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Dieci Mondi possibili - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:34

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    Dieci Mondi possibili

    Questo progetto, Primi passi, nasce dal desiderio di rispondere alle tante domande di chi si avvicina al Buddismo di Nichiren Daishonin per la prima volta. Ci siamo ispirati alla storia vera di una principiante, che ci ha indicato i momenti chiave del suo percorso. Nella prima parte immaginiamo una conversazione fra amici, nella seconda cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti nella speranza di rendere più agevole questo cammino

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    Questo progetto, Primi passi, nasce dal desiderio di rispondere alle tante domande di chi si avvicina al Buddismo di Nichiren Daishonin per la prima volta. Ci siamo ispirati alla storia vera di una principiante, che ci ha indicato i momenti chiave del suo percorso. Nella prima parte immaginiamo una conversazione fra amici, nella seconda cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti nella speranza di rendere più agevole questo cammino

    SIMONA: Cos’hai oggi Matteo? Ti vedo serio.

    MATTEO: Oggi proprio non va. Ho anche litigato con la mia ragazza. Sarà che sono stanco, ma sono andato su tutte le furie urlandole contro come un pazzo. Alla fine lei è uscita di casa sbattendo la porta e adesso non risponde alle mie telefonate… sono davvero a pezzi.

    BEPPE: Ascolta, sono sicuro che riuscirai a parlarle e spiegarti. In fondo ti conosce e sa che stai attraversando un brutto periodo. Vedrai che tutto andrà bene, anzi se vuoi vengo a prenderti dopo il lavoro e ti accompagno da lei in auto.

    LIVIA: Di sicuro, visto come ti sei comportato, non puoi pretendere che lei ti accolga a braccia aperte. Tutti abbiamo i nostri periodi difficili, ma non si può scaricare le proprie frustrazioni sulle persone vicine e magari pretendere anche comprensione.

    MARTA: Beppe, ricordi che ieri parlavamo dei dieci mondi? Questo è un esempio concreto. Matteo ha agito dominato dai mondi di Collera e Animalità e la sua ragazza ha reagito istintivamente. Matteo adesso soffre e si trova nel mondo di Inferno, mentre tu e Simona – che vi preoccupate per lui – state esprimendo lo spirito del bodhisattva.

    BEPPE: È vero, in qualunque momento della nostra vita possiamo sperimentare una qualsiasi di queste condizioni vitali.

    MARTA: E la cosa più bella è che ognuna di esse è contenuta nell’altra con la conseguenza che, qualunque sia la situazione che stiamo sperimentando – anche di profonda sofferenza – recitando sinceramente Gongyo e Daimoku possiamo attingere alla Buddità e percepire gioia.

    LIVIA: Parlano di nuovo in “buddese”… non c’è speranza!

    (6 – continua)

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    L’altalena degli stati d’animo
    Immaginate che sia mercoledì mattina. State dormendo profondamente e pacificamente quando la sveglia in modo brusco vi ricorda che oggi è il giorno dell’esame che state preparando da tempo. Facendo colazione vorreste ripassare mentalmente la scaletta degli argomenti, ma vi accorgete che siete già troppo agitati per farlo. All’arrivo all’università vi dicono che il professore quel giorno sarà affiancato da un’assistente che conoscete, e a cui siete simpatico… Hurrah! Chissà che non sia la volta buona del trenta e lode! Quando arriva il vostro turno l’assistente si alza per telefonare, è il professore che chiama il vostro nome; provate rabbia e paura ma, consegnando il libretto al docente, vi tornano in mente i mesi di preparazione e ce la metterete tutta.

    Cosa sono i dieci mondi?
    In questo breve spaccato di vita quotidiana avete sperimentato differenti condizioni vitali, chiamati dal Buddismo dieci mondi, o regni. Attraverso di essi il Buddismo insegna che ognuno possiede dieci categorie, comuni a tutti gli esseri umani: Inferno, Avidità, Animalità, Collera, Umanità, Cielo, Apprendimento, Illuminazione parziale, Bodhisattva e Buddità. I primi sei stati sono detti sei sentieri e vengono risvegliati da fattori esterni. I quattro mondi nobili rimanenti, invece, sono chiamati quattro nobili sentieri, e si possono manifestare solo grazie a uno sforzo consapevole.

    I sei sentieri
    L’Inferno è uno stato di forte sofferenza, dove ci si sente schiacciati e senza speranza; l’Avidità (o spiriti affamati) è uno stato in cui si è preda dei desideri, dell’ambizione, dell’invidia, della gelosia; l’Animalità (o animali) è contraddistinta da un comportamento istintivo, dove vince chi è più forte, mentre la Collera (o asura) è lo stato di costante competizione o conflitto in cui si cerca di avere la meglio sugli altri. L’Umanità (o esseri umani) è uno stato neutro di pace e calma, il Cielo (o estasi o esseri celesti) è la condizione in cui si è temporaneamente sopraffatti dalla gioia derivante da un desiderio che si è realizzato.

    I quattro mondi nobili
    Sono gli stati vitali in cui si percepisce la dinamicità dei fenomeni e si è spinti verso la ricerca di una verità duratura. Essi non sono influenzati dall’esterno: la ricerca interiore sostiene e determina le reazioni e i comportamenti verso l’esterno. Il mondo di Apprendimento (o ascoltatori della voce o studio) rappresenta la voglia di autoriforma e sviluppo personale, attraverso lo studio e la ricerca. Questo mondo segna la frattura con i mondi inferiori e la conquista di un’autentica libertà interiore. Nel mondo di Illuminazione parziale (o realizzazione o risvegliati all’origine dipendente) l’essere umano raggiunge un livello di consapevolezza che non ha niente a che vedere con la logica o la razionalità, ma è qualcosa di più profondo e inspiegabile. È paragonabile al momento creativo di uno scienziato che finalmente arriva alla scoperta per la quale ha lavorato duramente per molto tempo. Il risvolto negativo di questi due mondi è che possono portare all’arroganza e al senso di superiorità rispetto agli altri. Nel mondo di Bodhisattva, invece, si prova compassione sincera e disinteressata per gli altri, una compassione che è empatia e desiderio di condividere con gli altri gioie e dolori. Questo stato vitale ci fa capire che l’Illuminazione non è possibile senza gli altri. Il mondo di Buddità è lo stato vitale che si serve dei nove mondi per costruire un’identità salda, una forza vitale senza limiti, una libertà assoluta e una felicità indistruttibile. È l’energia della vita innata, ma che la nostra natura oscurata fatica a riconoscere. Questo stato vitale di gioia permanente e saggezza profonda non è governato dall’ambiente e l’essere umano è libero dalle illusioni e dalle catene del karma. Come insegna Nichiren è la realtà fondamentale di tutte le cose ed è possibile raggiungere questo stato vitale in questa vita perché già ci appartiene. Come raggiungerlo? Recitando Nam-myoho-renge-kyo.

    Cosa vuol dire “mutuo possesso” dei dieci mondi?
    In ognuno esiste una tendenza vitale, prodotta dal karma, che fa emergere uno dei mondi con maggiore frequenza e determina i tratti della personalità. Tutti e dieci i mondi sono accessibili in ogni istante: noi possiamo viverne solo una alla volta, ma possedendoli tutti possiamo percepire e cambiare il nostro stato vitale in un istante. Ottenere la Buddità non significa sradicare i nove mondi, bensì riuscire a sfruttarli nel modo migliore. Ad esempio, la rabbia, se vissuta attraverso la Buddità o la compassione del bodhisattva, può diventare una forza vitale nella battaglia contro l´ingiustizia. La Buddità è una condizione potenziale da attivare anche in un essere umano dominato dai mondi più bassi. In questo senso non c´è separazione tra il Budda e l’essere umano comune, la differenza è solo la tendenza vitale fondamentale, cioè lo stato vitale che è posto alla base degli altri nove e che in un certo senso li dirige. Se il Budda non possedesse il mondo d´Inferno, non potrebbe capire e condividere il dolore degli altri uomini e non potrebbe far sgorgare la compassione dal cuore. È il risultato di un costante allenamento, di cui Gongyo e Daimoku sono cardini quotidiani fondamentali.

    Per approfondire:
    Il Buddismo di Nichiren Daishonin.
    I dieci mondi
    , esperia.
    Dizionario di Buddismo, esperia.
    Buddismo e Società, 87 e 92

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