Sviluppare legami umani aiuta ad aprire la propria esistenza. Se mettiamo alla base di essa lo spirito di gratitudine possiamo imparare a concretizzare l’ideale della pace nel mondo, partendo dal luogo in cui viviamo e conduciamo le battaglie quotidiane
Ai nostri membri oggi in visita: vi ringrazio per aver affrontato questo lungo viaggio! Posso immaginare la vostra stanchezza: benvenuti e ancora grazie di essere qui con noi.
Un benvenuto di cuore anche a tutti i nostri membri che si dedicano alla distribuzione del Seikyo Shimbun! Il vostro lavoro è impegnativo e spesso passa inosservato. Avendo consegnato i giornali a domicilio da ragazzo, so fin troppo bene cosa dovete affrontare. Con il caldo, con il freddo e con la pioggia, alcuni di voi compiono il loro giro ancora prima di fare colazione. Mentre tutti gli altri dormono, voi saltate fuori dal letto per consegnare il Seikyo Shimbun. È davvero un nobile impegno!
Non possiamo definirci sinceri leader di kosen-rufu se non apprezziamo profondamente questi sforzi. Chi pensa di essere importante senza conoscere il duro lavoro che viene svolto dietro le quinte, dovrebbe provare a consegnare di persona il Seikyo Shimbun. Grandi benefici fioriranno nella vita di coloro che si dedicano a kosen-rufu. Essi saranno i vincitori. Al contrario, gli arroganti che evitano di compiere sforzi sinceri in prima persona e guardano dall’alto in basso i loro compagni di fede, sconteranno invariabilmente conseguenze negative nella loro vita.
Congratulazioni per le nomine dei responsabili che segnano un nuovo inizio per la nostra organizzazione! A coloro che oggi cedono il posto ai responsabili più giovani va il mio ringraziamento per l’ottimo lavoro fin qui svolto: spero che continuerete a fare del vostro meglio, anche se il vostro ruolo ora è cambiato. La fede di una persona non ha nulla a che vedere con la sua posizione nell’organizzazione, né con l’anzianità. La fede non si misura in base agli aspetti esteriori: è qualcosa che riguarda il cuore di ciascuno. Vi prego di non dimenticarlo mai, altrimenti siete destinati a perdere. Dimostriamo il nostro apprezzamento e la nostra gratitudine ai responsabili più anziani che hanno aperto la strada ai successori.
Non indietreggiare mai di un solo passo nella nostra fede: questo è il Buddismo. Nichiren Daishonin afferma: «Non una volta ho pensato di ritirarmi» (WND, 2, 465). Questo è lo spirito del Daishonin. Anche dopo essersi trasferito a Minobu, negli ultimi anni, continuò a combattere instancabilmente per kosen-rufu. Scrisse molte lettere ai seguaci e incoraggiò i suoi giovani discepoli sostenendo costantemente il loro impegno nell’affrontare le persecuzioni scatenate delle autorità dominanti.
Lo spirito di un discepolo del Daishonin è quello di impegnarsi con tutte le sue forze là dove si trova, di condividere il Buddismo con gli altri, di non indietreggiare mai di un solo passo e di rimanere fedele al proprio impegno per kosen-rufu durante tutta la vita.
Quando parlate, esprimetevi con fiducia ed entusiasmo. È importante avere una passione sincera. Incontratevi regolarmente e non perdete mai il contatto con i vostri compagni membri. Qualunque sia il vostro ruolo, cercate di essere una persona che porta avanti kosen-rufu e fa progredire l’intera organizzazione. Non dovete mai perdere questo spirito, questo senso di responsabilità. Nella vostra vita personale e nella fede, avanzate con la determinazione di sforzarvi ogni volta ancora di più. Coloro che agiscono in questo modo, alla fine trionferanno.
Il nostro palcoscenico è il mondo
Oggi la nostra rete per la pace, la cultura e l’educazione si estende al mondo intero. I membri SGI stanno crescendo nei luoghi più lontani, dalla Repubblica di Sakha, appartenente alla Federazione Russa, nella Siberia nord orientale, presso il Circolo Artico, fino al Sudafrica. La nostra filosofia Soka ha iniziato a risplendere fino sulle montagne delle Ande, in Perù, a più di tremila metri sul livello del mare. Ricevo costantemente notizie di questo tipo. Ovunque i nostri membri stanno offrendo il loro contributo alle loro comunità in qualità di cittadini onesti. Ora il mondo è il nostro palcoscenico.
Il Daishonin scrive: «Egli [Bodhisattva Pratiche Superiori] deve apparire ora, nell’Ultimo giorno della Legge, e propagare i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo in tutti i paesi e a tutti gli uomini del mondo” (Lettera a Myomitsu Shonin, SND, 7, 183). Questo è un passo estremamente importante.
Nichiren Daishonin scrive ancora: «Può esserci qualche dubbio che, dopo il periodo in cui “la pura Legge andrà oscurata e perduta” predetto nel Sutra Daijuku, la grande pura Legge del Sutra del Loto [Nam-myoho-renge-kyo] si diffonderà in Giappone e in tutto il mondo?» (La scelta del tempo, SND, 2, 31).
Il Daishonin era assolutamente sicuro sulla diffusione mondiale della Legge mistica e ora essa è diventata una realtà. Come ne sarebbe felice il Daishonin! Una vita splendente di orgoglio e di speranza è nobile e bella. Questo è il tipo di vita che sperimentiamo noi della Gakkai. La strada davanti a noi è lunga, si estende nel futuro eterno dell’Ultimo giorno della Legge. Ma è un cammino cosparso di fiori, illuminato da gioielli scintillanti. Tutto ciò che avviene lungo questo cammino ci aiuta a crescere e ci arricchisce come esseri umani. Questo è il tipo di strada su cui ci troviamo, e per questo dobbiamo continuare ad avanzare. È la strada giusta. Questo ci insegna il Daishonin, e il Daishonin non ci inganna mai. Esistenza dopo esistenza ci troveremo a percorrere un sentiero certo di felicità e vittoria senza pari.
Osservate la condizione vitale dell’intrepido re leone, Nichiren Daishonin, il suo stato di gioia e di felicità suprema, che non viene mai intaccato neppure nelle circostanze più minacciose. Osservate la sua vita ogni volta vittoriosa attraverso le tempeste più violente. Guardando al suo esempio, non si può che rimanere profondamente impressionati dalla magnificenza di questo Buddismo. Quanto può essere splendida l’esistenza umana! Può darsi che in questo momento non godiate di una grande fortuna economica, ma non c’è niente di cui preoccuparsi. La felicità non dipende dal denaro. Continuiamo a confidare nel Daishonin seguendo il sentiero di kosen-rufu con fiducia e speranza.
Dagli scritti del Daishonin
Ora vorrei condividere con voi alcuni passi tratti dal Gosho. Siamo discepoli del Daishonin, quindi è fondamentale per noi studiare i suoi scritti. Il Daishonin dichiara: «È nella natura delle bestie minacciare il debole e temere il forte. Gli studiosi contemporanei [cioè i preti] si comportano come bestie: disdegnano un saggio senza potere e temono gli ingiusti decreti del sovrano. Non sono altro che cortigiani servili» (Lettera da Sado, SND, 4, 75). I preti corrotti, sostiene il Daishonin, incarnano lo stato vitale di Animalità. Sono stati preti come questi a colludere con le autorità dominanti per perseguitarlo. Il Daishonin li vedeva per ciò che erano e li denunciava con forza.
In questi tempi, sono i preti della setta Nikken a rispecchiare il passo del Gosho che vi ho appena citato. Essi hanno denigrato i credenti laici, interessati com’erano solo a sfruttarli per le loro offerte di denaro. Invece di diffondere gli insegnamenti del Daishonin, questi preti hanno passato le giornate in ozio, alla ricerca del piacere, e sono caduti preda della corruzione. Hanno complottato per distruggere la Soka Gakkai, l’organizzazione di kosen-rufu direttamente legata al Daishonin. Di conseguenza, come ben sapete, la setta Nikken è precipitata in uno stato di misero declino. Tuttavia, oggi è qui presente un gruppo di preti saggi che si adoperano per kosen-rufu come nostri compagni nella fede. Nichiren Daishonin dichiara: «Difendere il Sutra del Loto [Nam-myoho-renge-kyo] è la più alta espressione di devozione filiale [verso i genitori]» (OTT, 176). Noi abbracciamo la fede nel Gohonzon. Se i nostri genitori ci hanno lasciato, possiamo inviare loro Daimoku ogni giorno e, se sono ancora vivi, possiamo recitare per la loro felicità. Facendo così, la vita dei nostri genitori sarà sicuramente avvolta da fortuna e benefici.
Non occorre preoccuparsi se i vostri genitori non praticano in prima persona il Buddismo del Daishonin. Recitare Nam-myoho-renge-kyo con fede nel Gohonzon è il modo migliore per sostenerli e prendersi cura di loro. Vi prego di nutrire sempre una profonda fiducia su questo punto.
Dialoghi con figure di primo piano
Ho avuto l’onore di sostenere più di milleseicento incontri con leader e pensatori illustri di tutto il mondo.
Ho incontrato – su suo invito – il dottor Arnold J. Toynbee, considerato uno dei più grandi storici del ventesimo secolo. Mi sono recato a visitarlo a Londra nel maggio del 1972 e del 1973, e durante quegli incontri ho dialogato con lui per oltre quaranta ore. Il nostro dialogo in seguito è stato pubblicato e letto diffusamente in molti paesi del mondo. La mia discussione con Toynbee ha toccato un’ampia serie di argomenti estremamente complessi; è stata una sfida impegnativa per i nostri interpreti.
Un giorno mi chiese di accompagnarlo in un club di prestigio di cui era membro. Mi recai lì senza la presenza di un interprete e mi sentii estremamente mortificato per il fatto di non essere in grado di comunicare con nessuno. In quell’occasione mi resi profondamente conto di cosa significava non aver potuto studiare una lingua straniera durante la giovinezza, il periodo dell’apprendimento. A questo riguardo, spero davvero che tutti i membri della nostra Divisione giovani acquisiscano la padronanza delle lingue straniere come tappa naturale del loro percorso.
Ho pubblicato più di cinquanta dialoghi con studiosi e pensatori di chiara fama, come il celebre scienziato Linus Pauling e l’economista John Kenneth Galbraith. Conservo inoltre cari ricordi dei miei incontri con l’ex primo ministro cinese Zhou Enlai, con il presidente del Sudafrica Nelson Mandela e con il presidente tedesco Richard von Weizsäcker.
In due occasioni ho potuto dialogare con l’ex primo ministro sovietico Aleksej Kosygin. È stato un grande leader. Ho conosciuto anche sua figlia, Lyudmila Gvishiani, una persona straordinaria. Ho dialogato con leader molto importanti come l’ex presidente sovietico Michail Gorbaciov, il segretario di stato statunitense Henry Kissinger e il presidente cubano Fidel Castro. Ricordo inoltre con affetto i miei incontri con il re Bhumibol Adulyadej della Thailandia, il re Juan Carlos I di Spagna e il principe Carlo d’Inghilterra. Ho anche avuto il piacere di conversare con molti ambasciatori, compreso Michael Mansfield, l’ex ambasciatore statunitense in Giappone. Ho incontrato figure di primo piano in tutti i campi dell’ingegno umano e i nostri scambi d’idee rivestono un’importanza che trascende le attuali generazioni. In tutti questi dialoghi – che ora sono tenuti in grande considerazione dagli studiosi più consapevoli – ho perorato la causa della pace facendomi portavoce della gente comune.
Ho lottato per realizzare le aspirazioni del primo e del secondo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi e Josei Toda, e ho agito in accordo con lo spirito fondamentale del Daishonin. Spero che anche voi seguirete le mie orme, facendo lo stesso. Coloro che denigrano il percorso comune di maestro e discepolo non riusciranno a conseguire nulla di valore durevole, per quanto si impegnino. Non sono che impostori e imbroglioni. È rischioso farsi ingannare da simili individui. Ricorrere alla macchinazione e all’intrigo e cercare di manipolare gli altri è un comportamento mostruoso. Dobbiamo opporci con fermezza a tutto questo. Ho dedicato tutto me stesso ad assistere e sostenere il mio maestro, Josei Toda. La vittoria della Soka Gakkai è stata determinata dalla relazione maestro e discepolo tra Makiguchi e Toda, e tra Toda e me. Il Buddismo è severo. Tutto si basa sull’esistenza dell’impegno condiviso di maestro e discepolo.
I nostri responsabili di questa nuova era di kosen-rufu non devono permettere che si insinui nei loro cuori la minima traccia di arroganza o di autoritarismo. Spero che tutti voi siate sinceri discepoli. Il cuore è ciò che conta. Sia la determinazione che l’azione partono dal cuore. Le apparenze esterne non hanno nessuna importanza.
Il panorama più bello del Reno
Una targa che reca inciso uno dei miei componimenti sui ciliegi in fiore è stata recentemente sistemata in un parco nella città tedesca di Bingen sul Reno (Francoforte). L’iscrizione recita: «Fiore su fiore, / anno dopo anno, / memorie che crescono. / È così che vorrei adornare la mia vita / sperando che altri possano fare lo stesso. / Fiori di ciliegio – re dei fiori, / simbolo della dignità della vita».
Il grande poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) scrive che la zona di Bingen gode del «più bel panorama del Reno». Bingen è anche sede del Centro culturale Villa Sachsen della SGI-Germania, un edificio splendido, riconosciuto come importante monumento storico e culturale. La SGI ha acquisito numerosi edifici storici nel mondo, come il Centro culturale Taplow Court, della SGI-Uk. Ogni volta che viene inaugurato un nuovo centro culturale, io prego affinché esso possa rappresentare un importante punto di riferimento per le prossime generazioni in quella regione.
Le targhe commemorative e i monumenti trasmettono ai posteri lo spirito in essi rappresentato. Ho fatto erigere una bella statua di Toda nella sua città natale di Atsuta, nell’Hokkaido. Ho anche costruito un grande cimitero commemorativo immerso nel verde a cui ho dato il suo nome. Impegnandomi per assicurare l’eredità del mio maestro ai posteri, mi sono totalmente dedicato a lavorare per la felicità e il benessere dei membri. Il fatto di rivestire una responsabilità di alto livello non autorizza nessuno a comportarsi in maniera arrogante e presuntuosa. I responsabili uomini, in particolare, dovrebbero mostrare apprezzamento e rispetto per i membri della Divisione donne. È un fatto semplicemente naturale. Sono i membri della nostra Divisione donne a porsi in prima fila in ogni occasione, nel diffondere il Buddismo e nell’offrire guide personali.
I nostri responsabili più alti devono mostrare un grande senso di responsabilità. Se i responsabili stessi non cambiano per primi, la pazienza dei nostri infaticabili membri finirà per esaurirsi. La cosa più importante è recitare Daimoku con sincerità per la felicità di tutti. Questo deve essere il punto di partenza di ogni responsabile.
Uomini e donne hanno pari dignità. È inaccettabile che gli uomini guardino dall’alto in basso le donne o si comportino verso di loro in maniera altezzosa o priva di rispetto. Desidero che tutti i nostri responsabili uomini in particolare compiano uno sforzo ulteriore nell’apprezzare le donne, trattandole con tutta la considerazione che meritano.
Nello stesso parco di Bingen dove è stata inaugurata la targa, si trova una statua del grande scrittore Victor Hugo (1802-85), che descrisse Bingen come un luogo abitato da “persone meravigliose e amichevoli”. Anche noi dobbiamo cercare di guadagnarci una reputazione di “persone meravigliose e amichevoli” tra i membri delle nostre comunità, allargando così la nostra rete di amicizia. Per fare questo dobbiamo avanzare con spirito giovane, con azioni vigorose e voci allegre e ispiratrici.
Salutate i vostri vicini e cercate di scambiare con loro una parola gentile o premurosa. Una sola parola o un semplice saluto può far nascere un legame di amicizia. Naturalmente non si tratta di essere insistenti, ma finché siete sinceri e premurosi, riuscirete a conquistare le persone.
Le persone ottimiste sono felici
Victor Hugo sosteneva che la solidarietà è il cuore della democrazia. La Soka Gakkai sta mettendo in pratica questo principio. Scrive Hugo: «L’essere umano ha un legame di solidarietà con il pianeta, il pianeta con il sole, il sole con le stelle, le stelle con le nebulose e le nebulose sono solidali con le galassie e con l’infinito […]. La solidarietà degli esseri umani è un inevitabile corollario della solidarietà dell’universo». La rete di solidarietà e di amicizia della SGI abbraccia l’universo e si è diffusa in tutto il mondo. È meraviglioso! Le persone che sanno gioire ed essere ottimiste sono persone felici. Non potete essere felici se vi lamentate sempre. Avanziamo con la fede che ci consente di vivere con gioia e lottiamo con coraggio contro le malefatte e le ingiustizie. Se non dichiariamo che il male è male, non potremo assaporare vera gioia nella nostra vita. Se non dichiariamo apertamente il nostro dissenso quando assistiamo a malefatte e ingiustizie, non saremo in grado di assaporare la vera felicità.
Anche se questo prolungherà il mio discorso, c’è ancora qualcosa che vorrei dirvi, qualcosa di essenziale.
Nichiren Daishonin afferma con chiarezza: «Ho sempre considerato che fosse della massima importanza riconoscere i favori ricevuti e che il mio primo dovere fosse di ripagare tali debiti di gratitudine» (Conversazione fra un saggio e un uomo non illuminato, SND, 7, 82). Questo sentimento di gratitudine è un aspetto fondamentale dell’essere umano, ed è centrale negli insegnamenti del Buddismo. È imperdonabile ripagare una gentilezza con ingratitudine o cattiveria. Non possiamo permetterci di essere ingannati o manipolati da individui ingrati. Toda ci esortava spesso a prendere decisamente posizione contro le persone di questo tipo.
I sistemi solari seguono le proprie orbite ben definite. Anche le galassie viaggiano nello spazio secondo un ritmo in armonia con l’universo. Ugualmente, nel Buddismo, c’è un sentiero da seguire per vivere con sincera umanità e dignità, ed è il sentiero della riconoscenza e della gratitudine. Questo è l’insegnamento di Nichiren Daishonin. I nostri responsabili devono imprimere questo spirito nei loro cuori e darne prova concreta attraverso le loro azioni. In ogni tempo e luogo, l’ingratitudine è stata oggetto di condanna. Questo è un fatto storico. L’antico filosofo romano Seneca bollava l’ingratitudine come il peggiore di tutti i crimini. Le cose iniziano a cadere a pezzi quando dimentichiamo i nostri debiti di gratitudine. L’ingratitudine era nel cuore di coloro che abbandonarono la fede e tradirono la Soka Gakkai. Ho sempre indicato con chiarezza la strada che porta a ripagare i debiti di gratitudine, il sentiero insegnatomi da Toda.
In un famoso passo di una sua guida, Josei Toda affermò: «Osservando il mondo d’oggi, ci sono davvero poche persone dotate di un autentico senso di riconoscenza e gratitudine. L’ingratitudine è la radice dei problemi della società». Una famiglia si trova nei guai quando i figli dimenticano di essere grati verso i loro genitori. E quando i leader della società dimenticano di essere riconoscenti verso la popolazione, inevitabilmente diventano arroganti e iniziano ad andare fuori rotta. Toda dichiarò: «L’ingratitudine è l’origine delle funzioni demoniache. È l’inizio del declino e della corruzione. L’ingratitudine trasforma le persone in bestie che non riflettono». Era molto severo su questo punto.
La Soka Gakkai trattò il clero con grande sincerità, sostenendo, proteggendo e assistendo la sua crescita ed espansione in ogni modo. La Soka Gakkai sponsorizzò la costruzione di trecentosessantacinque templi, e guidò innumerevoli pellegrinaggi al tempio principale – per un numero totale di presenze che superò i settanta milioni di persone. Il clero si sviluppò e fiorì grazie alla Soka Gakkai, che rispose sempre con un contegno controllato e sincero alle sue richieste, spesso egoiste e irragionevoli. Poi, sotto la guida di Nikken, il clero improvvisamente tagliò fuori la Gakkai, non ritenendoci più necessari, e ripagò tutta la nostra generosità e il sostegno con la cattiveria. Questo, e lo dichiaro senza riserve, è un vero esempio di ingratitudine, e – come il Daishonin denuncia nel Gosho – rispecchia il comportamento di «un ladro che ha rubato il nome di prete» e di «un animale che indossa l’abito del monaco» (Le quattordici offese, SND, 5, 181).
La situazione misera in cui versa il clero oggi è solo la manifestazione delle retribuzioni negative che sta raccogliendo secondo la severa legge di causa ed effetto. Il Daishonin senza dubbio condannerebbe ciò che ha fatto la setta Nikken. I nostri preti riformisti qui presenti con noi oggi, essendo dotati di sani princìpi, stanno ancora portando avanti una battaglia per ottenere giustizia nei confronti della setta Nikken. Applaudiamoli per i loro sforzi. E continuiamo a lavorare insieme.
Gratitudine verso il proprio maestro
Tra i vari generi di gratitudine che esistono, il Buddismo insegna che la più importante è quella verso il maestro – in altre parole, verso la persona che ci insegna i princìpi del Buddismo e la strada corretta nella vita. Sia Nichiren Daishonin che Nichikan Shonin (1665-1726), noto come grande restauratore del Buddismo del Daishonin, sottolineano l’importanza di nutrire gratitudine verso il proprio maestro. [In Ripagare i debiti di gratitudine il Daishonin si riferisce ai quattro debiti di gratitudine – i debiti verso i genitori, verso il maestro, verso i tre tesori del Buddismo e verso il proprio paese o società. Commentando il titolo di quello stesso testo, Nichikan Shonin lo interpretò come un riferimento a riparare tutti e quattro i debiti di gratitudine in senso generale, e un riferimento specifico a ripagare i debiti verso il proprio maestro, n.d.r.].
Toda ripagò i suoi debiti di gratitudine verso il suo maestro Makiguchi con totale devozione e sincerità, accompagnandolo persino in prigione. Il suo atteggiamento verso Makiguchi fu sempre caratterizzato dal rispetto e dalla reverenza. Egli rimproverava duramente chi mostrava ingratitudine verso il proprio maestro. Era molto severo riguardo al rapporto tra maestro e discepolo, e quando andava in collera c’era da augurarsi di non trovarsi nella stessa stanza con lui.
Toda mi prese sotto la sua guida, e io lo servii e lo sostenni per un decennio, dalla mattina alla sera. È stato un grandissimo maestro.
Toda dichiarava: «Quando i membri che acquisiscono alte posizioni sociali perdono la loro fede e diventano presuntuosi, le loro esistenze cadono preda dei demoni, o forze negative, e loro stessi diventano funzioni maligne». Affermò anche: «Non permettete che persone che hanno acquisito importanza o riconoscimenti grazie al loro maestro si allontanino con ingratitudine. Non scusate le azioni di individui corrotti che calpestano con viltà la gentilezza che è stata loro rivolta o che ripagano i loro debiti di gratitudine con l’ostilità». Come abbiamo visto, tutti coloro che hanno dimenticato il loro debito di riconoscenza verso il maestro e si sono mossi con arroganza contro la Soka Gakkai, si sono ritrovati senza eccezione in condizioni misere, come diretta conseguenza dei loro comportamenti. La mia severità a questo riguardo deriva dal desiderio di non veder più accadere questo tipo di cose, e dal mio augurio che tutti voi siate vincitori nella vita. Titoli e posizione nella società non hanno niente a che vedere con la fede. Non c’è assolutamente alcuna ragione di riservare a una persona un trattamento speciale o di tollerare prepotenza e arroganza. I membri che rivestono posizioni importanti nella società dovrebbero pensare a realizzare cose utili nel loro campo e, anche dopo essere usciti di scena, continuare a servire le loro comunità e la Soka Gakkai. Questo è il tipo di esistenza che spero condurrete.
I discepoli sono fondamentali
Devadatta tradì il suo maestro, il Budda Shakyamuni, verso il quale aveva un grande debito di gratitudine. Le prime scritture buddiste indicano che i discepoli del Budda si indignarono delle azioni di Devadatta e lo rimproverarono, affermando che Shakyamuni gli aveva insegnato tutto sul Buddismo, mettendolo in condizione di sviluppare una condizione spirituale elevata, e che mai avrebbe dovuto diventare un nemico del suo stesso maestro. I discepoli sono fondamentali. Se i discepoli sono sciocchi, la comunità armoniosa dei credenti verrà distrutta dagli individui arroganti. I discepoli devono insorgere e combattere con determinazione contro simili ingrati. Devono parlare con coraggio e dire ciò che è necessario dire. Qual è la chiave per ripagare il proprio debito di gratitudine verso il maestro? Nel suo Commento a “Ripagare i debiti di gratitudine”, Nichikan Shonin scrive che il solo modo è impegnarsi per kosen-rufu con il desiderio di “non risparmiare la propria vita”. Per quanto si possa lodare il maestro a parole, non possiamo sperare di ripagare il nostro debito di gratitudine senza agire. L’azione per kosen-rufu è ciò che conta. Quando sul sentiero della fede si presenta un ostacolo importante, dobbiamo lottare fino in fondo con spirito altruistico per superare tutte le funzioni demoniache. Il vero modo per ripagare il nostro debito di gratitudine verso il maestro è diffondere la Legge mistica e guidare gli altri alla felicità.
[Nel suo Commento a “Ripagare i debiti di gratitudine”, Nichikan Shonin scrive: «Confutare la calunnia della Legge senza risparmiare la nostra vita anche quando grandi persecuzioni ci minacciano, mostrarci sostenitori del Sutra del Loto sopportando grandi prove – è così che ripaghiamo i nostri grandi debiti di gratitudine verso i nostri genitori, i nostri maestri e gli altri», n.d.r.].
I primi tre presidenti della Soka Gakkai, insieme ai loro compagni membri dotati di fede e dedizione, hanno lottato con lo stesso spirito altruistico. Hanno mostrato con l’esempio il cammino fondamentale per ripagare il debito di gratitudine verso il maestro. In questo modo hanno dato inizio al movimento di kosen-rufu a livello mondiale, un miracolo dei nostri tempi.
L’azione protettiva del Bodhisattva Virtù Universale e del Budda Molti Tesori che esaltano i risultati dei maestri e dei discepoli Soka è sempre più evidente. Le duecentotrentaquattro onorificenze accademiche che ho ricevuto da università e istituzioni culturali di tutto il mondo sono manifestazioni della stima e della protezione che ci viene accordata da pensatori e persone di coscienza. Figure di spicco sempre più numerose stanno esprimendo il loro apprezzamento e le grandi speranze che ripongono nei nostri sforzi. In risposta alle loro aspettative, continuiamo ad avanzare con coraggio lungo il sentiero della relazione tra maestro e discepolo e della gratitudine.
Il leone è una figura che ricorre di frequente nel Buddismo. Nei sutra, la parola “leone” è scritta con due caratteri cinesi: uno significa “maestro” e l’altro “cucciolo” o “discepolo”. Il leone è davvero il simbolo dell’unità di maestro e discepolo. L’unità di maestro e discepolo è potente e invincibile. Il potere della fede e il potere della pratica dei discepoli che si impegnano con altruismo per dimostrare la loro gratitudine al maestro attivano il potere illimitato del Budda e della Legge. Quando i cuori del maestro e del discepolo battono all’unisono, non c’è nulla da temere. Qualunque cosa può essere realizzata.
Nel suo ultimo anno di vita, Josei Toda disse con le lacrime agli occhi: «Nonostante la sua cagionevole salute, Daisaku ha dato tutto se stesso per me, il suo maestro, compiendo uno sforzo indescrivibilmente coraggioso». Poco prima di morire, mi strinse le mani con forza dicendomi: «Grazie, grazie».
Il 3 maggio 1960, in una meravigliosa giornata di sole, fui nominato terzo presidente della Soka Gakkai, succedendo a Toda. Mia moglie dichiarò che quel giorno rappresentava per lei il funerale della famiglia Ikeda – esprimendo così la sua convinzione che io dovessi dedicare tutto me stesso alla Gakkai. Io e mia moglie abbiamo ereditato la vita di Toda e da allora, anno dopo anno, abbiamo trionfato sui tre ostacoli e i quattro demoni facendo della Soka Gakkai l’organizzazione che è oggi. Alcune persone sostengono che senza di me il clero avrebbe finito per assumerne il controllo e che l’organizzazione non avrebbe potuto raggiungere lo sviluppo attuale. Grazie alla protezione del Daishonin godo di una salute ogni giorno migliore e continuo a offrire consigli sulla fede in tutto il mondo proteggendo la Soka Gakkai. Nessuno avrebbe potuto immaginare questo straordinario sviluppo del nostro movimento. Senza mai dimenticare questo brillante trionfo del legame tra maestro e discepolo, vi prego di conquistare una vittoria dopo l’altra. Con queste parole vorrei concludere oggi il mio discorso. I miei migliori auguri a tutti i membri, in qualunque parte nel mondo. Grazie per aver ascoltato con tanta pazienza. Mantenetevi in salute!
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La testimonianza / Ho scelto il mio maestro
Fin dall’ingresso al Makiguchi Memorial Hall si percepisce di essere in un posto importante. Si sente che la bellezza degli arredi e l’imponenza del luogo è dedicata a te, per farti stare bene. Anche la sala della riunione, enorme, non ti fa perdere la dimensione umana. Siamo tutti discepoli che attendono il proprio maestro, siamo tutti uniti. Durante la riunione, ciò che mi ha colpito di più è stata la sua forza, l’energia, la lucidità (e pensare che ha ottant’anni!) con le quali ci incoraggia. È un leone che ruggisce contro l’arroganza e l’ingiustizia e ci insegna l’importanza della gratitudine. Mi piace anche il suo umorismo e l’attenzione che ha nei nostri confronti. Sono contento e soddisfatto di averlo scelto come maestro e decido nuovamente di essere come lui, di avere lo stesso spirito. Sì, perché durante la riunione è cambiata anche la sensazione di distanza che avevo nei suoi confronti: prima era una grande persona, inarrivabile; ora, invece, è sempre una grandissima persona, ma come noi, come me. È semplice, diretto e sincero. Non c’è più questa distanza da colmare. Non devo fare le cose che ha fatto lui, ma voglio e posso fare come lui: realizzare ognuno la propria missione, combattendo fianco a fianco. La cosa veramente importante è la felicità delle persone.
Michele Leonardi
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La testimonianza / Tre banzai per il mondo
24 aprile. Oggi finalmente incontriamo il presidente Ikeda. Siamo tutti elegantissimi e molto emozionati. Che bello! C’è il sole e fa caldo. Prima di recarci alla riunione andiamo a visitare l’Università Soka. Siamo colpiti dalla maestosità e dalla bellezza degli alberi di ciliegio.
Arrivati al Makiguchi Memorial Hall l’emozione diventa fortissima: finalmente potrò incontrare il mio maestro. Ancora mi sembra un sogno. In tutti questi anni di pratica lui per me è stato anche un papà. In tutti i momenti di sofferenza e di grandi sfide mi ha sempre incoraggiato e sostenuto ad andare avanti. Mi dicono che dovrò sedermi in prima fila. Dopo alcuni interventi, arrivano sensei e sua moglie. Con il suo tono serioso e allegro il presidente Ikeda ci incoraggia ad approfondire lo spirito della gratitudine e dell’offerta. Le lacrime mi scorrono sul viso. Il suo cuore, la sua umanità, il suo vasto stato vitale penetrano nel mio cuore, lo illuminano di nuova speranza e rinnovata determinazione a dedicare la mia vita a kosen-rufu nella mia zona. A un certo punto, prima di uscire dalla sala sensei si avvicina e insieme pronunciamo: «Banzai!». Banzai per sensei, per la Soka Gakkai e per i membri di tutto il mondo.
Florinda Galante