Per la prima volta in Italia, il 12 luglio è stata presentata la mostra delle foto di Ikeda sul tema della natura inaugurata dal sindaco nell’ambito del festival di Certaldo
La XXI edizione di Mercantia, il festival degli artisti che ogni estate si celebra a Certaldo in provincia di Firenze, ha ospitato per la prima volta in Italia una selezione delle foto di Daisaku Ikeda dalla raccolta “Dialogo con la Natura”. Negli anni ’70 Daisaku Ikeda riceve in dono una macchina fotografica e comincia a fotografare per hobby. Il suo soggetto preferito all’inizio era la luna, rapita con un curioso modo di scattare senza guardare nel mirino ma sostenendo la macchina all’altezza del cuore.
Con il passare degli anni Daisaku Ikeda diventa un fotografo amatoriale e dedica particolare attenzione alle bellezze della natura. A questo proposito ha scritto parlando di sé: «Non sono mai stato e non sono un fotografo professionista. A causa dei troppi impegni finisco col fare molte delle mie foto fra un appuntamento e l’altro. A volte fermo l’auto giusto in tempo per uno scatto. Sarei felice di poter condividere ancora di più la gioia che provo nel comunicare con la natura, “lo specchio del cuore”. In quest’epoca così frenetica è importante fermarsi di tanto in tanto, fare un bel respiro, e guardare più da vicino noi stessi e il mondo che ci circonda». Così l’occhio umile e rispettoso di Daisaku Ikeda cattura immagini mozzafiato: una nuvola che non appartiene né alla terra né al cielo, ma che li lega entrambi in un soffio di vento; un piccolo poeta con un cappottino rosso sotto una pioggia di foglie dorate; un sentiero che taglia il verde di Windsor e tende all’infinito; e poi la luna, eterna, misteriosa spettatrice dell’umanità.
Sabrina Lelli, che insieme ad altri praticanti ha vissuto da vicino l’evento, racconta la sua esperienza personale: «La mostra è piaciuta molto, più di duemila visitatori in due settimane, tutti curiosi e desiderosi di conoscere meglio l’autore. Fare attività che mi permettono di introdurre il presidente Ikeda e la Soka Gakkai alle istituzioni, è da sempre ciò che mi fa sentire un tutt’uno con il mio maestro, come un costante abbraccio affettuoso. Non nascondo che ci sono stati momenti di difficoltà e di stanchezza fisica, ma quello che si sente in fondo al cuore è il “solletico” della Buddità, come una farfalla che ti vola nel petto e ti porta lontano fin dove vuoi arrivare, con il sorriso e la leggerezza. Mercantia è stato un momento particolarmente intenso, ma la presenza del maestro attraverso le sue foto e la protezione di tutti i simpatizzanti che ci ruotano intorno l’hanno reso ancora più bello e gioioso, in armonia con l’ambiente e con tutti coloro che l’hanno vissuto».
Maria Paparazzo
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Nuovo centro SGI a Washington
L’edificio, disegnato dall’architetto Bill Helmuth, si trova nella via delle ambasciate: un buon punto di partenza per diffondere il messaggio di pace nel mondo.
L’ambasciata della Soka Gakkai per il mondo ha aperto i battenti lo scorso 25 giugno nel cuore della capitale americana. Così l’ha definita Hiromasa Ikeda, vicepresidente della SGI, che ha tagliato il nastro inaugurale del nuovissimo Centro della SGI a Washington Dc nel corso di una sentita e festosa cerimonia a cui hanno partecipato più di duecento persone, tra membri, ospiti e personalità. «Questo, ora, è il nuovo Centro globale per kosen-rufu – ha detto Hiromasa Ikeda – e da questo edificio si diffonderanno in tutto il mondo preghiere per la pace».
Il “gioiello architettonico”, con le sue scintillanti pareti a vetrate e il design essenziale ed elegante, è situato lungo la famosa Embassy Row, di fronte alla residenza del vicepresidente USA e lungo lo stesso elegante viale che ospita le rappresentanze diplomatiche dei piu importanti paesi e le chiese delle principali religioni. Dopo due anni di intensi lavori di costruzione, di difficoltà logistiche e quasi mezzo secolo di preghiere dei membri, l’edificio disegnato da Bill Helmuth – che ha firmato tra gli altri il nuovo Air and Space Museum di Washington – è il primo Centro buddista a sbarcare nella via delle ambasciate.
«La realizzazione di questo palazzo è un nuovo inizio che testimonia il completamente del sogno comune di maestro e discepolo», ha detto Danny Nagashima, direttore generale della SGI-USA, ricordando come il presidente Daisaku Ikeda abbia seguito e sostenuto tutti i passi che hanno portato all’apertura del nuovo Centro che «fungerà non solo da luogo di pratica religiosa e studio ma da punto di raccordo per la costruzione di una nuova cultura della pace».
Messaggi di auguri per il «prezioso ruolo di promozione di un dialogo basato sulla nonviolenza che verrà portato avanti nel nuovo palazzo» sono stati inviati dalla portavoce del Congresso Nancy Pelosi e dal sindaco di Washington, Adrian Fenty.
Nicoletta Nencioli Aiken
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Sulle note di Torres
Il musicista americano, in vacanza in Italia, ha partecipato a Firenze a una riunione dell’hombu Pistoia. È stata un’occasione per raccontare la sua esperienza di vita e di fede.
A volte il mondo sembra davvero a portata di mano, perché sai che, dovunque ti rechi, puoi incontrare compagni di fede con cui fare Gongyo e recitare Daimoku. Così ha fatto domenica 29 giugno il noto flautista portoricano Nestor Torres che, trovandosi in Italia con la sua compagna, ha espresso il desiderio di conoscere alcuni membri italiani.
L’hombu Pistoia, riunito quel giorno al Centro culturale, lo ha accolto con gioia, e Nestor li ha contraccambiati esprimendo la sua grande ammirazione per il nostro Centro buddista, caro al presidente Ikeda e conosciuto in tutto il mondo.
Nestor ormai è un musicista affermato, ma ha sottolineato quanto sia importante cogliere ogni occasione durante i suoi viaggi per incontrare nuove persone e scambiare esperienze. In particolare, ci tiene a ricordare un fatto: nel 2001, ed esattamente l’11 settembre, nel giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, ha ricevuto un ambito premio, il Latin Grammy, per la sua musica. Ma quella data ha anche segnato un momento molto triste, e lui porterà quel momento sempre nel cuore come un insegnamento importante: usare la propria musica e la propria arte al servizio della pace e dell’umanità. Ha poi estratto il suo flauto e regalato ai presenti Let There Be Light, un brano di intensa gioia e solarità.
Nestor ha abbracciato il Buddismo ventotto anni fa perché l’ha scoperto logico, e soprattutto, efficace. In questa pratica sa di poter trovare le risposte di cui ha bisogno, oggi come ieri. Alla domanda se nutre ancora dei dubbi, la sua risposta è stata immediata: «Tutti i giorni!». Ma come insegna il nostro maestro, tutto ciò che ci occorre è già dentro di noi, e ogni giorno dobbiamo rideterminare l’impegno ad aprire la nostra vita, riscoprirci perfettamente dotati e rivitalizzare la nostra Buddità. In una parola, myo.
Cristina Proto
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A Trets, incontro di venti paesi europei
Venti nazioni hanno partecipato a un corso, tenuto in lingua inglese e dedicato agli adulti, presso il Centro europeo di Trets dal 5 al 9 luglio. Per i partecipanti, è stata un’opportunità per approfondire la propria fede e contribuire ancora meglio allo sviluppo del movimento di kosen-rufu in Europa. Il filo conduttore delle lezioni sul Gosho – tenute dai responsabili europei Hideaki e Sakae Takahashi, dalla responsabile nazionale della Divisione donne francese Betti Mori e dal responsabile del Regno Unito Robert Samuels, è stato la relazione di non dualità tra maestro e discepolo. Le riunioni di discussione, svolte in quindici gruppi, di cui erano responsabili i membri inviati da Italia, Germania, Inghilterra e Francia con il preciso compito di sostenere e incoraggiare i membri delle altre nazioni, hanno fatto emergere il desiderio di ogni partecipante di contribuire alla realizzazione di kosen-rufu nel proprio paese.
Sylvia von Lillin e Rodolfo Amato
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Le due sponde dell’attività buddista
Dal Tirreno all’Adriatico, testimonianze e reportage di incontri organizzati nei mesi di maggio e giugno. Unità, valore della differenza, futuro: questi alcuni dei temi trattati.
L’unità del Sarrabus
Itai doshin: diversi corpi, stessa mente. È stato questo l’argomento dell’appuntamento, giunto ormai alla terza edizione, organizzato dal settore Pesco che raggruppa i membri del Sarrabus – la zona sud-est della Sardegna – alla fine di maggio. Due giorni di riunioni cui hanno preso parte 190 persone fra membri, simpatizzanti e familiari. Sette gruppi di discussione hanno dibattuto sul concetto di unità dal punto di vista del Buddismo e hanno messo a disposizione le loro conclusioni attraverso dei report. Un modo efficace, come hanno rimarcato gli organizzatori, di sviluppare le relazioni. Spazio anche alle esperienze, numerose e incoraggianti. Tra gli scopi del settore Pesco, quello di far ripartire con più energia l’attività nella zona del sud-est dell’Isola che conta una quarantina di praticanti.
Quanto vale una vita al femminile?
L’8 giugno, a Falconara Marittima (AN), si è parlato della situazione delle donne in alcune aree del mondo ove a tutt’oggi esse vivono una vita che “non vale nulla”, soggette a uomini che abusano della condizione femminile. Bravissime Ada e Simona nell’illustrare a quanta sofferenza sono sottoposte solo per il fatto di non essere nate maschio. Questo in India, in alcune aree dell’Africa, in Estremo Oriente e in altre zone del mondo.
Noi donne della Soka Gakkai – hanno spiegato – abbiamo la fortuna di poter realizzare un profondo cambiamento, non solo nelle nostre vite, ma nel mondo. Essere pioniere significa in primis riconoscere il valore che ognuna di noi ha e che il Gohonzon ci permette di “sentire” per trasmetterlo, come un’onda, agli altri.
Le esperienze degli uomini
A Carrara, il 2 giugno, l’hombu Costa Nord ha organizzato una riunione per gli uomini. Nel corso dell’incontro è stata approfondita la relazione tra maestro e discepolo e lo shakubuku. Le esperienze raccontate hanno sottolineato l’importanza della recitazione per aprire la corazza che racchiude il nostro cuore, un’azione di coraggio, non una dimostrazione di debolezza. È stata infine ribadita l’importanza dell’attività degli uomini, anima solida del movimento di kosen-rufu.
Nuovi legami a Pisa
Il 2 giugno si è svolta a Pisa una riunione alla quale hanno partecipato circa 150 persone, tra membri e ospiti. Da un po’ di tempo stava crescendo il desiderio di incontrarsi al di là delle riunioni mensili dei gruppi, per confrontarsi e coltivare legami nuovi. Si tratta di un desiderio alimentato da sfide – e vittorie – come la mostra sui diritti umani nel 2005 e la mostra sulla Carta della Terra nel febbraio di quest’anno, ma alimentato anche dalla determinazione di lanciare una nuova crescita di kosen-rufu a Pisa. È stato bello approfondire con la viceresponsabile nazionale donne Valeria Venturi il Gosho Il prolungamento della vita e i concetti di salute e malattia, ascoltare le incoraggianti esperienze, la musica e il giovane coro.
Hanno collaborato: Michele Garbato, Giovanni Quadraccia, Enza Pellecchia, Tiziana Tregambe
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13 luglio, Padova: primo incontro del gruppo Leonardo e degli studenti dell’hombu Veneto Est con lo slogan “Insieme a sensei: liberi di sognare, forti nel realizzare”. «Con questa promessa abbiamo voluto esprimere ciò che il presidente Ikeda ci incoraggia a fare: lottare per scoprire la propria missione e realizzarla». Si è parlato delle speranze e delle possibilità dei giovani e tanti ragazzi, incoraggiati, hanno espresso il desiderio di partecipare a un incontro di discussione.
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Italiani nel mondo / Tunisia
Voglia di volare
Per iniziare con il mio compagno un’attività nel settore navale, nel 2002 sono partita da Finale Ligure, dopo aver recitato un bel po’ di Daimoku, con il sostegno dei membri della Liguria. Destinazione: Menzel Bourguiba, cittadina industriale del nord della Tunisia. Sono arrivata carica di speranze e di determinazioni, ma ignorando la realtà locale. I miei primi interlocutori sono stati un ragazzo tunisino, musulmano convinto, con cui si è creata una bella amicizia, e una mia cara amica francese, di passaggio in Tunisia, con la quale ogni volta che ci sentiamo è come se ci fossimo lasciate da poco. Il lavoro non è andato subito bene, anzi, con il mio compagno ci siamo trovati spesso in serie difficoltà, al limite della disperazione. La fede nel Gohonzon, lo studio del Gosho e gli scritti del presidente Ikeda, ci hanno sostenuto nella lotta contro la paura di non farcela e il desiderio di abbandonare tutto. In Tunisia il Buddismo è praticamente sconosciuto. Qui libertà di culto significa poter seguire il proprio credo, ma la propagazione di religioni diverse dall’islamismo non è ammessa, quindi per poter parlare agli altri di questo Buddismo utilizzo – con la creatività che sensei ci incoraggia a sviluppare – ogni occasione per dire a tutti che sono buddista, cercando di suscitare il loro interesse. Così mi sono conquistata la fiducia e il rispetto di tutte le persone che conosco e che ci hanno dato una mano quando ne abbiamo avuto bisogno. A volte mi sembra di non farcela, mi sento inadeguata, ma poi leggo sul Nuovo Rinascimento della nascita di un nuovo settore in Romania oppure della mostra “I semi del cambiamento” in Medio Oriente e allora si riaccende la speranza, ritrovando la determinazione di fare anche shakubuku, come è successo con un’amica italiana. Al momento giusto arriva l’incoraggiamento dall’Italia, o arrivano Marta, la figlia del mio compagno, Alessandra, mia cognata o altri amici praticanti. Allora sono giorni di recitazioni insieme, scambi di esperienze e una gioia indicibile, e quando ripartono rafforzo il mio Daimoku per realizzare il volere del Daishonin in questo paese.
Da quasi un anno anche il mio compagno ha iniziato a recitare Daimoku e Gongyo. Il lavoro comincia a prendere forma: si sta concretizzando la possibilità di occuparci di un progetto a cui lavoriamo da tre anni. Di recente abbiamo ottenuto l’autorizzazione a costruire elicotteri e trovato il posto (un ex aeroclub) dove poterli costruire e fare le prove di volo. Il tutto con tanta pazienza, qualche milione di Daimoku e facendo affidamento “soltanto” sul Gohonzon. Ho sempre amato gli aerei e mi sarebbe piaciuto moltissimo diventare pilota. E ora che ho cinquattotto anni e pratico da diciotto, ecco che mi si presenta l’occasione di lavorare nel campo dell’aviazione e di imparare a pilotare un aereo e magari anche l’elicottero.
Desidero con tutto il cuore che le persone con cui abbiamo stretto amicizia in questo paese possano diventare persone ancora più felici.
Giuliana Giunta