Per cinque anni Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della SGI, ha incontrato i membri europei presso il Centro di Trets. Con il corso che si è tenuto nei pressi di Milano dal 17 al 20 luglio si inaugura un nuovo ciclo di approfondimento sul Gosho. D’ora in poi, precedenza ai giovani che guideranno il movimento di kosen-rufu nel vecchio continente nel prossimo futuro
Quattrocentotrentotto partecipanti al corso europeo di studio, in prevalenza giovani, provenienti da trenta paesi europei e riuniti nei pressi di Milano per un’intensa tre giorni di studio del Gosho. Katsuji Saito li ha presi per mano e li ha condotti lungo un cammino che si è snodato attraverso due dei principali scritti del Daishonin, Sulla profezia del Budda e Lettera ai fratelli, e una lezione sull’argomento “La sacralità della vita e l’oggetto di culto”, per approdare infine a una profonda sessione di domanda e risposta.
Quando Nichiren scrise Sulla profezia del Budda, si trovava in esilio sull’isola di Sado, nelle condizioni più difficili che si possano immaginare, la sua stessa vita era in pericolo e molti fra quelli che avevano abbracciato il suo insegnamento erano assaliti dai dubbi. In questa situazione, il Daishonin proclama la realizzazione di kosen-rufu nel mondo mostrando la sua suprema condizione vitale. È proprio questo punto che Saito invita ad approfondire: ricercare la stessa condizione vitale del Budda, l’obiettivo ultimo dello studio del Gosho. Il Daishonin ci mostra come riconoscere e non temere le funzioni demoniache. Ci dice, anzi, che la loro apparizione è motivo di gioia perché ci rivela che stiamo praticando la dottrina corretta e ci incoraggia spiegandoci che, risvegliando la natura di Budda sempre presente nella vita, non esiste un demone talmente potente da non poter essere sconfitto, ma che, al contrario, esso si trasforma in una grande occasione per approfondire la fede.
Il messaggio del Gosho è chiaro: il desiderio del Budda è la felicità delle persone attraverso la diffusione di un insegnamento che ponga al centro la dignità e la sacralità della vita. Il suo voto è la realizzazione di questo desiderio. Essere seguaci del Budda significa condividere questo voto e portarlo a compimento affrontando e sconfiggendo le funzioni demoniache che invariabilmente sorgono per ostacolare questo percorso e impedire che il voto venga realizzato.
Sulla profezia del Budda, ha sottolineato Saito, dà la visione di quelle che il Daishonin considera le qualità di un leader di kosen-rufu nell’Ultimo giorno della Legge. Su questo si è fondata e si fonda l’attività della Soka Gakkai dalle sue origini, questo è ciò che ci insegna ogni giorno il presidente Ikeda. Questa è la via che ci viene indicata per conseguire la vera felicità per noi stessi e per gli altri, per trasformare la malvagia epoca dell’Ultimo giorno della Legge in un’inesauribile sorgente di gioia e per poter affermare con orgoglio di essere veri seguaci del Budda. Essere membri della Soka Gakkai e poter condividere questo nobile obiettivo ci permette di manifestare in concreto la sua stessa condizione vitale.
Attraverso lo studio di Lettera ai fratelli viene approfondita la funzione del demone da due punti di vista: ostacolare il devoto del Sutra del Loto servendosi di altre persone, ma anche far emergere le retribuzioni karmiche che, grazie alla fede, si presentano in forma alleggerita nel tempo e nell’intensità.
Da dove nascono i demoni? Sono manifestazioni dell’ignoranza della Legge, dell’oscurità fondamentale che esiste nella vita di tutte le persone, così come esiste la pura e incontaminata natura di Budda, e la loro funzione principale è proprio farci smarrire la consapevolezza dell’esistenza di questa natura. Il punto centrale del Buddismo del Daishonin è rimettere al centro questa consapevolezza, un processo a cui nella Soka Gakkai ci si riferisce col nome di “rivoluzione umana”. Lo studio del Gosho, sostenuto dal Daimoku, ci permette di comprendere il funzionamento della vita e per questo Saito, nella conclusiva sessione di domanda e risposta, ha riconfermato che Nichiren Daishonin è da considerare il maestro originale. Il Buddismo di Nichiren, però, si è diffuso nel mondo grazie all’azione dei tre presidenti, Makiguchi, Toda e Ikeda. Quest’ultimo, in particolare, ha coronato la missione dei suoi predecessori e ne ha realizzato il desiderio portando il Buddismo di Nichiren in tutto il mondo. In questo modo ci ha mostrato con il suo esempio come si comporta un vero discepolo. Per questo motivo, oggi noi consideriamo il presidente Ikeda come il maestro di kosen-rufu nel mondo.
A conclusione del corso, Saito si è scusato di non essere riuscito a soddisfare le aspettative dei partecipanti; per la verità, nessuno si era accorto che le proprie aspettative non fossero state soddisfatte. Al contrario, la sensazione che ciascuno ha riportato a casa è di avere compiuto un altro, fondamentale passo nella comprensione della vita e di avere acquistato uno strumento in più per influenzare positivamente in modo concreto e determinante il proprio ambiente, nei rispettivi luoghi di azione e di pratica buddista.
I trenta paesi partecipanti:
Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda, Israele, Italia, Lituania, Lussemburgo, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria.