (ibidem), gridava loro il Daishonin ma nessuno osava avvicinarsi. Egli quindi disse loro di sbrigarsi ad ammazzarlo prima che sorgesse il sole, ma nessuno rispose; erano tutti presi dal panico, attoniti e pietrificati. Solo il Daishonin rimaneva calmo, rivelando uno stato d’animo elevato e imperturbabile.
Né il potere supremo delle autorità né i più vili complotti possono scuotere o indebolire lo stato vitale di Buddità. La protezione delle divinità celesti è assoluta. Nessuno può far cadere nella disperazione un devoto del Sutra del Loto.
[Secondo le ricerche di Hideo Hirose (1901-1981), ex direttore dell’Osservatorio Astronomico di Tokyo e professore emerito dell’Università di Tokyo, l’oggetto splendente che il Daishonin descrive può essere stato uno sciame di stelle cadenti nelle costellazioni dell’Ariete e del Toro, n.d.r.]
Un comune interesse per l’umanità
In Occidente, anche il fondatore del Cristianesimo, Gesù Cristo, venne perseguitato e condannato al martirio dalle autorità. Anche Gesù desiderava la pace e la felicità delle persone. Credo che se Gesù e Nichiren Daishonin avessero potuto incontrarsi e parlare non si sarebbero trovati in disaccordo, ma anzi si sarebbero rispettati per il comune impegno volto al benessere e la felicità delle persone. I grandi riconoscono sempre la grandezza negli altri.
Toda diceva spesso di esser certo che se i fondatori delle maggiori religioni mondiali, Shakyamuni, Gesù, Maometto, e così via, si fossero riuniti in una stanza per discutere, sarebbero rapidamente arrivati a un accordo. Le differenze settarie emerse in seguito nella storia delle religioni non esistevano nelle menti dei loro fondatori. Se le religioni potessero ritornare allo spirito dei loro fondatori, recupererebbero il loro scopo originario universale e umanistico. Questo è l’argomento dei dialoghi interreligiosi e interculturali che la SGI promuove in tutto il mondo in nome della pace.
Il 6 giugno 1923, Makiguchi andò in visita ad Hachioji. In qualità di direttore della scuola elementare Shirokane di Tokyo guidava un gruppo di studenti in gita scolastica al monte Takao [situato presso la città di Hachioji]. Quando c’era qualche evento o attività scolastica, Makiguchi faceva di tutto per assicurare la totale sicurezza degli studenti. Quando si tratta della vita delle persone, dobbiamo essere assolutamente sicuri che non ci siano sviste o sbagli che possano portare a incidenti. Uno degli insegnanti della scuola elementare Shirokane al tempo in cui Makiguchi ne era il direttore, ci ha fatto partecipi dei suoi ricordi di allora. Un giorno, nella primavera del 1925, insieme ai suoi colleghi stava conducendo gli studenti ad una gita quando il cielo improvvisamente si rannuvolò e sembrava che potesse piovere. Fece preparare velocemente la sua classe per il ritorno e si affrettarono verso la scuola. Proprio mentre stavano arrivando sani e salvi, cominciarono a cadere le prime grosse gocce di pioggia. Fu l’unica classe che evitò di bagnarsi. Makiguchi lodò molto l’insegnante, dicendo che il fatto di aver portato al riparo i ragazzi era un grande titolo di merito.
Per Makiguchi la salute e la felicità degli studenti furono sempre la massima priorità. Si complimentava anche del più modesto contributo a riguardo, mentre considerava con la massima severità qualsiasi azione che denotasse mancanza di considerazione verso i ragazzi sotto la sua tutela.
Non passa giorno senza che io non pensi al benessere degli studenti delle scuole che ho fondato, gli asili Soka in tutto il mondo, le scuole Soka dalle elementari alle superiori, l’Università Soka, i College femminili Soka e l’Università Soka in America. Insieme a mia moglie, prego ardentemente mattina e sera affinché ognuno degli studenti Soka, per me più prezioso della mia stessa vita, gioisca di un nuovo giorno pieno di salute, sicurezza e di una gioiosa crescita.
Rendere onore a Makiguchi
Anche mia moglie ricorda con affetto il suo incontro con Makiguchi, quando da bambina andarono a prenderlo alla stazione e lei lo condusse per mano verso la sua casa (nell’attuale quartiere di Ota a Tokyo) per una riunione di discussione. Vedere Makiguchi esprimere con fierezza le sue convinzioni, parlando apertamente in nome della verità e della giustizia, pur trovandosi sotto la sorveglianza della Polizia speciale è uno dei suoi ricordi più indelebili.
Oggi, il giorno del compleanno del presidente Makiguchi, mia moglie ha ricevuto una cattedra onoraria in scienze umane da parte del Mineral Area College del Missouri, Stati Uniti, che ha umilmente accettato come rappresentante delle donne e delle giovani donne della SGI-USA e di tutte le organizzazioni SGI del mondo. Desidero unirmi a lei nel dedicare questo riconoscimento al nostro maestro Makiguchi.
Il preside del Mineral Area College, Terry Barnes ha una particolare relazione con la Soka Gakkai a cui ha accennato durante la sua visita. Suo padre, Raymond Barnes, era un capo scout e nell’agosto 1971, partecipò al raduno mondiale che si tenne sulla colline di Asagiri, vicino a Fujinomiya, in Giappone, alla guida di un grande gruppo di boy-scout. Ma il caso volle che un tifone colpisse il Giappone, portando violente piogge e venti sferzanti nella regione di Tokai, dove si trova Fujinomiya. Molte delle tende dei boy-scout vennero sommerse dalle piogge torrenziali e la sicurezza dell’intero accampamento fu seriamente compromessa.
Io mi trovavo allora al tempio principale Taiseki-ji per incoraggiare i partecipanti a un corso estivo della Divisione studenti. Quando venni a sapere di questa situazione e della richiesta urgente degli organizzatori di un ricovero alternativo, decisi immediatamente di aiutarli. Così offrimmo asilo a oltre 6500 scout. Pensavo tra me: «Questi ragazzi sono lontani da casa, in un paese straniero; di fronte a questa terribile tempesta devono sentirsi spaventati e angosciati. Dobbiamo fare il possibile per metterli a loro agio e farli riposare». Così mi impegnai personalmente a organizzare le operazioni di soccorso, talvolta dando istruzioni anche sotto la pioggia battente. I settemila partecipanti al corso estivo degli studenti si unirono a me per dare a quei ragazzi di tutto il mondo un benvenuto caloroso. Gli organizzatori del raduno furono profondamente sollevati e grati dell’assistenza che fornimmo loro.
Il padre di Barnes, in seguito morì tragicamente in un incidente stradale, ma il figlio ha ereditato il suo impegno verso i giovani, diventando egli stesso un educatore.
Nell’anno in cui il padre di Barnes visitò il Giappone per il raduno dei boy-scout (1971) cadeva il centenario della nascita di Makiguchi, ed era anche l’anno in cui aprì la Soka University. Ora, trentaquattro anni dopo, suo figlio ha visitato la Soka University esattamente il giorno del compleanno di Makiguchi. Nella vita, qualsiasi incontro o scambio con altre persone si sviluppa in modi, e produce risultati, che vanno oltre la nostra immaginazione.
Incontrare nuove persone e aprire nuovi canali di comunicazione richiede coraggio e intraprendenza. L’educatore e filosofo svizzero Carl Hilty (1833-1909) scrisse: «Nei peggiori momenti di crisi, innanzi tutto si deve sempre osare». E scrisse anche: «Coloro che affrontano quei momenti con coraggio e con capacità e principi ben consolidati possono conseguire una vittoria decisiva, che determinerà il loro futuro per molto tempo a venire. Invece chi agisce con titubanza si arrenderà o cercherà di scansare il combattimento e sarà costretto a trascorrere quel capitolo della propria vita riaffrontando da capo le stesse sfide, anziché riuscire ad andare avanti.
Non possiamo sperare di vincere se abbiamo un atteggiamento titubante, indeciso. Come dice Hilty, ciò può solo portare a sprecare del tempo prezioso. Non dobbiamo essere codardi. Solo chi è coraggioso può vincere su se stesso e trionfare nella vita.
La battaglia per i diritti umani
Makiguchi fu un grande educatore e studioso. A trentadue anni (1903), pubblicò la sua prima opera, Jinsei Chirigaku (Geografia della vita umana). Fin dall’inizio venne accolta molto favorevolmente, ricevendo recensioni su numerose riviste e giornali ed esaurendo diverse ristampe. In un recente documentario sulla vita di Makiguchi viene riportata una recensione della Geografia della vita umana fatta dall’eminente geografo Takuji Ogawa (1870-1941), in cui si cita: «Non si può che essere colpiti dalla profonda convinzione e diligenza dell’autore nel completare questo testo di mille pagine. Man mano che si legge, si è sorpresi dalla vastità della sua cultura, dall’originalità delle sue idee e dalla validità di ciò che sostiene».
Il documentario riporta anche un brano tratto dalla prefazione scritta da Inazo Nitobe (1862-1933), noto educatore, economista agrario, fautore della pace e sottosegretario generale della Società delle Nazioni, per un’altra opera fondamentale di Makiguchi, Soka Kyoikugaku Taikei (Il sistema della pedagogia creatrice di valore; 1930): «La sua pedagogia per la creazione di valore è il tipo di filosofia educativa nazionale prodotta in Giappone da un educatore giapponese che ho lungamente atteso. Questo libro è la grande opera che la società contemporanea aspettava da tempo».
Anche lo studioso di sociologia francese Suketoshi Tanabe (1894-1962) e il fondatore degli studi folcloristici giapponesi Kunio Yanagita (1875-1962) scrissero prefazioni al libro più importante di Makiguchi e Tsuyoshi Inukai (1855-1932), leader del partito Seiyukai che diventò primo ministro nel 1931, l’anno seguente alla pubblicazione del libro, inviò un’opera calligrafica a Makiguchi per congratularsi con lui.
Al tempo in cui il Giappone si stava gettando a capofitto nella guerra, Makiguchi illuminava il suo paese con la luce della cultura e dell’educazione creatrice di valore, ma il suo stile di vita era estremamente modesto.
Sadako Kaneko, la vedova del terzo figlio di Makiguchi, Yozo (morto nel 1944), appare nel documentario, offrendo preziose osservazioni dirette su questo e molti altri argomenti. Descrivendo lo studio di Makiguchi dei suoi ultimi anni, dice che misurava a stento 6 metri quadrati (2 metri per 3), e conteneva solo una scrivania, una sedia e alcuni scaffali.
Perfino negli ultimi anni della sua vita, ricorda, Makiguchi lottava incessantemente per la felicità dei suoi amici e conoscenti. Ad esempio, nonostante l’età avanzata, si recò nel Kyushu con un treno di terza classe solo per incontrare una persona. Ascoltava sempre con attenzione i problemi della gente e le loro richieste di consiglio. Quando parlava ispirava fiducia nelle persone poiché li faceva partecipi delle sue idee e convinzioni.
Quando era a casa, aggiunge Sadako, stava alla scrivania a lavorare fino a tardi, mentre il resto della famiglia dormiva. Come esempio di frugalità, soleva scrivere sul retro di vecchi compiti avuti dall’accademia privata di Toda, la Jishu Gakkan.
Per quanto lo stanzino che Makiguchi usava come studio fosse modesto e arredato semplicemente, vide lo sviluppo di una nobile e alta filosofia. E sebbene la carta usata fosse di bassa qualità, le sue parole esprimevano grandi idee che avrebbero illuminato il futuro.
Irruzione a casa Makiguchi
Sadako ricorda anche come Makiguchi le dicesse spesso di non toccare i fogli sulla sua scrivania e di fare attenzione a non rovinarli perché lavorava a qualcosa di molto importante. Ma alle sei della mattina in cui Makiguchi venne arrestato a Shimoda (il 6 luglio 1943), cinque agenti di polizia fecero irruzione nella sua casa di Tokyo e confiscarono tutti i suoi libri e appunti.
I militaristi che governavano il Giappone non solo perseguitarono l’eminente filosofo dell’educazione, ma calpestarono anche le sue idee e convinzioni. Indignato per l’abominevole trattamento delle autorità verso il suo mentore, Toda si trasformò in una sorta di conte di Montecristo dei nostri giorni e giurò di riscattarlo. Io ho ereditato il suo spirito, il grande spirito di Soka condiviso dai primi tre presidenti, di lottare con coraggio contro la natura demoniaca dell’autorità.
Mai potremo accettare gli arroganti lacché del potere che segretamente invidiano coloro che conducono una vita buona e onesta e che spudoratamente inventano falsi pretesti per perseguitarli e screditarli, spinti dalla paura e dall’odio. Siamo più che decisi a combattere tali ingiustizie. La Soka Gakkai è l’incarnazione dello spirito combattivo; dovrà sempre essere un baluardo di pace, diritti umani e giustizia per la protezione della gente.
Nel documentario, Sadako Kaneko racconta anche di quando Makiguchi comunicò a Toda il suo sogno di fondare scuole basate sull’educazione Soka per la creazione di valore. Ciò avvenne poco dopo il suo matrimonio con Yozo nel marzo 1939. Ella ricorda: «[Makiguchi] disse che sognava di fondare un sistema scolastico che andasse dalle elementari fino a livello universitario e che offrisse un’educazione basata sui principi educativi per la creazione di valore che stava elaborando e poi disse a Toda: “Io non potrò realizzarlo durante la mia vita, ma so che tu riuscirai”».
Il sogno che Makiguchi affidò a Toda di costruire un sistema scolastico per mettere in pratica le teorie dell’educazione per la creazione di valore, il sogno condiviso di maestro e discepolo, ora si è realizzato. Oggi, stanno crescendo molte scuole che portano orgogliosamente il nome di Soka: le Scuole elementari e medie Soka a Tokyo e nel Kansai; l’Università Soka; il College Femminile Soka; gli asili Soka a Sapporo, Hong Kong, Singapore e Malesia; la Scuola Soka in Brasile e l’Università Soka in America. Sono felice di poter dire che queste scuole sono apprezzate da grandi personalità e dai massimi educatori di tutto il mondo, che ripongono grandi speranze su di esse quali centri di educazione umanistica dedite a formare cittadini del mondo. Questa è la prova concreta della vittoria di Makiguchi e Toda, di maestro e discepolo di Soka che hanno trionfato attraverso l’educazione!
Risposte incisive a critiche ingiuste
La missione dell’educazione è di formare il carattere, di allevare persone decise ad impegnarsi per il benessere altrui.
Dopo la morte di Platone, un seguace dell’antico filosofo edonista greco Epicuro, di nome Colote, scrisse un libello per attaccare Platone e il suo mentore Socrate, così come molti altri celebri pensatori dell’epoca. Secoli dopo, Plutarco, il famoso biografo, autore delle Vite parallele, scrisse una fiera difesa di Platone intitolata Replica a Colote, a beneficio dei giovani del suo tempo.
[Nel suo scritto, che non ci è pervenuto, Colote sostenne chiaramente che fosse impossibile vivere secondo altri insegnamenti filosofici che non fossero di Epicuro. Tra i filosofi criticati da Colote c’erano Democrito, Aristotele, Parmenide, Socrate, Platone e altri, n.d.t.].
Il punto cruciale della confutazione di Plutarco furono gli esempi concreti dei contributi che gli studenti dell’Accademia di Platone avevano dato al mondo. Plutarco dichiarò: «E sebbene Platone ci abbia lasciato nei suoi scritti un’ammirevole filosofia delle leggi e dello stato, di gran lunga più ammirevole è la filosofia che instillò nei suoi discepoli».
Cosa realizzarono i suoi discepoli? Uno di loro divenne un pacifico capo della città-stato di Atene. Un altro liberò un popolo che soffriva sotto una tirannia. E un altro ancora, mandato in terra straniera, portò alla sua popolazione ordine e buon governo. Un altro, su richiesta dello stato, ne compilò il corpus legislativo. Erano tutti discepoli di Platone, asserisce Plutarco, evidenziando gli indiscutibili contributi che resero al mondo greco restaurando le fortune di città-stato indebolite e contribuendo alla fondazione di nuove. Plutarco si chiede quindi che cosa abbiano fatto di altrettanto importante i seguaci di Epicuro per il bene delle persone. Chi tra loro, si chiede, ha contribuito positivamente alla società?
Il vero valore di una filosofia educativa viene giudicato dalla capacità di formare persone in grado di contribuire alla società e fare del mondo un posto migliore. Il mondo d’oggi è pieno di problemi apparentemente insormontabili. Qual è la chiave per superarli? Può sembrare il percorso più lungo, ma sono assolutamente convinto che l’educazione sia la chiave principale per creare un futuro luminoso. In altre parole, gli esseri umani devono cambiare, occorre formare persone di carattere e di talento. Ecco come potrà cambiare la società e il mondo intero: l’unico modo per creare un futuro migliore, pieno di speranza è di formare leader con la forza di carattere e le capacità di dare un contributo positivo alla società e al mondo. Vi prego di non dimenticare mai che questa è l’importante missione dell’educazione Soka.
Un individuo determinato
Quando gli ideali educativi vengono trasmessi da insegnante a studente, da maestro a discepolo, si crea un grande movimento di riforma educativa.
Thomas Arnold (1795-1842) fu un famoso educatore inglese che si laureò alla Oxford University e per un certo periodo vi insegnò storia. Prima dei quarant’anni diventò direttore della Rugby School e, dedicandosi a una riforma educativa basata sulle sue idee religiose progressiste, ne fece una delle migliori scuole private (public schools) del paese.
Quel che Arnold realizzò ebbe un impatto notevole sull’istruzione in tutte le scuole private inglesi, ed egli viene considerato come uno dei fondatori delle moderne public schools. Arnold scrisse: «È da molto che considero l’educazione come il mio compito nella vita». In una lettera scritta subito dopo essere diventato direttore, afferma: «Sento e credo nella grandezza e solennità del dovere che devo assolvere». Era fieramente determinato a proseguire nella sua opera di riforma educativa.
Quali sono le qualità che permettono a qualcuno di realizzare traguardi significativi? Un saldo senso del dovere e una forte determinazione a realizzare i propri ideali. Una tale profonda decisione genera una forza smisurata.
Fiducia nei giovani
Una delle caratteristiche delle riforme educative di Arnold era l’importanza riposta negli alloggi studenteschi. Prima di allora, erano semplicemente luoghi che ospitavano gruppi di studenti, per lo più senza sorveglianza nè servizi per favorire il loro sviluppo.
Ma Arnold riteneva la vita di dormitorio una forma essenziale di educazione e si diede da fare per rinnovare tali strutture. Egli è ritenuto il primo ad aver riconosciuto l’importanza di questa forma di vita comunitaria nell’educazione.
Creò molti piccoli dormitori dove vivevano insieme pochi studenti con un responsabile in un’atmosfera familiare. Prestò anche molta attenzione al benessere quotidiano di ogni studente, ascoltando con pazienza i loro problemi. Inoltre, delegava quanti più compiti possibili agli studenti più anziani, per incoraggiarne l’autonomia. Dando loro fiducia, coltivava il loro senso di indipendenza e responsabilità, facendone dei piccoli uomini.
Da parte nostra, alla Soka University abbiamo una salda tradizione di vita di dormitorio, e il sistema Soka mira a sviluppare sia le capacità scolastiche che la personalità. Molti giovani capaci sono usciti dai nostri alloggi scolastici e stanno ora svolgendo ruoli attivi in tutto il mondo. Questo mi rende molto felice.
Oggi Arnold è molto famoso, ma durante la sua vita era noto solo ad un piccolo numero di persone; però molti dei suoi studenti diventarono a loro volta insegnanti e realizzarono grandi cose nel campo educativo. Furono questi successi a fare degli ideali e delle pratiche educative del loro mentore un modello in tutta l’Inghilterra.
Al giorno d’oggi, molti membri del Dipartimento educativo della Soka Gakkai, condividendo nobili ideali educativi, operano in prima linea nell’educazione. Come ammirevoli sostenitori di riforme educative, stanno tracciando la via al “secolo dell’educazione”. La Soka Gakkai, che letteralmente significa Società per la creazione di valore, esordì come Soka Kyoiku Gakkai, o Società educativa per la creazione di valore. Sono sicuro che i nostri primi due presidenti, i grandi educatori Makiguchi e Toda, sarebbero entusiasti del meraviglioso impegno profuso dai nostri membri del Dipartimento educativo.
Sto conducendo un dialogo con M. S. Swaminathan, presidente delle Conferenze Pugwash, un’organizzazione internazionale dedicata alla pace e al disarmo. Nel corso del nostro dialogo, Swaminathan ha citato un proverbio indiano che paragona un buon insegnante a una scala. Lo spirito di un vero educatore è di aiutare gli studenti a raggiungere un livello più alto di realizzazione, di formare persone di eccezionale calibro.
Da quando sono stati messi a dimora, gli alberi del Giardino Makiguchi, adiacenti a questa sala, sono notevolmente cresciuti, hanno esteso i loro rami, si sono riempiti di foglie, diventando forti e alti. Ogni cosa vivente cresce, e anche le persone hanno bisogno di impegnarsi in una crescita dinamica. I giovani, in particolare, hanno un potenziale illimitato. Coltiviamo un nuovo gruppo di giovani capaci che possano porsi alla guida del nostro movimento Soka nel ventunesimo secolo.
Un’oasi di tranquillità
Nell’ambito del progetto edilizio per il settantacinquesimo anniversario della Soka Gakkai, oggi si è tenuta la cerimonia di inaugurazione del nuovo cimitero nel Kyushu. Situato a Hita, nella prefettura di Oita, questo cimitero, che potrà ospitare fino a quarantaduemila tombe, è circondato dalle montagne e offre stupende vedute sui Parchi nazionali Aso-Kuju e Yaba-Hita-Hikosan.
Nichiren Daishonin ebbe le seguenti parole di conforto per la madre di Nanjo Tokimitsu quando perse il marito: «Finché era in vita egli era un Budda vivente e ora è un Budda defunto. Si è Budda sia in vita che dopo la morte. Questa è la profonda dottrina di sokushin jobutsu (conseguimento della Buddità nella propria forma presente)» (SND, 5, 195). Il Buddismo insegna che vita e morte sono un’unica, indivisibile cosa. Le vite di coloro che si dedicano sinceramente a kosen-rufu risplendono della nobile luce interiore della Buddità non solo in questa esistenza, ma anche nella seguente. Nel Buddismo del Daishonin, quindi, possiamo assaporare la gioia sia in vita che durante la morte. Non c’è alcun dubbio che godremo di buona salute e circostanze favorevoli vita dopo vita, che ricopriremo un ruolo importante nel campo relativo alla nostra missione e che vivremo in uno stato di grande felicità.
Desidero ora condividere con voi alcuni brani che il Daishonin scrisse ai fratelli Ikegami, Munenaka e Munenaga, che portarono saldamente avanti la loro fede, riuscendo infine a convertire al Buddismo del Daishonin il loro padre, Yasumitsu. Egli, infatti, si era a lungo opposto alla loro pratica, ingannato dalle bugie e dalle calunnie dei preti ostili al Daishonin.
Vedendo la perfetta unità dei fratelli Ikegami, il Daishonin esclama: «È davvero magnifico!» (SND, 8, 49) e continua dicendo: «È normale che, quando un’epoca inizia a declinare, tutti i saggi e i santi si ritirino dal mondo e che il paese sia pieno soltanto di calunniatori, di adulatori, di gente che ti sorride per poi pugnalarti alle spalle o che ti inculca idee distorte. Così si legge nei sutra» (WND, 845).
Oggigiorno sembrerebbe che questa tendenza a opprimere e perseguitare i buoni mentre i malvagi e i disonesti prosperano sia persino più marcata che ai tempi del Daishonin.
Il Daishonin passa poi a descrivere la situazione nell’Ultimo giorno della Legge: «Per fare un esempio, se l’acqua cala lo stagno rumoreggia e, quando soffia il vento, il mare non rimane calmo. Si legge inoltre che all’inizio dell’ultima epoca, poiché siccità, epidemie, grandi piogge e venti impetuosi si susseguiranno senza tregua, anche le persone di gran cuore diventeranno meschine e coloro che ricercano la via nutriranno opinioni errate. I sutra affermano che in tale situazione padre e madre, marito e moglie, fratello maggiore e fratello minore saranno in contrasto gli uni contro gli altri, come cacciatore e cervo, gatto e topo o falco e fagiano; per non parlare dei litigi fra estranei» (ibidem).
Un mondo pieno di conflitto e di sfiducia, un mondo turbolento carente di sentimenti di solidarietà umana, questa è la descrizione che si addice alla situazione odierna. In questo contesto, lo splendido e armonioso regno della Soka Gakkai, basato sullo spirito di “diversi corpi, stessa mente,” è una cosa straordinaria. È per questo motivo che la Soka Gakkai è invidiata, e le forze negative cercano di distruggere lo spirito di altruismo e solidarietà che esiste tra i membri. Ma qualsiasi tentativo di rovinare questa nobile armonia, infliggere sofferenze a persone di buon cuore e arrestare kosen-rufu è una grave colpa dal punto di vista del Buddismo, la colpa di “causare disarmonia nell’ordine buddista”. Chiunque la commetta non sfuggirà l’inferno di incessante sofferenza, una sofferenza così intensa che «se fosse spiegata in dettaglio, gli ascoltatori vomiterebbero sangue e morirebbero» (GZ, 447). Tutti coloro che hanno tradito la Soka Gakkai e cercato di distruggere il nostro movimento per kosen-rufu sono realmente andati incontro a fini misere e penose.
Considerare i compagni di fede come Budda
Makiguchi trattava col massimo rispetto ogni persona che incontrava. Una volta accolse calorosamente un membro che veniva da lontano, lo accompagnò ad una riunione di discussione nell’area di Tokyo e, facendolo sedere vicino a sé, lo presentò come una persona che si era impegnata molto nella sua zona. Inutile dire quanto quel membro si sarà sentito felice e orgoglioso.
È importante che ci avviciniamo agli altri e cerchiamo di imprimere qualcosa di memorabile che rimanga nei loro cuori. I leader di kosen-rufu devono avere questo spirito caldo e generoso.
Un brano degli scritti del Daishonin che Makiguchi amava sottolineare era: «Chi ha fede nel Sutra del Loto diventerà sicuramente un Budda» (SND, 5, 174). Egli trattava ogni membro come se fosse un Budda ed era molto severo con chiunque li minacciasse o provocasse loro sofferenza.
«Gli stretti legami fra le persone che nessun elemento di divisione è in grado di turbare creano una fortissima unità che permette all’organizzazione di dar prova di grande forza sia all’interno che all’esterno». Con queste parole Makiguchi metteva in evidenza l’immensa forza di quella che chiamava “un’organizzazione di persone schiette, di difensori accaniti dell’onestà”.
La Soka Gakkai avanza vittoriosamente, uniti nell’indistruttibile spirito di refutare l’erroneo e rivelare il vero, proprio come ci ha insegnato Makiguchi.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali, il Daishonin dice: «Nichiren e i suoi seguaci, che recitano Nam-myoho-renge-kyo, “raggiungeranno insieme il luogo del tesoro”. Quest’unica parola “insieme” significa che, finché saranno insieme a Nichiren, raggiungeranno la terra del tesoro. Ma se non sono con lui, cadranno nella grande fortezza dell’inferno Avichi [cioè l’inferno di incessante sofferenza]» (OTT, 77-78).
Qualsiasi cosa accada, è importante che avanziamo insieme al Daishonin, che continuiamo a lavorare per kosen-rufu vita dopo vita con la Soka Gakkai, l’organizzazione che porta avanti il mandato del Budda. Chi fa ciò si sta incamminando verso la terra dell’eterno tesoro della vita, la terra del tesoro della Buddità.
In uno dei suoi scritti, il Daishonin cita un brano del Gran Maestro cinese Miao-lo spiegando la meravigliosa relazione tra ciò che ci succede nella vita e i fenomeni della natura universali. Il Buddismo considera ogni individuo come un microcosmo dell’universo in sé e per sé.
[Nichiren Daishonin cita da Annotazioni su grande concentrazione e visione profonda di Miao-lo: «Tutto ciò che è contenuto in questo nostro corpo assomiglia al cielo e alla terra. La rotondità del nostro capo è come la volta celeste. I nostri piedi sono come la terra […]. L’aria che inspiriamo e espiriamo dal naso è come il vento che soffia attraverso monti e valli; l’aria che inspiriamo e espiriamo con la bocca è come il vento che percorre i cieli aperti. Gli occhi sono come il Sole e la Luna; il loro aprirsi e chiudersi è come il giorno e la notte. I capelli sulle nostre teste sono come le stelle, le sopracciglia come costellazioni celesti. Il sangue che scorre è come i fiumi e i ruscelli, e le ossa come pietre e gemme. La pelle e la carne sono come la terra e il suolo e la peluria del corpo è come le piante e le foreste che ricoprono la terra. I cinque organi maggiori corrispondono ai cinque pianeti del cielo e alle cinque montagne sacre della terra» (GZ, 567)].
L’astronomia ci insegna che nell’universo ci sono trilioni di galassie e che ognuna di esse ha un gruppo di sistemi stellari, ognuno con molti pianeti. Senz’altro sono centinaia i milioni di pianeti dove è possibile la vita, come sulla Terra. Il Sutra del Loto dà una descrizione del tempo e dello spazio su scala immensa. Più la scienza progredisce, più si avvicina alla visione buddista dell’universo.
La mistica Legge è la legge alla quale soggiace ogni cosa nell’universo. Se ci dedichiamo alla Legge mistica, potremo condurre vite felici con la stessa infallibile certezza con cui le stelle seguono il loro corso. Questo è il beneficio della fede. Ecco perché il Daishonin ribadisce l’importanza di rimanere saldi nella propria fede.
Desidero concludere il mio discorso quest’oggi con una frase che Makiguchi pronunciò intrepidamente durante un aspro interrogatorio subìto in carcere. Disse: «Budda è colui che vive senza essere sconfitto dai più potenti nemici e incarna i più alti ideali che un essere umano possa avere». Scolpiamo queste parole di profonda convinzione nei nostri cuori.