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Formia premia i valori della pace e del dialogo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:52

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Formia premia i valori della pace e del dialogo

La cittadina laziale dona un riconoscimento a Daisaku Ikeda in conclusione della mostra promossa dall’Istituto sullo sviluppo sostenibile

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La cittadina laziale dona un riconoscimento a Daisaku Ikeda in conclusione della mostra promossa dall’Istituto sullo sviluppo sostenibile

A Formia (LT), al centro dello splendido Golfo di Gaeta, dal 18 al 24 gennaio si è tenuta la mostra “I semi del cambiamento”. L’assessorato alla Cultura, in particolare, ha aderito con interesse all’iniziativa condividendo i suoi valori e adoperandosi affinché l’invito a visitarla giungesse in tutte le scuole. E l’invito è stato raccolto con entusiasmo ogni giorno da una media di sette classi, provenienti dalle diverse scuole sia di Formia che dei dintorni. Le studentesse del Liceo psicopedagogico in particolare, dopo aver visitato la mostra hanno chiesto di proiettare, nel corso dell’assemblea d’istituto, il filmato La rivoluzione silenziosa, nel quale si raccontano alcune storie di persone che hanno promosso un cambiamento concreto nell’ambiente in cui vivono grazie alla tenacia e alla forza dei loro sogni.
Un bel risultato, ottenuto grazie al desiderio, all’impegno e alla determinazione degli organizzatori che, proprio nell’attività della mostra, hanno voluto sperimentare concretamente come costruire unità, dialogo e condivisione tra membri di un vasto territorio come il sudpontino. Conclusione migliore non poteva esserci: a chiusura della mostra il sindaco di Formia, Sandro Bartolomeo, e l’assessore alla Cultura, Giovanna Grimaldi, hanno donato al maestro Ikeda una targa commemorativa dell’evento con l’immagine della città (nella foto) su cui si legge: «A Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai, il ringraziamento della città di Formia in occasione della mostra “I semi del cambiamento” per aver sottolineato i valori della pace e del dialogo».

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L’Università Soka danza per noi

Firenze – Domenica 4 febbraio il Centro culturale di Firenze ha accolto gli studenti del Club Italia della Soka University di Tokyo. Ogni anno l’Associazione degli studi d’Italia organizza un percorso di studio della lingua e della cultura italiane.
Fin dal 1971, la Soka University giapponese ha stabilito relazioni con più di cinquanta università di tutto il mondo. Dal 1989 anche l’Università di Bologna è entrata a far parte del programma di scambio. L’educazione Soka è basata sul rispetto per la dignità umana e ha lo scopo di formare persone sagge e coraggiose, che ricercano il dialogo, piene di umanità e rispetto per l’ambiente naturale valorizzando le diverse culture. Gli studenti che hanno trascorso la domenica a Firenze hanno dato prova di tutte queste caratteristiche. Con profondo rispetto si sono avvicinati a noi e ci hanno fatto assaporare la fatica dei loro percorsi. Tutti gli studenti hanno condiviso con noi le loro esperienze. Storie fatte della paura di aprire il proprio cuore agli altri (Mizusawa e Osawa), di violenze subite e sconfitte con il Daimoku (Yukawa), del desiderio di propagare il buddismo di Nichiren (Mitsubayashi). Tutti, indistintamente, hanno vinto sulle loro debolezze e continuano a lottare con una determinazione senza pari. Pur avendo l’aspetto di piccoli cuccioli, abbiamo riconosciuto in loro la natura di veri leoni all’attacco. La Soka University chiude l’incontro con un ballo tradizionale dell’isola di Okinawa, mani al cielo e piedi battenti a richiamare le divinità buddiste della gioia e dei sorrisi.
Maria Paparazzo

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Il 16 marzo di noi giovani

In questo giorno del 1958 Josei Toda, in un memorabile incontro con i giovani della Soka Gakkai al Taiseki-ji, affida loro la sua eredità: il compito di realizzare kosen-rufu. Toda, ormai in gravi condizioni di salute, muore il 2 aprile di quell’anno. Ecco come si sono preparati a questa ricorrenza alcuni giovani italiani.

Un grande obiettivo
Firenze – «Ricordare il 16 marzo non deve “sorgere da cerimoniali sontuosi e formali” bensì dalla nostra intima decisione di seguire il maestro. Come lui ci ha mostrato prendendo le redini di kosen-rufu e propagando il grande messaggio di pace in tutto il mondo, anche noi giovani dobbiamo fare lo stesso sforzo nel nostro ambito d’azione: la famiglia e i sentimenti, il posto di lavoro o a scuola. Dobbiamo porci gli stessi obiettivi: rendere felici quante più persone possiamo, attraverso ogni gesto della giornata. In quest’occasione voglio fare un’attività piena di gioia, ho grandi obiettivi da realizzare e voglio poter dire a sensei: “Guarda maestro quello che ho fatto grazie al tuo costante incoraggiamento!”» (Paola).

Scambi di esperienze
Cagliari – Nessuna riunione oceanica in vista di questo 16 marzo, ma piccole attività che permettano ai giovani della Sardegna di incontrarsi e conoscersi. Ancora nessuna decisione definitiva è stata presa, ma sembra essere questa la linea dell’attività in Sardegna per la celebrazione del Giorno di kosen-rufu. «Si avverte la voglia di tutti – ha spiegato Barbara – di partecipare a un’attività che permetterà un utile scambio fra giovani di gruppi, settori e capitoli diversi».

Piccole grandi sfide
Modena – Fervono le attività per la preparazione della mostra “I semi del cambiamento” e delle due conferenze che la aprono e la chiudono. L’impegno richiesto è importante e prolungato. C’è chi come Daniele sta affrontando la fatica di tanta attività, la sensazione di non andare avanti e di deludere le aspettative adoperandosi per trovare la propria giusta dimensione nell’attività come nella vita privata. E chi, come Lisa, sta lottando con l’entusiasmo che la accompagna quando si trova davanti alle grandi sfide condivise con i compagni di fede. Il “giorno di kosen-rufu” quest’anno sarà celebrato durante le riunioni di discussione o in riunioni di capitolo – non è ancora stato deciso, non ce n’è stato il tempo – con la forza che scaturisce dalla conquista sul campo di una importante vittoria.

Nuovi orizzonti
Oristano – Quest’anno l’obiettivo è: “giocare in casa”, nel vero senso della parola, niente mega riunioni, più intimità e scambio. Tutto organizzato a livello di settore, in case private, i protagonisti sono loro: giovani e giovanissimi. Per la seconda volta la partecipazione attiva del “futuro”: i giovanissimi tesori della SGI!

Un giorno speciale
Cosenza – «Ikeda ci dice che, quando vogliamo cambiare, non dobbiamo guardare al passato con un atteggiamento malinconico, ma rinnovarci completamente. Lo spirito del 16 marzo è, secondo me, la gioia di portare avanti insieme un progetto, un sogno, lo stesso che Toda ci ha affidato tanto tempo fa. Questa gioia è un’onda che prende con sé tutto ciò che trova e rinnova il nostro cuore» (Valeria).
«Rifletto, recito Daimoku e decido. Che gioia! Ho l’occasione di ripartire nella mia rivoluzione umana. Lo spirito del 16 marzo? Lo trovo nello spirito della mia vita!» (Emilio).
«Aprire nuove strade. Donarsi nuove possibilità, nuovi incontri. Mettersi alla prova e rinnovare l’ascolto; andare ancora un altro passo più in là, a schiudere nuovi orizzonti. Mi raggiungono questi pensieri quando mi avvicino all’intento del 16 marzo. Provare a rimettere in gioco le proprie convinzioni, guardare indietro e custodire le esperienze come tesori nel cuore. Assumersi la responsabilità delle proprie scelte, delle proprie azioni, costruire giorno per giorno la “Torre preziosa” che è la propria esistenza, allenandosi costantemente a guardare oltre ciò che si vede…» (Francesca).
«Lo spirito del 16 marzo è la sincerità che metto nel lungo percorso dell’organizzazione di una magnifica giornata, alla quale arriverò sicuramente felice e soddisfatta, facendo tesoro di questa preziosa occasione di rivoluzione» (Maria Grazia).

Hanno collaborato: Paola Corsi, Michele Garbato, Donatella Marchi, Valentina Marino, Cristina Sereni

Per approfondire il significato del 16 marzo:
La rivoluzione umana, vol. 12 capitoli “I successori” e “Luce tranquilla”

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Voci per sostenere e incoraggiare

Il Centro culturale di Roma è stato teatro di due iniziative: una riunione di donne e giovani donne e un incontro di tutti i responsabili dell’area Roma Sud.

Le due divisioni si sono riunite – e ritrovate – il 30 gennaio al Centro culturale di Roma. Sulla scia delle iniziative d’incontro già tenutesi, a partire dal gennaio dell’anno passato, in varie zone d’Italia, ecco la volta della capitale e dintorni.
In un Centro gremito al punto da richiedere l’aggiunta di sedie lungo i corridoi, in più di seicento hanno animato la prima riunione pensata per dare impulso al dialogo tra donne adulte e giovani che svolgono attività nelle tre aree di Roma.
In apertura la proiezione di un filmato che raccoglie momenti dell’impegno della signora Kaneko a fianco del marito Daisaku Ikeda: a partire dagli anni Sessanta, immagini di quotidianità familiare affiancano passaggi storici dell’attività in veste di “ambasciatori di pace”. Uno spunto essenziale per le riflessioni che ne sono seguite, e che hanno trovato rispondenza già dagli interventi di Asa Nakajima, Marta Bonomo, Anna Conti e Marta Arkerdar.
Emerge, così, dalle voci di donna l’importanza di svolgere un’attività simile a quella di Kaneko Ikeda, basata sul sostegno e l’incoraggiamento. Rapporti tra donne e giovani donne, allora, che devono costruirsi e svilupparsi sulla base della fede comune. E ancora: costruire solidarietà e una forte collaborazione per un’armoniosa attività fra le divisioni. Valorizzando le caratteristiche distintive di adulte e giovani, e concretizzandole in una linea di congiunzione tra lo spirito fresco di coloro che sono lanciate verso il futuro e quello più misurato di chi ha una maggiore esperienza di vita.
In altre parole creare la giusta armonia che consenta di passare alle giovani generazioni il testimone del futuro e dell’attività per kosen-rufu, in uno scambio continuo, per crescere insieme. Centrali in questo senso l’approfondimento del legame tra maestro e discepolo, l’impegno personale che non lesini la propria vita, il sostegno agli altri, l’importanza dell’atteggiamento che si serba nel cuore e del perseverare, perseguendo i propri obiettivi qualsiasi cosa accada, con la profonda convinzione che nessuna preghiera rimarrà senza risposta.
Eva Panitteri

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Nell’area Roma Sud l’unità fa la differenza

Incoraggiarci, decidere e condividere: con questo scopo ogni tre mesi noi responsabili dell’area Sud romana ci troviamo al Centro culturale tutti insieme. L’idea è nata alla fine del 2005, quando desiderando e decidendo di realizzare assolutamente la promessa fatta a sensei di consegnare due nuovi Gohonzon per gruppo ci siamo domandati come fare, essendo già a novembre e parecchio lontani dallo scopo. Era essenziale che tutti condividessimo l’obiettivo e avanzassimo con passione, era necessario realizzare insieme. Così decidemmo di fare una riunione per tutti i responsabili da gruppo ad area ogni mese, per dare un ritmo pulsante alla nostra attività. Alla base l’incoraggiamento di Ikeda nel video, poi le esperienze e infine l’andamento con dati alla mano, non per celebrare i numeri, ma per avere il polso della situazione. Avevamo il timone e dovevamo sapere a che punto del viaggio eravamo. A dicembre lo scopo era realizzato e tante persone avevano bellissime esperienze da raccontare.
Il 21 gennaio del 2007 eccoci di nuovo, i responsabili dell’area Sud di Roma quasi al completo, la sala piena (quattrocentocinquanta persone circa), Daimoku insieme e poi il video di sensei. L’esperienza di un gruppo che ha consegnato sette Gohonzon e il ringraziamento dei responsabili di area a tutti per avere realizzato un enorme risultato di crescita nel 2006. La riunione si chiude con Francesco Geracitano che racconta come fu realizzata la campagna di Osaka: 11.111 nuovi membri nel solo mese di febbraio. Ikeda realizzò, nei mesi precedenti, migliaia di incontri a casa dei membri parlando con loro della vita quotidiana e condividendo con loro le cose di tutti i giorni (distrusse per usura in questa attività tre biciclette!). Questo scambio vitale portò entusiasmo e decisione tra i membri della zona che realizzarono quella crescita incredibile. Anche noi vogliamo ripartire di lì, andando a trovare le persone per creare dei forti legami umani e di sincera amicizia.
Vanessa Donaggio

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