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La scuola di Toda nella "Rivoluzione umana" - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:19

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    La scuola di Toda nella “Rivoluzione umana”

    «Cosa c’entra un cane con la matematica?» Poteva capitare di udire domande di questo tipo nelle classi in cui insegnava Toda, la cui prima preoccupazione come insegnante era formare futuri cittadini consapevoli. Dieci anni dopo la sua morte, Daisaku Ikeda ha proseguito l’opera del suo maestro fondando il sistema educativo Soka

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    «Cosa c’entra un cane con la matematica?» Poteva capitare di udire domande di questo tipo nelle classi in cui insegnava Toda, la cui prima preoccupazione come insegnante era formare futuri cittadini consapevoli. Dieci anni dopo la sua morte, Daisaku Ikeda ha proseguito l’opera del suo maestro fondando il sistema educativo Soka

    Educatore innovativo e pieno di passione, Josei Toda, all’età di diciannove anni, incontrò il suo maestro Tsunesaburo Makiguchi (1871-1944), educatore anch’egli. Makiguchi riconobbe immediatamente le doti singolari di Toda e apprezzò fin da subito il suo talento e il suo entusiasmo. Toda divenne così suo assistente e lo sostenne nella grande impresa di rinnovamento del sistema pedagogico. Fu proprio Toda ad attuare molte delle idee di Makiguchi, fondando una scuola volta a sviluppare gli interessi e le capacità individuali degli allievi. Si trattava di un metodo pedagogico innovativo, ben lontano dalle tecniche convenzionali di apprendimento meccanico diffuse all’epoca, che mirava soprattutto alla felicità dei ragazzi, oltre che alla loro istruzione. Come insegnante, Toda si dedicò sinceramente alla felicità dei ragazzi. Aperto e imparziale, egli era molto amato dai suoi allievi, che riponevano in lui molta fiducia. Spesso, dopo la scuola, gli studenti si recavano a casa sua per studiare e per giocare con lui. Toda si prendeva cura di ognuno di loro, con il fervore appassionato della sua vocazione. Quello che segue è il racconto di una sua lezione tratto dal romanzo La rivoluzione umana.

    «L’educazione è senza alcun dubbio uno dei fattori cruciali nello sviluppo della personalità umana. Si tratta di un’arte i cui riferimenti basilari sono determinati dalle concezioni pedagogiche del docente.
    Se un giovane viene istruito da un grande educatore, che punta soltanto a sviluppare la personalità dell’allievo, è davvero fortunato.
    Sotto questo aspetto il metodo di Toda era superbo. Egli faceva appello alla curiosità insaziabile dei giovani e insegnava loro a identificare i concetti matematici grazie a degli esempi concreti. Faceva di tutto affinché gli alunni si sforzassero sempre di sviluppare il ragionamento e, senza che i giovani se ne rendessero conto, insegnava loro concetti e formulazioni alquanto complesse. I suoi metodi, oltre a essere interessanti, erano sempre logici, e davano ai ragazzi un’occasione per studiare con soddisfazione.
    Non c’è nulla di più acuto della mente di un giovane alunno; in genere reagisce prontamente, come il mercurio di un termometro.
    Toda entrava in classe con un sorriso e salutava tutti. I ragazzi chiassosi correvano rapidi ai loro posti e rispondevano al saluto in coro. I loro occhi brillavano, eccitati all’idea di una nuova avventura.
    «Qualcuno vorrebbe un cane?».
    Nell’aula piombò il silenzio.
    «Ne darò uno a tutti quelli che lo vorranno».
    «Maestro, lo dia a me!».
    «No, a me!».
    «Non potrei averlo io?».
    «Lo voglio io!».
    L’intera classe era in tumulto. Guardandosi intorno con aria soddisfatta, Toda disse: «Allora a chi lo diamo?». Poi, voltandosi verso la lavagna, scrisse in grande l’ideogramma “cane” e chiese ai bambini: «Che cos’è questo?».
    «Cane!».
    «È davvero un cane?».
    «Sì», risposero in coro.
    «Ne siete sicuri?».
    «Ma certo!».
    «Allora, se lo volete, potete tenerlo voi».
    La classe per un attimo rimase sconcertata, ma poi un bambino esclamò: «Ma via… È solo un ideogramma sulla lavagna». Scoppiarono tutti a ridere. Toda indicò il segno sulla lavagna e ribadì: «È un cane, vero? Forza, potete prenderlo».
    In effetti era proprio un cane, ma non uno che i bambini potessero portarsi a casa. Erano disorientati, incapaci di cogliere il punto debole del loro ragionamento. Toda finalmente spiegò che si trattava di un simbolo astratto che rappresentava il cane.
    Con vari esempi di questo tipo riusciva a instillare nei suoi allievi l’idea che la matematica è un tipo di studio basato sui simboli; ben presto i bambini mettevano a frutto le loro nuove conoscenze.
    Un seme di buona qualità produce una pianta forte, piena di gemme. Così i bambini sarebbero cresciuti fino a diventare persone di grande responsabilità nella vita sociale»
    (RU, 1, 13).

    L’incarcerazione di Makiguchi da parte del governo militare giapponese e la sua morte nel 1944, insieme ai problemi finanziari di Toda, dopo la guerra, minarono fortemente lo sviluppo e la diffusione della teoria pedagogica della creazione di valore. Votato a concretizzare il desiderio di Makiguchi di istituire un sistema scolastico basato sulle teorie educative Soka, Toda si adoperò in prima persona affinché il suo successore, Daisaku Ikeda, ereditasse quella stessa visione pedagogica. Dieci anni dopo la morte di Josei Toda, sotto la guida di Daisaku Ikeda veniva inaugurata la prima scuola Soka.

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