La fede determina la vittoria in ogni aspetto della nostra vita e Nichiren incoraggia i suoi discepoli ad affrontare con dignità anche la morte. La sopravvivenza di Shijo Kingo, durante un’epoca così tumultuosa e repressiva è prodigiosa, ma lo esorta a non abbassare la guardia e a non rilassarsi mai, sia nella fede che nella vita
1279-1280. Per il futuro
Shijo Kingo non è il solo a essere perseguitato a causa della sua fede. Ma è uno dei pochi che riesce a trasformare l’ostilità e l’isolamento in una migliore posizione a livello sociale. Gran parte degli altri discepoli ha abbandonato la fede quando Nichiren veniva perseguitato. Il Daishonin descrive la situazione in questi termini: «Molti hanno preso fede in questo insegnamento, ma quando le persecuzioni del governo e di altri si sono abbattute una dopo l’altra su di me, per un anno o due mi hanno seguito, poi hanno abbandonato la fede o si sono rivoltati contro il Sutra del Loto. Alcuni non hanno smesso di praticare, ma non credono più, altri credono in cuor loro, ma hanno smesso di praticare» (Più lontana la sorgente, più lungo il corso del fiume, SND, 5, 127). Tuttavia nel settembre 1279 si verifica un episodio di segno opposto. Venti credenti, tutti contadini, vengono arrestati nel villaggio di Atsuhara con false accuse. Hei no Saemon ordina loro di abbandonare il Sutra del Loto e di recitare il nome del Budda Amida. Se lo faranno, saranno rilasciati immediatamente. Nonostante il durissimo regime di carcerazione, nessuno di essi abbandona la fede. Il primo di ottobre, mentre sono detenuti, Nichiren invia una lettera a tutti i suoi fedeli, specificando che deve essere conservata da Shijo Kingo. In questa lettera il Daishonin si descrive come qualcuno che, a ventisette anni dalla proclamazione di Myoho-renge-kyo, ha realizzato la propria missione. Anche se non viene apertamente enunciato, si tratta dell’iscrizione del Dai-Gohonzon, il Gohonzon per tutta l’umanità, che avrà luogo poi il 12 ottobre 1279. Il Daishonin si rivolge ai suoi discepoli con queste parole: «Dovete raccogliere il coraggio di un leone e non soccombere di fronte a nessuna minaccia. Il leone non teme nessun altro animale e così neppure i suoi cuccioli. I calunniatori sono come sciacalli ululanti, ma i seguaci di Nichiren sono come leoni ruggenti. […] Rafforzate la vostra fede giorno dopo giorno e mese dopo mese. Se vi rilassate anche solo un po’, i demoni prenderanno il sopravvento. Noi comuni mortali siamo così sciocchi che non temiamo gli avvertimenti contenuti nei sutra o nei trattati pensando che non ci riguardino. L’ira di Hei no Saemon e di Adachi Yasumori si abbatterà violenta su di noi, siate preparati a tutto. La gente oggi viene mandata a Tsukushi a combattere contro i mongoli; mettetevi nei panni di chi sta andando o è già sul campo di battaglia. Fino a ora i nostri credenti non hanno avuto sofferenze così grandi. I guerrieri a Tsukushi stanno affrontando uno spaventoso destino e se verranno uccisi in battaglia sono condannati a cadere nell’inferno. Noi, anche se attualmente incontriamo queste grandi difficoltà, in futuro otterremo la Buddità. È come la moxa che, pur essendo dolorosa al momento, agisce come una medicina dall’effetto benefico. Per quanto riguarda i contadini di Atsuhara, incoraggiateli e dite loro di non aver paura: che siano fermamente determinati. Ricordate loro che gli eventi buoni sono eccezionali, gli eventi cattivi sono la norma» (Le persecuzioni che colpiscono il Budda, SND, 4, 188-189). La situazione è grave, ma tutta la società giapponese sta vivendo lo “spaventoso destino” della guerra. Nichiren invita i suoi discepoli a immedesimarsi nella condizione di chi sta andando o è già sul campo di battaglia. Nessun credente ha sperimentato ancora una sofferenza così grande. Gli avvertimenti contenuti nei sutra e nei trattati vanno accolti e considerati una previsione realistica di quanto accadrà, nota con amarezza. È come dire che tutto il dolore e la sofferenza della guerra in corso potevano essere evitati se avessero preso in seria considerazione le sue esortazioni basate sul Sutra del Loto. Comunque la realtà della morte è incombente sulla società in guerra, con la differenza sostanziale che offrire la vita per il Sutra del Loto porta al raggiungimento della Buddità, mentre chi viene ucciso in combattimento è condannato a rimanere nell’inferno. Quindi occorre il coraggio del leone, un continuo impegno a rafforzare la fede e una determinazione che sconfigga la paura. Come aveva già fatto con Shijo Kingo, Nichiren incoraggia i discepoli ad affrontare con dignità anche la morte, con piena consapevolezza e convinzione, dunque senza paura. I contadini di Atsuhara non si piegano neanche alle torture e il 15 ottobre tre di loro vengono giustiziati. Questo episodio, che mostra quanta fede e convinzione fossero presenti in persone comuni addirittura prive di rapporti diretti con il Daishonin, gli indica che è arrivato il tempo per iscrivere il Dai-Gohonzon, dedicato all’umanità intera.
Sempre nel mese di ottobre Nichiren scrive a Shijo Kingo, che ha subito un violento attacco: «Ho letto con grande attenzione la lettera nella quale mi descrivi il tuo recente scontro con potenti avversari. Così, infine, ti hanno attaccato! È stata una gioia per me sapere che la tua consueta prudenza e il tuo coraggio, così come la tua salda fede nel Sutra del Loto, ti hanno permesso di uscirne illeso. Quando una persona ha esaurito la propria fortuna, qualsiasi strategia sarà inutile. Quando avrà esaurito i propri benefici, neanche i suoi seguaci la seguiranno più. Tu sei sopravvissuto perché possiedi ancora fortuna. […] Non avere dubbi: tutti gli dèi proteggeranno coloro che abbracciano il Sutra del Loto. […] Perciò devi raccogliere più che mai il potere della tua fede. Non rimproverare gli dèi se esaurisci la tua fortuna. […] Solo la fede è realmente importante. Non importa quanto forte Nichiren possa pregare per te, se manchi di fede sarà come tentare di accendere il fuoco con un’esca bagnata. Sforzati di raccogliere il potere della fede. Considera prodigiosa la tua sopravvivenza. Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra. Allora, come afferma il sutra, “Tutti i nemici saranno annientati”. Queste auree parole non saranno mai contraddette. Abbi fede in esse con tutto il cuore. L’essenza della strategia e dell’arte della spada derivano dalla Legge mistica. Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere» (La strategia del Sutra del Loto, SND, 4, 193-195). In questa lettera ogni aspetto della vita viene descritto in funzione della fede, anche l’abilità nel maneggiare la spada. La fede determina ogni aspetto della vita, dalla protezione alla fortuna. Perciò occorre basare ogni azione sulla fede e agire poi coerentemente e con coraggio. Inoltre Shijo Kingo viene invitato a considerare prodigiosa la propria sopravvivenza all’attacco degli avversari, che significa provare gratitudine e contemporaneamente non abbassare la guardia, preparandosi ad affrontare le sfide del futuro. Infine Nichiren cita il Sutra del Loto per ribadire, ancora una volta, che le affermazioni contenute in esso sono “auree parole” che mai saranno contraddette. Nichiren ha basato la propria vita su queste parole, ha compiuto le scelte più difficili e affrontato durissime prove, sempre nella ferma convinzione che sarebbe accaduto quanto descritto nel Sutra del Loto. Perciò ha sempre cercato di trasmettere questa stessa convinzione e conoscenza ai suoi discepoli, soprattutto nel periodo trascorso a Minobu.
Un anno dopo scrive per l’ultima volta a Shijo Kingo. È una sorta di commiato, una lettera nella quale ripercorre le tappe della loro relazione: «Ho ricevuto il riso che mi hai inviato da Tono’oka. L’ho usato come offerta ai preti che hanno condotto la cerimonia dell’urabon nel luglio di quest’anno. I preti che vi hanno partecipato, l’assemblea riunita sul Picco dell’Aquila, il Budda e gli dèi hanno sicuramente accettato la tua offerta con gioia. Non esistono parole per esprimere il mio apprezzamento per la tua infinita gentilezza e per le tue frequenti visite. In ogni caso, dopo la morte otterrai senza dubbio la Buddità. In particolare non potrò mai dimenticare in nessuna esistenza che nell’ottavo anno dell’era Bun’ei (1271), quando incorsi nell’ira delle autorità e dovevo essere decapitato a Tatsunokuchi nella provincia di Sagami, tu, piangendo di dolore, mi accompagnasti a piedi nudi, tenendo le redini del mio cavallo, pronto a fare harakiri se mi avessero davvero giustiziato. E questo non è tutto. Esiliato sull’isola di Sado, sepolto com’ero sotto le nevi del mare del nord ed esposto ai venti che soffiavano dai picchi del settentrione, sembrava poco probabile che potessi sopravvivere. Abbandonato persino dai compagni di più lunga data, pensavo che non avrei potuto fare ritorno alla mia terra natale più di quanto un masso sul fondo dell’oceano, così pesante da richiedere mille uomini per sollevarlo, avrebbe potuto affiorare in superficie. Essendo un comune mortale era naturale che avessi nostalgia per la gente del mio villaggio di origine. È veramente una cosa rara che un laico come te, sempre impegnato nel servizio al suo signore, abbia fede nel Sutra del Loto. La tua sincera decisione di venire a farmi visita da così lontano superando montagne e fiumi e attraversando il mare azzurro, non è inferiore a quella di colui che si spezzò le ossa nella Città Fragrante o di chi gettò via il suo corpo sulle Montagne Nevose. Quanto a me, benché ci fossero così poche probabilità di ritornare nel mondo, per qualche ragione, nella primavera dell’undicesimo anno di Bun’ei, mi hanno graziato (1274) e ho potuto fare ritorno a Kamakura. […] A causa delle mie ripetute rimostranze presso le autorità, ho subito una persecuzione dopo l’altra e sono sicuramente sfuggito all’imputazione di “tradire il Buddismo”. Tuttavia, quando volli lasciare il mondo e cercare la Via in queste montagne, la gente espresse varie opinioni, ma, avendo accuratamente riflettuto sui motivi della mia scelta, sono venuto su questa montagna, in questa provincia, dove ho già trascorso sette primavere e sette autunni. […] I benefici del Sutra del Loto che recito da tanto tempo devono essere più vasti del cielo. Quindi, poiché tu sei venuto spesso qui, anno dopo anno, è certo che eliminerai in questa vita gli impedimenti karmici accumulati sin dal passato senza inizio. Devi sforzarti sempre più» (Risposta al signore Shijo Kingo, SND, 8, 81-84). La straordinaria prova di dedizione e fedeltà offerta da Shijo Kingo nel corso di dieci anni durissimi viene qui ripercorsa con gratitudine, ammirazione e affetto. Ma, nonostante l’affermazione che sicuramente otterrà la Buddità per tutto ciò che ha fatto nel passato, la lettera si conclude con una frase che guarda al futuro: «Devi sforzarti sempre più».
(fine)
I Gosho:
- Le persecuzioni che colpiscono il Budda (SND, 4, 185-189)
Il primo giorno del decimo mese (1279) - La strategia del Sutra del Loto (SND, 4, 193-195)
Il ventitreesimo giorno del decimo mese (1279) - Risposta al Signore Shijo Kingo (SND, 8, 81-84)
L’ottavo giorno del decimo mese (1280)