Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Mettere in pratica le proprie convinzioni - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:35

406

Stampa

Mettere in pratica le proprie convinzioni

Daisaku Ikeda torna a ribadire che una fede autentica si manifesta con le azioni e non con i trionfalismi o la retorica. «Cosa possiamo fare per portare avanti davvero kosen-rufu in modo pratico e concreto?» è la domanda costante da tenere in mente in ogni preghiera e in ogni attività

Dimensione del testo AA

Daisaku Ikeda torna a ribadire che una fede autentica si manifesta con le azioni e non con i trionfalismi o la retorica. «Cosa possiamo fare per portare avanti davvero kosen-rufu in modo pratico e concreto?» è la domanda costante da tenere in mente in ogni preghiera e in ogni attività

Il noto compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959) disse: «Le persone che cantano si trovano a un passo dalla felicità». Anche il mio maestro Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai, invitava i nostri membri a cantare, mentre portavano avanti il loro impegno per kosen-rufu e, proprio come avrebbe desiderato, in tutta la Gakkai risuonano canti gioiosi, segno di autentica unità e vittoria. Vorrei ringraziare e applaudire coloro che hanno cantato per noi oggi. Avete tutti delle voci eccellenti.
Un verso dell’opera di Mozart Il flauto magico afferma: «I raggi del sole bandiscono la notte, sconfiggono il potere disonesto degli ipocriti». Il canto dei giovani impegnati in nome della verità e della giustizia, in effetti, è paragonabile ai raggi del sole. Il canto dei giovani uniti per una causa comune sprona tutti ad avanzare e infonde la forza di vincere l’inganno e la corruzione. L’autore brasiliano João Guimarães Rosa (1908-67) scrisse: «La vita esige il nostro coraggio» e «Il coraggio fa battere il cuore». Il coraggio è il requisito principale per vincere nella vita. Le persone coraggiose continuano ad avanzare anche in mezzo alle prove e alle sofferenze più dure. Il risultato è che per loro si spalanca sicuramente una strada. Toda dichiarava che avere fede nel Buddismo di Nichiren Daishonin significa avere un coraggio indistruttibile; ci esortava a vivere con forza e fiducia e a conseguire insieme una vittoria dopo l’altra. Seguiamo la sua guida e, armati di questo coraggio indistruttibile, conduciamo con gioia esistenze vincenti!
Vorrei ringraziare i membri in Giappone e in tutto il mondo per i loro altruistici sforzi quotidiani per kosen-rufu. Siamo entrati nel periodo in cui dobbiamo dare gli ultimi ritocchi alle fondamenta della Gakkai. Nel rendere omaggio a coloro che si sono generosamente dedicati negli anni a kosen-rufu e allo sviluppo della Gakkai, sono determinato a rafforzare la fortezza di pace e cultura che abbiamo costruito, affinché si guadagni ovunque l’ammirazione duratura di tutti. Mi auguro di lasciare dietro di me una meravigliosa Soka Gakkai, che per innumerevoli generazioni future, continui a essere fonte d’orgoglio per i nostri membri.

I tesori di un paese

Permettetemi ora di condividere un episodio tratto dal testo storico cinese Cronache dello storico di Sima Qian (Ssu-ma Ch’ien; c. 145-86 a.C.). Secoli fa nell’antica Cina, il re Hui di Wei disse al re Wei di Qi: «Il mio regno è piccolo, ma io possiedo dieci gioielli, ognuno dei quali, anche se della grandezza di qualche centimetro, è in grado di rischiarare una dozzina di carri. Come mai un regno potente come il tuo non ha un simile tesoro?».
Il re Wei di Qi replicò serafico: «Ciò che io considero un tesoro è piuttosto diverso da ciò che tu chiami tale». Qual era dunque il tesoro del re Wei di Qi? Egli rispose di avere quattro ministri dal talento straordinario, ognuno dei quali governava il territorio a lui assegnato con saggezza e perizia. La luce di questi quattro capaci ministri, disse il re, illuminava senza dubbio una distanza maggiore di mille miglia. In altre parole, nessuna quantità di gioielli o di ricchezze materiali costituisce il tesoro di una nazione. Non sono le cose materiali, ma piuttosto le persone abili e di talento il vero tesoro. Questa era la convinzione del re Wei di Qi – una convinzione lodata e condivisa dallo storico che ha narrato questo episodio, Sima Qian.
Il regno di Qi aveva come tesoro quattro capaci ministri. I Bodhisattva della Terra descritti nel Sutra del Loto erano ugualmente capeggiati da quattro leader: Pratiche Superiori, Pratiche Illimitate, Pratiche Pure e Pratiche Salde. Un solido nucleo di individui capaci è un elemento chiave in ogni impresa. Riguardo allo sviluppo della Gakkai, Toda credeva nell’importanza di formare un nucleo di quattro o sei responsabili, ognuno dei quali avrebbe rafforzato le fondamenta di kosen-rufu nella propria area di responsabilità e anch’io ho dedicato le mie energie a far crescere individui capaci, basandomi sulla sua stessa idea.
Il Gran Maestro Dengyo (noto anche come Saicho; 767-822), che diffuse il Sutra del Loto in Giappone milleduecento anni fa, durante il Medio giorno della Legge, scrisse: «Chi, se non i bodhisattva, sono i tesori e i benefattori del paese?». Egli dichiara che i bodhisattva, come descritto nel Sutra del Loto, sono gli autentici tesori e benefattori di un paese.
E chi oggi, nell’Ultimo giorno della Legge, recita e diffonde il Daimoku della mistica Legge secondo gli insegnamenti del Daishonin e porta avanti l’opera dei Bodhisattva della Terra per il bene degli altri, della società, della nazione e della causa della pace mondiale? Nessun altro, se non tutti noi membri della SGI. Questo è un fatto di cui abbiamo il diritto di essere orgogliosi.
Il potere politico o la ricchezza rendono forse grande una persona? Giudicare i meriti di una persona sulla base di simili criteri è un grave errore. Inoltre, dalla prospettiva della Legge universale del Buddismo che agisce attraverso le tre esistenze di passato, presente e futuro, la sfera del potere temporale è piccola e insignificante. Non abbiamo niente da temere.
Noi che pratichiamo il Buddismo di Nichiren Daishonin siamo i bodhisattva di cui parla il Sutra del Loto, i più nobili e ammirevoli “tesori del paese” e “tesori del mondo”. Innumerevoli dèi celesti e Budda, le funzioni positive e protettive dell’universo, ci sosterranno e ci proteggeranno senza alcun dubbio. Vi prego di esserne assolutamente sicuri. Proseguiamo sul grande sentiero dell’autentica felicità con coraggio e ottimismo, guardando il mondo da un alto stato vitale

Il cambiamento parte dalla gente

Tsunesaburo Makiguchi, primo presidente della Soka Gakkai, insisteva sempre sul fatto che deve essere la gente a stimolare i propri responsabili all’azione, e non il contrario. Egli prese fermamente posizione nei confronti dello strapotere delle autorità e senza paura dichiarò la verità. Effettuare un cambiamento dalla base, dal basso in alto, è l’essenza della democrazia e anche la via della Legge mistica. Siamo tutti esseri umani e la vita di ogni persona ha lo stesso valore e importanza. Le persone comuni che conducono un’esistenza onesta e corretta sono i veri campioni del nostro mondo.
Durante la Seconda guerra mondiale Makiguchi sottolineò che era giunto il momento di far sentire la propria voce alle autorità governative. Questa dichiarazione suscitò paura nei cuori dei responsabili pavidi, ma non in Toda, che affermò: «Non ero minimamente sconcertato o preoccupato, perché consideravo Makiguchi il mio grande benefattore, il mio maestro compassionevole, un vero padre per me». Quando le autorità repressero la Gakkai, Toda proseguì con decisione sul sentiero della relazione maestro-discepolo. Egli andò in prigione con Makiguchi e lottò al suo fianco fino alla fine. L’atteggiamento di Toda verso Makiguchi fu sempre estremamente solenne e colmo di rispetto.
Toda una volta disse ad alcuni dei suoi discepoli: «Nella propagazione della Legge mistica, io sono il vostro maestro. Dato che siamo legati dalla relazione di maestro e discepolo, desidero che tutti voi diventiate felici. Perseverate nella fede e nella propagazione in qualità di miei discepoli». E io feci esattamente come disse Toda, trascorrendo la mia vita come suo discepolo. Ho ereditato la sua grande filosofia e i suoi ideali e li ho fatti conoscere in tutto il mondo, come varie persone di coscienza hanno riconosciuto e dichiarato.

Studiare per la vittoria

«L’istruzione ci dà la forza di conseguire ulteriori vittorie nel cammino senza sosta della nostra vita», scriveva la poetessa brasiliana Cecilia Meireles. Ogni giorno prego affinché tutti gli studenti dell’Università Soka e della Soka University of America (SUA) conseguano splendide vittorie. A questo proposito, recentemente, un diplomato della SUA, Daisuke Fuji, che attualmente sta specializzandosi in statistica ed economia a Harvard mi ha comunicato una notizia interessante. Nel corso dei suoi studi Fuji si è imbattuto in un saggio di Robert F. Engle, premio Nobel 2003 per l’economia, nel quale compariva il nome di uno studioso citato per l’importante contributo dato alle sue ricerche: Yoshi Baba. Baba ha frequentato il Liceo Soka e si è laureato alla Soka University, dove attualmente insegna ed è vicepresidente. I suoi splendidi risultati mi colmano di gioia. Ho seguito i suoi progressi sin da quando era al liceo, sperando nel profondo del cuore che avrebbe brillato nel suo campo non solo in Giappone, ma in tutto il mondo. Baba viene dall’Hokkaido e in uno dei miei viaggi da quelle parti sono andato a trovare i suoi genitori, membri sinceri che hanno sempre offerto la loro casa per le riunioni della Gakkai. Baba era determinato a essere all’altezza delle aspirazioni che nutrivo per lui. So che dopo la laurea si recò negli Stati Uniti per il dottorato, animato dal desiderio di tracciare un percorso educativo e professionale per gli studenti che si sarebbero recati lì e di fare dell’Università Soka giapponese un’istituzione accademica di livello internazionale. Attualmente sta impegnandosi anima e corpo, insieme al presidente dell’Università Soka Hideo Yamamoto, per formare una robusta schiera di brillanti giovani menti, futuri potenziali premi Nobel. In questo momento sta insegnando e non può essere qui con noi, ma vorrei esprimergli immensa gratitudine e apprezzamento.
È mio profondo desiderio e determinazione preparare individui capaci per il futuro. Innumerevoli persone dallo straordinario talento stanno ora iniziando a splendere nella Soka Gakkai, simili a tante gemme nascoste che improvvisamente vengono alla luce. Questo grande fiume di individui capaci continuerà a espandersi e a fluire nel mondo, contribuendo alla nascita di una nuova era. Che prospettiva meravigliosa! Facciamo del nostro meglio in questa impresa.

L’azione dei giovani

Congratulazioni per la decima riunione nazionale dei responsabili della Divisione giovani nel secondo atto di kosen-rufu! I giovani sono la chiave, questa è l’era dei giovani. Anche Toda nutriva grandi speranze per i giovani. Diceva: «La Soka Gakkai è un’organizzazione basata sull’azione. I giovani devono diventare rapidamente individui eccellenti. In fin dei conti è la gioventù che sosterrà la Soka Gakkai da ora in poi».
Io sono diventato il discepolo di Toda a diciannove anni. Sono rimasto al suo fianco per tutta la sua vita. «Daisaku! Daisaku!», chiamava sempre. Mi teneva vicino per consultarsi, e mi chiedeva sempre di accompagnarlo dovunque andasse. Qualche volta nel cuore della notte mi convocava a casa sua per discutere di qualche argomento, e io mi precipitavo lì in taxi. Mi ha preparato in ogni modo possibile. In quel periodo c’erano molti responsabili di età più avanzata e di maggiore esperienza, ma Toda ripose grande fiducia in me e affidò a me, un giovane, il futuro di kosen-rufu. Quando invecchiano, spesso le persone tendono a diventare contorte. Sono inclini a pensare al proprio tornaconto e a comportarsi con arroganza. Toda era estremamente consapevole di questa tendenza. Come Toda, mi sono dedicato al sostegno dei giovani, alla loro preparazione e alla loro educazione in qualità di leader del futuro.
Durante la Seconda guerra mondiale, i miei quattro fratelli maggiori vennero tutti arruolati nell’esercito giapponese e il fratello più grande rimase ucciso in combattimento. Quando avevo diciassette anni, la nuova dimora provvisoria che avevamo costruito dopo essere sfollati venne incenerita in un attacco aereo. Quando la guerra finì, lavorai duramente nonostante la sofferenza dovuta alla tubercolosi. Fu in quel periodo che conobbi Toda e, dopo aver incontrato questo straordinario maestro, decisi davvero di vivere dando il massimo, alzandomi con una forte determinazione. Da allora fino a oggi mi sono impegnato instancabilmente, dando tutto me stesso per sostenerlo, fino a poter affermare che nessuno al mondo ha servito il suo maestro con simile devozione. Questo è ciò che ha fatto di me la persona che sono oggi.

Costruire ponti attraverso il dialogo

Coloro che hanno maggiormente sofferto hanno il diritto di poter finalmente godere di una vera pace e felicità e, come membri della SGI, ci stiamo impegnando per creare una società che si prenda cura e apprezzi simili persone. Il primo ministro britannico Winston Churchill (1874-1965), che guidò il suo paese contro l’aggressione nazista nella Seconda guerra mondiale, sottolineava l’importanza di una vigilanza costante; era convinto che, anche nei periodi di prosperità, si possono facilmente piantare i semi della sconfitta abbassando la guardia. Churchill rimase impavido, quando i nazisti bombardarono l’Inghilterra, e uscì in strada a incoraggiare i suoi cittadini. Molti sono convinti che la sua guida fu cruciale per la vittoria del popolo britannico. Spero che i responsabili più alti della nostra organizzazione rimangano vigili ed esercitino una guida saggia per assicurarsi che tutti i membri riescano con fiducia a vincere senza incidenti e in buona salute.
In Giappone è tradizione della Gakkai che i giovani si pongano delle sfide in estate. Lo sforzo, unito al Daimoku, è la chiave per la vittoria in ogni impresa. L’unico modo per realizzare una vittoria brillante e duratura è dedicarsi all’impresa che si ha di fronte con una tenacia e una determinazione quasi ossessiva.
Il filosofo svizzero Carl Hilty (1833-1909) scrisse: «E ora avanti con risolutezza verso vette ancora maggiori!». Non tiratevi indietro, fate in modo di non avere rimpianti. Continuate ad avanzare con coraggio per il bene dei vostri genitori, degli amici e dei compagni di fede. Miei giovani amici, sto pregando e sto aspettando con tutto il cuore le vostre schiaccianti vittorie.
Crescita e sviluppo non si possono ottenere con la simulazione o con vuota ostentazione. Cosa possiamo fare per portare avanti davvero kosen-rufu in modo pratico e concreto? Questa è la domanda verso cui indirizzare il nostro sincero Daimoku e i nostri sforzi come responsabili.
Dovremmo sempre ricordarci di apprezzare, incoraggiare e ringraziare i membri. Sono tutti individui preziosi che si stanno impegnando per kosen-rufu. Non dobbiamo mai dare per scontati i loro sforzi né tanto meno guardarli dall’alto in basso o lasciare che compiano loro tutti i lavori più faticosi. Dobbiamo agire in prima persona, determinati a rispondere al nostro maestro e a lavorare per il benessere dei nostri compagni.
È importante che tutti voi, in quanto alti responsabili, cerchiate attivamente di approfondire e rafforzare la fede e compiate la vostra personale rivoluzione umana. È l’unico modo in cui possiamo aprire una nuova era.
Toda diede questa guida alle donne: «Non anelate alla felicità superficiale. Impegnatevi nella fede in modo da riuscire a ottenere la felicità assoluta, una felicità indistruttibile che duri per tutta l’eternità. Nutrite un nobile senso di missione». In accordo con queste parole, le donne Soka stanno portando avanti esistenze piene di energia in tutto il mondo.
Il dottor Arnold J. Toynbee (1889-1975), con cui ho condiviso un dialogo, fu uno dei maggiori storici mondiali. Mi chiese di incontrarci dicendo che desiderava imparare di più sul Buddismo e quindi parlare con me, un buddista. Il risultato fu il nostro storico dialogo.
Come dichiarò Toda: «Il nostro obiettivo [di kosen-rufu] non è qualcosa di piccolo, limitato solo al Giappone. Il Daishonin ci invita a diffondere la grande pura Legge [di Nam-myoho-renge-kyo] non solo in tutta l’Asia, ma fino agli angoli estremi della terra. Questo perché [la Legge di Nam-myoho-renge-kyo] insegnata nel Buddismo di Nichiren Daishonin in realtà costituisce la suprema legge della vita che pervade e governa l’intero universo». I dialoghi che ho portato avanti con vari pensatori di tutto il mondo sono tutti parte del mio tentativo di far diventare realtà queste parole di Toda.
Spero che tutti voi, giovani della Gakkai, cresciate e diventiate responsabili di cui tutti possano fidarsi e su cui possano contare. Vi prego di diventare i pilastri del nostro movimento. Progredite come sinceri discepoli, non condizionati da ciò che altri dicono o fanno, qualunque possa essere la vostra posizione nell’organizzazione.
Nel periodo precedente la nomina di Toda a secondo presidente della Soka Gakkai, nel 1951, molti detrattori esterni iniziarono ad attaccarlo, e persino alcuni individui all’interno dell’organizzazione lo insultarono e lo abbandonarono. Fu come trovarsi al centro di una tempesta. A quel tempo avevo poco più di vent’anni. Preoccupato per la salute di Toda, gli fissai una visita con un dottore, dicendogli di stare tranquillo perché lo avrei sostenuto con tutte le mie forze.
Inoltre Toda era preoccupato del mio futuro, dato che anche la mia salute non era molto buona. Una volta si rammaricò di avermi sovraccaricato: contava su di me per creare un potente movimento popolare per kosen-rufu e per sostenere lui e la Gakkai. Disse che si augurava che io vivessi a lungo per proseguire la sua opera. Questa è la relazione maestro-discepolo che ci legava. Io fui in grado di superare ogni ostacolo perché sapevo quanto Toda – un uomo dotato di grande volontà e fiducia in se stesso – tenesse a me. Se non vi siete impegnati totalmente a difendere la nobile causa di kosen-rufu in prima persona, non sarete in grado di apprezzare il meraviglioso sentiero della relazione maestro-discepolo.
Toda dichiarò: «Kosen-rufu è una battaglia per la vita o la morte. Continuerò a dare tutto me stesso per questa battaglia finché avrò vita». Questo descrive perfettamente anche i miei sentimenti.
Per inciso, sto portando avanti un dialogo con il dottor Lou Marinoff, presidente fondatore dell’Associazione americana dei filosofi. Egli ha detto: «Tra i movimenti religiosi odierni, la Soka Gakkai è in prima fila nella promozione del dialogo come mezzo per far progredire le proprie attività».
Includendo le discussioni attualmente in corso, siamo giunti a sessanta dialoghi pubblicati, con leader e pensatori mondiali. Michail Gorbaciov, ex presidente dell’Unione Sovietica, ha espresso il desiderio di realizzare un secondo dialogo, e ci stiamo già preparando. Sono anche onorato che l’ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid mi abbia proposto di avviare un dialogo. Una simile discussione costituirebbe indubbiamente un cambiamento storico, riunendo le prospettive filosofiche del Buddismo e dell’Islam. Una rete di intellettuali impegnati a proteggere la dignità umana e la sacralità della vita si sta estendendo in tutto il mondo. L’ampiezza della nostra sfera di amicizia è davvero infinita. Come praticanti del Buddismo del Daishonin creiamo una corrente di dialogo ancor più intensa per costruire ponti fra le persone mirando all’obiettivo della pace mondiale.

L’importanza del dialogo

Nel corso dei secoli, sia a Oriente che a Occidente, molte opere filosofiche hanno adottato la forma del dialogo. Ad esempio Platone, il grande filosofo greco discepolo di Socrate, scrisse opere in forma di dialogo tra Socrate e i suoi giovani studenti. Similmente, gli Analetti di Confucio sono un dialogo tra l’antico filosofo cinese e i suoi studenti. Questi pensatori erano consapevoli dell’importanza del dialogo. Il Sutra del Loto fu scritto come dialogo tra Sha­kya­mu­ni e i suoi discepoli e anche il famoso trattato di Nichiren Daishonin Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese è in forma di dialogo. Il dialogo è un mezzo per sviluppare reciproca comprensione e intraprendere pacificamente la più nobile delle ricerche intellettuali. Ho percorso questo supremo sentiero per tutta la vita. Mentre le tesi scritte o le dissertazioni erudite spesso sono difficili da seguire, il dialogo ci permette di parlare di idee profonde con un linguaggio semplice, quotidiano, e questo è il motivo per cui ho investito così tanta energia nella pubblicazione di dialoghi.
Luglio è il mese in cui Nichiren Dai­shonin presentò il suo trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, mettendolo a disposizione del mondo e delle future generazioni [egli sottopose questo scritto alle autorità governative il 16 luglio 1260, n.d.r.]. Come ho appena accennato, Adottare l’insegnamento corretto ha la struttura di un dialogo tra un padrone di casa e il suo ospite che tratta della felicità della gente, della pace duratura e della sicurezza del paese. All’inizio il Daishonin scrive: «Possiamo […] discutere a fondo questi problemi» (RSND, 1, 7). Ciò che si svolge in seguito è uno scambio tra amici «nella stanza delle orchidee» (Ibidem). In altre parole, è un dialogo pervaso dalla fragranza della più elevata umanità e convinzione, paragonabile al profumo di una bella orchidea.
Persino in prigione, dove trovò la morte per le sue convinzioni, il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, mantenne lo spirito di dialogo incarnato in Adottare l’insegnamento corretto. Con grande dignità e fiducia parlò del Buddismo ai suoi carcerieri e a coloro che lo interrogavano, confutando gli insegnamenti errati che spingevano le persone alla sofferenza e insegnando loro la verità riguardo al Buddismo del Daishonin. Il suo dialogo era permeato dal profondo desiderio di trasformare gli avversari in alleati e di condurre tutte le persone all’Illuminazione.

L’esempio di Yoshida e Takasugi

Ora vorrei parlarvi un po’ dell’educatore, pensatore e stratega militare Yoshida Shoin (1830-59) e del suo discepolo Takasugi Shinsaku (1839-67), due samurai del Choshu nella tarda era Tokugawa, che giocarono un ruolo importante per l’ingresso del Giappone nell’epoca moderna. Yoshida nacque nell’agosto del 1830 e Takasugi nell’agosto del 1839. Toda ammirava questi due uomini. Sembrava quasi essersi identificato in Yoshida e vedere in me Takasugi. In effetti, Toda e io percorremmo insieme un sentiero arduo e denso di vicende, proprio come fecero Yoshida e Takasugi.
Yoshida e Takasugi si conobbero nell’autunno del 1857, quando Takasugi si iscrisse all’accademia privata Shoka Sonjuku, fondata da Yoshida [nella città di Hagi, capitale del Choshu]. A quel tempo Yoshida aveva ventotto anni e Takasugi diciannove. Takasugi studiò con Yoshida per quasi un anno. Terminò i suoi studi all’accademia nel luglio 1858, quando dovette accompagnare il signore del luogo in una missione presso la sede del governo a Edo, l’attuale Tokyo. In seguito Yoshida fu imprigionato a Edo nel luglio 1859 [per aver appoggiato le iniziative volte a rovesciare il governo militare e restaurare il dominio imperiale, n.d.r.]. Durante la carcerazione del suo maestro Takasugi fece tutto il possibile per aiutarlo e sostenerlo. Yoshida disse al giovane di trascorrere dieci anni a sviluppare le proprie capacità.
Nell’ottobre 1859, Takasugi fu rimandato a Hagi per ordine dell’autorità locale e, mentre era in viaggio, il suo maestro fu giustiziato a Edo all’età di ventinove anni. Ai primi di gennaio del 1863, Takasugi e altri ex allievi di Yoshida traslarono i resti del loro maestro dal cimitero per criminali di Kozukappara, situato vicino alla prigione in cui era stato giustiziato, per seppellirli con tutti gli onori a Wakabayashi. Davanti alla nuova tomba di Yoshida, Takasugi promise di riscattare il suo maestro. Questo è un magnifico esempio di condotta da discepolo. Takasugi arrivò al punto di trovare un luogo di sepoltura più adeguato per il suo maestro in quanto non voleva che i suoi resti rimanessero in una tomba per criminali. Voleva un luogo di riposo più appropriato e dignitoso per lui. Una simile devozione infinita è l’orgoglio di un vero discepolo.
Nel marzo del 1864, dopo essere stato arrestato per aver lasciato il suo territorio senza permesso – un’offesa grave per un samurai in periodo feudale – Takasugi fu incarcerato nella stessa prigione in cui era stato rinchiuso dieci anni prima il suo maestro, Yoshida e vi rimase tre mesi prima di essere, alla fine, rilasciato. Poi, nel 1866, sotto la guida di Takasugi, la milizia di Choshu sconfisse le forze governative e gradualmente ebbe inizio un processo di restaurazione del dominio imperiale sotto forma di monarchia costituzionale, la cosiddetta Restaurazione Meiji. Takasugi era riuscito a riscattare il suo maestro.
Anche Toda giurò di scagionare il suo maestro Makiguchi, che morì dietro le sbarre in seguito all’arresto da parte delle autorità militari giapponesi durante la Seconda guerra mondiale, e continuò a gettare le basi di kosen-rufu in Giappone. Io, a mia volta, ho riscattato Toda diffondendo la suprema filosofia di pace della Legge mistica in tutto il mondo. Dimostrare l’integrità dei propri maestri, questa è la nobile tradizione dei discepoli Soka. Toda mi affidò il comando di molte battaglie importanti e io ho sempre ottenuto vittorie decisive. Ho protetto con devozione la Soka Gakkai e Toda. Spero che tutti voi giovani proteggiate con altrettanto coraggio il regno della Soka Gakkai, pervaso da sinceri legami di maestro e discepolo.
Se la Gakkai perde di vista il sentiero della relazione fra maestro e discepolo, kosen-rufu si fermerà. Questo concetto è di primaria importanza, tutto il resto è secondario. Su questo punto conto soprattutto sui membri della nostra Divisione donne. Amici miei della Divisione giovani, il vostro ruolo è altrettanto cruciale. Vi prego di vivere con saggezza!
Nell’aprile 1867, dieci anni dopo il primo incontro con il suo maestro, Takasugi morì di malattia. Aveva ventotto anni. Era l’anno precedente l’inizio dell’era Meiji, alla quale aveva contribuito a spianare il cammino. Toda era profondamente preoccupato per la mia salute, cagionevole come quella di Takasugi, e spesso si rammaricava di cosa sarebbe accaduto alla Soka Gakkai se fossi morto. I dottori mi avevano detto che probabilmente non sarei arrivato a trent’anni. Ma ho trionfato. Ho trionfato su tutto! Ho sconfitto ogni ostacolo, trasformato la società, e diffuso una vasta rete di pace e felicità in tutto il mondo. Ora vorrei trasmettere questo spirito della relazione tra maestro e discepolo a voi, miei sinceri successori della Divisione giovani. Voi siete il mio sostegno più grande, il vero tesoro della Gakkai! La mia speranza è riposta in voi.

Scienziati per la pace

Vorrei spendere qualche parola su Albert Einstein (1879-1955), uno dei più grandi fisici del ventesimo secolo, che pubblicò la sua straordinaria teoria della relatività quando aveva poco più di vent’anni e per tutta la sua carriera diede innumerevoli contributi innovativi nel campo della fisica. Nel 1922 Einstein visitò il Giappone e tenne una conferenza all’Università Keio di Tokyo. Makiguchi e Toda furono tra coloro che in quella occasione lo sentirono parlare. Toda ammirava profondamente Einstein, come me.
Tra parentesi, l’Associazione internazionale di educatori per la pace mondiale (IAEWP) mi ha consegnato, nel giugno 1999, il premio per la pace Albert Einstein, un onore al quale attribuisco un grande significato.
Nel 1933 Einstein si trasferì negli Stati Uniti, sottraendosi alla persecuzione nella Germania nazista. Rimase attivamente impegnato nella causa per la pace per tutta la vita. Nel 1955 Einstein si unì al matematico e filosofo britannico Bertrand Russell (1872-1970) per stilare il manifesto Russell-Einstein, in cui si richiedeva la messa al bando delle armi nucleari, che fu firmato e sostenuto da molti altri importanti scienziati mondiali. Linus Pauling (1901-94) e Joseph Rotblat (1908-2005) furono tra i firmatari del manifesto. Ho avuto la fortuna di avere dialoghi con entrambi, discutendo a lungo anche di Einstein e delle sue idee.
Einstein disse: «La strada verso la perdizione è stata sempre accompagnata dall’adesione meramente formale a un ideale». Ciò che ha importanza è l’azione, non la retorica. Dobbiamo mettere in pratica le nostre convinzioni. Il grande fisico disse anche: «Non si può ottenere niente di veramente prezioso se non attraverso la cooperazione disinteressata di molte persone». Anche noi dobbiamo lavorare insieme con una solida unità di intenti per creare valore in direzione della pace. Riferendosi al Mahatma Gandhi (1869-1948) e alla sua battaglia nonviolenta per l’indipendenza indiana, Einstein dichiarò: «Una volontà guidata da una ferma convinzione è più forte di un potere materiale apparentemente invincibile». Non c’è una convinzione più potente della fede.
Come scrisse Shota Rustaveli, poeta georgiano del dodicesimo secolo: «Di tutti i nemici il più esecrabile è l’amico-nemico». Non fatevi sconfiggere da coloro che fingono di essere condiscepoli o compagni di fede. Rustaveli osservò anche: «Quando e dove si è mai visto qualcuno che infrange un giuramento avere successo?» e «Perché un uomo abbandona l’amico? Diventerà cattivo!». Ancor più deplorevoli sono le azioni di coloro che tradiscono il loro maestro e i compagni nel regno della fede. Ciò che facciamo e realizziamo è importante, non i titoli o la vuota retorica.
Una volta in una riunione, osservando alcuni membri della Divisione giovani guidare tutti gli altri nell’esecuzione di una canzone della Gakkai, Toda dichiarò: «Vi prego di nutrire le massime speranze per questi membri della Divisione giovani. Sono i giovani che realizzeranno la nostra grande battaglia per kosen-rufu. Finché esisterà la Divisione giovani, la Soka Gakkai sarà solida come una roccia». Quando i giovani progrediscono con lo stesso spirito del loro maestro, non c’è niente da temere e tutti gli ostacoli e le funzioni demoniache possono essere battute. Makiguchi ebbe Toda come discepolo capace di comprendere il suo cuore. E Toda ebbe me. Io ho voi, miei fidati giovani amici. Ve lo ripeto, conto su di voi! Toda una volta disse: «Qualunque cosa possa accadere lungo il cammino, siate sicuri di vincere alla fine. Vincerete sicuramente! Se vincete alla fine, avrete vinto in tutto». Vi prego di fare del vostro meglio per non dimenticarlo mai. Mantenetevi in salute! Vivete con entusiasmo! Impegniamoci con gioia, viviamo con gioia, e vinciamo con gioia! Ancora grazie a tutti i membri della SGI!

• • •

La Testimonianza / Insieme al mio maestro

La sensazione che provavo mentre aspettavo che entrasse il presidente Ikeda, era una profonda gratitudine per aver avuto l’opportunità di essere lì in quel momento, ma soprattutto di poter vivere gli anni della mia gioventù al fianco di un meraviglioso maestro. Ho percepito nuovamente come questa relazione si basi sul mettere in pratica questo Buddismo giorno dopo giorno; la relazione tra maestro e discepolo si manifesta solamente nella pratica, nell’azione di lottare per la mia felicità e quella degli altri. Ikeda ci ha trasmesso che dobbiamo avanzare con gioia per realizzare kosen-rufu, e cosí, in perfetta unione, far crescere la Soka Gakkai nei nostri paesi. Ora desidero trasmettere a ogni singola persona l’importanza di avere un maestro come lui, e soprattutto, qualsiasi cosa accada, voglio ricordarmi in ogni momento che questa relazione mi ha permesso di realizzare grandi obiettivi e di impegnarmi ogni giorno per continuare a realizzarne. È giunto il momento in cui noi giovani dobbiamo alzarci da soli e avanzare allegramente lottando al suo fianco.
Matteo Di Bugno

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata