Sempre più frequentemente nei suoi scritti e discorsi il presidente Ikeda sta sottolineando l’importanza della relazione tra maestro e discepolo: raccontando particolari della storia della Soka Gakkai di cui finora non sapevamo nulla, della lotta per realizzare ogni progetto di Josei Toda, di come abbia protetto per tutta la vita il suo maestro e come anche Toda avesse stabilito la stessa relazione con Makiguchi.
Il risultato dei loro sforzi, basati sull’unicità di maestro e discepolo, ha portato alla diffusione attuale del Buddismo di Nichiren Daishonin in centonovanta paesi. Per ognuno di noi, seguire le orme dei tre maestri significa ricambiare il debito di gratitudine nei loro confronti, impegnandoci concretamente a realizzare kosen-rufu nelle nostre comunità.
Nell’editoriale di aprile il presidente Ikeda, citando il Mahatma Gandhi, scrive: «”La forza proviene da una volontà indomabile”. Nulla può sconfiggere una salda determinazione. In particolare, quando preghiamo e agiamo con la forza di un leone all’attacco per realizzare gli ideali di un maestro di verità e giustizia, possiamo far risplendere la nostra parte migliore e dimostrare la nostra più grande forza». E prosegue: «Buddismo significa vittoria, quindi noi dobbiamo avere fede e vincere. La nostra missione di successori è quella di portare avanti la lotta, e la nostra vittoria è il modo migliore con cui possiamo ripagare il debito di gratitudine verso il nostro maestro» (NR, 396, 3-4).
Da queste parole si comprende quanto sia importante la decisione di vincere in ogni aspetto della vita, ma spesso si dimentica che la vittoria implica uno sforzo continuo, sia nella pratica buddista sia nelle nostre azioni quotidiane. Finché manteniamo una decisione risoluta e recitiamo Daimoku con una forte convinzione possiamo sicuramente migliorare noi stessi e realizzare i nostri ideali comuni.
Ora finalmente tanti giovani stanno crescendo e, anche se sono “giovani” nella fede, sentono profondamente lo spirito maestro-discepolo e stanno raccogliendo l’eredità del maestro per il futuro: bisogna sostenerli, apprezzarli e dar loro totale fiducia.
Ogni giorno ci sforziamo di portare avanti una pratica corretta, cercando di migliorare sempre più noi stessi, mantenendo vivo il desiderio di dialogare con gli altri e rispettando ogni singola persona. Sappiamo bene che la fede, la pratica e lo studio sono per noi tre punti fondamentali e che la pratica consiste in “pratica per sé” e “pratica per gli altri”, per questo oltre a portare avanti la nostra rivoluzione umana diffondiamo il Buddismo, affinché ogni persona possa diventare felice. La pratica per gli altri, infatti, non è altro che shakubuku, far conoscere l’insegnamento buddista agli altri, in accordo con quanto leggiamo nel Gosho: «Se accendi una lanterna a un’altra persona, la sua luce illuminerà anche il tuo cammino» (GZ, 1598).
Proprio per questo le riunioni più importanti nella Soka Gakkai sono le riunioni di discussione, durante le quali si dialoga sul Buddismo di Nichiren Daishonin e ci si incoraggia gli uni con gli altri, trasmettendo le proprie esperienze, il proprio percorso di fede.
«Per quanto siate impegnati – diceva Toda – spero che riserviate tutto il tempo possibile per frequentare le riunioni di discussione e assorbire lo spirito di kosen-rufu. Le riunioni di discussione della Soka Gakkai sono il luogo deputato a far conoscere il Buddismo agli altri. Dovrebbero essere le riunioni più piacevoli del mondo, colme di compassione» (cfr. NR 395, 8).
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