Il 2 gennaio 1998 Ikeda compiva settant’anni. Nel saggio che scrisse due giorni dopo, ripercorre le fasi della sua vita suddividendola in tappe per lo sviluppo della Soka Gakkai. A quella che si conclude con i suoi ottant’anni, assegnava il compito di “completare le basi per kosen-rufu nel mondo”
Un nuovo anno. L’alba di un sole splendente che ci porta in alto.
Nel secondo giorno di questo nuovo anno celebro l’inizio dell’”anno della vittoria della gente” insieme ai miei amici del Makiguchi Memorial Hall di Tokyo. Oggi è anche il mio settantesimo compleanno e ho ricevuto messaggi di auguri da ogni parte del mondo, sono lusingato e felice. Il 2 di gennaio è anche il giorno in cui è uscito il primo volume della Nuova rivoluzione umana in lingua giapponese; spero sia di incoraggiamento per voi tutti. Vorrei esprimere un ringraziamento per tutti coloro che hanno lavorato alla sua pubblicazione e per tutti i miei lettori.
Un mese prima del mio trentesimo compleanno, ho appuntato nel mio diario: «Non mi rimane altro che lavorare e andare avanti con tutte le mie forze accanto al presidente Toda. Sono giunto alla conclusione che se sono quello che sono è solo grazie al mio mentore». Quando ero giovane ero talmente malato che i dottori mi dissero che non avrei superato i trent’anni. Il mio maestro Josei Toda mostrò una grande apprensione per me, mi incoraggiava e mi guidava costantemente con compassione e forza. Ho passato giorni e notti nell’incessante lotta di propagazione del Buddismo di Nichiren.
Quando le forze mi abbandonavano per la salute cagionevole o perché ero esausto, Toda mi diceva: «Stai combattendo contro i tre ostacoli e i quattro demoni. Porta dolore e sofferenza direttamente davanti al Gohonzon e lotta per superare ogni ostacolo». E poi mi diceva anche: «Vivi la tua vita e forgia la tua fede in modo che tu possa andare incontro alla morte con dignità e contegno in qualsiasi momento». La sua voce, la voce di un padre severo ma affettuoso, penetrava in profondità. In un’altra occasione mi disse: «Ti darò la mia vita! Vivi, vivi al posto mio, vivi a lungo!».
In questa vita, grazie alla forza vitale che mi è stata trasmessa dal mio maestro, ho trionfato sul mio destino, ho abbattuto i demoni della malattia e ho raggiunto l’età di trent’anni. Entusiasta, ho riportato nel mio diario ogni decade trascorsa, accanto ai progetti e agli obiettivi dei decenni futuri.
Fino ai dieci anni: infanzia come figlio di un umile coltivatore di alghe;
fino ai venti anni: presa di coscienza e lotta contro la malattia;
fino ai trent’anni: studio e pratica del Buddismo, massimi sforzi per abbattere i demoni della malattia;
entro i quarant’anni: perfezionamento della pratica e dello studio degli insegnamenti di Nichiren Daishonin;
entro i cinquant’anni: una chiara affermazione nella società;
entro i sessant’anni: completamento delle basi per il movimento di kosen-rufu in Giappone.
Ma il mio diario non dice niente dopo i sessant’anni di età. Non ho mai pensato di vivere oltre. Nell’autunno del mio cinquantasettesimo anno (qualche mese prima di compiere cinquantotto anni, l’età in cui morì Toda) mi ammalai improvvisamente e fui ricoverato in ospedale. Se Toda fosse vivo oggi avrebbe novantotto anni. Sono profondamente convinto che io sono arrivato a vedere quel settantesimo anno perché Toda ha condiviso parte della sua forza vitale con me.
Victor Hugo cominciò a scrivere il suo grande romanzo Quatrevingt-treize (Novantatré) all’età di settant’anni. Circa alla stessa età, Lev Tolstoj cominciava a pensare al suo capolavoro, Resurrezione. A settant’anni appena compiuti, fondata la Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi cominciò la pubblicazione del giornale Kachi Sozo (Creazione di Valore), aprendo la strada a discussioni e dibattiti per la propagazione degli insegnamenti di Nichiren Daishonin.
Ora, con lo pseudonimo Ho Goku, mi sto impegnando personalmente a scrivere l’ottavo volume de La nuova rivoluzione umana, che apparirà in versione ridotta nelle serie del Seikyo Shimbun. Se avessi continuato a scrivere quello che avrei realizzato dall’età di sessant’anni fino a oggi, accanto a ciò che immaginavo per il decennio successivo, leggeremmo così:
fino ai settant’anni: l’affermazione dei principi per un nuovo umanesimo;
fino agli ottant’anni: il completamento delle basi per kosen-rufu nel mondo.
Da qui in poi, in accordo con la Legge mistica e la natura immortale e senza tempo della vita secondo quanto esposto dal Buddismo, sono determinato a guidare kosen-rufu per tutta l’eternità. In un poema scritto dopo i settant’anni di età, Goethe dice: «”Dimmi, come fai a rinnovare continuamente te stesso?” Puoi farlo anche tu, se sai gioire di fronte a ciò che è grande».
La mia vita è un grande viaggio per kosen-rufu. Davanti a me le vette cariche di speranza del ventunesimo secolo. L’espressione “terza età della vita” è sinonimo di “terza gioventù”. Un antico detto cinese esorta a “rinnovarsi ogni giorno”. Prometto con la determinazione più ferma di “esercitarmi con coraggio e diligenza” anche quest’anno (cfr. SDL, 2, 29, n.d.r.).