Un discorso che sottolinea gli elementi fondamentali per condurre una pratica gioiosa, quello del direttore generale della SGI Yoshitaka Oba: la relazione maestro-discepolo, la preghiera, le riunioni di discussione
Buongiorno a tutti voi, membri italiani, che siete in prima linea nel movimento della SGI europea e che godete dell’ammirazione di tutti i membri del mondo. Prima di partire per l’Italia, sensei mi ha chiesto di porgere i suoi più calorosi saluti a tutti i membri italiani.
Tramite pubblicazioni come la SGI Graphic e il quotidiano Seikyo, nonché dai report da parte del direttore generale Nakajima, noi conosciamo bene il grande sviluppo e i grandi risultati che state realizzando in Italia. Vi ringrazio per tutte le intense attività che avete promosso e state realizzando e che sono la forza trainante del movimento di kosen-rufu nel mondo.
Ora, più che mai, conto su di voi per la realizzazione di kosen-rufu e, per favore, mantenete la consapevolezza di essere un esempio nel mondo.
Vorrei approfondire insieme alcuni punti importanti per noi membri della SGI, attraverso lo studio dei discorsi del presidente Ikeda.
Nella prima puntata delle Riflessioni a margine della Nuova rivoluzione umana, confermando la completa realizzazione di tutti gli obiettivi decennali prefissi quando aveva trent’anni, sensei scrisse gli obiettivi per il suo settantesimo e ottantesimo compleanno. «Completare le basi solide per kosen-rufu nel mondo entro l’ottantesimo compleanno», era l’obiettivo di Ikeda per l’ottantesimo compleanno (cfr. NR, 371, 10). L’obiettivo del maestro è proprio quello di porre fondamenta indistruttibili di kosen-rufu, consolidando tutte le organizzazioni nei paesi in cui è attualmente diffuso il Buddismo, inclusa la Soka Gakkai giapponese. I suoi sforzi sono concentrati a realizzare questo obiettivo e ha intrapreso questa lotta con grande entusiasmo.
Anche per noi è un momento cruciale in cui si verifica il nostro valore come discepoli, perciò vorrei chiedere a voi, pionieri che hanno il compito di portare avanti kosen-rufu nel mondo, di imprimervi nel cuore che è arrivato il momento di concretizzare realmente i sogni e gli ideali del maestro.
La relazione fra maestro e discepolo
In primo luogo, vorrei ricordarvi ancora una volta l’importanza della relazione tra maestro e discepolo.
Durante una riunione per responsabili, Ikeda disse: «Lo spirito di maestro e discepolo è l’essenza della Soka Gakkai. Siamo sempre avanzati con questo spirito; abbiamo sempre vinto per mezzo della non dualità di maestro e discepolo. Vi prego di non dimenticare mai questo punto fondamentale. Un edificio crollerà se la colonna portante vacilla. Allo stesso modo, se la Soka Gakkai perde lo spirito di maestro e discepolo, che è la sua colonna portante, è destinata anch’essa alla rovina» (NR, 337, 3).
E a una riunione con i rappresentanti di Kanagawa disse: «Durante la persecuzione di Tatsunokuchi, dove cercarono di decapitare Nichiren Daishonin, al suo fianco c’era Shijo Kingo. Nichiren gli disse che, anche se le colpe di Kingo fossero state tanto gravi da portarlo all’inferno, e anche se in quel momento Nichiren fosse stato ripetutamente invitato dal Budda Shakyamuni a diventare un Budda, egli non avrebbe accettato e sarebbe caduto con lui all’inferno. Sono parole piene di sincera compassione. La Soka Gakkai è questo armonioso sangha (comunità dei credenti) basato sullo spirito di diversi corpi stessa mente (itai doshin), costruito rimanendo a diretto contatto con questo cuore di Nichiren. Finché ci sarà quest’unità basata sulla relazione tra maestro e discepolo, così come è stata trasmessa dai tre presidenti, i tre ostacoli, i quattro demoni e anche i tre potenti nemici verranno sconfitti. Seguendo esattamente il Sutra del Loto e il Gosho, è stato possibile realizzare kosen-rufu in Jambudvipa nelle 190 nazioni del mondo».
La relazione tra maestro e discepolo è fondamentalmente differente da quella che si viene a creare con Dio o con un’entità assoluta; si basa su un contatto diretto, su uno scambio reciproco tra esseri umani risvegliati e indipendenti. È una relazione di miglioramento reciproco e perfezionamento di entrambe le personalità. Costruite, per favore, nelle vostre rispettive zone, lo spirito di maestro e discepolo, pilastro del Buddismo di Nichiren Daishonin.
La pratica di Gongyo
In secondo luogo, sensei sottolinea l’importanza della pratica di base, Gongyo, ovvero l’importanza della preghiera.
«Gongyo, una base fondamentale della nostra pratica, potrebbe essere descritto come la cerimonia in cui facciamo sorgere ogni giorno il sole primordiale della Buddità nel vasto cielo della nostra vita. Nella Raccolta degli insegnamenti orali, il Daishonin cita il seguente brano tratto da un commentario buddista: “Ogni mattina ci alziamo con il Budda e ogni sera ci corichiamo con il Budda. In ogni istante conseguiamo la via, con ogni istante riveliamo la nostra identità originale” (OTT, 83). Mattina e sera recitiamo Gongyo con vigore davanti al Gohonzon. In questo modo viviamo sempre “insieme al Budda”. Questo è l’insegnamento del Buddismo del Daishonin. Inoltre, in ogni momento ci risvegliamo alla grande forza vitale della Buddità che è in noi dal tempo senza inizio, e la manifestiamo nella nostra vita» (NR, 349, 9).
Ikeda afferma dunque che è importante avere il desiderio di fare Gongyo e Daimoku e mantenere un impegno continuo e che la preghiera si basa sul voto di realizzare la propria rivoluzione umana e kosen-rufu nel mondo. Bisogna mantenere fino in fondo una forte preghiera per la realizzazione di queste due promesse.
Dice ancora Ikeda: «Un Gongyo “combattivo” è un’inesauribile fonte di vittoria sia nella vita che nella lotta per realizzare kosen-rufu. Il Daishonin, con la dottrina di “tremila regni in un singolo istante di vita”, insegna che un cambiamento nel modo di pensare può determinare una trasformazione in tutti i fenomeni dei tremila regni. Quando cambia il nostro modo di pensare, anche noi cambiamo. E quando ciò accade, cambiano anche l’ambiente e il mondo. La fonte di questa trasformazione sta in un radicale approfondimento della preghiera al Gohonzon. Essa è completamente diversa da quella che si trova in una fede dipendente e supplicante; non imploriamo da qualcuno una fiacca elemosina per la nostra salvezza o per ricevere un aiuto. La preghiera nel Buddismo di Nichiren Daishonin, di base, è una promessa. È l’impegno a seguire un certo corso d’azione, a impegnarsi per realizzare un obiettivo preciso» (ibidem, 10).
Questa pratica si basa sul Gongyo combattivo e sulla preghiera di realizzare il proprio voto.
La riunione di discussione
Vorrei toccare anche l’argomento della riunione di discussione che è la base e il fulcro dell’attività della Soka Gakkai e il tratto distintivo della SGI, nel quale l’umanesimo viene tradotto in pratica. Ikeda scrive: «Sin dai tempi del nostro primo presidente, Tsunesaburo Makiguchi, le riunioni di discussione sono una grande tradizione della Soka Gakkai. Essi sono incontri finalizzati a promuovere l’amicizia, occasioni che permettono di esprimere liberamente le proprie opinioni, e sono anche un mezzo per sviluppare un dialogo democratico. Questo tipo di aiuto, di stimolo e di sostegno reciproco incarna l’ideale della fratellanza umana» (NR, 348, 4). E ancora: «Le riunioni di discussione esprimono dialogo, apertura, uguaglianza, filosofia e speranza» (Ibidem, 7).
«Una volta un giovane disse a Tsunesaburo Makiguchi, primo presidente della Soka Gakkai, che forse sarebbe stato meglio tenere conferenze piuttosto che riunioni di discussione. “No, non sarebbe meglio – rispose Makiguchi senza esitare e proseguendo – riguardo ai problemi della vita, il dialogo è il solo modo per comunicare con gli altri”» (Ibidem, 9). In altre parole, praticare correttamente il Buddismo di Nichiren Daishonin è riunirsi, studiare insieme i suoi scritti, incoraggiarsi a vicenda e aiutarsi l’un l’altro a raggiungere una più profonda comprensione della fede».
Penso che per la maggior parte di noi, lo zadankai sia stata la prima occasione dove si è conosciuta la Soka Gakkai, lo è stato anche per lo stesso Ikeda. Lo zadankai è, inoltre, l’attività principale attraverso la quale il presidente Ikeda, insieme al suo maestro Toda, si è dedicato con tutte le sue forze a propagare il Buddismo.
Anche voi, per favore, fate in modo che le riunioni di discussione rimangano sempre il punto centrale nella propagazione del Buddismo nelle vostre rispettive zone, anche se la vostra organizzazione locale dovesse svilupparsi in modo esorbitante. E siate esempi di fede per tutti i vostri compagni, lottando sempre in prima persona.