Ogni persona è unica e tutte sono meravigliosamente diverse l’una dall’altra. In questo discorso rivolto ai giovani, a proposito del dialogo, Ikeda ricorda che uno scambio sincero resta sempre la migliore arma contro ogni conflitto
I membri di tutto il mondo si stanno impegnando a fondo. Per questo motivo, pensando al loro nobile compito, di recente ho composto un poema dedicato ai nostri responsabili di settore. Ogni cosa nella vita implica un impegno, quindi anche scrivere poesie. È fondamentale che i responsabili conservino la passione per kosen-rufu: quando i loro cuori ardono, essi diventano naturalmente in grado di accendere i cuori dei loro compagni di fede. È da lì che parte kosen-rufu.
Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, ammirava molto il poeta aretino Francesco Petrarca, (1304-1374), il quale in una coinvolgente poesia sullo spirito della lotta contro le dure prove della vita, afferma che la corona della vittoria va a coloro che sconfiggono fieri avversari. Anche il Buddismo concerne la vittoria.
Sto conducendo un dialogo con l’eminente astronomo brasiliano Ronaldo Mourão. Egli osserva che se vogliamo rendere vivaci e dinamiche le nostre vite, non abbiamo altra scelta se non quella di affrontare tutte le sfide che ci si presentano, una dopo l’altra, finché viviamo. Ha rilevato, poi, che il coraggio e lo spirito di accettare le sfide costituiscono ciò che ci dà la forza per superare le difficoltà.
Quando si avanza, è normale incontrare una certa resistenza, si tratta, quindi, di come rispondere a quella sfida. È fondamentale avere un intrepido spirito combattivo.
Nichiren Daishonin scrive: «Anche se il sole e la luna dovessero cadere al suolo e il monte Sumeru dovesse crollare, non c’è alcun dubbio che questa donna conseguirà la Buddità. È certo, assolutamente certo» (WND, 2, 752). Una donna che avanza senza esitare sul sentiero di kosen-rufu, incurante degli ostacoli che incontra, otterrà senza dubbio una durevole felicità. Coloro che portano avanti con costanza le attività della Gakkai conquisteranno certamente l’ammirazione della gente intorno e godranno di ogni sorta di protezione, acquisendo la facoltà di vivere gioiosamente la propria esistenza in totale appagamento, come possiamo vedere dall’esempio dei membri più anziani della Gakkai. Tra l’altro, i responsabili uomini devono ricercare attivamente il parere delle donne sugli argomenti più disparati, tenere in gran conto le loro opinioni, e assicurarsi che esse possano liberamente partecipare alle attività; non a caso lo sviluppo maggiore si registra nei luoghi in cui le donne possono usare il loro pieno potenziale. Il dialogo è la strada sicura verso la pace, questa è sempre stata la mia convinzione.
Richard von Weizsäcker, il primo presidente della Germania riunificata, è un caro amico e il suo aspetto cordiale rivela la sua vivida personalità. Egli è tenuto in altissima considerazione come leader politico di grande saggezza, ed è stato descritto come “la coscienza della Germania”. Ci incontrammo il 12 giugno 1991, quando parlammo per circa un’ora a Bonn, allora capitale, nella sua residenza ufficiale, un candido palazzo che offriva vedute splendide del fiume Reno. Quel nostro incontro si svolgeva solo otto mesi dopo la riunificazione della Germania, avvenuta il 3 ottobre 1990, seguita alla caduta del muro di Berlino l’anno precedente. Era un periodo piuttosto impegnativo per il presidente Weizsäcker; nonostante ciò, egli fu tanto gentile da trovare il tempo di incontrarmi. Mi accolse molto cordialmente: sedemmo a un tavolino, godendoci un’ora di discussione aperta e sincera, che spaziò su molti argomenti. Egli mi confidò di ritenere che il successo e la crescita della Soka Gakkai avessero dato un sicuro contributo alla pace nel mondo. I massimi leader mondiali ripongono grande fiducia nel nostro movimento.
Ogni persona è diversa
Il primo ministro indiano Jawaharlal Nehru (1889-1964) affermò: «[Il nostro paese] ha bisogno non solo di denaro ma, ancor più importante, di risorse umane qualificate». Più importanti in assoluto sono le persone capaci e Toda ci spingeva a fare della Soka Gakkai un bastione di individui di valore.
Per infondere lo spirito della Gakkai e crescere persone capaci, non esistono tecniche particolari, non servono argomentazioni sofisticate. Basta insegnare gli elementi essenziali della fede e della pratica, un passo alla volta, attraverso scambi quotidiani, rapportandosi agli altri semplicemente come più anziani nella fede e come buoni amici, in modo naturale e senza pose.
Insegnare lo spirito di maestro e discepolo non vuol dire inculcare qualcosa a chi non vuol sentire, perché se fate così il vostro interlocutore non accetterà niente di ciò che dite, per quanto insistiate. L’opportunità migliore di affrontare la relazione tra maestro e discepolo si verifica quando l’altro esprime curiosità o interesse al riguardo. È inoltre importante considerare che il solo fatto di conoscere questo concetto, non significa capirlo veramente.
Ognuno è diverso. Alcuni sono ingenui di natura, mentre altri sono più irriverenti, c’è chi tende a essere risoluto, e chi è più timido. C’è gente di tutti i tipi, perciò non ha senso voler presentare le cose nello stesso identico modo a ognuno.
Una volta che arrivate a conoscere bene qualcuno, capiterà l’occasione, sviluppata da un interesse sincero per la persona, in cui sentirete che è necessario parlargli della fede. A quel punto, è importante che tiriate fuori la saggezza intuitiva di un filosofo umanista, che si rifletterà nella vostra capacità di capire il cuore dell’altro, scegliendo il momento e la situazione giusta per iniziare la conversazione. Questo è anche il tipo di saggezza necessaria per presentare con successo il Buddismo a qualcuno: pregare fervidamente per la felicità dei nostri amici e compagni di fede dona una saggezza infinita, così riusciremo a incoraggiare sinceramente gli altri in modo che possano manifestare al massimo il loro splendore.
Responsabilità è dedizione
Durante l’”Incidente di Osaka”, quando venni arrestato ingiustamente per un reato che non avevo commesso, Toda disse: «Daisaku sta assumendo su di sé, da solo, tutte le funzioni demoniache che attaccano la Gakkai. Non importa ciò che succederà, dobbiamo proteggerlo». Sono davvero profondamente grato di aver avuto un maestro così eccezionale. Aveva in me una fiducia assoluta e mi diede il suo supporto incondizionato.
Nichiren Daishonin scrive: «Secondo il testo del sutra, nell’Ultimo giorno della Legge i devoti del Sutra del Loto, che lo abbracciano al punto di essere odiati, sono i veri preti del mahayana. Sono i maestri della Legge che portano beneficio alla gente propagando il sutra. I preti invece che sono stimati dagli altri, che si adeguano ai loro desideri e sono perciò rispettati, devono essere considerati nemici del Sutra del Loto e cattivi amici del mondo» (Il Sutra del Loto porta all’Illuminazione, SND, 8, 32).
Questo è un brano molto importante. Anche nella Gakkai, ci sono stati diversi responsabili di alto livello che, corrotti a causa della loro ossessione per la posizione sociale e per profitti personali, hanno finito per abbandonare la fede. Non ci dobbiamo fidare di persone del genere.
«Ogni cosa ha bisogno di essere rinnovata, si deve cambiare tutto radicalmente», scrisse il poeta tedesco Friedrich Hölderlin (1770-1843). Sulla scena sta emergendo una nuova generazione di responsabili, come il presidente Minoru Harada e il direttore generale Masaaki Masaki, di recente nomina. Sono molto felice di questo. Il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, ebbe come successore il suo discepolo, Toda, e a Toda successi io, suo discepolo. Per questo desidero che tutti voi, miei giovani discepoli, siate i miei successori.
È iniziata una nuova era, annunciata dalla comparsa di veri discepoli di cui ho lungamente curato la crescita.
In ogni caso, un punto fondamentale, valido per tutti i responsabili della Gakkai è quello di essere al servizio dei membri. I massimi responsabili, in particolare, dovrebbero sostenere i membri basandosi su un profondo senso di compassione. Non dimenticate mai questo principio fondamentale.
Radhakrishnan, filosofo indiano e studioso gandhiano, col quale ho intrattenuto un dialogo, mi ha detto: «Al giorno d’oggi, le religioni, che dovrebbero proteggere la pace, hanno perso vitalità. La Soka Gakkai Internazionale è un’eccezione. Ho assistito personalmente a riunioni di migliaia di vostri membri, senza distinzioni di sesso, età, nazionalità, lingua e colore della pelle, tutti su un piano di assoluta uguaglianza, che lavoravano con diligenza e decisione per l’obiettivo della pace globale e dell’arricchimento spirituale derivanti da kosen-rufu, cioè dalla propagazione universale degli insegnamenti del Sutra del Loto […] In quest’epoca di confusione, la Soka Gakkai è una speranza per tutta l’umanità».
Guardandomi indietro, la mia giovinezza è trascorsa tra tempeste e avversità. Considero ogni giorno di quel periodo, speso col mio maestro a superare ogni sorta di problema, tra i tesori più preziosi della mia vita.
Mercoledì 21 febbraio 1951 era una bella giornata. Avevo ventitré anni, ed ero impegnato in una lotta solitaria per proteggere e sostenere Toda, che, in quel periodo, si stava appena riprendendo dalla crisi finanziaria in cui erano piombati i suoi affari. Quel giorno scrissi sul mio diario: «Primavera. Presto arriverà la primavera, stagione ardente di speranza. La mia passione e la grande determinazione cresceranno come gli alberi e l’erba […]. Fondamentalmente, io credo nel Gohonzon, la verità profonda, eternamente immutabile. Anche in me stesso. Dal momento che costituisce la realtà soggettiva, i miei compagni di fede che rappresentano l’ambiente seguiranno con forza e coraggio. Giovani, alzatevi! Giovani, avanzate! Giovani, muovetevi! Avanti, sempre avanti! Senza temere i profondi precipizi o le onde impetuose. Come Bruno o Rossi. Come Napoleone, Alessandro, Whitman o Dante» (Diario giovanile, pag. 121).
In quel fantastico 3 maggio del 1951, Toda venne finalmente nominato secondo presidente della Soka Gakkai. Fu una vittoria dell’unità di maestro e discepolo, così come avviene nella Soka Gakkai.
Ricordo di aver cantato per Toda la ballata Una stella cade col vento d’autunno sulla piana di Wu-chang, l’elogio per Chuko K’ung-ming, uno degli eroi dell’antico romanzo epico cinese Romanzo dei tre regni. Commosso fino alle lacrime, Toda disse: «Sono davvero felice di avere un discepolo così grande ed esemplare. Sono un vincitore eterno». Non dimenticherò mai quel momento.
Per voi, che siete i nostri giovani, la primavera delle vostre vite è il momento per realizzare nuovi imprese. Toda amava i giovani. Proprio per questo, ci addestrava con grande rigore, rifiutando di passare sopra a qualsiasi arroganza o doppiezza. Ricordo che una volta ci sgridò aspramente: «Pensate forse di poter cambiare il vostro karma semplicemente passeggiando nella vita lungo un comodo sentiero?». La fede è una lotta di autotrasformazione: ci si deve aspettare che la strada sia dura e difficile. Durante la Seconda guerra mondiale, la Soka Gakkai subì persecuzioni religiose a opera delle autorità militariste giapponesi. Toda me ne parlò diffusamente. Egli aveva promesso al suo maestro, Makiguchi, che avrebbe lottato al suo fianco per difendere i loro comuni princìpi, anche a prezzo della propria vita. Makiguchi rifiutò fermamente di accettare il talismano shintoista che il clero della Nichiren Shoshu, per ordine del governo militarista, cercava di far accettare, a lui come a tutti i membri della Gakkai. Come maestro, Makiguchi scelse di offrire la vita per le sue convinzioni, e il suo discepolo, Toda, era assolutamente pronto a fare altrettanto. Non dobbiamo mai dimenticare che le fondamenta eterne della Soka Gakkai furono edificate su questa lotta condivisa di maestro e discepolo.
Allegria e positività
In un certo senso, kosen-rufu significa diffondere speranza, felicità e amicizia. Spesso Toda ci incoraggiava a stringere amicizie con persone di ogni estrazione sociale, facendo notare che talvolta può essere più prezioso il sostegno di persone al di fuori dell’organizzazione. Quando si tratta di coltivare vere amicizie e alleanze, la sincerità è la cosa più importante: a nessuno piace una persona che indossa sempre una maschera. La fiducia si costruisce attraverso azioni concrete, come essere pronti a offrire una mano, o salutare allegramente. Inoltre, non c’è bisogno di assumere modi inflessibili o forzati: è senz’altro meglio relazionarsi agli altri in modo naturale e rilassato. Ovviamente, non si deve confondere la sincerità con l’ingenuità, di cui i disonesti potrebbero approfittare. Si deve sempre usare la massima saggezza per distinguere le persone con buone intenzioni da quelle con secondi fini.
La cosa principale è che siate allegri e positivi. Se dimenticate questo punto e vi lasciate sommergere dalla negatività, non farete altro che soffrire. Continuate a lottare con un grande cuore e una mentalità tollerante. Può capitare che, per quanto vi sforziate, non riusciate a convincere qualcuno a sperimentare il Buddismo di Nichiren Daishonin. Non importa. Ciò che conta è che recitiate Daimoku per la felicità di quella persona e le vostre preghiere le arriveranno sicuramente. Nessuno può sconfiggere una persona che prega sinceramente e con costanza, perché la preghiera è l’essenza del Buddismo e di tutto l’universo.
«La voce compie il lavoro del Budda» (BS, 109, 41). Usando la vostra voce per recitare Daimoku, essa vi spronerà all’azione, dandovi forza e vitalità e arrivando anche ad attivare le forze protettive dell’universo. Mandando il vostro Daimoku alle persone che incontrate, le abbracciate con lo spirito, influendo su di loro in modo estremamente positivo. Le vostre preghiere, inoltre, rafforzeranno il rapporto con quelle persone che sentite più vicine. Le preghiere hanno un effetto profondo sugli amici che non praticano il Buddismo, poiché contribuiscono a creare legami da cuore a cuore e li aiutano a instaurare una relazione col Buddismo.
Nel Buddismo non c’è niente che vada perso. Parlate liberamente agli altri di questa filosofia, con parole vostre, non è necessario citare teorie complesse o termini misteriosi. Dal momento che la Legge buddista è inerente alla vostra vita, non dovete far altro che essere voi stessi. Recitate Daimoku per qualsiasi preoccupazione abbiate, sia essa un problema che vi assilla, un obiettivo personale, kosen-rufu o la felicità per voi stessi e per gli altri. Le preghiere sincere faranno emergere la vostra Buddità innata, mettendovi in condizione di costruire uno stato vitale eterno e indistruttibile.
Parlate chiaro in nome della verità
Il saggista francese Luc de Clapiers, marquis de Vauvenargues (1715-47), affermò: «Quando gelosia e calunnia si accaniscono contro la virtù o l’ingegno di una persona, dovreste avere il coraggio di testimoniare in sua difesa». Quando tutti si coalizzano contro una brava persona, la cosa giusta da fare è parlare chiaro in nome della verità. In particolare, non dobbiamo mai permettere che nessuno diffami impunemente il Buddismo del Daishonin o danneggi il nostro movimento per kosen-rufu.
In uno dei suoi scritti intitolato Rimprovero a Hachiman, il Daishonin afferma: «Così vediamo che le persone fatte cadere nell’inferno sono più numerose dei granelli di polvere della terra, e tutto ciò a causa delle colpe commesse da questi tre grandi maestri [Kobo, Jikaku e Chisho, che hanno offeso il Sutra del Loto]. E se io, Nichiren, dovessi osservare questa situazione con i miei occhi ma facessi finta di nulla, trattenendomi dal parlare, allora anch’io dovrei unirmi a coloro che sono caduti nell’inferno. Pur non avendo commesso tali colpe, dovrei essere condannato a vagare attraverso tutti i grandi inferni Avichi dei mondi delle dieci direzioni. Stando così le cose, come potrei tacere, anche se per questo rischiassi la vita? […] Nell’Ultimo giorno della Legge i potenti nemici dell’unico veicolo [il Sutra del Loto] sono visibili ovunque. Questo è il momento di recare beneficio al mondo facendo come il Bodhisattva Mai Sprezzante. Ognuno di voi, che siete miei discepoli, dovrebbe applicarsi con diligenza» (WND, 2, 934-36).
Una rivoluzione dei responsabili
Il futuro della Soka Gakkai dipende dalla rivoluzione dei responsabili. Occorre creare la tradizione di sviluppare responsabili che si impegnino al servizio della gente. In generale, i membri della Gakkai sono gentili e indulgenti, ma proprio perché tendenzialmente accettano e sostengono i loro responsabili, bisogna stare attenti a non tradire mai la loro fiducia. È un vero responsabile chi è considerato eccellente anche da persone che non fanno parte della nostra organizzazione. In particolare, dobbiamo concentrarci sulla Divisione giovani. Toda diceva sempre che la Gakkai esiste per loro, ed è a loro che affidò il futuro della nostra associazione, e anch’io la penso esattamente così.
Come si fa a fare una rivoluzione dei responsabili? Ci sono diversi punti, al riguardo, ma si può ricondurre il tutto a un solo elemento fondamentale: riconoscere l’umanità di ogni persona. Non deve accadere che i responsabili si preoccupino tanto del funzionamento dell’organizzazione o di questioni gerarchiche da arrivare a vedere i membri come una folla senza volto. Abbiamo tutti pari dignità, perciò è fondamentale rispettare i sentimenti di ognuno, perché lo spirito di una persona può ispirare profondamente un’altra.
L’organizzazione esiste per far sì che ognuno sia in grado di avanzare correttamente sulla strada della pratica buddista e di kosen-rufu, e non, viceversa, che i membri debbano operare per il bene di essa. Mi auguro che diventerete tutti responsabili capaci di conquistare la fiducia della gente, di valorizzare ogni singola persona, e, uniti nello spirito, di rafforzare ulteriormente la Soka Gakkai, rendendola una comunità armoniosa di credenti.
Per sviluppare le qualità di un vero responsabile, i giovani dovrebbero essere disposti ad affrontare le difficoltà che incontrano. Chi non ha sperimentato delle avversità, non è in grado di comprendere le sofferenze altrui. Avere molti soldi non garantisce la felicità. Penso che il modo migliore e più felice di vivere consista nel lottare valorosamente da giovani, vincendo le difficoltà, per poi ripagare il bene ricevuto dai genitori e da tutti coloro che ci hanno aiutato e sostenuto lungo il cammino. Toda diceva spesso che, pur essendoci un sacco di soldi che si riversano nella società, essi non arrivano ad alcune persone. Spiegava, quindi, con la massima convinzione, che coltivando la fortuna nella loro vita, quelle persone sarebbero in grado di attingere a questo flusso, ottenendo tutto il denaro di cui hanno bisogno. L’importante è accumulare fortuna ed erigere fondamenta di felicità che resistano attraverso le tre esistenze.
So che alcuni di voi hanno perso uno o entrambi i genitori, o hanno un familiare che sta lottando contro una malattia. Dal punto di vista buddista dell’eternità della vita non dovete tormentarvi perché, senza alcun dubbio, i benefici ottenuti impegnandovi per kosen-rufu adorneranno la vostra vita e saranno condivisi per sempre da tutti i vostri parenti.
La Soka Gakkai si sta sviluppando ed espandendo attraverso l’impegno sincero dei nostri membri. In epoche tumultuose come questa è davvero un’impresa, quindi desidero esprimere la mia più profonda gratitudine per quanto ognuno di voi ha fatto. La vittoria porta gioia e la sconfitta ha un sapore amaro: facciamo il possibile per poter gustare la vittoria anche quest’anno.
Conto sui giovani affinché facciano del loro meglio. Impegnatevi a fondo, così com’è nella tradizione della Soka Gakkai, con lo spirito che indubbiamente avete in fondo ai vostri cuori.